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Autore: Summerbest    10/03/2010    1 recensioni
La città non sempre è un posto tranquillo, infatti pullula di vampiri, streghe e altri esseri soprannaturali. Di conseguenza noi umani dovremmo difenderci, giusto? E se per una volta la risposta a questa domanda non fosse “si”?
In questa fanfic intendo narrare dalla parte dei “cattivi”, perché anche loro reagiranno in qualche modo agli attacchi, giusto?
Per farla breve, ho intenzione di presentare alcuni “cattivi” ed alcuni “umani” che in seguito... beh se volete scoprirlo dovete leggerlo^^
PS: se leggendo questa trama avete giudicato male la storia, vi prego di darle un’altra possibilità leggendola, please^^
Genere: Dark, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! Prima di tutto mi voglio scusare per tutto il tempo passato dall’ultimo aggiornamento, mi dispiace! Ringrazio trullitrulli e Gaea per i precedenti commenti, grazie! Ora senza indugi passiamo al capitolo!

XOSummerbestXO


Double Face






"Ancora e ancora ,
sogno ciò che stai sognando,
e provo ciò che stai provando,
l’amore è la nostra ombra sul muro,
con il viso di Dio."



[da “Face Of God” degli HIM]
* * * *

La vampira si accomodò placida sulla sedia rivestita di un raffinato tessuto bordeaux. Accavallò le gambe, posando le mani marmoree sui bracciali in ciliegio, con le lunghe unghie laccate di un acceso rosso che ticchettavano sul legno.
Ayrus era davanti a lei, intento a versare il liquido rosso nell’elegante bicchiere in cristallo. Lo prese in mano, odorando il sangue all’interno, come farebbe un perfetto sommelier con il suo vino.
Vanille accennò un sorriso, vedendo con quanta parsimonia Ayrus tentava di rendere appetibile quello che in quel momento sarebbe stato l’unico modo per placare la sua sete.
<< sorridi… è già qualcosa >>
Constatò, cogliendo quel momento di tranquillità nell’animo della vampira.
<< non illuderti, non sarà con tutte queste chiccherie che riuscirai a persuadermi >>
Lo avvertì Vanille, ammiccando al bicchiere che Ayrus teneva ancora in mano. Quest’ultimo sorrise, scuotendo la testa.
sempre diffidente
Ayrus si affrettò a porgerglielo.
<< non ne dubitavo, pensi sempre male >>
La vampira non rispose, prendendo il bicchiere dalle sue mani e lasciando andare la sua brama di sangue. Quel liquido rosso era così diverso da quello a cui era abituata, sapeva che subito dopo avrebbe continuato ad avere sete.
<< devo pensare male, con la fiducia ho perso la mia vita >>
Mormorò Vanille, leccandosi le labbra fino a non lasciare neanche una goccia della sua bevanda preferita.
Ayrus fece una smorfia, doveva aspettarsi quelle frecciate pronte a scatenargli i sensi di colpa. Non si era forse già pentito abbastanza?
questo Vanille non lo può sapere
Cosa poteva fare, allora, per farsi perdonare?
raccontarle le pene che hai passato sarebbe inutile
Andò a sedersi nella sedia posta dall’altro lato della scrivania in cui si trovava la vampira, osservandola mentre fissava con sguardo vacuo il bicchiere vuoto.
<< noi… >>
Vanille alzò di scattò lo sguardo per puntarlo su Ayrus, interrompendolo sul nascere. Non era intenzionata ad ascoltare altre stupide giustificazioni. Quella frecciata di prima era dettata solo dalla voglia di vendetta, desiderava vedere Ayrus disperarsi nel suo senso di colpa, unico modo per ferirlo senza usare la violenza.
<< non puoi continuare ad evitarlo, dobbiamo discutere >>
Ayrus ignorò lo sguardo scocciato che aveva addosso. Era giunto alla conclusione che l’unico modo per far svanire le incomprensioni e le ostilità era affrontarle.
Vanille portò gli occhi nuovamente sul fondo del bicchiere, rifiutandosi di tenere un contatto con il suo interlocutore. Non diede cenno di voler proseguire, finché non si decise ad aprir bocca:
<< di cosa vuoi discutere precisamente? Del tuo tradimento? Di come tu e gli altri mi avete negato la vita? Dimmi… hai l’imbarazzo della scelta >>
Ayrus si morse il labbro, alzandosi ed avvicinandosi alla vampira. Questa alzò gli occhi, incontrando il pentimento che pesava su Ayrus. Sentimento che andava a scontrarsi con il suo orgoglio e la sua voglia di vendetta.
<< ho sbagliato, lo so, mi sarei dovuto ribellare… allora tutti temevano il libero pensiero e le regole venivano rispettate sempre… non avevo pensato che ciò fosse un così grande errore >>
Le rivelò mellifluo. Vanille divampò di rabbia, lasciando la sedia con uno scatto.
<< non ti è mai importato di me, ho riposto la fiducia sulla persona sbagliata e me ne sono accorta quando ormai era troppo tardi >>
Vanille sbatté con rabbia il bicchiere contro il piano liscio della scrivania. Il fragile vetro si ridusse in mille pezzi, decorando di piccoli cristalli tutto intorno alla vampira. Quest’ultima non si preoccupò delle conseguenze del suo gesto, poiché essendo una vampira la ferita si rimarginava in fretta.
Ayrus con calma le si accostò, posando le mani sulle spalle di Vanille, costringendola ad incontrare il suo sguardo.
<< hai ragione e mi dispiace, però ho bisogno del tuo aiuto… non ti chiedo altra fiducia, solo un formale e distaccato aiuto >>
Ancora una volta le parole del vampiro rianimavano qualcosa in Vanille, qualcosa rimasto sepolto per tanto tempo. Non voleva crederci, ma dopo tanti anni Ayrus le provocava lo stesso stupido sentimento che aveva provato da viva. Lo odiava, ma non era mai stata forte d’animo come appariva a tutti.
Ad Ayrus non sfuggì quel cambio di espressione, quello era l’effetto che provocava a Vanille con la sua gentilezza. Notò compiaciuto lo sguardo della vampira addolcirsi.
<< la seconda volta che sei tornata nessuno ha creduto alla tua scoperta, un gruppo di umani che cerca noi esseri soprannaturali, li studia e li uccide… >>
Fece una pausa, controllando che Vanille stesse ancora seguendo il suo discorso. La vampira fingeva indifferenza, mentre dentro di sé pendeva dalle labbra di Ayrus.
<< …avevi ragione, ed ora sono pronto a proteggere i miei simili da quest’imminente pericolo, insieme anche i più giovani ed inesperti saranno in grado di sopravvivere, mantenendo nascosti segreti che portiamo con noi da generazioni >>
Vanille era confusa, aveva abbandonato quel progetto per darsi all’egoismo, ma Ayrus stava invocando il suo aiuto, e lei sentiva di non aver altra scelta che dirgli di sì. Aveva sbagliato già quando aveva accettato di ascoltare la sua proposta. Inconsciamente aveva già scelto di aiutarlo.
<< sei dalla mia parte… Diana? >>
La vampira sobbalzò, quasi ferita dal sentirgli pronunciare dopo tanto quel nome. Il suo nome.
Diana avrebbe accettato senza esitare, Diana avrebbe fatto tutto quello che Ayrus diceva. Lei, però, non era più Diana.
<< come ai vecchi tempi >>
Esclamò Vanille, facendo tornare a sorridere il vampiro. Non stava compiendo lo stesso sbaglio, questa volta sapeva come volgere tutto dalla sua parte. L’importante era che Ayrus continuasse a credere di essere lui a guidare il gioco.
<< ora vado, la tua presenza per così tanto tempo mi affatica oltre che farmi perdere un sacco di tempo >>
Lo canzonò, liquidando i loro discorsi. Si avviò verso le scale, venendo fermata alla soglia della porta dalla voce di Ayrus.
<< questa volta sarà diverso >>
Le promise, con un affabile ghigno pronto ad incoraggiare i pensieri della vampira dalla sua parte.
Vanille ricambiò il sorriso, abbandonando l’idea di ribattere con un po’ d’ironia. Subito dopo si voltò, avviandosi lungo le scale.
ci puoi giurare che sarà diverso

* * * *



Non riusciva a dormire, non era proprio abituato a passare la notte tra le braccia di Morfeo. Di solito a quell’ora era intento a rubare in qualche elegante villa o, se gli andava male, in una semplice casa in periferia. Rientrava alle quattro del mattino e dormiva almeno fino a metà pomeriggio.
Dylan non aveva idea di cosa fare per passare quel lasso di tempo in cui tutti erano intenti a godersi i loro sogni. Perciò aveva deciso di continuare ad esplorare il castello e, camminando alla cieca per un po’, si era ritrovato nelle segrete.
<< cosa significa che non c’è più?! Dobbiamo trovarlo o… >>
Sands era immobile a qualche metro di distanza da Dylan, chiedendosi chi fosse e cosa ci facesse lì. Fu costretto ad interrompere il suo discorso, per interessarsi al mutaforma davanti a lui. Sperava non si trattasse di un altro problema, perché ne aveva già abbastanza.
<< ehm… salve >>
Iniziò la conversazione, Dylan, accennando un saluto con un vago cenno della mano.
Sands lo squadrò interdetto, mostrando poi uno dei suoi affabili sorrisi.
<< salve, il mio nome è Sands >>
Si presentò senza esitazioni, allungando la mano verso lo sconosciuto. Dylan rimase stupito da tanta educazione. Era più che sicuro di aver interrotto qualcosa di importante, e vedere quel “Sands” comportarsi così tranquillo con lui lo insospettiva. Temette subito di aver davanti un prossimo nemico.
<< Dylan >>
Rivelò il suo nome, evitando però ogni contatto con Sands. Quest’ultimo non ne fu sorpreso, da quando aveva capito tutti lì dentro diffidavano degli sconosciuti.
<< che ci fai qui, Dylan? >>
Domandò mansueto, indicando l’ambiente intorno a sé.
<< non riuscivo a dormire… e voi? >>
Dylan prese subito le distanze passando dalla confidenza dell’uomo ad un più formale “voi”.
<< io non dormo mai >>
Rispose Sands, evitando la reale domanda del mutaforma. Questo alzò un sopracciglio, non capendo bene se con quella frase volesse intimorirlo o semplicemente dargli un indizio sulla sua vera identità.
<< siete umano? >>
Chiese con nonchalance Dylan, per un istante era stato pervaso dall’idea che nelle segrete potessero nascondersi degli umani.
Sands sgranò gli occhi, indignato.
<< perché tutti voi siete così interessati a sapere cosa sono io? Vi basti conoscere il mio nome e voi stessi… e comunque no, non sono umano >>
Rispose, con in mente l’immagine di quell’umano Joshua sparito da poco. Dove poteva essere?
<< mi dispiace >>
Si scusò Dylan, per nulla pentito della sua domanda.
Un imbarazzante silenzio cadde tra di loro, silenzio interrotto solo da Sands dopo qualche istante:
<< ehm, se non vi sono altre domande, io andrei >>
Sands indicò le scale, pronto ad andarsene da lì. Dylan annuì, per nulla dispiaciuto di dire arrivederci a quel tipo.
Entrambi erano pronti a riprendere la loro strada, ma Sands non poteva permettere che un’altra persona venisse a conoscenza del suo nascondiglio. Se Dylan avesse proseguito per quella strada sarebbe presto incappato in tutti quegli uomini legati, non lo doveva proprio permettere.
<< addio >>
Lo salutò il mutaforma, prestandosi a proseguire il percorso da lui cominciato. Notò subito lo sguardo preoccupato di Sands quando lo vide andare avanti. Non gli lasciò nemmeno dire altro che era già partito, correndo raggiunse altre scale, lasciò l’ultimo gradino e fissò lo spettacolo davanti a lui inorridito.
<< hai una spiegazione per questo, Sands? >>


   
 
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