Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: PerfectConcert_    10/03/2010    3 recensioni
Detto questo l’uomo passò le sue grandi mani sul viso della ragazza, ricalcando più volle quella pelle liscia come porcellana. Posò delicatamente le labbra sulla sua fronte, tentando di imprimere quel contatto nella sua folle mente. Alice strinse più forte le braccia del Cappellaio.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Un ruscello d’acqua attraversava silenzioso quel prato verde. Di un verde lucente e vivo. Di un verde così simile agli occhi più grandi ed espressivi che Alice avesse mai visto.

“Presto Alice, faremo tardi per l’ora del tè!” la incitava quel buffo uomo dai capelli arancioni, i quali erano più simili a paglia arruffata.

Alice lo seguiva senza dire nulla, con un lieve sorriso sulle labbra. Lo seguiva con il corpo e con lo sguardo. Seguiva i suoi folli discorsi, senza interromperlo. Senza fargli notare che non vi era il benché minimo senso in quel confuso minestrone di parole, le quali erano prive di qualsiasi connessione logica.

Perché mai un corvo avrebbe dovuto assomigliare ad una scrivania? Non vi era una risposta. Non vi sono risposte alle domande prive di senso.

Ma allora perché Alice era ancora li? Aveva eroicamente ucciso quell’orrendo mostro, l’orrendo Ciccialampa. Aveva salvato il suo amato Paese delle Meraviglie. Ma allora perché era ancora li?

Perché non era disposta a crescere? Continuava ad essere intrappolata in un mondo troppo lontano e diverso dal suo, ed essa stessa ci se era rinchiusa gettando di propria volontà la chiave del lucchetto.

Ecco, questa era evidentemente una domanda priva di senso. Alice non vi trovava risposta.

 

“Forza, forza!” disse il Cappellaio prendendola per mano. “Siamo quasi arrivati!“. Alice rise dolcemente, lasciandosi trasportare da quel buffo essere.

“Perdona la poca delicatezza Alice” disse piano l’uomo mentre la tirava a se costringendola ad aumentare il passo. “Ma il Leprotto è insopportabile quando non riceve la sua tazza di tè ad un orario preciso. Per non parlare del Bianconiglio!” aggiunse mostrando i grandi denti bianchi. Alice rise più forte, contagiata da quell’entusiasmo.

“Ci sarà anche lo Stregatto, vero?” chiese lei curiosa, come suo solito.

“Ovviamente” rispose lui energico. “Sei qui fra noi Alice, è un evento da festeggiare!”.

La ragazza strinse più forte la mano del Cappellaio. Era in grado di sentire il nodo in gola che pian piano si stava formando. A stento riusciva a respirare.

“Cappellaio…” fece lei, divincolandosi dalla presa. Alice stinse i pugni.

Per quanto la ragazza scacciasse con ostinazione quel petulante e odioso pensiero, lei sapeva fin troppo bene qual’era la realtà. E faceva male ammetterlo, oh se faceva male. Ma lei non era realmente li.

Il buffo uomo si voltò guardandola attonito. La fisso per qualche secondo. Alice teneva lo sguardo basso ed il viso era coperto dai folti boccoli dorati. L’uomo si avvicinò con aria preoccupata e dolcemente le scosto i capelli dal volto.

“Che c’è mia piccola Alice?”

La ragazza boccheggiò. Le parole morivano in gola, come se si rifiutassero di uscire. La sua piccola mano si aggrappò al braccio del Cappellaio.

Questo cominciò a giocare innocentemente con i suoi boccoli. Lei rise, soffocando un singhiozzo.

“Non ti va di festeggiare. Alice?” chiese lui con un sorriso. Lei fece energicamente di no con la testa. A piccola passi si allontanò da lui. Non voleva che la vedesse così.

“Alice…” disse lui in un sussurro, mentre dalla sua mano sfuggiva un boccolo biondo e morbido.

La ragazza sentì lo stomaco contorcersi. Non voleva ma piangere, ma ne aveva il bisogno.

Una lacrima. Due lacrime. Tre lacrime. Ed infine divennero così tante che la stessa Alice perse il conto.

Il Cappellaio si avvicinò a lei scrutandola e guardandola con occhi colmi di tristezza. Lui aveva capito. Lui sapeva.

Riprese a giocare con i suoi dorati capelli, e nel mentre canticchiava una dolce filastrocca. Alice sembrò calmarsi, ed il suo respiro stava tornando poco a poco regolare.

“Cappellaio”. Pronunciò quella parola facendo uso di tutte le sue forze, ma lui la interruppe. Due pallide dita si erano poggiate sulle fine e rosee labbra della ragazza.

“Io sarò sempre qui, ogni qual volta tu vorrai”

“Non voglio andarmene. Non voglio. ” rispose lei pronta, in tono quasi irritato.

L’uomo posò con più decisione le dita su quelle delicate labbra.

“Tu tornerai, lo fai sempre. Ed io sarò qui, come sempre”. Detto questo l’uomo passò le sue grandi mani sul viso della ragazza, ricalcando più volle quella pelle liscia come porcellana. Posò delicatamente le labbra sulla sua fronte, tentando di imprimere quel contatto nella sua folle mente. Alice strinse più forte le braccia del Cappellaio.

E prima che se ne potesse accorgere fra le sue candide mani non era rimasta che una densa nebbia di grigio fumo. Grigia come l’angoscia che in quel momento dominava su Alice.

 

 

 

Due vispi occhi color nocciola si spalancarono. La dolce aurora mattutina invase la stiva di una nave, imponendo la sua luce per tutta la stanza. Alice si alzò dal letto guardandosi attorno.

Si prese la testa fra le mani.

Un altro. Ancora un altro sogno. Dopo giorni. E ormai andava avanti così da tempo, molto tempo.

Ma era questo ciò che rendeva Alice serena. Se non felice. Era questa la linfa vitale che le permetteva di andare avanti nella vita e nel suo lavoro. Era questo che le dava la forza di trovare una risposta a tutte le domande, e soprattutto a trovare se stessa. La salita non era mai stata facile, piena di intrighi e complicazioni. Alice aveva imparato che sfuggire a ciò che la circondava non era la via da perseguire. Poiché dinanzi a noi si sarebbero aperti solo altri innumerevoli labirinti.

Ma poggiare la testa sul cuscino e potersi riperdere in quell’eccentrico mondo era la medicina più adatta alla sua anima. Tutti loro la attendevano li, come sempre. Lui l’attendeva. E tale pensiero provoca in Alice una felicità totalmente nuova, mai provata. Una felicità che a stento la terrorizzava, eppure la affascinava e provocava.  

A passi lenti si avvicinò all’oblò della sua stanza. Guardò le onde scontrarsi fra loro, per poi unirsi in un abbraccio. Il rumore del mare, ormai a lei quotidiano, riempiva il silenzio. Fece un lungo sospiro.

Prima o poi il viaggio sarebbe terminato, le risposte avrebbero trovato la loro strada. E Alice a quel punto le avrebbe accolte nella sua mente, ed il tumulto che costantemente dominava il suo cuore si sarebbe placato.

E finalmente il Cappellaio, fuoriuscito da una tana al di sotto di un albero, sarebbe giunto a cercarla. L’avrebbe presa per mano con un ampio sorriso, ed insieme si sarebbero persi in quel mondo un po’ folle.

 

 

 

 

 

Note:

Che dire? Anche io sono rimasta stregata da questo film.

Ho amato la storia di Alice fin da bambina. Ho amato il cortometraggio Disney e anche i racconti stessi di Lewis Carrol.

Ho letto solo qualche FF di Alice, quindi spero di non aver plagiato qualche autore in alcun modo, ma mi pare proprio di no.

Spero che abbiate apprezzato questa breve One Shot, fatemi sapere :) Credo che a breve posterò un'altra mia creazione +w+

 

 

  
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