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Autore: MizzGreen93    06/03/2010    1 recensioni
I Green day partono per il prestigioso tour di "21st Century Breakdown". Ma avvenimenti strani accadono: minacce, aggressioni,suite distrutte finchè... arriva la goccia che fa traboccare il vaso, la goccia che segna l'inizio della fine. Mia prima fanfiction. Attenzione: questa FF è DRAMMATICA dunque se vi aspettate roba smielosa e, soprattutto, a lieto fine NON FA PER VOI. Semplice consiglio. =)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era notte fonda. Camminava in un campo di fiori, sicura, decisa. La chiara luce della luna illuminava debolmente i fiori , rendendo quel luogo ricco di un’atmosfera bellissima, quasi da fiaba. Camminava sicura tra quelle piccole magie che spesso l’uomo non riesce a cogliere. Le lucciole le sfioravano la candida pelle,  volando in un valzer silenzioso che solo loro riuscivano a cogliere. D’un tratto la terra cedette sotto i suoi piedi. Fu assorbita dalla terra, cadendo nel vuoto, ma fortunatamente lei riuscì ad appigliarsi ad una radice che spuntava. “Aiutoooooooo! Qualcuno mi aiutiiiiiiii” Adrienne gridò ma lì nessuno l’avrebbe mai sentita, a parte le lucciole impegnate ancora a danzare ed i fiori. Calde lacrime le rigarono il viso; non voleva morire così, sola e disperata, con le mani graffiate a causa della radice a cui si era aggrappata. D’un tratto una mano sbucò dal nulla e afferrò quella che iniziava ad essere intrisa di sangue  a causa di un profondo graffio. Adrienne pensava si trattasse di un angelo, che fosse giunta la sua ora. Ma la vista di quei due occhi verdi, così chiari, così belli anche nella piena oscurità le fece cambiare rapidamente idea. Non era un angelo. Era un demone. Il suo amato demone, il suo demone terribilmente angelico. “Tieniti forte, Adie” le disse Billie “Non ce la faccio… sento che sto per cadere…” “Non cadrai, amore, non finché ci sarò io qui a sorreggerti…” “Billie, io non voglio morir…” Non riuscì a terminare la frase; la mano sanguinante scivolò da quella possente di lui. Adrienne udiva il vento fischiarle nelle orecchie; il “NOOOOO” disperato di Billie ormai non le giungeva più. Quanti metri era profondo, quel buco? Le lacrime sfidanti la forza di gravità ormai correvano verso l’alto. In preda alla disperazione, urlò.

Un urlo esplose nella camera da letto. Billie sussultò; si voltò dalla parte della moglie e le vide il viso rigato da lacrime e sudore. Continuava ad urlare e teneva gli occhi chiusi. Stava sognando o meglio stava facendo un incubo. Billie l’afferrò per le braccia “Adie! Adie! Svegliati! Adie!” Adrienne aprì gli occhi e si vide dinanzi quegli occhi verdi ancora una volta ma, a differenza di prima, era viva e , no, non stava precipitando. Lo guardò, gli sfiorò il viso delicatamente con la punta delle dita; sì, non era una proiezione, era realtà, lui era vivo e di conseguenza anche lei. “Oh Billie...” Disse e si tuffò tra le braccia del marito. Si sentiva come una bambina piccola che si rifugia tra le braccia del padre. “Hai fatto un brutto sogno, adesso è tutto ok…” e le accarezzò dolcemente la testa, attorcigliandole i riccioli corvini “Non volevo svegliarti, scusa… mi sento così idiota ed infantile…” “Non  è niente e non sentirti idiota; capita a tutti. Ma ora dormi che domani ci aspetta un viaggio.” Adrienne si stese sul petto del marito. Il suo orecchio sul cuore di lui che batteva tranquillo, quasi sereno, a differenza del suo che ormai sembrava avere un unico, eterno battito, da come andava veloce. Si addormentò sentendo quel battito, come se avesse la capacità di rasserenarla, di dimezzarle la paura. E la mano che delicatamente saliva e scendeva per la schiena dolcemente non fece altro che conciliarle il sonno.

 

“Allora ragazzi?? Siete pronti per partire” chiese Billie carico di entusiasmo “Sìììììì” Jacob, il più piccino di casa Armstrong saltò addosso al padre, pieno di felicità. Al contrario di Joey che invece era abbastanza scocciato “Papà tu sai che questo mi causerà problemi, soprattutto con le ragazze…” “Joey… di ragazze ne troverai a bizzeffe… non c’è la moria delle vacche dove andremo, sta tranquillo…” “Già forse hai ragione; anzi ho letto che le europee risultano le più sexy, secondo uno studio {nb; piccola vanità da parte della scrittrice u.u }” “Tutto suo padre” disse Billie Joe soddisfatto “Andiamo, dai, Playboy” disse Adrienne dando una spinta al marito e al figlio.

 

Mike e Trè  erano già all’aeroporto. Indossavano spessi occhiali da sole scuri e berretti sperando che nessuna fan li adocchiasse ed iniziasse ad urlare, scatenando l’arrivo delle “locuste” come adorava chiamarle Trè. Era invitabile ormai  non scatenare il putiferio; da quando erano diventati famosi, assieme alla fama era giunta anche l’impossibilità di possedere una vita tranquilla; anche se uscivano di casa per comprare solo un giornale si ritrovavano ricoperti di fan. Bastava il gridolino di una per far giungere tutte le altre, anche se fossero state a km di distanza. “Oggi la giornata sembra tranquilla”  affermò Mike “ Ho incontrato solo una pazza che mi ha chiesto se poteva farsi una foto mentre mi palpava il culo…” “Roba da niente, insomma… non voglio immaginare quale sia il peggio, allora!” disse Brittany, un po’ stizzita “Andiamo, Britt! Tu sai che sei la mia palpatrice preferita” e l’abbracciò ridendo “Vaffanculo, adesso… vatti ad abbracciare le tue fan!” tutti risero a quella scenetta “E poi…” continuò Mike “Non si lamenta Adrienne di Billie perché dovresti lamentarti tu?” rise “Di cosa dovrei preoccuparmi, sentiamo?” disse Adie sorridendo “Ma come Adie? Ti credevo più scaltra! Si sa che Billie aspetta solo che tu  te ne vada all’al di là per risposarsi con quella francesina dal nasino all’insù” tutti risero. Adrienne no. Guardo Mike  poi mille pensieri le offuscarono la mente; il sogno della notte precedente l’aveva scossa. In un’altra occasione avrebbe riso sentendo le parole di Mike. Ma non in quel giorno, non in quell’ora, non in quell’aeroporto. Una lacrima le scese lungo la candida guancia “Adie… andiamo stavo scherzando! Non te la sarai mica presa? Per così poco! Ma dai” Billie lo guardò “Sei un coglione, Mike!” “Ma come? Io non ho detto niente!!” “Fammi un piacere; vai incontro Jacob e Joey che sono andati a comprarsi un panino; io porto Adie in bagno.”.

“Mi dispiace un casino Billie” disse Adrienne mentre si soffiava il naso. Alzò gli occhi , pronta ad incontrare quelli verdi del marito, pieni di tenerezza. Ma non fu così. Dall’alto, due occhi verdi freddi la osservavano rigidi “Che cazzo ti succede, Adie? Urli nel sonno, fai incubi piangi per una stronzata che dice Mike…” Adrienne abbassò lo sguardo “Che cazzo ti succede, ADIE??” ridisse Billie Joe, afferrandola per le braccia “Niente...” “Ti pare niente il tuo comportamento??” “Adesso non mi va di parlarne, Billie!” Billie Joe la osservò con gli occhi di ghiaccio “Va bene” le lasciò le braccia e andò via dal bagno, sbattendo la porta. Adrienne si sciacquò il viso e uscì anche lei. Non volle raggiungere il gruppo, preferì dare un’occhiata in giro. Si sedette su una panchina e chiuse gli occhi; erano giorni che non dormiva “Questi maledetti incubi mi fanno aver paura di chiudere gli occhi… povero Billie, mi spiace molto, ma mi sentirei stupida a dirgli che l’unico motivo per cui sto così sono gli incubi…” La voce dell’altoparlante interruppe il flusso dei suoi pensieri “I PASSEGGERI DEL VOLO PER SEATTLE SONO PREGATI DI RECARSI  A FARE IL CHECK IN” si alzò dalla panchina un po’ controvoglia e lentamente raggiunse il marito e gli altri.

  
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