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Autore: pupazza    08/03/2010    4 recensioni
Questa storia nasce tanti anni fa. Dieci per la precisione. E scrivere questa storia e' il risultato di una scommessa persa con la mia migliore amica. Credeva che non ne avrei avuto il coraggio..'Ciao Rebecca'..'Ciao Mattia' e' cominciata cosi', come la piu' banale della storie.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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REBECCA  E  MATTIA   (COSMIC  CAOS)

 

 

 

 

 

 

CAP  6

 

 

 

 

 

Rebecca all'apparenza è una ragazza tosta. All'apparenza.

Perché dietro quella maschera da stronza, che si è costruita si nasconde tutt'altro. Ha sempre pensato che l'amore vada meritato. Sin da piccola. Questo perché nessuno le ha insegnato che l'amore non si merita. Si dà. Punto.

L'amore è una scelta dell'anima, non un obbligo.

Amare è stimare.

Spesso e volentieri si sente inadeguata e quella facciata  che si è costruita l'aiuta a nascondere meglio quando si trova in difficoltà.  E' meno forte di quello che può sembrare.

Chi la conosce ora, quando Rebecca racconta di com'era, fatica a crederci.

Chi la conosce da sempre capisce guardandola negli occhi o ascoltandola quando canta, quanto quella ragazzina fragile e insicura sia ancora molto presente dentro di lei.

Con Mattia Rebecca per la prima volta in vita sua si trova scoperta. Lui le legge nella mente.

E questo fa crollare ogni sua difesa.

Rebecca con lui è diventata una di quelle ragazze che quando dice sì, vuole dire no. E viceversa.

Lei per lui non vuole essere l'ennesima conquista. Non vuole finire nella sua collezione personale. Non vuole dargliela vinta.

Lei lo vuole.

Veramente.

 

 

Mattia è imprevedibile. Quello che gli passa per la testa lo sa solo lui.

E da Scorpione puro qual è, è anche tremendamente vendicativo.

E' indipendente, astuto e autonomo.

E' magnetico, possessivo e testardo.

Ma sa essere anche persona più dolce e presente del mondo.

Con lui è come andare perennemente sulle montagne russe. Un giorno sei tra le nuvole, quello dopo

tre metri sotto terra.

 

 

Dopo tre giorni passati ad ignorarsi e non rivolgersi nemmeno il saluto, una mattina Rebecca capita per caso nel suo spogliatoio con la scusa di dover prendere il portafoglio al padre.

E' consapevole che forse sta sbagliando, ma non ne può fare a meno.

Per tre giorni si è torturata, si è imposta di stargli lontano e ci è riuscita. Non ha idea di come comportarsi, di cosa sia giusto fare.

Pareva le avessero fatto un elettroshock di troppo!!

Poi ha ceduto.

Sono le otto e dieci, lui entra e la trova lì che canticchia 'Rome wasn't built in a day' dei Morcheeba.

Non si guardano nemmeno.

Stretta allo stomaco.

Lui si leva la maglietta. Lei sente il suo profumo.

"Il viziaccio di cantare alla mattina presto proprio non lo perdi, eh Becca?"

Lei si gira.

Ma lui si è già infilato la maglietta bianca.

Fa scivolare lo sguardo su di lui e un brivido le trapassa la schiena.

Lui la guarda. Non fa sorrisetti malefici o sornioni e nel suo sguardo si può leggere solo stanchezza.

Lei sta zitta.

"Mi aspettavi per caso?" domanda lui con tono di voce ...neutro.

"No."

"Sicura?". E’ serio. Sembra quasi uno di quegli attori americani con gli occhi di ghiaccio che interrogano un sospettato.

"No", mormora lei a bassa voce, senza cambiare espressione. E' confusa, stanca e triste.

"Ah."

Si avvicina. Sospira. La guarda. Lui si è tolto gli occhi e glieli ha incollati addosso.

Aiuto.

La prende per le spalle e la fa ruotare davanti allo specchio.

Appoggia la testa sulla sua spalla. E restano lì cosi.

Lei si mordicchia il labbro nervosa.

Lui sorride.

"Di’ la verità...ti sono mancato vero?"

Lei inclina la testa di lato e socchiude gli occhi.  Respira l'odore della sua pelle. Non ce la può fare.

"Come fai a saperlo?"

Il sorriso sul viso di lui si allarga.

"Lo so... Ti conosco", le pizzica i fianchi e le dà anche un bacio sulla guancia. Lei si sente il suo profumo addosso.

Rebecca è agonizzante!!

"Ho ordini precisi...devo starti lontana."

Lui alza gli occhi al cielo e scuote la testa.

"Perché fai quella faccia?" mormora lei.

"Perché non ne sei capace di starmi lontana."

"Pensi questo?" lo guarda e in quel momento ha un attimo di debolezza. Le viene da pensare addirittura che é tenero. Tipo Tenderly!!

"Sei qui."

"Si beh...da domani mi sopporterai solo mezza giornata, tranquillo."

"Ne morirò!!"

Lei scoppia a ridere. Dal giorno dopo avrebbe iniziato a tormentarsi anche al pomeriggio … E' giugno e tra poco è il suo compleanno. E lui è li che la abbraccia.

"Troverai sicuramente qualcuna che prenderà il mio posto!! E non ci metterai nemmeno tanto a trovarla."

"Probabile!! Con i capelli come i tuoi non credo però!!”

"Tu mandamela che glieli tingo!!" scherza lei.

Si divincola. Il profumo della pelle di lui la sta mandando in overdose. Intossicata.

"Qualche volta possiamo andarcene in piscina dopo il lavoro, se ti va."

Lei aggrotta le sopracciglia. Quello non è Mattia. Ridatele quello di prima!!

Gli appoggia una mano sulla fronte per sentire se ha la febbre.

Lui ride.

"Scema..."

"Sei sicuro che parli con me!! No, perché qualche giorno fa eri ...abbastanza imbufalito!!"

"Sì, mi hai fatto incazzare per bene!! Mi mandi in bestia certe volte..."

"Lo so."

"Ah sì?"

"Beh...ti conosco."

Lui inizia a ...guardarla sornione.

"Ti sei divertita vero?"

"Ah, ah, ah, ah...non proprio!! Anzi per niente...comunque  sì..."

"Per la piscina o perché non riesci a starmi lontana?" domanda malizioso lui.

"Entrambi."

 

 

 

Il giorno seguente per Rebecca comincia anche l'agonia estiva.

Il pomeriggio è a casa. Dovrebbe fare i salti di gioia.

Invece ha il muso che tocca i piedi.

Alessandra oltretutto deve dare gli ultimi esami e deve studiare.

Passa le giornate a prendere il sole, ascoltare musica e guardare telefilm alla tv.

Alla sera esce. Va da Alessandra e poi o vanno al cinema oppure al karaoke. Poi fanno le ronde.

Una di queste sere Rebecca nel locale dove canta di solito trova un annuncio di un gruppo della sua città che cerca una cantante,

Prende il numero. Non si sa mai.

In tutto questo l'unica nota positiva del nuovo orario è che dalle 12.00 alle 13.00 sono soli perché gli altri staccano prima.

Evvai!!

Una volta si sono imboscati in cantina e si sono ingozzati di gelato fino a scoppiare. Mattia aveva il gelato anche nei capelli.

C'è una cosa che mi sono dimenticata di dire.

Lei beve dalla sua bottiglia e viceversa.

Spesso lui finisce il suo caffè.

Dettagli.

 

 

 

 

Il numero di cellulare.

Se lo sono scambiati dopo sei mesi. SEI!!!!!

Se lo racconti non ci crede nessuno!!

Mattia quel giorno dopo che tutti se ne sono andati è davanti ai fornelli che tenta di non mandare a fuoco una salsa.

Rebecca gli arriva alle spalle e gli pizzica i fianchi.

"Cos'è, mi rubi gli scherzi?" domanda lui divertito.

"Uff! Non sei saltato!"

"Ti ho sentito arrivare per forza!! Io faccio piano, neanche ti accorgi quando sono dietro di te."

"Ne sei proprio sicuro?"

"Abbastanza...e poi tu sei più burrosa, per questo salti!!"

Lei lo guarda malissimo e gli lancia uno sguardo assassino.

"Burrosa?? E’ un modo gentile per dirmi che sono grassa?"

"No. Però sei burrosa. Si sente quando pizzico, hai la pelle ...ehm…" sta cercando un aggettivo, fa una faccia strana…"Soffice!"

"Facciamo che lo prendo come un complimento!!"

"Ecco brava fai cosi!! Ah… stasera concerto di musica Ska!"

"E le discoteche che fine hanno fatto?"

"Mi sono scoglionato!! Sto cambiando giro."

Rebecca l'aveva intuito. Sperava solo che il cambio di giro non fosse dovuto a qualche nuova amica.

"Ah ...ieri ti sei dimenticato sul tavolo un cd. Te lo messo nell'armadietto."

"Cazzo, l'ho cercato tutta la sera! La prossima volta chiamami, non mi piace lasciare qua le mie cose."

"Non ho ficcato il naso se è questo che pensi. E comunque non ...", lei si blocca.

"Non…?"

"Il numero..il tuo...non credo di averlo."

"Per forza, non me l'hai mai chiesto!!"

"Potevi chiedere tu..."

"E perché avrei dovuto farlo?"

"Perché magari poteva anche tornarti utile. Di certo non perché avessi bisogno di chiamare la sottoscritta", mormora acida lei.

"Giusto! Dopo dammelo che magari mi torna utile."

"Si, vedi di non darlo a quei maniaci dei tuoi amici, per favore!!"

"Ah, ah, ah, ah! Potrei farlo girare dicendo che la mia collega pazza intrattiene piacevoli conversazioni telefoniche!! Ah,ah, ah, ah!"

"Azzardati e sei morto!! Te lo giuro: ti faccio tanto di quel male che mi implorerai di ucciderti!!"

" Ah,ah, ah, ah! Avrei un paio di miei amici che se ti vedessero ti salterebbero addosso!!"

"Ma anche no!"

"Eddai! Sono simpatici!!" continua lui impertinente.

"Non ne dubito."

Lui sorride enigmatico.

"Se vuoi te li presento, tanto sei single no?"

"E' una trovata simpatica per sapere se esco con qualcuno?", lo guarda lei alzando le sopracciglia e sorridendo molto soddisfatta.

"Figurati!!! Se avessi qualcuno ne parleresti in continuazione...a meno che non ti sia fidanzata con la tua amica con cui vivi in simbiosi!"

" Ah,ah, ah, ah! Hai problemi se vivo in simbiosi con qualcuno?"

"No figurati! Allora lo dò il tuo numero ai miei amici, ok?"

"Sì, ma solo dopo che ti avrò sepolto."

Lui spegne il gas sotto i fornelli e si avvicina a lei che è appoggiata al tavolo.

"E poi come fai senza di me?" chiede lui tutto curioso, con la faccia da gnomo di bosco.

"Beh…sopravviverò!!". Lei fa spallucce e lo guarda serafica. Lo prende in giro.

"Io dico di no!!"

Lei sorride maliziosa. E gli ruba anche la battuta.

"Potresti anche avere ragione."

"Allora lo tengo per me. Il numero?"

"Ecco, cosi si ragiona. Fai giurin giurella!."

"Non giurare. Mai!"

"Perché?"

"Mai giurare e sempre negare: il mio motto!!"

"Da quando?"

"Da un po'"

Si scambiano il numero prima di uscire e poi lui, come al solito, le fa una battuta che la spiazza.

"Bene bene, Rebe, adesso sei anche ad altissimo rischio messaggio...Ciao bellissima!"

 

 

 

 

Il giorno del suo compleanno Rebecca arriva un po' prima e offre a tutti da bere e il caffè.

Lui come al solito é in ritardo.

8.10

8.15

8.25

Il capo arriva in laboratorio fischiettando, poi controlla che tutti siano al loro tavolo.

Si avvicina a Rebecca.

"Stamattina Mattia non viene. Ha avuto un incidente in scooter ed è al Pronto Soccorso."

"Cosa?!?!". Panico. Sabbie mobili. Black out. Il suo cuore si ferma.

"Non si è fatto niente, stai tranquilla. Solo qualche graffio." MA PERCHE' LO VA A DIRE PROPRIO A LEI?? MAH...

 

Rebecca passa la mattina nel rincogliomento più totale.

Incidente.

Pronto soccorso.

Il giorno del suo compleanno.

Minchia che sfiga!!

Sì, ma non è che pensasse a questo. Cioè lei pensava a lui. Stava malissimo all'idea che stesse male.

Si sentiva come se una trattore le fosse passato sopra in retromarcia!

Quando esce alle 13 prende il telefono e lo chiama.

 

 

Mattia abita al sesto piano.

Rebecca al piano terra.

Mi viene da ridere!

 

Lui apre la porta.

Un livido sulla fronte, una mano fasciata e il suo sorriso bastardo stampato in faccia.

Lei salendo in ascensore, si è fatta un discorsetto mentale sul tenere a freno la sua impulsività.

Si guarda nello specchio incollato sulla parete. Jeans sdruciti e sfilacciati, canotta verde, larga con le spalline sottili.

Capelli disperati.

Cinque minuti. Il tempo di constatare che sta bene.

Solo cinque

Entra ed esce.

Muahhhhhhhhhhhhahahah...

Casa sua non è come se l'aspettava.

E' il caos piu' totale.

Probabile che sia perché è sabato e i suoi non ci sono.

"Come mai sei qui?"

"Ah…ehm…- Rebecca fa una faccia strana - Volevo vedere se stavi bene". Si avvicina alla finestra del salone e per poco non sviene.

Direi che soffre di vertigini!!

"Tutto bene, Rebe?"

"Sì, non sono abituata.  E' un po’ alto! Che ti è successo stamattina?"

"Un imbecille mi ha urtato e sono scivolato". Lui si butta sul divano, cuscino sotto la testa e sbuffa.

"Ti fa male?", chiede indicando la fronte.

"Un po'."

E' strana la cosa. Non è abituata a vederlo in jeans e maglietta. E' tutto spettinato e svaccato.

Un attentato alle coronarie!!

"Se...- su coraggio Rebecca avanti!! - Se hai bisogno posso restare, oggi sono libera."

DOVEVI RESTARE SOLO 5 MINUTI!!!

Lui la guarda furbo.

"Mmhh...si servirebbe proprio un'infermiera. Sono tutto rotto!!"

Lei sorride sarcastica.

Scrolla la testa. Sospira.

Si toglie le scarpe e si siede sul divano.

"Ahi!! Fa piano che ho la gamba che fa male!", protesta lui.

"Certo che proprio oggi dovevi farti male, mi hai fatto prendere un colpo!!"

"Perché che succede oggi?"

Lei gli lancia uno sguardo felino.

"Ah giusto!! I tuoi primi vent'anni!! Auguri, piccolina!!"

"Grazie."

Beh, alla fine non è andata poi cosi male. E' lì con lui. A casa sua. Sul suo divano. Tanti auguri!!

"Che fai di bello stasera? Festeggiamenti folli?"

Rebecca restò in silenzio. Non aveva fatto progetti. Alessandra aveva avallato l'idea di una super festa, ma lei aveva gentilmente rifiutato.

Scosse la testa.

"Perché no?"

"Mi tocca già festeggiare domani con i miei parenti, non sono tanto in vena."

"Perché?"

"Perché non mi va. Lo sai che odio il casino."

"Mmhh..."

"Che ti hanno detto al Pronto?"

"Ma niente!! Ho solo sfasciato lo scooter. Almeno mi fossi rotto un braccio, almeno me ne stavo un po' in mutua!"

"Potevi farti male davvero."

Rebecca si alza e torna davanti alla finestra. Riesce a vedere la sua vecchia casa.

"Io abitavo là". La stordisce tutta quell'altezza.

Lui si alza dal divano e si avvicina.

"Dove?"

Lei indica il palazzo.

"Primo piano."

"Io mica mi ricordo di te."

"Nemmeno io mi ricordo di te."

"Quanto sei stata qua?"

"Diciassette anni."

"Conosci tutti allora."

"Quasi. La tua vicina era una mia carissima amica."

"Dici che abbiamo giocato insieme da piccoli?"

"Può essere."

"Già."

 

Dopo circa due ore passate a fare gli stupidi, facendo le briciole sul divano mangiando schifezze, lui inizia a lamentarsi. Deve fare le medicazioni.

"Ahi! Mi fai male cosi!! Brucia!!"

"Faccio piano è solo alcool."

"Sì, ma brucia!"

"Oh, cacchio!! Se stai fermo, non brucia. E smetti di fare il bambino!"

"Mi sembri mia madre!"

Lei lo guarda malissimo. Rettifico: bambino scemo.

"Lo sanno i tuoi dell'incidente?"

"Sì, ma sono al mare, non li faccio venire giù per due lividi. E poi l'infermiera ce l'ho già!"

Lei scuote la testa e sorride.

Finisce di medicargli la fronte e passa alla mano.

La sua mano tra le sue mani.

Rebecca la sfascia e se la mette sulle gambe.

Lui non dice una parola.

Lei toglie le bende. L'escoriazione è brutta.

"Non te l'hanno dato un po' di antidolorifico?"

"Si, mi hanno fatto un'iniezione di qualcosa."

Il contatto con le sue dita, la sua pelle le fa salire un groppo in gola.

Gli occhi di Rebecca indugiano troppo su quella mano. E ha il terrore che lui se ne accorga.

Distoglie lo sguardo. Prende l'alcool.

"Ti faccio male adesso, scusa."

"Poi ti fai perdonare dopo."

Gli passa il cotone sulla ferita.

"Cazzo!!!"

Fatto. Finito.

Rimette la benda pulita.

Sono le cinque.

Lui è ancora sul divano. Lei è lì che medita se deve andarsene.

"Mi fai un favore?"

"Dimmi."

"In camera mia c'è un cuscino. Me lo prendi?"

"Sì."

Entra. Ha idea di trovarci l'apocalisse. Ma non è proprio cosi. Sì, insomma disordine ce n’è parecchio, ma non più di tanto.

Rebecca a volte, anzi spesso, si domanda se in realtà Mattia sia completamente diverso da come lo vede lei.

Sui muri i poster di Che Guevara, la bandiera della Giamaica e un atollo disperso in mezzo al mare.

Si respira il suo odore lì dentro.

E Rebecca respirerebbe quel profumo fino alla fine dei suoi giorni.

 

"Ecco il cuscino."

"Mi prendi una mela in cucina?". La guarda con la faccia da jolly.

Lei lo guarda consapevole che la sta prendendo in giro. Lo lascia fare. Dopo tutto è gravemente ferito. Povero bambino.

Torna dalla cucina con la mela.

"Grazie. Mi passi il telecomando?"

Prende il telecomando sul tavolo e glielo lancia.

"Il signorino desidera altro?"

Lui sorride.

Inclina la testa di lato, i suoi occhi acquamarina si fanno piccoli e sottili.

"Te."

 

 

 

 

COME SEMPRE RINGRAZIO CHI LEGGE QUESTA STORIA.

CHI RECENSISCE, CHI L'HA INSERITA TRA LE PREFERITE E LE SEGUITE.

E UN ABBRACCIO A LIGHT E CARLOTTA!!

 

 

  
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