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Autore: Vapidity    09/03/2010    0 recensioni
"Amare è il verbo del termine amore. E qual è il verbo che indica il rendere sacro? Semplice, è sacrificare. E' il sacrificio a rendere sacro qualcosa. Sapete? Spesso il diavolo non è così brutto come si dipinge.."
dunque.. la storia è ambientata appena dopo Thriller Bark. Prima di incontrare Pappagu, Kisame etc. Naturalmente dopo l'uscita dei volumi successivi ho preso degli spunti dai fatti originali. Potrete notare sicuramente anche spunti presi dal altri anime/manga/film/libri.. Buona lettura!! =)
Genere: Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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        -È viva!- urlò il piccolo alce dal naso blu alzando la testa verso la “platea” che aspettava il suo verdetto, -ma chissà che le è successo per ridurla così…- aggiunse poi smorzando il tono e guardando il capitano dal cappello di paglia, che a sua volta guardava stranito le ferite e le ustioni sul corpo immobile nella scialuppa.

-Dici che se le immergiamo la testa nell’acqua si risveglia?- chiese innocentemente il moretto guardano il medico.

-Certo che no! Razza di incosciente!!- urlò di rimando il dottore, -ora te la carico sulle spalle, cerca di strattonarla poco- aggiunse poi calmandosi e sollevando il corpo, mentre il capitano obbediente gli porgeva la schiena. Checché se ne pensasse il ragazzo aveva coscienza in questi casi, e l’aveva dimostrato trascinando Nami incolume in cima ai picchi di Drum, quando si erano conosciuti.

-Ok, è legata. Ora sali e poi aiutami a salire. La portiamo subito in infermeria- sentenziò il medico battendo una pacca sulla spalla del capitano per confermargli il via libera.

Nell’infermeria quattro paia di occhi (e due orbite vuote) seguivano attente ogni mossa del medico, sussultando ogni volta che una ferita veniva pulita e portata alla luce. Lo spettacolo non era certo dei migliori. Altro che donna.. era poco più che una ragazzina. I capelli neri e mossi che le arrivavano sotto il seno, i lineamenti delicati e quella pelle così candida, nonostante l’esposizione al sole, rendevano quello scempio ancora più deprecabile. Una bambola di porcellana fatta a pezzi brutalmente. Ecco cosa sembrava, con quell’espressione tranquilla che le dava Morfeo.

-Bhuua!! Chopper!!! dimmi.. si salverà??- strepitava Sanji mordendo un fazzoletto ai piedi del lettino.

-Le ferite sono meno profonde di come sembrano, è il sangue coagulato che le fa sembrare più gravi- rispose Chopper grave, intento nel suo lavoro, -il problema è che sono tante..- concluse poi sospirando.

-Aaargghh!! Chiudila Chopper, chiudila!!- strillò all’ennesima ferita ripulita il cecchino, sostenuto da un piccolo coretto da stadio intonato da Brook, seguito a ruota da Franky e Rufy: -Tappa la buca! Procione tappa la buca! Tappa la buuuca! Procione, tappa la buuca!!-.

-Ora bastaaa!!- strillò il medico assumendo la sua forma umana, -Fuori di qua!! Mi state togliendo la concentrazione!!- rincarò alzandoli di peso e schiantandoli tutti nella sala, tra i gemiti di dolore di Usopp e le preghiere di Sanji per restare ad assisterlo.

Lo sguardo indagatore di Nami sembrò sottolineare il commento che aveva fatto prima che il medico entrasse nella piccola infermeria, ovvero –state fuori, lo disturbate soltanto-. Ma incredibilmente lasciò cadere l’opportunità di strigliarli per benino, momentaneamente distratta dai suoi pensieri, rivolti alla reazione che sia Robin che quel grezzo di Zoro avevano avuto nel vedere in faccia la ragazzina, una volta issata dalla barcaccia. Niente di plateale, come al loro solito, ma ne era certa: lo sguardo contrariato della sua compagna non era di certo dovuto a quello spettacolo, che su di lei non avrebbe avuto tale effetto. No no, non l’aveva convinta affatto. Tantomeno la reazione dello spadaccino che da incuriosito era passato a leggermente in guardia. Meno decisa di quella di Robin, ma sicuramente non trascurabile. Conosceva i suoi polli lei, avrebbe potuto fare la psicanalista. Ma si convinse che se fosse stato qualcosa di importante i due non lo avrebbero taciuto. Troppo fedeli al capitano e affezionati alla ciurma per metterli in pericolo. Perciò decise di non condividere le sue osservazioni, e aspettare.

Fatto sta che i due si erano dileguati, uno diretto ai  suoi pesi, l’altra a leggere sul ponte.

All’ennesimo schiamazzo di quel branco di casinisti però, i suoi pensieri la dovettero abbandonare malamente, obbligandola a pestare i malcapitati per dirigersi verso il suo studio a controllare la rotta, seguita dal cuoco in preda alla tempesta amorosa, che come tutta risposta si beccò una sonora portata sul muso.

Erano ormai due giorni che non un solo alito di vento gonfiava le vele della Sunny, ma questo non intaccava le sicurezze di Nami, che ne era certa, anche dovendo procedere a quella velocità sarebbero arrivati largamente per tempo su Rocky Island. E questo tranquillizzava in primis il capitano, che si fidava ciecamente della sua navigatrice, nonché il resto del gruppo, animato dal solito buon umore di cappello di paglia. La ragazza nell’infermeria non accennava a volersi svegliare, e questo metteva decisamente nei pensieri il medico, che si stava lentamente perdendo d’animo.

Ma l’ora di pranzo era scoccata e la baraonda ormai aveva invaso la cucina.

-Tu! Testa d’alga! Vai a dare il cambio a Chopper in infermeria! Digli di venire di qua a mangiare, così si distrae un po’..- urlò il cuoco verso lo spadaccino, per sovrastare il caos.

-Cosa?! Come ti permetti di darmi ordini galoppino!!- si oppose il samurai.

-E dai fratello!!-lo esortò Franky -dai il cambio al procione! Si sta demoralizzando!! Gli farà bene stare un po’ in mezzo ai vegeti!- concluse alzandolo dal suo posto.

-cos..?? ma?? Io non ci capisco niente di medicina!! Mandateci la strozzina!!- ritentò la testa verde.

-Tu non capisci niente di niente!- esordì la rossa, mettendo in salvo l’ultimo tozzo di pane –muoviti zotico! Se si sveglia basterà chiamarci. E poi tu hai finito di mangiare, no?- terminò, tirando un cazzotto a Brook che allungava le mani sul suo formaggio.

-Eh? Si però..- biascicò lo spadaccino, che per spirito di sopravvivenza ormai era veloce quanto il capitano ad accaparrarsi il cibo. Si adattava a tutto, lui.

-Che c’è Zoro? Hai paura che ti assalga?- rise la rossa.

-ma? Dannata strega!! Ho capito, vado, vado..- disse rassegnato lo spadaccino alzandosi dalla sedia e uscendo dalla cucina.

TOC! TOC! –Chopper! vai su a mangiare! Ci penso io qui nel frattempo.-  disse il samurai entrando nell’infermeria.

-Oh, ciao Zoro.. Sicuro?- rispose mogio mogio, -non riesco a capire.. le ferite si ritirano più velocemente di quelle di Rufy, e questo ha dello straordinario, ma non accenna a svegliarsi.. Che abbia sbagliato qualcosa?- concluse triste girandosi verso il compagno.

-Erano ferite difficili… ora vai a mangiare..- tentò il ragazzo. Consolare non era di certo la sua specialità…

-Ok.. allora grazie.. a dopo..- mugugnò la renna uscendo a testa bassa dall’infermeria.

Dieci minuti e già batteva il piede per terra per il nervosismo.. come faceva il peluche a restare per tanto tempo chiuso lì dentro a guardare quella…. Salma? I discorsi di Usopp sul fatto che sembrasse una delle mogli di Dracula per quanto era bella e smorta gli riempivano le orecchie da due giorni. Si pentì di averlo pensato.. se lo avesse sentito quel buono a nulla del cuoco lo avrebbe rincorso per tutta la nave. Però.. però non si toglieva dalla mente quella sensazione di dejà-vu.. cos’era? Certo se fosse stata sveglia sarebbe stato più facile. Mancava un particolare.. quel particolare che fa scattare l’interruttore della memoria.. se fosse stata la voce? O un gesto tipico? Mah.. inutile stare lì a scervellarsi.. tanto quella non dava segno di vita. Ma??

-Uhm?- un sussulto.. lo aveva visto chiaramente, come se fosse stato a rallentatore. Le appoggiò una mano sulla fronte e tutto accadde nel giro di un secondo. Come aveva fatto a farsi sorprendere così? Lui che non abbassava mai la guardia. Nel momento stesso in cui le sfiorò la fronte con le dita … BLINK! Lei aveva sgranato gli occhi.. di scatto, come se si fosse appena svegliata da un incubo. Quegli occhi, di quel colore così strano, ametista, con le venature di un viola più scuro. Ecco cosa lo aveva distratto. Distratto da quel colore talmente inconsueto, che nemmeno si accorse che la mano della ragazzina era scattata, afferrando l’elsa di una delle sue spade. Distratto da quel colore talmente inconsueto, che capì che anche la gamba della ragazzina si era mossa solo quando vide un ramo di ciliegio colpirlo in pieno petto. Aveva un tatuaggio sulla caviglia quella maledetta scheggia.. un ramo di ciliegio che le scendeva sul piede nudo.. con tre fiori da cinque petali l’uno.. tranne l’ultimo, che ne mostrava solo quattro, più uno “caduto” più in basso sul piede. Cavolo, stavolta quel dannato cuoco aveva ragione, era bellissima, persino lui lo notava. Gli vennero in mente due strane parole da accoppiare: bellezza insana. Strano che lo notasse mentre sentiva chiaramente la sua spada sibilare uscendo dal fodero.

-Ma cos…- mugugnò ancora intontito dal calcio, -tu! Che diav..- cominciò quando si accorse che era a gambe all’aria con la sua stessa spada puntata contro la gola.

Ma venne interrotto dalla porta che si apriva, lasciando entrare Chopper, Sanji e Usopp.

Ovviamente le reazioni furono tra le più disparate. Usopp totalmente rintronato nel vedere Zoro, così grosso rispetto a quella ragazzina, steso a terra non riuscì nemmeno a urlare per la paura. Chopper sospirò di sollievo, quasi non notando lo spadaccino, per il fatto che finalmente la sua paziente si era svegliata. Sanji scavalcò con un passo gli altri due portandosi più vicino alla strana scena, latrando di gioia, dopo un nano secondo di smarrimento che gli aveva provocato lo sguardo della sconosciuta che si era fermato su di lui, essendo il più alto, all’aprirsi della porta –oh!! Giorno lieto questo!! Mia principessa ti sei svegliata!!-.

La faccia leggermente stranita della ragazza fece capire a Zoro che non era più intenzionata a piantargli quella spada in gola. –Principessa un corno! Ehi tu! Poppante! Ti sembra il modo di fare con chi ti ha raccolto nel bel mezzo del niente?!- ringhiò mentre lei abbassava la spada e gli tendeva una mano per aiutarlo a rialzarsi.

-Io.. m-mi disp.. non..- aprì appena bocca la ragazza, rivelando una voce che tutto era, fuorché intenzionata a attaccare briga.

Cosa che stupì lo spadaccino, che aveva intuito perfettamente guardandola negli occhi un secondo prima che aprissero la porta, che non si sarebbe fatta troppi problemi a farlo a pezzi se si fosse sentita in pericolo. Ma evidentemente quel trio di scemi l’aveva tranquillizzata. Si alzò da solo e tese il braccio per riavere la sua spada.

-Ovvio! È quello che ti meriti! Non vedi come si è spaventata a vedere la tua brutta faccia da zotico appena sveglia?!-  ringhiò il cuoco diretto allo spadaccino –Mia cara, stai tranquilla.. non abbiamo tutti quel brutto muso qui a bordo!!-

-Tu razza di scendiletto con le sopracciglia arrotolate!! Vuoi per caso quelle che ti ho risparmiato a tavola!?- si agitò il samurai sbraitando verso Sanji.

-Scusa un attimo mia cara!- disse Sanji scansando la ragazza e portandosi faccia a faccia con Zoro –provaci un po’ se hai il coraggio!!- grido afferrandolo per la maglietta.

Troppo  presi dalla discussione, non notarono che sia Usopp che Chopper, imploravano terrorizzati la loro attenzione. Che ottennero non appena una voce parlò da dietro la porta ancora aperta.

-Mir!! Ora basta! Non vedi che li hai fatti agitare con il tuo comportamento! Ti sembra il modo?!-

Una zampata chiuse la porta. Eh già. Una zampata.

Fu un attimo: Sanji lasciò cadere il braccio, -ma cosa…?- domandò a bocca aperta senza riuscire a terminare la domanda. Non sapeva nemmeno cosa chiedere esattamente. Come avevano fatto a non accorgersene?! Non passava certo inosservata.. e soprattutto dove si era nascosta fino a quel momento? Zoro incredulo portava lentamente le mani alle spade chiedendosi se avesse solo sognato una voce provenire dalla bestia. Chopper era aggrappato alla gamba di Usopp e non riusciva a fare altro che balbettare sillabe senza senso. Usopp piagnucolava avendo la testa di quella cosa proprio davanti agli occhi.

‘Quella cosa’.  Una tigre stava seduta dietro alla porta. Bianca. Enorme. Guardava Usopp dritto negli occhi senza alzarsi sulle zampe posteriori. Tre cerchi, forse d’argento, constatò Sanji, pendevano dal suo orecchio destro. Mentre un bracciale a fascia intarsiato, dello stesso materiale, ornava la sua zampa anteriore sinistra.

Se non fosse stato per la voce della ragazza che intervenne prontamente, sicuramente Zoro e Sanji si sarebbero fiondati sull’animale.  

-Fermi! Fermi! Per favore! È con me! Non vi attaccherà! Lei..- e si interruppe vedendo che i quattro puntavano gli occhi sbarrati verso di lei. – Raxha!! E poi sarei io che li metto in agitazione eh?! Ma cosa ti passa per la testa a spuntare così dal nulla?!- urlò poi rivolta verso l’enorme felino che si leccava una zampa, apparentemente incurante del fatto che era quasi stata sul punto di subire un attacco non da nulla.

I denti a squalo della ragazza ricordarono tanto ai quattro, che ormai facevano rimbalzare gli occhi tra le due, la faccia arrabbiata di Nami quando li rimproverava per qualcosa. ‘Tutte così le ragazzine’ pensò Zoro ghignando sotto i baffi.

-Mmm-ma dove stava nascosta fino a oggi?- chiese timidamente Chopper, ripresosi dallo shock, -io qui dentro no l’ho mai vista!- rivolgendosi alla ragazza che ora si era avvicinata alla tigre e la accarezzava sul muso.

-Ehm.. come dire.. da dove comincio..- chiese lei pensierosa rivolgendosi alla tigre. –Ehm.. ecco.. diciamo che io ho il potere di evocare lei e altri animali.. più o meno..- sorrise poi rivolta alla piccola renna. –Ma tu? Chi saresti?-

- Il mio nome è Tony Tony Chopper!! Sono il medico di bordo! Ero così preoccupato! Hai dormito per due giorni interi qui sulla nave!- partì a raffica il piccoletto dal naso blu, sciogliendosi al sorriso amichevole di quella sconosciuta con quegli occhi tanto belli.

- Piano con le confidenze Chopper!- lo riprese Usopp diffidente.

- Ah ah..- la risata di quella ragazza era come il tintinnio di tanti cristalli, armoniosa e melodica. A Zoro tornò in mente la parola “insana”, ma non capiva perché. Di certo non aveva l’aria malaticcia.  –Curioso! E cosi tu sei Tony Tony Chopper.. chiaro.. quindi questa è la ciurma di cappello di paglia. E di conseguenza tu sei Zoro, il cacciatore di pirati. Con tanto di Sogeking a seguito! Eee.. Sanji piedi neri, suppongo,- disse infine guardano Sanji per ultimo –non sei esattamente simile all’identikit, in effetti..-.

-Eh? E tu come fai a saperlo?! Sei per caso un agente della Marina?!- la diffidenza di Usopp cresceva proporzionalmente al suo coraggio, una volta al sicuro dietro le spalle larghe di Zoro.

-Ah ah..- questa volta anche Usopp non poté fare a meno di tranquillizzarsi al suono d quella risata, -no no.. niente del genere.. mi dispiace per avervi messo all’erta.. semplicemente le vostre facce hanno fatto il giro del mondo dopo i fatti di Enies Lobby!!-.

-AH! Ma certo.. capisco.. hai sentito anche tu narrare delle storiche imprese di Sogeking! Il grande re dei cecchini! Bè devi sapere che…- partì anche Usopp in quarta, incoraggiato dal sorriso affabile della giovane.

-Ehi, Usopp! Che fine ha fatto la tua prudenza?- lo schernì lo spadaccino.

-Uhm? Che prudenza? Ha detto che non è della marina!- replicò lui convinto.

La faccia sconsolata di Zoro convinse il cuoco che non aveva intenzione di continuare una discussione così sterile, spingendolo così a interrompere finalmente il fiume di boiate con cui il cecchino stava sommergendo la ragazza, che ascoltava sorridente senza batter ciglio –Ok, re dei cecchini! Ora basta o le farai sanguinare le orecchie! Vieni mia dea! Andiamo di là.. ce la fai? Il Capitano vorrà conoscerti.. è due giorni che lui e gli altri bazzicano intorno all’infermeria chiedendo notizie!- si intromise sfruttando un secondo in cui Usopp riprendeva fiato.

-Ah! Aspetta Sanji! Le sue ferite!- disse chopper tirandola contento verso il lettino e cominciando a srotolarle le bende dal braccio, - Ma!? Cosa è successo!? Le ferite?? Non c’è più niente!- esclamò l’alce con gli occhi sbarrati svolgendo sempre più velocemente le bende.

Ovunque svolgesse le bende non trovava altro che pelle candida, liscia come la seta. Nessun taglio. Nessuna ustione. E, ancora più strano, nessuna cicatrice. Eppure ne era certo. L’aveva disinfettata e medicata lui stesso. Ma chi era quella? Evocava le tigri, guariva in due giorni e senza cicatrici… -Sei una fata!!- esclamò il piccolo animaletto peloso entusiasta. Facendo sobbalzare gli altri che guardavano straniti la pelle liscia che il camice della ragazza lasciava scoperta.

-Ah ah ah! Questa poi!- esclamò la tigre che piangeva dalle risate. E che tutti, tranne Usopp che ogni tanto le gettava un’occhiata di controllo, avevano dimenticato per quanto fosse silenziosa.

-Cosa ridi tu dannata!- esclamò con denti aguzzi la ragazzina. –No non sono una fata.. ho la guarigione rapida!- disse poi dolcemente, rivolta al piccolo medico dal naso blu.

-Ok quindi è a posto vero, Chopper? portiamola su! Dai dai!- Usopp ormai non si conteneva più.

-Certo andiamo!!- e il piccolo medico era facilmente contagiabile. Corse dietro al cecchino seguito da Sanji che tendeva il braccio per lasciare libero il passaggio alla fanciulla, impedendo che Zoro passasse prima di lei.

-Grazie..- sorrise lei facendo un mezzo inchino, - che gentiluomo!- aggiunse poi mandandolo in brodo di giuggiole.

-Abbiamo finito con i salamelecchi?!- sbottò innervosito lo spadaccino in fondo alla coda con la grossa tigre, beccandosi le occhiatacce del cuoco e il sorriso di scuse della ragazza. Ancora quel senso di dejà-vu.. che però aveva toccato l’apice quando lo aveva attaccato appena svegliata. Gli occhi dovevano essere.. non era certo un colore comune.. ma chissà.. non riusciva proprio a ricordare.. per la prima volta si ritrovò a pensare che forse Nami aveva ragione quando gli dava dello sbadato. Mah! Gli sarebbe venuto in mente.
  
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