-È viva!- urlò il piccolo
alce dal naso blu alzando la testa verso la “platea” che aspettava il
suo
verdetto, -ma chissà che le è successo per ridurla così…- aggiunse poi
smorzando il tono e guardando il capitano dal cappello di paglia, che a
sua
volta guardava stranito le ferite e le ustioni sul corpo immobile nella
scialuppa.
-Dici
che se le
immergiamo la testa nell’acqua si risveglia?- chiese innocentemente il
moretto
guardano il medico.
-Certo
che no!
Razza di incosciente!!- urlò di rimando il dottore, -ora te la carico
sulle
spalle, cerca di strattonarla poco- aggiunse poi calmandosi e
sollevando il
corpo, mentre il capitano obbediente gli porgeva la schiena. Checché se
ne
pensasse il ragazzo aveva coscienza in questi casi, e l’aveva
dimostrato
trascinando Nami incolume in cima ai picchi di Drum, quando si erano
conosciuti.
-Ok,
è legata.
Ora sali e poi aiutami a salire. La portiamo subito in infermeria-
sentenziò il
medico battendo una pacca sulla spalla del capitano per confermargli il
via
libera.
Nell’infermeria
quattro paia di occhi (e due orbite vuote) seguivano attente ogni mossa
del
medico, sussultando ogni volta che una ferita veniva pulita e portata
alla
luce. Lo spettacolo non era certo dei migliori. Altro che donna.. era
poco più
che una ragazzina. I capelli neri e mossi che le arrivavano sotto il
seno, i
lineamenti delicati e quella pelle così candida, nonostante
l’esposizione al
sole, rendevano quello scempio ancora più deprecabile. Una bambola di
porcellana
fatta a pezzi brutalmente. Ecco cosa sembrava, con quell’espressione
tranquilla
che le dava Morfeo.
-Bhuua!!
Chopper!!! dimmi.. si salverà??- strepitava Sanji mordendo un
fazzoletto ai
piedi del lettino.
-Le
ferite sono
meno profonde di come sembrano, è il sangue coagulato che le fa
sembrare più
gravi- rispose Chopper grave, intento nel suo lavoro, -il problema è
che sono
tante..- concluse poi sospirando.
-Aaargghh!!
Chiudila Chopper, chiudila!!- strillò all’ennesima ferita ripulita il
cecchino,
sostenuto da un piccolo coretto da stadio intonato da Brook, seguito a
ruota da
Franky e Rufy: -Tappa la buca! Procione tappa la buca! Tappa la buuuca!
Procione, tappa la buuca!!-.
-Ora
bastaaa!!-
strillò il medico assumendo la sua forma umana, -Fuori di qua!! Mi
state
togliendo la concentrazione!!- rincarò alzandoli di peso e
schiantandoli tutti
nella sala, tra i gemiti di dolore di Usopp e le preghiere di Sanji per
restare
ad assisterlo.
Lo
sguardo
indagatore di Nami sembrò sottolineare il commento che aveva fatto
prima che il
medico entrasse nella piccola infermeria, ovvero –state fuori, lo
disturbate
soltanto-. Ma incredibilmente lasciò cadere l’opportunità di
strigliarli per
benino, momentaneamente distratta dai suoi pensieri, rivolti alla
reazione che
sia Robin che quel grezzo di Zoro avevano avuto nel vedere in faccia la
ragazzina, una volta issata dalla barcaccia. Niente di plateale, come
al loro
solito, ma ne era certa: lo sguardo contrariato della sua compagna non
era di
certo dovuto a quello spettacolo, che su di lei non avrebbe avuto tale
effetto.
No no, non l’aveva convinta affatto. Tantomeno la reazione dello
spadaccino che
da incuriosito era passato a leggermente in guardia. Meno decisa di
quella di
Robin, ma sicuramente non trascurabile. Conosceva i suoi polli lei,
avrebbe
potuto fare la psicanalista. Ma si convinse che se fosse stato qualcosa
di
importante i due non lo avrebbero taciuto. Troppo fedeli al capitano e
affezionati alla ciurma per metterli in pericolo. Perciò decise di non
condividere le sue osservazioni, e aspettare.
Fatto
sta che i
due si erano dileguati, uno diretto ai
suoi pesi, l’altra a leggere sul ponte.
All’ennesimo
schiamazzo di quel branco di casinisti però, i suoi pensieri la
dovettero
abbandonare malamente, obbligandola a pestare i malcapitati per
dirigersi verso
il suo studio a controllare la rotta, seguita dal cuoco in preda alla
tempesta
amorosa, che come tutta risposta si beccò una sonora portata sul muso.
Erano
ormai due
giorni che non un solo alito di vento gonfiava le vele della Sunny, ma
questo
non intaccava le sicurezze di Nami, che ne era certa, anche dovendo
procedere a
quella velocità sarebbero arrivati largamente per tempo su Rocky
Island. E
questo tranquillizzava in primis il capitano, che si fidava ciecamente
della
sua navigatrice, nonché il resto del gruppo, animato dal solito buon
umore di
cappello di paglia. La ragazza nell’infermeria non accennava a volersi
svegliare, e questo metteva decisamente nei pensieri il medico, che si
stava
lentamente perdendo d’animo.
Ma
l’ora di
pranzo era scoccata e la baraonda ormai aveva invaso la cucina.
-Tu!
Testa
d’alga! Vai a dare il cambio a Chopper in infermeria! Digli di venire
di qua a
mangiare, così si distrae un po’..- urlò il cuoco verso lo spadaccino,
per
sovrastare il caos.
-Cosa?!
Come ti
permetti di darmi ordini galoppino!!- si oppose il samurai.
-E
dai
fratello!!-lo esortò Franky -dai il cambio al procione! Si sta
demoralizzando!!
Gli farà bene stare un po’ in mezzo ai vegeti!- concluse alzandolo dal
suo
posto.
-cos..??
ma?? Io
non ci capisco niente di medicina!! Mandateci la strozzina!!- ritentò
la testa
verde.
-Tu
non capisci
niente di niente!- esordì la rossa, mettendo in salvo l’ultimo tozzo di
pane
–muoviti zotico! Se si sveglia basterà chiamarci. E poi tu hai finito
di
mangiare, no?- terminò, tirando un cazzotto a Brook che allungava le
mani sul
suo formaggio.
-Eh?
Si però..-
biascicò lo spadaccino, che per spirito di sopravvivenza ormai era
veloce
quanto il capitano ad accaparrarsi il cibo. Si adattava a tutto, lui.
-Che
c’è Zoro?
Hai paura che ti assalga?- rise la rossa.
-ma?
Dannata
strega!! Ho capito, vado, vado..- disse rassegnato lo spadaccino
alzandosi
dalla sedia e uscendo dalla cucina.
…
TOC!
TOC!
–Chopper! vai su a mangiare! Ci penso io qui nel frattempo.- disse il samurai entrando nell’infermeria.
-Oh,
ciao Zoro..
Sicuro?- rispose mogio mogio, -non riesco a capire.. le ferite si
ritirano più
velocemente di quelle di Rufy, e questo ha dello straordinario, ma non
accenna
a svegliarsi.. Che abbia sbagliato qualcosa?- concluse triste girandosi
verso
il compagno.
-Erano
ferite
difficili… ora vai a mangiare..- tentò il ragazzo. Consolare non era di
certo
la sua specialità…
-Ok..
allora
grazie.. a dopo..- mugugnò la renna uscendo a testa bassa
dall’infermeria.
Dieci
minuti e
già batteva il piede per terra per il nervosismo.. come faceva il
peluche a
restare per tanto tempo chiuso lì dentro a guardare quella…. Salma? I
discorsi
di Usopp sul fatto che sembrasse una delle mogli di Dracula per quanto
era
bella e smorta gli riempivano le orecchie da due giorni. Si pentì di
averlo
pensato.. se lo avesse sentito quel buono a nulla del cuoco lo avrebbe
rincorso
per tutta la nave. Però.. però non si toglieva dalla mente quella
sensazione di
dejà-vu.. cos’era? Certo se fosse stata sveglia sarebbe stato più
facile.
Mancava un particolare.. quel particolare che fa scattare
l’interruttore della
memoria.. se fosse stata la voce? O un gesto tipico? Mah.. inutile
stare lì a
scervellarsi.. tanto quella non dava segno di vita. Ma??
-Uhm?-
un
sussulto.. lo aveva visto chiaramente, come se fosse stato a
rallentatore. Le
appoggiò una mano sulla fronte e tutto accadde nel giro di un secondo.
Come
aveva fatto a farsi sorprendere così? Lui che non abbassava mai la
guardia. Nel
momento stesso in cui le sfiorò la fronte con le dita … BLINK! Lei
aveva
sgranato gli occhi.. di scatto, come se si fosse appena svegliata da un
incubo.
Quegli occhi, di quel colore così strano, ametista, con le venature di
un viola
più scuro. Ecco cosa lo aveva distratto. Distratto da quel colore
talmente
inconsueto, che nemmeno si accorse che la mano della ragazzina era
scattata,
afferrando l’elsa di una delle sue spade. Distratto da quel colore
talmente
inconsueto, che capì che anche la gamba della ragazzina si era mossa
solo
quando vide un ramo di ciliegio colpirlo in pieno petto. Aveva un
tatuaggio
sulla caviglia quella maledetta scheggia.. un ramo di ciliegio che le
scendeva
sul piede nudo.. con tre fiori da cinque petali l’uno.. tranne
l’ultimo, che ne
mostrava solo quattro, più uno “caduto” più in basso sul piede. Cavolo,
stavolta quel dannato cuoco aveva ragione, era bellissima, persino lui
lo
notava. Gli vennero in mente due strane parole da accoppiare: bellezza
insana.
Strano che lo notasse mentre sentiva chiaramente la sua spada sibilare
uscendo
dal fodero.
-Ma
cos…-
mugugnò ancora intontito dal calcio, -tu! Che diav..- cominciò quando
si
accorse che era a gambe all’aria con la sua stessa spada puntata contro
la
gola.
Ma
venne
interrotto dalla porta che si apriva, lasciando entrare Chopper, Sanji
e Usopp.
Ovviamente
le
reazioni furono tra le più disparate. Usopp totalmente rintronato nel
vedere
Zoro, così grosso rispetto a quella ragazzina, steso a terra non riuscì
nemmeno
a urlare per la paura. Chopper sospirò di sollievo, quasi non notando
lo
spadaccino, per il fatto che finalmente la sua paziente si era
svegliata. Sanji
scavalcò con un passo gli altri due portandosi più vicino alla strana
scena,
latrando di gioia, dopo un nano secondo di smarrimento che gli aveva
provocato
lo sguardo della sconosciuta che si era fermato su di lui, essendo il
più alto,
all’aprirsi della porta –oh!! Giorno lieto questo!! Mia principessa ti
sei
svegliata!!-.
La
faccia
leggermente stranita della ragazza fece capire a Zoro che non era più
intenzionata a piantargli quella spada in gola. –Principessa un corno!
Ehi tu!
Poppante! Ti sembra il modo di fare con chi ti ha raccolto nel bel
mezzo del
niente?!- ringhiò mentre lei abbassava la spada e gli tendeva una mano
per
aiutarlo a rialzarsi.
-Io..
m-mi
disp.. non..- aprì appena bocca la ragazza, rivelando una voce che
tutto era,
fuorché intenzionata a attaccare briga.
Cosa
che stupì
lo spadaccino, che aveva intuito perfettamente guardandola negli occhi
un
secondo prima che aprissero la porta, che non si sarebbe fatta troppi
problemi
a farlo a pezzi se si fosse sentita in pericolo. Ma evidentemente quel
trio di
scemi l’aveva tranquillizzata. Si alzò da solo e tese il braccio per
riavere la
sua spada.
-Ovvio!
È quello
che ti meriti! Non vedi come si è spaventata a vedere la tua brutta
faccia da
zotico appena sveglia?!- ringhiò il
cuoco diretto allo spadaccino –Mia cara, stai tranquilla.. non abbiamo
tutti
quel brutto muso qui a bordo!!-
-Tu
razza di
scendiletto con le sopracciglia arrotolate!! Vuoi per caso quelle che
ti ho
risparmiato a tavola!?- si agitò il samurai sbraitando verso Sanji.
-Scusa
un attimo
mia cara!- disse Sanji scansando la ragazza e portandosi faccia a
faccia con
Zoro –provaci un po’ se hai il coraggio!!- grido afferrandolo per la
maglietta.
Troppo presi dalla discussione, non notarono che sia
Usopp che Chopper, imploravano terrorizzati la loro attenzione. Che
ottennero
non appena una voce parlò da dietro la porta ancora aperta.
-Mir!!
Ora
basta! Non vedi che li hai fatti agitare con il tuo comportamento! Ti
sembra il
modo?!-
Una
zampata
chiuse la porta. Eh già. Una zampata.
Fu
un attimo:
Sanji lasciò cadere il braccio, -ma cosa…?- domandò a bocca aperta
senza
riuscire a terminare la domanda. Non sapeva nemmeno cosa chiedere
esattamente.
Come avevano fatto a non accorgersene?! Non passava certo inosservata..
e
soprattutto dove si era nascosta fino a quel momento? Zoro incredulo
portava
lentamente le mani alle spade chiedendosi se avesse solo sognato una
voce provenire
dalla bestia. Chopper era aggrappato alla gamba di Usopp e non riusciva
a fare
altro che balbettare sillabe senza senso. Usopp piagnucolava avendo la
testa di
quella cosa proprio davanti agli occhi.
‘Quella
cosa’. Una tigre stava seduta dietro
alla porta. Bianca. Enorme. Guardava Usopp dritto negli occhi senza
alzarsi
sulle zampe posteriori. Tre cerchi, forse d’argento, constatò Sanji,
pendevano
dal suo orecchio destro. Mentre un bracciale a fascia intarsiato, dello
stesso
materiale, ornava la sua zampa anteriore sinistra.
Se
non fosse
stato per la voce della ragazza che intervenne prontamente, sicuramente
Zoro e
Sanji si sarebbero fiondati sull’animale.
-Fermi!
Fermi!
Per favore! È con me! Non vi attaccherà! Lei..- e si interruppe vedendo
che i
quattro puntavano gli occhi sbarrati verso di lei. – Raxha!! E poi
sarei io che
li metto in agitazione eh?! Ma cosa ti passa per la testa a spuntare
così dal
nulla?!- urlò poi rivolta verso l’enorme felino che si leccava una
zampa,
apparentemente incurante del fatto che era quasi stata sul punto di
subire un
attacco non da nulla.
I
denti a squalo
della ragazza ricordarono tanto ai quattro, che ormai facevano
rimbalzare gli
occhi tra le due, la faccia arrabbiata di Nami quando li rimproverava
per
qualcosa. ‘Tutte così le ragazzine’ pensò Zoro ghignando sotto i baffi.
-Mmm-ma
dove
stava nascosta fino a oggi?- chiese timidamente Chopper, ripresosi
dallo shock,
-io qui dentro no l’ho mai vista!- rivolgendosi alla ragazza che ora si
era
avvicinata alla tigre e la accarezzava sul muso.
-Ehm..
come
dire.. da dove comincio..- chiese lei pensierosa rivolgendosi alla
tigre.
–Ehm.. ecco.. diciamo che io ho il potere di evocare lei e altri
animali.. più
o meno..- sorrise poi rivolta alla piccola renna. –Ma tu? Chi saresti?-
-
Il mio nome è
Tony Tony Chopper!! Sono il medico di bordo! Ero così preoccupato! Hai
dormito
per due giorni interi qui sulla nave!- partì a raffica il piccoletto
dal naso
blu, sciogliendosi al sorriso amichevole di quella sconosciuta con
quegli occhi
tanto belli.
-
Piano con le
confidenze Chopper!- lo riprese Usopp diffidente.
-
Ah ah..- la
risata di quella ragazza era come il tintinnio di tanti cristalli,
armoniosa e
melodica. A Zoro tornò in mente la parola “insana”, ma non capiva
perché. Di
certo non aveva l’aria malaticcia. –Curioso!
E cosi tu sei Tony Tony Chopper..
chiaro.. quindi questa è la ciurma di cappello di paglia. E di
conseguenza tu
sei Zoro, il cacciatore di pirati. Con tanto di Sogeking a seguito!
Eee.. Sanji
piedi neri, suppongo,- disse infine guardano Sanji per ultimo –non sei
esattamente simile all’identikit, in effetti..-.
-Eh?
E tu come
fai a saperlo?! Sei per caso un agente della Marina?!- la diffidenza di
Usopp
cresceva proporzionalmente al suo coraggio, una volta al sicuro dietro
le
spalle larghe di Zoro.
-Ah
ah..- questa
volta anche Usopp non poté fare a meno di tranquillizzarsi al suono d
quella
risata, -no no.. niente del genere.. mi dispiace per avervi messo
all’erta..
semplicemente le vostre facce hanno fatto il giro del mondo dopo i
fatti di
Enies Lobby!!-.
-AH!
Ma certo..
capisco.. hai sentito anche tu narrare delle storiche imprese di
Sogeking! Il
grande re dei cecchini! Bè devi sapere che…- partì anche Usopp in
quarta,
incoraggiato dal sorriso affabile della giovane.
-Ehi,
Usopp! Che
fine ha fatto la tua prudenza?- lo schernì lo spadaccino.
-Uhm?
Che
prudenza? Ha detto che non è della marina!- replicò lui convinto.
La
faccia
sconsolata di Zoro convinse il cuoco che non aveva intenzione di
continuare una
discussione così sterile, spingendolo così a interrompere finalmente il
fiume
di boiate con cui il cecchino stava sommergendo la ragazza, che
ascoltava
sorridente senza batter ciglio –Ok, re dei cecchini! Ora basta o le
farai
sanguinare le orecchie! Vieni mia dea! Andiamo di là.. ce la fai? Il
Capitano
vorrà conoscerti.. è due giorni che lui e gli altri bazzicano intorno
all’infermeria chiedendo notizie!- si intromise sfruttando un secondo
in cui
Usopp riprendeva fiato.
-Ah!
Aspetta
Sanji! Le sue ferite!- disse chopper tirandola contento verso il
lettino e
cominciando a srotolarle le bende dal braccio, - Ma!? Cosa è successo!?
Le
ferite?? Non c’è più niente!- esclamò l’alce con gli occhi sbarrati
svolgendo
sempre più velocemente le bende.
Ovunque
svolgesse le bende non trovava altro che pelle candida, liscia come la
seta.
Nessun taglio. Nessuna ustione. E, ancora più strano, nessuna
cicatrice. Eppure
ne era certo. L’aveva disinfettata e medicata lui stesso. Ma chi era
quella?
Evocava le tigri, guariva in due giorni e senza cicatrici… -Sei una
fata!!-
esclamò il piccolo animaletto peloso entusiasta. Facendo sobbalzare gli
altri
che guardavano straniti la pelle liscia che il camice della ragazza
lasciava
scoperta.
-Ah
ah ah!
Questa poi!- esclamò la tigre che piangeva dalle risate. E che tutti,
tranne
Usopp che ogni tanto le gettava un’occhiata di controllo, avevano
dimenticato
per quanto fosse silenziosa.
-Cosa
ridi tu
dannata!- esclamò con denti aguzzi la ragazzina. –No non sono una
fata.. ho la
guarigione rapida!- disse poi dolcemente, rivolta al piccolo medico dal
naso
blu.
-Ok
quindi è a
posto vero, Chopper? portiamola su! Dai dai!- Usopp ormai non si
conteneva più.
-Certo
andiamo!!- e il piccolo medico era facilmente contagiabile. Corse
dietro al
cecchino seguito da Sanji che tendeva il braccio per lasciare libero il
passaggio alla fanciulla, impedendo che Zoro passasse prima di lei.
-Grazie..-
sorrise lei facendo un mezzo inchino, - che gentiluomo!- aggiunse poi
mandandolo in brodo di giuggiole.