Ad personam:
Cara Melisanna, cara Atlantis Lux, vi ringrazio moltissimo per le vostre belle recensioni. Mi fa tanto piacere che Profezie abbia ancora qualche fedele lettrice a, mi pare, quattro anni dall'inizio. I personaggi e le situazioni di 'L'amica del cuore' sono tra quelli, in questa fiction, che emotivamente sento di più. In quella confessione ho voluto rendere una Cornelia molto coraggiosa: l'invidia è un sentimento particolarmente difficile da ammettere, non solo perchè è antipatico, ma anche perchè è un'ammissione di inferiorità. Per quanto riguarda Carol, in effetti è un personaggio molto esagerato, che fa ancora più fatica di Cornelia a convivere con il suo stesso carattere competitivo. Del resto tutte le gocce hanno un carattere in qualche modo esagerato, a parte Terry che però ci riserverà delle grosse sorprese... oops, l'ho detto, ma farete in tempo a dimenticarvi. Mamma Eleanor è molto preoccupata anche per il freddo: in confronto alla mezza stagione che vige sempre a Meridian, vedremo più avanti perchè, il clima invernale della costa est degli USA è decisamente rigido. Due parole sul capitolo che state per leggere: in primo luogo ringrazio
Silen per la rilettura, ed il consiglio di variare i punti di vista
rispetto alla bozza che le ho proposto che raccontava le stesse cose, ma
sempre dal punto di vista di Vera.
Buona lettura
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PROFEZIE
Riassunto delle puntate precedenti
Dopo un incontro misterioso con la Luce di Meridian, Vera ha convinto le Gocce a sostituirsi ad Elyon a Meridian, impersonando la regina e le guardiane. Carol si è opposta, ed è stata costretta con l'ipnosi. A Meridian, la controfigura di Elyon e le finte guardiane esiliano Miriadel e Alborn, mentre Caleb sfugge alla cattura; pur avendo assunto il potere, si rendono conto di non essere convincenti, e inventano la storia che le guardiane sono a palazzo per proteggere la Luce di Meridian da un complotto. A Heatherfield, rifugiatasi con i genitori nella sua vecchia casa, Elyon spiega che quella che si sta realizzando è una sua profezia, la cui interpretazione fino a quel punto era ambigua. La profezia prevede che la tirannia duri un anno, che a Meridian dura diciotto mesi. Elyon è decisa a non tentare niente prima di questa scadenza. Sul palazzo scende un clima sempre più oppressivo in cui le congiurate utilizzano sia i poteri mentali che l'intimidazione per mantenere il controllo. Settimane dopo, vengono a sapere per caso la profezia infallibile che prevede che la tirannia durerà un anno. Il nuovo piano di Vera prende rapidamente forma, basandosi sull'ambiguità del termine di un anno: prima simuleranno che Elyon diventi sempre più tirannica e impopolare, screditandola, poi Vera, che ha comunque il rango di una principessa Escanor, la spodesterà dopo un anno terrestre di dodici mesi, facendo finire apparentemente la tirannia e realizzare la profezia; poi, dopo aver guadagnato il consenso della gente, si prepareranno per affrontare Elyon e eventualmente le Guardiane al loro ritorno dopo diciotto mesi. Vera crea venti copie di Wanda, dette Nemesis, che avranno l'incarico di impersonare le guardiane, sollevando le gocce dal compito, e di sorvegliare la città restando invisibili o sotto falsa identità. A Meridian è stata preannunciata la presentazione di un importante personaggio pubblico. |
Cap.50
La principessa Vera
'Sono qui per guardare al futuro, non al passato'.
Principessa Vera Escanor
Meridian, accesso del palazzo reale
Quando il portone viene aperto davanti a loro, la luce
calda del mattino inonda l’atrio del palazzo.
“Ecco i riflettori”, scherza Vera per farsi coraggio.
“E allora, in scena!” le ribatte la regina, incamminandosi
verso il loro palcoscenico.
Se Vera non sapesse che quella che ha accanto è
in realtà Irene, si farebbe ingannare facilmente dalla sua recitazione
impeccabile e quasi spontanea. Lei, invece, a disagio nel sontuoso vestito
blu con il colletto alto che le tiene dentro i capelli, sente già
le gocce di sudore scivolarle lungo il collo.
Quando segue la regina all’aperto, sulla sommità
dello scalone di accesso della torre est, Vera deve socchiudere gli occhi
al sole abbagliante.
Prende fiato. E’ la prima volta che si mostra ad un grande
pubblico con la sua identità, a parte qualche imbarazzato
incontro con guardie e domestici del palazzo nei giorni precedenti. Anzi,
è la prima volta che esce dall’ombra dacché esiste.
Quando i suoi occhi si abituano alla luce, li vede. Più
di diecimila visi di ogni tonalità di verde, azzurro e marrone si
sono raccolti appena fuori dal muro di cinta. Altre centinaia di persone
gremiscono la strada che si arrampica dal centro di Meridian fino all’altopiano
che la sovrasta, e in migliaia si accalcano anche in piazza Sottocastello,
ottanta metri più sotto, l’ultima pendice del centro città
ai piedi della scarpata.
Con la sua ampia curva digradante verso sud, lo scalone
costituisce un balcone per essere visti sia dal pianoro all’esterno del
giardino, sia dalla città sottostante.
Lungo tutta la scalinata, a rispettosa distanza, sono
allineati soldati impettiti dall’uniforme impeccabile e dagli elmi scintillanti
al sole, ma non è solo su di loro che lei conta per la sua sicurezza.
Eppure, nonostante le barriere invisibili che avvolgono il pianerottolo,
nonostante le ventuno Nemesis in incognito confuse tra i domestici, la
folla e gli uccelli del cielo, non può scacciare una sensazione
di vulnerabilità.
Il peggio che potrebbe accadere in questa occasione,
naturalmente, è una comparsa pubblica della vera Elyon a sbugiardarle.
Per questo, Vera spera tanto che la sua sorellina non voglia contraddire
la sua stessa profezia, o far scoppiare un tumulto che, con novecento soldati
schierati in una città di novantamila abitanti, potrebbe diventare
estremamente sanguinoso.
Ovviamente, le vere Guardiane di Kandrakar potrebbero
non sentirsi vincolate dalla profezia e attaccare; per evitare eventuali
confronti imbarazzanti davanti alla folla, stamattina nessuna delle ventuno
Nemesis schierate sfoggia il loro vivace costume con le alette.
Un pizzicotto discreto di Elyon la richiama dalle
sue riflessioni. “Iniziamo!”.
Paochaion, a braccetto con Terry alla base della scalinata,
osserva eccitata la scena, cercando di tenere a freno la lingua per non
tradirsi.
Quando vede la Luce di Meridian sporgersi dalla balaustra e alzare le braccia a chiedere silenzio, sente interrompersi ogni mormorio della folla, e un silenzio irreale scende sulla rupe. Poi sperimenta anche lei, come tutti gli astanti, quello che in ogni altro luogo dell’universo sarebbe considerato un miracolo: anche a distanza, l’immagine della Regina appare nitida come se fosse vista da pochi passi, e sente chiaramente nella testa la sua voce, priva di ogni accento straniero. |
“Popolo di Meridian”, esordisce Sua Altezza, “Quest’oggi
vi ho convocati per presentarvi quella che considero, e vi prego di considerare,
come mia sorella, la Principessa Vera Escanor”. Si volge alla sua destra.
“Eccola al mio fianco”.
Anche a distanza, tutti vedono chiaramente nella mente il viso, bello e alieno, della principessa che avanza e si sporge dalla terrazza con un sorriso emozionato. La Luce di Meridian riprende: “Questa mia sorella condivide il mio sangue reale, ed ha grandi poteri ereditati dalla nostra stirpe”. Pausa ad effetto. “So che può fare molto per la città e per tutti voi. Potete avere ogni fiducia in lei, come in me”. |
Nemesis Sei, camuffata tra i soldati del cordone di sicurezza,
ascolta il mormorio perplesso alzarsi dalla folla, e osserva gli astanti
per captarne i pensieri inespressi.
Una nuova principessa Escanor si presenta tredici
anni dopo la morte della vecchia regina Adariel? Ma non è possibile
che questa avesse una figlia segreta! E se fosse un essere artificiale
come quelli che una volta venivano creati su misura dai maghi per lenire
il tormento di un amore non corrisposto o per rimpiazzare un familiare
venuto a mancare? O, più spesso ancora, per essere usati come schiavi?
La Luce di Meridian alza nuovamente le braccia.
Quando torna il silenzio, riprende: “Da oggi la delego a rappresentarmi
al consiglio dei Veglianti. Inoltre, mi sostituirà nelle udienze
pubbliche che sono rimaste sospese per più di un mese, e nel ruolo
di Suprema Guaritrice, Suprema Sacerdotessa e Supremo Giudice, che l’impegno
per i miei progetti mi ha impedito di svolgere”. Si volta nuovamente verso
la ragazza a suo fianco: “Popolo di Meridian, ora vi chiedo una grande
ovazione di benvenuto per la principessa Vera!”.
Volteggiando sul palazzo nella forma di un’aquila reale,
Nemesis Dodici ascolta il grande applauso alzarsi dal pianoro e dalla piazza
sottostante, ed echeggiare sulla scarpata che racchiude la città.
In pochi istanti sente il suono, da caotico, farsi ritmato, e trentamila
mani battere tutte assieme come per un rituale. Scrutando la gente con
le sue fovee da rapace, acute come binocoli, riesce a percepirne i pensieri
anche dall’alto.
‘Ecco la spiegazione’, pensano i più cinici tra l’immensa folla: ‘La regina non ha tempo e voglia per interessarsi del governo della sua città, così si è costruita una vice su misura per delegarle i compiti che considera più noiosi. Chissà quali sono i misteri a cui si interessa realmente?’ |
“Popolo di Meridian”. Anche la sua voce echeggia nelle menti senza nessun accento straniero, ma con un’emozione che non le è possibile nascondere. “Io esisto per servire la mia città”, sono le sue prime parole. “Io devo la mia esistenza alla Luce di Meridian e alla sua generosa cura per voi”.
Nemesis Due, confusa tra la folla con un aspetto non
suo, spalanca gli occhi stupita: ha capito bene?
Dopo un istante di silenzio sbalordito, un brusio tra la gente glielo conferma. ‘Non si è mai sentita persona ammettere, senza esservi costretta, la sua origine innaturale’. |
Nemesis Otto, nell’aspetto di una bimba dallo sguardo troppo serio, ascolta il mormorio perplesso che si sparge tra la gente di piazzale Sottocastello. I commenti degli astanti si dividono tra quelli colpiti dalle promesse della nuova principessa, e quelli inquieti all’idea che la legittima regina abbia da fare cose più importanti che governare la loro città. Altri ancora ricordano le voci di un complotto che si erano diffuse il mese precedente: ‘Forse la regina non vuole ammettere pubblicamente che ha paura di un attentato, e si fa sostituire, negli incarichi in cui sarebbe più esposta, da una persona più spendibile’.
Elyon leva ancora le braccia.
Quando il silenzio cade nuovamente, scandisce: “Popolo
di Meridian, ora vi chiedo un nuovo, caldo applauso per la principessa
Vera, sangue del mio sangue”.
Una grande ovazione inizia ai piedi del palazzo, e si propaga subito nella grande piazza sottostante. Dopo qualche istante, anche questo applauso diventa ritmato, ma in mezzo alla folla si vedono anche copricapo sventolati, e si sentono perfino grida spontanee di simpatia.
Nella sua camera nella torre , distesa a faccia in giù
sul letto, Carol non riesce a non sentire nella mente quelle parole e quegli
applausi neppure premendosi i cuscini sulla testa.
‘Se sapessero come li stiamo prendendo in giro,’ rimugina con rabbiosa disperazione, ‘cosa sarebbe di noi?’. |
Lei annuisce, emozionata, e saluta il popolo della capitale oscillando un braccio sopra il capo.
Quando Sua Altezza rientra nel palazzo, per qualche istante tutta l’ovazione della gente resta per Vera, per la prima volta nella sua vita.
Deve farsi forza per congedarsi da loro e rientrare nuovamente nell’ombra.
Raggiunge Elyon che la attende nell’atrio circolare, ed assieme incedono sorridenti davanti a soldati, domestici e funzionari allineati che si inchinano, come in una specie di onda, al loro passaggio trionfale verso lo scalone.
Quando sono di nuovo nell’intimità della sala del
trono, le due si abbracciano.
“E’ fatta, Irene! Non lo credevo!”.
“Chiamami Elyon, stupidotta!”.
Vera inarca un sopracciglio. “Stupidotta a chi?”.
“Scherzo, naturalmente, mia cara… ma sarà meglio
che tu perfezioni la tua riverenza!”.
Il sopracciglio si alza ancora di più. “Guarda
che Elyon non è così vanitosa”.
Will, in alette e calzamaglia, si rivela accanto a loro,
facendole sussultare. “Ma lo dovrà diventare!”.
“EEH… Che spavento!”. La regina si vendica con uno spintone, che riesce a smuovere appena la guardiana. Will riprende: “Per oggi va bene così, ma non essere troppo simpatica, Altezza. Ricorda che, secondo la cronologia del nostro piano, i dodici mesi di tirannia sono già iniziati, anche se dovremo arrivare al culmine lentamente per limitare i danni alla città”. Si volta verso Vera. “E riverire la Luce di Meridian non è una cattiva idea. Aiuterà a nascondere chi comanda veramente, e a mantenere le distanze da lei”. Vera sbuffa. “A sentirti parlare, Wanda, uno potrebbe pensare che comandi tu!”. “Ma no!”, si schermisce l’altra, quasi offesa. “Io sto solo pensando alla riuscita del piano”. “Stiamo parlando liberamente, no?”, continua Vera. “Come sei stata esplicita tu, in privato possiamo esserlo anche noi!”. |
“E invece dovresti starci attenta!”, fa allegramente
una ragazza dal viso azzurro con pitture gialle, comparsa improvvisamente
dietro a Will.
Piccolo sussulto generale. Elyon è la prima a riprendersi dalla sorpresa. “Pao Chai, ti diverti a fare scherzetti?”. “Paochaion, prego!” risponde la nuova arrivata. “Ah, vi abbiamo osservate dalla parte del pubblico. Siete state favolose! Soprattutto la diffusione in Meridiavisione!”. “Grazie”, si schermisce Vera, “E le altre?”. |
“C’ero anch’io!”, scandisce la voce di Therese, mentre
le altre si rendono conto, con un ulteriore sobbalzo, di avere accanto
a sé una sconosciuta dalla pelle verdazzurro pallido, contornata
da una cascata di riccioli bianchissimi che lasciano intravedere le punte
delle orecchie. Ancora di più, inquietano gli occhi giallo ambra,
quasi da gatto. Al di là dei colori vivaci e delle orecchie a punta,
però, i lineamenti non sono cambiati per niente.
“Ehm… questa è Theresion… il nuovo alter ego di Terry”, la presenta Paochaion, la prima ad essersi ripresa dalla sorpresa. Le va accanto e la prende a braccetto. “Gliel’ho suggerito io. Non trovate che facciamo un bell’abbinamento di colore, assieme?”. Will annuisce, un po’ accigliata. “L’ideale per passare inosservate”. |
Vera si guarda attorno. “Bene, ora aspettiamo solo che
Carol mi sbuchi alle spalle facendo ‘buh’, per vedere la sua nuova faccia”.
“Carol… per quanto ne sappiamo, è ancora in camera,
ed oggi ha ripreso il suo aspetto originale”, racconta con rammarico Theresion.
“Non ha assistito alla tua presentazione pubblica”.
“Sono giorni che esce pochissimo dalla sua stanza, parla
poco e non sorride mai”, aggiunge Paochaion preoccupata. “Si muove quasi
solo per venire a pranzo, e quasi sempre perché noi siamo andate
a chiamarla”.
Vera annuisce con espressione comprensiva. Le sembra
scortese commentare che, per lei, questi sono stati i giorni migliori da
quando sono arrivate a Meridian.
Ai piedi dello scalone di accesso, tre ore dopo
“Che carrozza!”. La regina giunge le mani, estasiata
davanti al mezzo laccato di color panna e oro. “Ho sempre sognato di viaggiare
su una vettura tirata da tanti cavalli bianchi!”.
Il valletto che tiene aperta la porta la guarda un attimo
con aria perplessa dipinta sul viso color salvia, prima di riassumere l’impassibilità
di rito.
La principessa Vera, al fianco, le dà un discreto
calcetto negli stinchi. “Sei proprio spiritosa, Elyon”, le risponde
ridendo non proprio spontaneamente. ‘Sciocca, tu viaggi sempre in questa
carrozza! Ti è venuta così a noia che preferiresti camminare
o teletrasferirti, se non fosse per il protocollo!’.
Elyon riassume un contegno spiritoso. “Mi capisci
al volo, vero? Me la farò andare bene, finché non sarà
disponibile l’elicottero!”.
Vera sospira rassegnata, mentre entrano nell’abitacolo.
Le seguono le guardiane Cornelia e Irma, con il cipiglio
tipico delle Nemesis.
Will, Hay Lin e Taranee, invece, prendono
posto sui sedili esterni accanto al vetturino e al valletto, che guardano
davanti a sé con un’espressione di mal celato disagio.
Quando la carrozza si muove, una debole scia di polvere
si solleva dietro, offuscando la vista del palazzo e dei cavalieri di scorta.
“Dove andiamo, esattamente?” chiede quella che assomiglia
a Cornelia, scrutando nervosamente dal finestrino.
Vera si sporge per indicarle un edificio a forma di tronco
di cono adagiato sull’altipiano, due chilometri a sudest da loro. “Quella
è la sede del Consiglio dei Veglianti, che fa da governo a tutta
la regione di Meridian”.
“Visto da qui, sembra la torre di evaporazione di una
centrale nucleare”, osserva la guardiana.
La regina si sporge, incuriosita. “Quello la?
A me sembra un mulino a vento dopo il passaggio di Don Chisciotte che gli
ha fatto a pezzi la girandola”.
“La girandola?”, fa Irma, guardando dall’altro
finestrino. “Altezza, intendi le pale del rotore?”.
Lei la guarda un attimo incerta, poi la liquida: “Va
beh, Irma cara, Don Chisciotte era un gran rotore di pale”.
Tre mugolii di disperazione si diffondono nell’abitacolo.
Vera la riprende con una gomitata discreta. “Non perdere
la concentrazione, Elyon. Sei andata così bene, stamattina!”.
Lei annuisce sicura. “Abbi fiducia, cara!”.
Cornelia torna a guardare l’edificio che viene
loro incontro lentamente. “Fa da governo solo alla regione di Meridian?
Non ha autorità sul resto del metamondo?”.
“No”, risponde Vera. “Il controllo sul resto del territorio
spetta a governi e nobili locali, subordinati alla Luce di Meridian tramite
una piramide di ispettori telepati”.
“Basta parlare di politica!”, sbuffa la regina,
annoiata.
“E invece dovresti informati”, la rimprovera Irma.
“Altrimenti rischi di far cadere le… il palco, sì, con qualche
gaffe colossale davanti a tutti”.
L’altra guardiana le fa cenno di non parlare in
modo troppo esplicito.
“Tranquille”, dice Elyon del tutto a suo agio.
“Non per niente ho delegato le cose barbose come la politica alla mia fedele
creatura, vero Vera?”.
Questa annuisce, rassegnata. Non è proprio il
momento giusto per picchiare la regina, anche se lo meriterebbe
abbondantemente.
Poco dopo, la carrozza si ferma davanti alla scalinata
del Palazzo del Consiglio dei Veglianti.
Il grande edificio tronco-conico, visto da vicino, rivela
la sua costruzione in pietre saldate, non molto diversa da quella del palazzo
reale.
I soldati di piantone alla scalinata si impettiscono
sull’attenti, ma nascondono a fatica il loro disappunto quando le cinque
guardiane
saltano agilmente giù dalla carrozza, e si dispongono attorno alle
due ospiti d’onore.
All’interno del palazzo, un ampio corridoio porta ad un
salone centrale circolare, contornato da una corona di porte.
La luce del giorno entra dall’alto di un grande tubo
di cristallo.
La regina lo guarda preoccupata. ‘Non dirmi
che quello è l’ascensore’, pensa.
Vera le sorride rassicurante: ‘Non te lo dico, Elyon,
perché lo sai benissimo. Altezza, tu sei già stata qui almeno
una cinquantina di volte. Ora vai, e ricorda: sei tu che mi guidi’.
Senza bisogno di ordini, Will e Taranee
svaniscono con un grande lampo, per ricomparire accanto all’uscita dell’ascensore
al piano superiore.
Cornelia sale con loro sulla piattaforma levitante
che le attende dentro al tubo, mentre le ultime due guardiane si
dispongono in retroguardia sul pianerottolo, ai lati della porta.
Stare su un disco che levita a venti metri da terra non
offre uno spettacolo indifferente per lo stomaco di Irene, che però
riesce a mantenere un impeccabile contegno regale.
Quando l’ascensore arriva al piano, lei scende sicura,
seguita da Vera, che la guida con il pensiero verso una porta attraversata
da un lungo tappeto rosso, piantonata da due impeccabili soldati, a loro
volta piantonati da due guardiane diffidenti.
Dentro la sala, il consigliere capo Korgandor prende fiato,
emozionato: è la prima volta che la Luce di Meridian si presenta
al nuovo Consiglio dei Veglianti che lui è stato chiamato a presiedere.
Scambia sguardi di intesa con gli altri nove consiglieri
seduti al grande tavolo a ferro di cavallo, tutti freschi di nomina ed
emozionati come lui.
Tutt’attorno, al di là del colonnato semicircolare,
ha preso posto un pubblico composto e curioso.
Finalmente il consigliere vede i soldati di guardia percuotersi
il petto in un impeccabile saluto.
Un attimo dopo, la Regina fa il suo ingresso,
incedendo sul sontuoso tappeto rosso che divide la sala. Sul suo capo rifulge
l’antica Corona di Luce, con le ipnotiche iridescenze della sua
grande ametista. Sembra sicura di sé e benevola, non crucciata e
distante come qualche settimana fa, quando lo ha convocato a palazzo per
la nomina.
Dietro la Regina entra la nuova Principessa dal
nome esotico, che si guarda attorno visibilmente emozionata: una creatura
della Sua Onnipotenza, che paradossalmente sembra più grande di
lei.
La Luce di Meridian, salutati tutti con un bel
sorriso, aggira disinvolta il tavolone e prende posto al seggio centrale.
“Vera, vieni qui vicino”.
Korgandor porge il suo seggio: “Prego, Principessa!”.
Stupidamente, non aveva pensato a far aggiungere per tempo una poltrona
più adeguata.
Vera si porta accanto alla sua creatrice, con
un cenno imbarazzato di ringraziamento al capo consigliere.
“Seduti, prego”. Elyon parla con sicurezza regale:
“Do il benvenuto ai nuovi consiglieri. So che vi siete ritrovati qui già
diverse volte, anche se io non ho potuto essere presente. Per impedire
che le mie assenze possano nuocere al governo della città, delego
la qui presente principessa Vera a rappresentarmi presso di voi”.
“Ehm… buongiorno a tutti”, fa eco Vera, un po’ esitante.
Tutti chinano il capo nel doveroso rituale di saluto.
La regina riprende: “Non mi dilungherò
sui motivi che mi hanno spinto a rinnovare il consiglio precedente. So
che voi e Vera farete di tutto per essere all’altezza della mia fiducia”.
Fa un gesto benedicente. “Ci sono domande?”.
In risposta, tre consiglieri alzano la mano assieme.
“Bene. La principessa Vera è qui per rispondervi.
Ora vogliate scusarmi, signori consiglieri, altri impegni mi chiamano”.
Si rivolge a Vera: “Vuoi che rimandi qui la carrozza a prenderti?”.
“Ma no, grazie. Tornerò da sola col teletrasporto”.
“Magnifico! Ciao! Buongiorno ancora, signori!”. Con un
sorriso felice e disinvolto, la regina esce solenne dalla sala,
richiamata dai suoi misteriosi e inderogabili impegni.
Korgandor vede la principessa annuire, come in risposta
istintiva a un qualche messaggio telepatico che lui non è riuscito
a percepire. Con i suoi modestissimi poteri parapsichici, non si sarebbe
mai aspettato di essere chiamato al ruolo che fu di Lord Thetras prima
del suo incredibile arresto per cospirazione.
“Rispettati consiglieri”, esordisce lei dopo un’esitazione,
“So che mi volete chiedere i motivi per cui la Luce di Meridian
ha voluto rinnovare il consiglio. Purtroppo non posso rispondere a questa
domanda. Sono qui per guardare al futuro, non al passato”.
Nessun viso osa dimostrare delusione per questa risposta
evasiva.
Continua: “So che questo pomeriggio c’è in programma
solo il nostro incontro. Ora vorrei conoscere il calendario dei prossimi
ordini del giorno, in modo da poter dividere la mia presenza tra questo
e altri impegni nel modo migliore”.
Korgandor annuisce deferente. “Ai vostri ordini, principessa
Vira”.
Lei lo ricambia con uno sguardo irritato. “Vera, prego.
V-E-R-A”.
“Scusate… Vera, certo”. L‘uomo arrossisce. Che figura
meschina, proprio all’inizio! Ma con questi nomi difficili dal suono straniero…
“Ecco, Principessa”, dice prendendo in mano il suo prezioso quaderno rilegato
in pelle di Quodrong. “Mando a chiamare uno scrivano, e in pochi minuti
farò trascrivere tutti i nostri ordini del giorno”.
Lei allunga una mano a prendere il quaderno. “Non si
disturbi, ho un metodo più rapido”.
Se lo rigira per un po’ tra le mani, come per esplorarlo
col tatto, poi lo depone davanti a Korgandor.
“Non lo volete più?”, chiede lui, incerto.
“Certo che lo voglio. Osservate…”. Pone le mani a pochi
centimetri dal piano del tavolone.
I consiglieri più vicini hanno l’impressione di
una debole corrente d’aria, quasi una brezza che converge sotto i palmi
della principessa, facendo un vago rumore di risucchio.
Si meravigliano ancora di più quando un’iridescenza
le appare sotto i palmi, prendendo rapidamente la forma e la consistenza
di un quaderno rilegato in pelle. Dunque questa principessa creata dal
nulla possiede il più estremo dei poteri della Luce di Meridian,
quello di materializzare oggetti, e forse perfino altre persone!
Lei li guarda con il trionfo nello sguardo, sentendo
i mormorii meravigliati del pubblico oltre il colonnato. Si rigira tra
le mani il suo prezioso quaderno, soddisfatta, e lo sfoglia, sembrando
finalmente a suo agio. “Domani pomeriggio parlerete della ristrutturazione
di… cosa c’è scritto qui?”.
Il consigliere riconosce gli scarabocchi tracciati dalla
sua stessa scrittura sulla bella carta color panna. “Il quartiere Trasclovkir”.
In risposta ad un suo sguardo interrogativo, spiega: “Quello al di là
del fiume Clovkir, a Meridian bassa”.
Lei annuisce. “Bene. Andrò a vederlo per farmi
un’idea”. Sembra rifletterci un attimo. “Credo proprio di conoscere la
persona giusta per discutere questi argomenti. Domani vi presenterò
un’esperta di architettura che viene da molto lontano”.