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Autore: sweetnight    10/03/2010    2 recensioni
La città di Seattle è minacciata da una serie di misteriose uccisioni ad opera di un pericoloso killer. Bella è una poliziotta molto brillante, una donna temeraria e intelligente che riesce sempre a scovare il colpevole. Ma sembra che in questo caso abbia bisogno dell’aiuto di qualcuno che se ne intende parecchio, proprio come lei; peccato che i loro punti di vista siano sempre completamente differenti…. Ma del resto l’unione fa la forza. Come si metteranno le cose allora?
Genere: Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Edward Cullen, Isabella Swan
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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olaaaaaaaaaaa! per questo capitolo ci ho messo un pò, ma spero sia venuto bene!

ringrazio chi ha messo la storia tra i seguiti e tra i preferiti!!!

se potete recensiteeeeeeeeeeeeeeeeeee!

mega kiss

 

§§§§§

 

 

Così era successo nuovamente, un altro delitto, il secondo quella settimana.

Ma la cosa che più ci stupiva, era che a quanto pareva la dinamica del crimine si presentava quasi uguale a quella del delitto di James Bright.

Adesso la nuova vittima era un certo signor Kings, proprietario di una lussuosa villa fuori città.

La scientifica era già all’opera sulla scena del crimine, altri nostri colleghi alla centrale stavano già reperendo tutte le informazioni necessarie riguardo la vita di Kings, in modo da dividerci i compiti, permettendo a me, Edward, Tyler e Janny, di recarci sul luogo del delitto.

Le prime ad essersi accorte del cadavere erano state la cameriera e la fidanzata, che ovviamente sarebbero state le prime ad essere interrogate.

Arrivati presso l’abitazione, vedemmo la vettura della scientifica, parcheggiata di fianco ad un’autoambulanza. L’entrata principale era già stata recintata, delimitata da un apposito nastro, ma quando ci avvicinammo l’inserviente, lì appostato per assicurarsi che nessuno s’azzardasse ad entrare, (infatti, alcuni vicini erano usciti a curiosare), ci fece passare.

Dentro la casa c’era molta confusione, molte persone indaffarate si spostavano in ogni dove, mentre noi dopo aver dato un’occhiata alla vittima che era riversa sul pavimento, coperta delle stesse ferite che erano presenti sul corpo di Bright, andammo verso il salotto, dove sedute sul divano c’erano la fidanzata del defunto, di nome Eleonor Letam, e la cameriera, Mary Falls; entrambe piangevano.

Edward fu il primo a parlare:

“signore, siamo del dipartimento di polizia di Seattle, ci dispiace molto per quanto è successo”

Come a comando, Eleonor scoppiò di nuovo a piangere e gridò:

“oh, no, non potete capire! Connor, Connor!” si disperò la ragazza pronunciando il nome del fidanzato ormai morto

“è vero, non possiamo capire il vostro dolore, ma dovete farvi coraggio” dissi cercando di calmare le due donne.

“se vi siete un po’ calmate, potreste raccontarci come sono andate le cose? Può cominciare lei signorina Eleonor, se la sente?” chiese Janny ed Eleonor annuì, e mentre cominciava a raccontare, noi ascoltavamo e Tyler prendeva appunti.

Eleonor era arrivata quella sera, erano circa le otto, dopo un giro di compere in centro, proprio mentre Mary, la cameriera, era ritornata dal supermercato, dove si era recata per la spesa settimanale.

Le due donne si erano incontrate all’entrata e si erano avviate dentro casa insieme. Quando Eleonor, dopo aver chiamato più volte il fidanzato, lui non aveva risposto, aveva preso a cercarlo, fino a quando non l’aveva trovato, steso al suolo in camera sua, coperto di sangue e privo di vita.

Mary, sentendola urlare era accorsa anche lei in camera, dopo di che avevano chiamato i soccorsi e la polizia.

Appena ebbe finito di parlare, Eleonor si accasciò al suolo, come se avesse appena compiuto un grande sforzo, e sospirò. Mary confermò la sua versione dei fatti, così alla fine concludemmo l’interrogatorio, dicendo alle due donne di passare la mattina successiva in centrale per lasciare la deposizione.

“Edward, che ne dici se facessimo un giro per la casa?” gli chiesi sotto voce

“d’accordo” rispose lui

“signorina Eleonor, le dispiace se diamo un’occhiata in giro?” domandai alla ragazza

“ma certo, fate pure…”

“grazie; - poi mi rivolsi a Tyler e Janny – ragazzi voi potreste fotografare la scena del delitto e cercare di scoprire qualcosa in più sulle ferite, ok?”

“va bene, Bella, allora andiamo, a dopo” rispose Tyler

Nel frattempo io e Edward ci avviammo ai piani superiori della villa, per ispezionare un po’ in cerca d’indizi…

“dì la verità, ti piace ora, eh?” disse Edward di punto in bianco

“cosa mi piace?”

“fare coppia con me!” rispose lanciandomi un’occhiata eloquente

“seeeee! Piacerebbe a te se io la pensassi così! Ah, ah, ah! Credi ancora di essere il poliziotto più figo e più intelligente del mondo? Mi dispiace ma con me non attacca!” ribattei sarcastica

“io non ho mai detto di reputarmi figo… per te lo sono allora?” forse Edward aveva voglia di scherzare!

“falla finita ok! Siamo a lavoro, e poi io non penso neanche a certe cose!”

“suscettibile eh? Fin troppo sulla difensiva! Peccato…”

“p-peccato perchè?” chiesi curiosa e…speranzosa? Lui non rispose, in compenso però mi guardò in modo strano…

“diamo un’occhiata, va’…” riprese Edward camminando per il lungo corridoio del secondo piano.

C’erano varie stanze su quel piano, una più lussuosa dell’altra…

“caspita, guarda che roba!” esclamai entrando in una stanza che sembrava una sala relax

“la ragazza stava per fare un bel colpo sposandolo!” commentò Edward

“già è stata sfortunata…”

“ci credo, sarebbe diventata ricca!” aggiunse Edward

“io veramente non credo che sia stata sfortunata solo per quello…”

“allora per cos’altro secondo te?”

“niente, lascia perdere…” mormorai lasciando cadere il discorso

“va be, ne riparleremo…” affermò convinto, ma io non gli risposi.

Dopo aver ispezionato in lungo e in largo la casa, ritornammo da Eleonor e Mary, che intanto ci avevano preparato qualcosa da bere e qualche stucchino

“per tutto l’impegno che ci state mettendo, ve lo meritate” così disse Eleonor

Poi quando mi porse un tovagliolo con sopra un piccolo tramezzino, vidi un filo sottile pendeva da un lembo del tovagliolo, era un capello. Eleonor se ne accorse e cercò di toglierlo, ma fui più veloce di lei e lo tolsi io

“ultimamente, lascio i miei capelli dappertutto!” disse Eleonor sorridendo

“oh, sì capita anche a me” risposi. Però avevo ancora il suo capello tra le dita, chissà perché l’istinto mi diceva di non gettarlo via, così me lo ficcai in tasca.

Quando andammo via da quella casa era già molto tardi, così ci recammo alla centrale per fare un rapido riepilogo della situazione e per programmarci per il giorno successivo, poi finalmente ci avviammo ognuno alla propria casa.

Il viaggio in auto fu silenzioso, Edward non disse quasi nulla, ma io ne approfittai per stuzzicarlo:

“ehi! Niente battutine? Siamo taciturni stasera…”

“sera? Notte oramai, vorrai dire”

“è stata una giornata lunga, forse è per questo: hai esaurito la tua scorta di frecciatine da lanciarmi” adesso ero io ad aver voglia di scherzare

“ma quanto sei simpatica!” disse lui annoiato

“sì lo so, me lo dicono tutti”

Edward sbuffò

Poco dopo arrivammo a casa. Io praticamente mi fiondai in camera mia, per prepararmi per la notte. Mi tolsi la giacca e l’appoggiai su una sedia, quando, voltandomi vidi Edward appoggiato allo stipite della porta della mia camera, sembrava una statua, e anche una bella statua oserei dire…

“che ci fai lì? Bè, non sei stanco, non vai a dormire?” chiesi indifferente

“prima mi devi dire una cosa”

“altrimenti non riesci a dormire?”

“possibile che tu sia sempre così acida e antipatica!” sbottò Edward

“no, mi capita solo quando sto con te, mi viene naturale”

“ma pensa! Io credevo che fossi sempre così, eppure al lavoro non sei tanto male”

“certo svolgo bene il mio lavoro io!”

“cosa vorresti dire?” chiese irritato mentre si avvicinava…

“senti, dal primo giorno che sei venuto mi sei stato antipatico, io ti ho ospitato e tu…”
“ospitato? Che razza di ospitalità è farmi dormire in uno stanzino! Sei crudele”

“guarda stavo per cambiare idea, visto che un po’ ti stavo conoscendo, ma devo essermi sbagliata”

“io credo che sia un altro il motivo, per me ti comporti in modo così scontroso perché non vuoi lasciarti andare, e non vuoi ammettere che sei attratta da me!”

“AH! Questa è bella, io sarei attratta da te?”

“sì, tu sei attratta da me come io lo sono da te…”

“sì, certo io….co-cosa hai detto prima, potresti ripetere?” aveva forse detto che lui era attratto da me come io…come io cosa? Anche io ero attratta da lui? Ehm….

“oltre che antipatica adesso sei pure sorda?”

“ma smettila! Forse sono solo una stupida a parlare ancora con te!”

“esatto, sono d’accordo: sei una stupida!”

“e tu un cretino!”

“mi hai proprio stufato!”

Mentre parlavamo ci avvicinavamo sempre di più

“sei tu che mi hai stufato!”

“dio, quanto non ti sopporto!”

I nostri visi erano a pochi centimetri di distanza, ci guardavamo negli occhi eppure continuavamo ad insultarci…

“ti detesto!”

“mai quanto me!”

All’improvviso Edward mi afferrò impetuoso le spalle e mi spinse verso di se facendo scontrare le nostre labbra!

E da lì non capii più nulla…

Edward cominciò a baciarmi con foga, mi sembrava quasi rabbioso, mentre io nel frattempo avevo messo le mani sul suo petto e invano spingevo, cercando di allontanarlo da me.

Continuavo a dimenarmi e, (anche se quel bacio mi piaceva da morire), non servì a nulla. Edward mi prese in braccio, senza mai staccare le sue labbra dalle mie, e quando si fu avvicinato al letto mi lasciò cadere sopra al materasso senza alcuna delicatezza.

Dopo di che si posizionò su di me e riprese a baciarmi con più ardore di prima. Sentivo il peso del suo corpo gravare su di me e nonostante continuassi ad agitarmi, la mia era solo una scena perché rispondevo al suo bacio con la stessa intensità con cui Edward baciava me.

Ad un certo punto ci staccammo, entrambi avevamo il fiato corto…

“perché non la smetti di muoverti, mi irriti” sibilò Edward, aveva la voce bassa e roca

“come ti permetti di prenderti tutta questa confidenza?” sbottai acida; lui non rispose anzi m’ignorò e aggiunse

“se proprio vuoi muoverti, ti do qualche suggerimento su cosa fare”

“ma va a quel…”

Non potei finire la frase che già ricominciò a baciarmi, ma qualcosa era cambiato: il bacio era sempre pieno di ardore, ma al tempo stesso era dolce, passionale, profondo. Poi mi accorsi che avevo smesso di dimenarmi, anzi assecondavo i suoi movimenti e gli avevo gettato le braccia al collo stringendolo a me.

Edward si staccò dalle mie labbra e prese a baciarmi il collo e il petto. Ansimavamo entrambi, quando lo sentii dire:

“sai…che… ti odio”

“anch’io… da morire”

Neanche ci fossimo giurati amore eterno! Eravamo proprio due pazzi! Bè, lui di sicuro!

Ad un tratto sentii le sue mani sbottonare la mia camicia.

“si può sapere cosa diavolo stai facendo?” chiesi arrabbiata ed eccitata al tempo stesso

“ma devo spiegarti proprio tutto, non ci arrivi? Ti sto spogliando!” disse spezzante, ma con un che di divertimento nella voce

“idiota, sai bene cosa intendo e non credere che possa permetterti di…”

“vuoi che smetta?” chiese suadente guardandomi negli occhi…

Non ebbi il tempo di rispondere neanche allora: ero troppo impegnata con la sua bocca!

Poi lo sentii reggersi sui gomiti, in modo da poter riprendere a spogliarmi più comodamente.

Lo lasciai fare…

Gemetti, quando sentii le sue mani accarezzarmi il seno e poi lasciarmi scie di baci che parvero incendiarmi…

“sei…sei…u-un…”

“tutto… quello… che vuoi…”

“no…non…” si fermò

“no, cosa? So che mi vuoi…”

“ti sbagli, io…” non continuai. Invece, chiusi gli occhi e sospirai, quando avvertii la sua mano accarezzarmi una coscia e risalire sempre più su fino ad arrivare alla mia femminilità.

Mi toccò con dolcezza e prese a muovere la sua mano tra le mie gambe facendomi gemere sempre di più…

“mi desideri Bella, mi vuoi come io sto impazzendo di desiderio per te…”

“se non ti volessi?”

“non credo; ma se fosse così ti lascerei subito andare, anche se…”

“anche se?”

“sarei disperato, non c’è nulla, in questo momento, che desideri più di te…”

“ah, quindi ti ho in pugno!” lo stavo facendo impazzire, ma mi divertivo troppo, e poi mi piaceva pensare che lui dipendesse da me…

“io non me ne vanterei troppo, bimba…” ribatté maliziosamente

“bimba? Adesso ti faccio vedere io!”

“fa pure, non chiedo altro…”

Lo baciai. Aveva delle labbra stupende, non ne avevo mai abbastanza. Continuavamo a spogliarci. Poi quando finalmente fummo pelle contro pelle, lui prese a muovere le sue mani su tutto il mio corpo, io facevo lo stesso.

Poi partendo dalla bocca, Edward prese a baciarmi scendendo giù, sempre più giù…

Io mi abbandonai alle emozioni che mi donava e affondai le mani nei suoi capelli spingendolo a continuare.

Dopo molte carezze e baci, finalmente ci unimmo e fu meraviglioso…

Ci amammo per tutta la notte, non eravamo mai stanchi. Quel momento era solo per noi e quella notte fu unica, magica, stupenda!

Per la prima volta non seppi cosa aspettarmi dal giorno dopo, ma ne ero contenta, anzi in quel momento non avrei voluto per nulla al modo pensare al futuro: quella notte eravamo solo io e Edward.

Solo noi due.

Il resto poteva attendere…

 

 

  
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