Il coraggio di amare
La fine di un rapporto
La stanza, nonostante la sua maestosa
eleganza, sembrava essere vuota; il rumore delle
posate che sbattevano sui piatti sembrava creare una sorta d’eco che
andava all’interno di quell’ambiente sempre così formale. Nonostante
tutti gli anni passati in quella casa, Lorelai non riusciva ad abituarsi a
quell’ambiente: a quel cibo sempre così raffinato e perfetto, a
quell’arredo così elegante, a quell’atmosfera così
fredda e priva di familiarità; tutto ciò, infatti, andava contro
alla sua solita vita a Stars Hollow, una vita che non avrebbe cambiato con
nient’altro, salvo l’uomo prefetto che bussa alla sua porta e le
chiede di fuggire insieme senza meta, anche se forse neanche a queste
condizioni avrebbe lasciato la sua cara cittadina.
“Così, Lorelai, tra poco
aprirai la tua locanda!”
“già…mamma…non
vedo l’ora! Anche se una settimana fa ho sognato
che usciva uno strano liquido scuro dal water…tutti i clienti andavano
via e…”
“Lorelai!...stiamo cenando!”
Come ogni venerdì sera Emily,
ossia la madre di Lorelai, aveva ripreso la figlia per il suo atteggiamento;
questa sera per il linguaggio troppo “colorito”, il prossimo
venerdì per la scelta dell’abbigliamento. Emily, come ogni venerdì, era
impeccabilmente elegante, in quanto indossava uno dei suoi costosissimi abiti, oggi
di un blu notte con delle perline, abbinato con dei a
dir poco “luminosi” gioielli. Forse era proprio quello il motivo per cui Lorelai non riusciva ad essere felice in quel luogo:
lì non poteva essere se stessa, non poteva comportarsi come faceva
abitualmente e, soprattutto, ogni cosa che diceva era necessariamente
sbagliata, anche nel caso in cui ci fosse stata una legge scientifica che
provasse il contrario. Anche il padre della donna,
ossia Richard Gilmore, era fatto dello stesso stampo della moglie, in fondo
erano pur sposati da quarant’anni per qualcosa; come ad ogni cena del
Venerdì, il nonno si trovava al lato opposto della tavola, a
“trenta” metri di distanza da Emily, come del resto erano
distanziate le altre due invitate.
“tralasciando il tuo
sogno…quando hai intenzione di aprire”
“mi piacerebbe farlo dopo le
feste di Natale!”
“è la peggior mossa che tu
possa fare Lorelai!”
Alla conversazione tra Lorelai e la madre,
si aggiunse Richard che, con il suo abituale tono di voce così “nobile” e
controllato, si stava evidentemente preparando a rendere il tutto ancor
più irritante, mettendo a dura prova la pazienza della figlia.
“e…e perché?!”
“bè...dopo Natale ci
sarà un grosso calo di guadagni per tutti gli alberghi o locande della
città, in quanto tutte le persone sono appena tornate da una delle
più costose vacanze dell’anno!”
“ma se
aprissi ora…”
“anche
questa sarebbe una pessima idea…ormai tutti hanno già organizzato le
loro vacanze natalizie!”
“vorrà dire
che se non verrà nessuno mi consolerò con una bottiglia di Jack
Daniel, mi toglierò tutti i vestiti e andrò a rinfrescarmi le
idee facendomi un giretto per la città!”
“non mi sembra il caso di
scherzare su questo genere di argomenti…è
una cosa seria!”
“lo sa bene nonno…ma…vedrete
che andrà tutto bene…la mamma ci sa fare…”
“Vedremo!”
Come accadeva per la maggior parte
delle discussioni, volte a criticare in qualche modo la vita della più
grande delle Lorelai presenti a cena, Emily le concludeva
con quella sua intonazione altezzosa e leggermente stizzita, pronunciata in una
maniera tale da assomigliare ad una sorta di premonizione che, naturalmente,
sarebbe stata a favore dei due coniugi Gilmore.
Il resto della cena proseguì in
silenzio, salvo alcuni brevi discorsi diretti principalmente a Rory e a come
procedevano i suoi studi a Yale; la nipote, al contrario della madre, aveva imparato
ad assumere il comportamento che i nonni desideravano avesse, evitando in
questo modo di rendere la serata ancora più difficile per tutti i
presenti. Ciò che non riusciva a capire, però, era come il
comportamento di sua madre fosse così diverso da quello della nonna,
nonostante tutti gli anni che avevano trascorso insieme. Inoltre, se lo
desiderava ardentemente, Emiliy sapeva essere a dir poco persuasiva, imponendo agli altri determinate idee e, soprattutto, determinati
comportamenti avendo, in questo modo, ogni cosa sotto il suo rigido controllo (non
per niente la figlia continuava a paragonarla a Hitler); la figlia però
era sfuggita a quel suo potere, sconvolgendo il futuro che Emily si era prefissata.
Era proprio questa la caratteristica che Rory apprezzava, in particolar modo,
della madre: Lorelai aveva un carattere forte, molte volte
tendente all’essere testardo, e fargli fare qualcosa che fosse
contraria ai suoi obiettivi era pressoché impossibile; perciò,
inevitabilmente, tutto ciò si traduceva in continui scontri con la
famiglia Gilmore, ottenendo come risultato cene come quella.
Lei, invece, era diversa: con i nonni
andava d’accordo e, pur di non creare ulteriori
dissapori con loro, tentava di accontentarli nella maggior parte delle cose che
gli chiedevano, come andare ad una di quelle inutili feste organizzate da gente
con cospicui conti in banca. Lei, purtroppo, non aveva ereditato tutta la forza
di sua madre e infatti, dopo aver saputo
dell’arrivo di Jess a Stars Hollow e dopo averne avuto la conferma
incontrandolo al supermercato, non aveva più avuto il coraggio di
mettere piede al locale di Luke, temendo che, con il rivederlo, vecchi
sentimenti sarebbero riaffiorati, alimentando ancor di più quel
fastidioso mal di testa che si divertiva ad aumentare ogni volta che il ragazzo
entrava nei suoi pensieri.
Dopo un'altra ora di semi-tortura, la
consueta cena del Venerdì sera si concluse,
fatto che rese felice, in modo particolare, Lorelai Gilmore; ma prima che le
due invitate si alzassero da tavola per dirigersi verso l’entrata, la
cameriera entrò nella stanza, catturando l’attenzione dei presenti.
Come ogni settimana, la domestica che le aveva servite non era la stessa della
cena precedente; quella di questo venerdì, infatti, era una ragazza
sulla trentina, occhi castani, capelli neri, e, dal colore leggermente scuro
della pelle, sembrava
avere origini italo-americana, sensazione alimentata ulteriormente dal suo
accento.
“Signor Gilmore…è
appena arrivato il signor Jason Stiles e chiede di
vederla!”
“lo accompagni al mio ufficio e
gli dica che sarò da lui fra un minuto!”
“si signore!”
La voce della cameriera era dolce,
leggermente flebile e, involontariamente, incuteva molta tranquillità;
molto probabilmente però, proprio questa sua
caratteristiche le sarebbe costato il posto di lavoro; conoscendo Emily,
infatti, sarebbe bastato che quest’ultima si fosse alzata appoggiando sul
pavimento prima il piede sinistro anziché quello destro, per rendere la
giornata adatta per trovare insopportabile il tono di voce della giovane donna,
decidendo così di trovarne una nuova.
Prima che
Richard si alzasse da tavola, Rory e Lorelai lo anticiparono, intuendo che
quello era il momento adatto per svignarsela, evitando domande che si sarebbero
rivelate sicuramente dannose per le due giovani Gilmore.
“bè…noi
andiamo!”
Al contrario della madre, Rory
andò a salutare i due “capofamiglia”, andando a baciare per
seconda la nonna che, fino a quel momento, era rimasta seduta a fissare una punto della stanza, come se stesse riflettendo sul da
farsi, o meglio, come se stesse cercando l’argomento adatto per rendere
la serata leggermente più irritante per la figlia; difatti, dopo alcuni
secondi, la signora Gilmore si alzò dal suo posto a capotavola
dirigendosi verso l’atrio, luogo in cu la figlia aveva già
raggiunto da qualche secondo.
Non appena vide la madre arrivare,
Lorelai che in quel momento stava salutando nel modo più amichevole
possibile Jason, alias il suo fidanzato, assunse il tipico sguardo di chi si
accorge di avere alle spalle la piccola protagonista di THE RING, capendo al
volo che la madre aveva in mente per lei qualcosa di spregevole.
“Lorelai…hai qualche
impegno adesso?!”
“s…si…perché?!”
“e cosa devi fare?!”
“devo incontrarmi con Bon
Jovi…ha detto che deve dedicarmi una canzone
così ne discutiamo assieme!”
“ti costa tanto essere seria per
qualche minuto?...rimani a casa?”
“no…ho un impegno!”
“ti sto chiedendo cosa devi fare?...non penso sia un segreto di stato”
“devo vedermi con un
amico!”
“LUKE!?!”
Alla conversazione tra madre e figlia si intromise, in una maniera tutt’altro che educata, il
signor Stiles che nel conoscere così all’improvviso i piani di
Lorelai perse improvvisamente il controllo. Oltre a
Emily, anche Lorelai rimase leggermente stupida dalla reazione di Jason, tutto
sommato non avevano nessun appuntamento quella sera. L’uomo si accorse
dell’errore che aveva appena commesso e, prontamente, cercò di
sistemare il tutto con uno “scusate” pronunciato con un bassissimo
tono di voce, simile a quello della cameriera.
Emily, dopo aver lanciato a Jeson uno
dei suoi sguardi glaciali, rivolse nuovamente la sua
attenzione verso Lorelai che, nel frattempo, si era preoccupata di indossare il
suo cappotto rosso, come a voler accelerare i tempi.
“è vero….devi incontrarti con Luke?!”
“mamma….si
può sapere che cosa vuoi?!...”
“bè…ti ricordi la
cameriera della scorsa settimana?!”
“chi?!...quella
tedesca?!”
“non era tedesca!...”
“davvero?!...sembravate
avere un certo feeling…come se ti ricordasse il ruolo che avevi nella tua
vita passata…”
“come ogni volta faccio finta di non aver sentito…ad ogni modo…era
una chiacchierona…”
“cosa centra questo con i miei
impegni?!”
“centra…in quanto mi ha detto che tu e il qui presente signor Stiles…avete una
storia!”
Gli occhi dei due imputati si
congelarono all’unisono e, nel sentire quelle parole, il cuore di Lorelai
sembrava essersi fermato all’improvviso, come la sua capacità di
produrre qualche buona spiegazione a ciò che quella cameriera spiona
aveva detto a Emily. Dal canto suo, Jason era
immobile, da una parte scioccato da ciò che la
donna aveva appena detto, dall’altra infuriato con Lorelai per non
avergli detto quali erano i suoi piani per quanto riguardava la serata.
“allora…è vero o no?!”
Lorelai si stava prerparando a
rispondere alla madre, che si stava visibilmente irritando per quel così
prolungato silenzio, ma la voce leggermente tremolante e insicura di Jason la
bloccò, preannunciando qualche guaio in vista.
“è vero…io e sua
figlia abbiamo una storia…che va avanti da
qualche mese!”
“JASON!…mamma ascolta, te
lo avrei detto...non questa sera e nemmeno la prossima…ma comunque te lo avrei detto…”
“mi riesce difficile crederlo
Lorelai…”
Emily non sembrava unicamente irritata,
fattore che trapelava alla perfezione dal rossore che avevano
assunto i suoi zigomi, ma appariva soprattutto delusa, forse per quella poco
allettante relazione tra la figlia e Jason o forse per essersi resa conto che
con Lorelai il rapporto peggiorava di anno in anno, o meglio, di giorno in
giorno.
Mentre i tre continuavano a scambiarsi
sguardi decisamente “elettrizzanti”, al
trio si unirono anche Rory e Richard che, fino a quel momento, avevano
preferito assistere da lontano allo spettacolo. La giovane Gilmore capì
immediatamente come si sentiva la madre in quel momento e non si sarebbe di
certo stupida se appena uscite avesse chiamato Tom
Cruise perché vestisse i panni di Vincent, il killer di Collateral. Nel
frattempo, la cameriera porse il cappotto a Rory come se quello fosse un chiaro
invito ad uscire di scena; consiglio che le due
invitate colsero al volo.
Dopo essere uscite, Rory
accompagnò la madre alla macchina, nell’eventualità che
quest’ultima sentisse il bisogno di sfogarsi un po’.
“ehi mamma…se vuoi vengo a
casa con te…”
“ non preoccuparti
tesoro…doveva capitare prima o poi…sarebbe
stato meglio poi e, soprattutto, non così…ma si sa…le cose
non vanno mai come le avevi pianificate!”
“tranne
la tua locanda…quella andrà come l’avevi
pianificata…ne sono certa!”
“spero…comunque
ora torna al campus…non preoccuparti per me ok?!”
“no…che ne dici di venire
con me?!”
“non può…giusto?!
Com’era capitato pochi minuti fa,
Jason rispose a nome di Lorelai che, non appena lo
vide avvicinarsi, mutò la sua semi-tranquillità con una
semi-furia omicida.
Rory diede un bacio alla madre,
porgendole uno dei suoi soliti sguardi all’interno dei quali si leggeva
chiaramente la richiesta di non lasciare nessuna vittima; dopodichè salì
velocemente in macchina e, dopo aver sistemato la borsa nel sedile accanto e
aver messo la cintura, accese il motore, uscendo dal vialetto della famiglia Gilmore.
Dopo essersi assicurata che la figlia
non si trovasse più nei paraggi, Lorelai
lanciò la sua borsa nera in macchina e, dopo aver richiuso lo sportello,
si avvicinò a Jason con un aria tutt’altro che angelica. Le guance
della donna, infatti, si erano visibilmente arrossate, non soltanto per via
della temperatura che nel frattempo si faceva sempre più rigida, ma
soprattutto per la rabbia che continuava a ribollirle e che era aumentata alla
vista del signor Stiles.
“come hai potuto comportarti
così!?”
“non mi sembra di aver fatto
nulla di così tragico!”
“ah no…forse hai la mente
troppo annebbiata dalla tua stupida gelosia nei confronti di Luke…”
“ultimamente fatico a credere che
sia così stupida!”
“ah davvero?!
È per questo motivo che ti sei comportato così?che ti sei
intromesso nella conversazione come un fidanzato geloso…chiedendomi se
dovevo vedermi con lui!?”
“avevo ragione?”
“su che cosa?”
“sui tuoi impegni serali?!”
“…per colpa della tua
gelosia ora mia madre sa che io e te abbiamo una
storia e…”
“e dove
starebbe il problema?doveva rimanere un segreto per sempre?”
“no ma avrei preferito dirglielo
io…o sbaglio?!”
“hai ragione ho sbagliato…ma ormai sa che stiamo insieme...”
“sbagli…STAVAMO…”
“che cosa vorresti dire?...vuoi finirla così?...per una sciocca litigata
salta tutto?!”
“forse è finita proprio
perché tu la ritieni una litigata sciocca!”
Detto
questo, Lorelai, con uno sguardo misto tra l’essere triste e
profondamente delusa, fissò Jason diritto negli occhi, come se stesse
cercando di trasmettergli quello che stava provando a causa del suo
comportamento così infantile; lui se ne stava immobile, quasi incapace
di credere che la loro storia fosse finita così velocemente, consumata
in pochi minuti e con poche parole. Aveva sempre desiderato stare con
lei, vivere con lei, costruirsi una famiglia ed una vita assieme a lei; ma nulla
di tutto ciò sarebbe ormai accaduto visto il modo in cui Lorelai lo
stava fissando, come a voler dire: GUARDAMI BENE…TUTTO QUESTO È
SOLO COLPA TUA! E, purtroppo, era davvero così;
se fosse riuscito a trattenere la sua stupida gelosia ora starebbero ancora
insieme e tra qualche tempo quel Luke sarebbe andato al loro matrimonio, da
ospite.
Quei suoi sogni, oramai simili solo a
delle illusioni, vennero interrotti dalla diretta
interessata che, evidentemente, si preparava a concludere il discorso.
“bè…dato che ti
piace tanto farlo, lascio a te l’onore di dare
la notizia a mia madre”
Dopodichè salì in
macchina e,come aveva fatto poco fa la figlia,con una leggera
sgommata si allontanò dalla casa dei genitori, lasciando Jason
leggermente sconvolto; la mente dell’uomo era piena di pensieri, per la
maggior parte rivolti alla sua ormai ex fidanzata, ma in parte con la
principale preoccupazione sul cosa dire alla signora Gilmore, o meglio sul come
dirglielo visto che, dopo quello che era accaduto, non doveva essere di un
ottimo umore.
Mentre la macchina percorreva
imperterrita la strada verso casa, Lorelai rifletteva su ciò che era
appena accaduto; non riusciva a credere di aver lasciato Jason in quel modo,
dopotutto lei ci teneva a lui, non per niente aveva deciso di rimanerci assieme
e di svegliarsi alla mattina con lui accanto.
Bè…dire che lui alla mattina le era
accanto doveva ammettere che era una metafora, o meglio ancora la metafora di
una metafora, visto che lui aveva quella assurda mania di dormire da solo; che
razza di “fidanzato” lascia dormire la donna con cui ha appena
fatto l’amore in un’altra stanza?anche se come stanza era dieci
volte meglio di una di quelle che si trovano negli hotel, non era affatto
normale dormire nella stessa casa, ma in camere diverse. Era come simulare una
separazione; della serie: non voglio vedere la tua faccia appena apro gli
occhi. Secondo Lorelai, infatti, una delle cose più
belle in un rapporto è proprio lo svegliarsi la mattina
abbracciati e, non appena gli sguardi si incrociano, fare uno di quei sorrisi
imbarazzati, come se entrambi avessero pensato a ciò che era accaduto la
sera precedente. Ad ogni modo, era inutile continuare a pensarci su, oramai il
passo lo aveva fatto e Jason non faceva più
parte della sua vita sentimentale.
Nel riflettere su Jason e sentimenti
vari,
Velocemente, Lorelai parcheggiò
la macchina vicino all’entrata del locale e, dopo essere scesa ed essersi
sistemata il giubbotto, si avvicinò alla porta, cominciando a bussare in
modo notevolmente insistente. Dopo circa dieci bussate, il proprietario si
avvicinò all’entrata e cominciò a fissare l’amica
che, nonostante avesse visto Luke di fronte a lei, non aveva ancora smesso di
produrre quell’ormai irritante suono.
“devi bussare ancora per molto?!”
“posso?!”
“NO!”
Non appena Luke aprì la porta,
Lorelai si preoccupò ad entrate, sfregandosi insistentemente le mani,
stranamente prive di guanti, l’una contro l’altra, come se quel
gesto potesse rimediare al freddo al cui erano state sottoposte. Vedendola fare
quel gesto Luke concentrò la sua attenzione in quelle
mani particolarmente arrossate dal freddo, avvicinandosi così a
Lorelai e prendendole le mani, pensando a cosa fare per rimediare
all’inconveniente.
“perché non ti sei messa i
guanti?!”
“perché
sono appena tornata dall’inferno…lì non faceva tanto
freddo!”
“vado a prendere un po’
d’acqua calda per
“non fa
niente…ora…ora non mi fanno più male…”
Senza che se ne rendessero conto,
entrambi si stava guardando negli occhi, immobili come
se l’uno stesse aspettando una qualsiasi mossa dell’altro, con Luke
che teneva ancora tra le sue le mani di Lorelai. Quel momento che sembrava
anticipare qualcosa di estremamente interessante,
però, venne improvvisamente interrotto dallo squillare del cellulare di
Lorelai che, immediatamente si staccò dall’amico e rispose a chi
la stava cercando in un momento così poco opportuno.
“p…pronto!”
“mamma sono io…”
“Ro…Rory…dimmi!”
“tutto bene?!...hai
una voce strana!”
“si
certo tutto bene…tu invece?!”
“bè non molto…la
strada per Yale è bloccata così sto
tornando a casa. Tu dove sei?”
“da Luke…ma ora
torno”
“ho interrotto qualcosa?”
“NO!”
“vabbè…comunque non serve che torni…io faccio un salto da
Lane!”
“ok…ci vediamo dopo!”
“si…certo!”
“perché
lo hai detto così?”
“che cosa?!”
“c’era un
non so che di malizioso…”
“io…maliziosa?!...che c’è abbiamo la coda di paglia?!
“io non ho la coda di
paglia!”
“...a dopo!”
Dopodichè, Rory
riattaccò, lasciando la madre leggermente sbigottita, come se
l’ultima frase della figlia nascondesse un fondo di verità. Luke,
intanto, dopo aver preso del caffé versato in una tazza azzurra, si sedette al tavolo più vicino all’entrata, posando la
bevanda di fronte a lui, davanti alla sedia riservata all’amica che, nel
frattempo, aveva già preso posto allo stesso tavolo.
“ era Rory….ha detto che la strada per il collage è
bloccata!”
“con questo tempo doveva
aspettarselo!”
“già…”
“come mai non esci col
nanet…ehm...con quel Jason?!”
“ci siamo lasciati…poco
fa…”
“mi…mi dispiace!”
Viste le rare occasioni in cui si
concedeva il lusso di mentire alla sua, per così dire, “migliore
amica”, non si poteva dire che Luke fosse
portato a farlo dato che, anche questa volta, il suo voler nascondere la
verità aveva fatto un bel buco nell’acqua. Conoscendolo da circa
otto anni Lorelai, naturalmente se ne era accorta, sia
dall’espressione che l’amico aveva assunto, sia dal suo insolito tono
di voce, troppo insicuro per appartenere a Luke; anche se, doveva ammetterlo,
una reazione disperata era una delle ultime cose che si sarebbe aspettata
dall’amico, dopotutto dire che tra loro due scorreva buon sangue era un, a
dir poco, perfetto eufemismo; bastava pensare che da un lato Jason non voleva
neppure mettere piede al locale e, dall’altro, Luke non sopportava la vista del
“nanetto” neanche se questi fosse stato a metri e metri di
distanza.
“bè…a
questo punto me lo vuoi svelare il segreto del dopocena oppure no?!”
“il
“mi stai prendendo in giro?!”
“no…”
“questa mattina sei venuta
qui…dicendomi che avevi fatto un brutto sogno e
che me lo avresti raccontato stasera se ti avessi offerto il dopocena!...hai un
vuoto di memoria?”
Lorelai rimase leggermente sbigottita
nel sentire le parole di Luke; possibile che lui l’ascoltasse sempre?! lei nemmeno se la ricordava
quella storia del dopocena, visto che se l’era inventata la mattina
stessa, pensando che Luke avesse finto di ascoltarla, come del resto facevano
le altre persone che la conoscevano quando improvvisava con uno dei suoi
bizzarri ragionamenti. In più, si era ricordato anche del sogno; doveva
ammetterlo, lui era l’unica persona, esclusa Rory, che ascoltava ogni
cosa lei dicesse, anche se quella cosa fosse stata una
delle sue solite pazzie, come quella del dopocena.
Mentre Lorelai continuava a
concentrarsi sui suoi pensieri e a guardare Luke con un’aria leggermente
assorta, l’oggetto della sua attenzione stava cominciando a preoccuparsi di
quell’atmosfera e a sentirsi leggermente a disagio, così decise ti
togliersi il dubbio, sul perché Lorelai si comportasse in quel modo, una volta per
tutte.
“ dimmi
la verità….tua madre ti ha
drogata?!”
“cosa?!....n...no…è
che quel dopocena me lo ero inventato…e…credevo che questa mattina
non fossi tanto attento a ciò che dicevo… ”
“quindi non sai neppure dare una
risposta ai tuoi contorti discorsi?!”
“..bè…diciamo
che il dopocena era una scusa per venire qui…”
Nel sentire quelle parole, il cuore di
Luke cominciò a battere più velocemente conferendogli la
sensazione che il sangue si stesse concentrando
unicamente sui suoi zigomi, rendendoli di un colore leggermente più
arrossato; così, com’era già successo la mattina stessa,
cercò di sviare lo sguardo, impedendo all’amica di notare il suo
atteggiamento, notevolmente più agitato di pochi istanti prima.
“bè…allora…questo
sogno?!”
“ah si…io te lo racconto però tu non devi azzardarti a ridere!”
“sarò serissimo!”
“come un’iguana?”
“si...come…come vuoi
tu!”
“ok…bè…nel
sogno ero all’inaugurazione della locanda…e…mentre la gente
stava arrivando, qualcuno aveva appiccato un incendio, ma non avevo visto la
sua faccia…e, senza che me ne rendessi conto…stava crollando tutto.
Chiamavo Sookie con tutto il fiato che avevo…ma
non la trovavo...e nemmeno Michel mi aiutava; Rory era a Yale…e non
sapevo cosa fare…Tutti correvo a caso, urlando e dicendo che era colpa
mia. Così ero andata al tuo locale dove tu stavi lavorando, ti ho
chiesto aiuto ma tu…tu non mi stavi a sentire…era…era
come se fossi imbambolato. Allora ho cominciato a scuoterti e…tu mi hai
guardata poi hai detto che non era affare tuo, non ti
interessava ,che dovevo arrangiarmi perché tu non ci saresti stato ad
aiutarmi. Ero…sola….”
Il tono di voce di Lorelai, mentre
raccontava quello che le era accaduto in quel sogno, si faceva sempre
più veloce e sempre meno comprensibile, come se così facendo la sensazione di ansia svanisse più
velocemente; anche Luke se ne era accorto e, proprio per questo motivo,
“ehi…che fai?”
“è uno stupido
sogno…hai appena ascoltato un altro dei miei discorsi…è una
cavolata, pensa che mi ero convinta che
raccontandotelo non si sarebbe realizzato, immagini!? Neanche un bambino crede
più a queste cose…”
“appunto…è un
sogno…dovresti saperlo che nella realtà ti avrei
aiutata. È vero che ogni tanto faccio finta di non sentire i tuoi
discorsi...ma in una situazione come quella avrei
fatto di tutto per sostenerti…lo sai bene che…tutto quello che ti
riguarda…mi…interessa…!”
“…t…ti interessa?!”
“si…”
I volti dei due cominciarono ad
avvicinarsi, lentamente, come se il tempo avesse deciso di far procedere tutto
a rallentatore, rendendo il momento ancora più teso di quello che
già fosse. Entrambi cominciarono a respirare
più velocemente come, del resto, cominciarono ad accelerare i loro
battiti cardiaci. Le mani di Luke si posarono, delicatamente, sopra al cappotto
rosso della donna che gli era davanti, percependo così l’aumentare
della sua agitazione; Lorelai, invece, aveva la sensazione che la testa si
divertisse a far girare la stanza ad una velocità sempre più
elevata, come accadeva nelle giostre dei Luna Park, impedendole ogni tentativo
di ragionamento riguardo a ciò che stava avvenendo. All’improvviso,
però, la sensazione di quest’ultima scomparve e, Lorelai, spalancò
gli occhi come, senza che se ne rendesse conto, la stanza avesse
finito di girare e il cervello l’avesse resa di nuovo in grado di
avere pieno controllo delle sue azioni.
“è…è meglio
che vada…Rory fra un po’ sarà a casa…”
Le stesse mani che poco prima si erano
posate tanto delicatamente quanto lentamente, ora con uno spedito scatto si
staccarono dalle spalle di Lorelai che, a sua volta, fece un leggero passo
indietro, allontanandosi dal proprietario del locale
“c…certo…scusa…”
“NO…”
“No cosa?!”
“non chiedermi
scusa…non…non è successo niente…”
“si...lo
so…”
I due continuarono a posare i loro
sguardi in punti distinti del locale, dopodichè Lorelai fece un leggero
sorriso, visibilmente sforzato, ed uscì velocemente dalla porta
d’ingresso, lasciando Luke a dir poco impietrito; quest’ultimo infatti stava già cominciando ad auto-punirsi
per ciò che era appena successo, incolpandosi di aver travisato alcuni,
per così dire, “segnali”. Sicuramente, Lorelai era rimasta
sconvolta dal suo comportamento visto che da lui non se lo sarebbe
mai aspettato.
Con molta probabilità, il giorno
dopo, nessuno dei due avrebbe avuto il solito comportamento visto che, mentre
Luke si incolpava dell’accaduto, nel percorrere la
strada verso casa Lorelai non smetteva di odiarsi per aver rovinato quel
momento, lasciandosi prendere dalla paura che il mattino seguente lui si
pentisse del bacio.