“Attis, ti sei stancata di pensare
a me, e voli da Andromeda.”
(Saffo)
Il tuo passo è leggero, aggraziato.
Fasciata di impalpabile seta,
preda della danza e guidata dalla dea, ti muovi, elegante e sinuosa, seguendo
il dettato della lira.
I biondi capelli ricadono in
ricche onde sulle tue spalle nude, intorno al capo una corona di fiori. Li
abbiamo colti solo qualche ora fa. Mentre strappavo dalla terra gli odorosi
ornamenti, ti narravo la loro storia: questo è il narciso, bianco e
immacolato come la virtù del ragazzo che gli ha donato il nome; i bei
giacinti, rossi del sangue dell’amato da Apollo. Ecco il girasole,
testimonianza del tragico amore di Clizia.
“Non trovi ci sia qualcosa
di splendido e crudele nel modo in cui, ancora oggi, imperterrita e fedele,
segue il carro del Sole?” avevo mormorato, malinconica.
La tua risata cristallina si era
allora levata nel campo.
Avevo sollevato lo sguardo dalle
gemme profumate che stringevo fra le dita. Mi sentivo una sciocca, credevo mi
deridessi.
La tua mano era subito corsa a
rassicurarmi: “È questo il bello degli amori mortali, non trova,
Saffo?”
Avevo affondato il viso nel
tepore del tuo palmo, improvvisamente curiosa.
“Cosa vuoi dire, Attis?” avevo chiesto, non più maestra,
ma allieva.
“Che non ci attendono
poetiche metamorfosi o vendette divine: sono semplici favole.”
“E a noi cosa resta?”
avevo insistito.
“Questo” avevi
sussurrato, zittendomi col più dolce dei baci. “E questo”
percorrendo la mia gola con labbra umide ed esperte.
Un brivido mi aveva scossa quando
eri giunta fra i miei seni. Avevi schiuso la bocca intorno al capezzolo,
inturgidendolo con la lingua, mentre la tua mano era misericordiosamente scesa
ad estinguere il fuoco fra le mie gambe.
Eravamo restate così,
ansimanti, appagate, felici, finché il sole non era scomparso dietro
l’orizzonte.
È stata l’ultima
volta.
Lo so, l’ho capito dagli
occhi intensi e penetranti dell’uomo in fondo alla sala. Non si sono mai
allontanati da te, Attis. Neppure una volta.
Sarà uno sposo devoto? Un
amante attento e generoso? Lo spero per te, mia diletta.
La musica tace e tu ti avvicini
alle tue amiche. Fra risolini e grida ti indicano il bel giovane e le tue gote
si tingono di rosso.
Sì, tu sarai sua e lui sarà tuo, Attis. Promettimi una cosa però: non dimenticarmi. Io non lo farò.
Note: Storia brevissima, scritta per Federica. Un giorno mi dedicherò anche alle “pornovizie”, bella <3
Spero vi piaccia, fatemi sapere ^^