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Autore: MizzGreen93    11/03/2010    2 recensioni
I Green day partono per il prestigioso tour di "21st Century Breakdown". Ma avvenimenti strani accadono: minacce, aggressioni,suite distrutte finchè... arriva la goccia che fa traboccare il vaso, la goccia che segna l'inizio della fine. Mia prima fanfiction. Attenzione: questa FF è DRAMMATICA dunque se vi aspettate roba smielosa e, soprattutto, a lieto fine NON FA PER VOI. Semplice consiglio. =)
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Avevo detto che il settimo sarebbe arrivato più tardi… invece ieri l’ispirazione mi ha colta e quindi… sono qui! Ci si vede a fine pagina ;)

 ___________________

 

Cosa significa morire giovane? Cosa si prova ad andartene via per sempre quando ancora non hai scoperto le piccole gioie della vita, anzi, quando della vita non hai scoperto ancora niente? Ma la domanda più appropriata non sarebbe cosa si prova, bensì PERCHE’ accadono simili cose. Per quale motivo il demiurgo ci plasma se poi un giorno siamo destinati a scioglierci come cera al sole? Quando una persona a te cara muore non ti chiedi perché, non ti chied cos’abbia provato. Ti ritrovi solo in una valle di lacrime, solitaria come un deserto, micidiale come la foresta vergine. Perché non ti restano altro che le lacrime. Perché non ti resta altro che un flebile ricordo dei momenti felici e l’immagine di una bara bianca troppo piccola per essere sotterrata, per i tuoi gusti.

 

“Ok, mi sono comportato come un perfetto coglione.” Billie Joe era assorto nei suoi pensieri. Dopo la sfuriata fatta alla signorina delle reception e dopo aver costruito un muro tra lui e gli altri si sentiva proprio così. Cazzo, ma perché era così dannatamente impulsivo? Perché veva sempre la capacità di rovinare tutto? Si alzò dalla panchina su cui era piombato un’ora fa. Ricominciò ad avviarsi verso l’hotel; aveva intenzione di farsi perdonare anche se non riusciva ancora a comprendere lo strano comportamento di Adrienne. Arrivato all’entrata, vide la signorina della reception.

“Ehm… buongiorno!” disse imbarazzato e rosso ripensando alla sfuriata di prima.

“Buongiorno! Sig. Armstrong, davvero, sono spiacente per prima…”

“Ma no, non dovevo alterarmi io… ehm… che… che numero è la mia stanza?”

“L’abbiamo spostata alla  345”

“Bene… a-arrivederci allora!”

Arrivò di fronte alla sua stanza ed aprì la porta. Adrienne se ne stava seduta sul divanetto rosso a guardare la tv con un bicchiere di champagne in mano. Lo salutò con un cenno del capo. Ok. Era chiaro che stava incazzata di brutto con lui. “Bravo Billie, bravo! Solo tu riesci a farti odiare da tante persone contemporaneamente! Ma cazzo, perché sei così idiota??” pensò tra sé e sé.

“Ehm… Adie, dove sono i ragazzi?”

“Fuori.”

“Ah… e con chi?”

“Con Jason.”

“Ah… e perché proprio con Jason?”

Adrienne sbuffò spazientita.

“Cazzo, se proprio vuoi farti perdonare, Billie Joe, evita di fare troppe domande assillanti e passa direttamente ai fatti!” si alzò dal divanetto e lo guardò in modo malizioso.

Billie Joe subito capì a cosa alludeva la moglie. Effettivamente era molto tempo che… la trascurava. Le si avvicinò e la cinse con le sue braccia e la baciò dolcemente a stampo sulle labbra. Ma lei qual giorno non ne voleva sapere di dolcezza; i suoi occhi brillavano di rossa passione. Si attaccò avidamente a lui e lo baciò con estremo desiderio. Lui fece altrettanto e la sua mano pian piano cominciò a scendere verso il gluteo sinistro della donna. La spinse velocemente verso il tavolo; no, non aveva alcuna intenzione di perdere percorrendo quei quattro metri che lo separavano dalla camera da letto. Questa volta Adie avrebbe fatto a meno del romanticismo. Una botta sonora si udì per tutta la stanza.

“AHIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA” piagnucolò Billie Joe.

Adrienne lo guardò sbigottita. Poi iniziò a ridere.

“Aahahahah”

“Cazzo ridi? Ahio, che dolore”

“Ahahaha sei l’unica persona che ha la capacità di sbattere violentemente contro ogni cosa.”

“Non sono io che ci sbatto, sono le gambe del tavolo che sbattono contro di me!” e tornò a baciarla. Ma lei si stacco ridendo ancora più forte.

“Insomma, hai intenzione di parlare di gambe di tavoli e ridere o fare altro?”

“Sì… ahaha scusami.” Tornò a baciarlo con passione e pian piano cominciò a sbottonargli la camicia. Lui la prese in braccio e la mise a sedere sul tavolo. Cominciò ad alzarle la gonna lunga fino al ginocchio e nera, stringendo la donna sempre di più a sé. Adrienne, dopo aver finito con la camicia di lui, si tolse rapidamente anche la sua restando dinanzi a lui solo col suo reggiseno nero.

“Uhuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuuu” Urlò una voce da dietro. Billie si voltò rapidamente; Trè e Mike li osservavano divertiti dalla porta d’ingresso. Ok, da quanto cazzo di tempo erano lì???? Adrienne si mise la camicia davanti al seno e si abbassò la gonna.

“Ehm… noi… veramente”

“Billie era chiaro cosa stavi facendo, non preoccuparti!” scherzò Mike. Per fortuna aveva ritrovato il suo buon umore!

“Sìììì Adieeee fallo scopare, povero Cristo!Ecco perché è in costante scazzo! Perché non scopa! Col pipino che si ritrova ci credo che nessuno lo vuole!” aggiunse Trè ridendo come un matto.

“Ma noi non stavamo… “

“A-a-a! Billie! Non si dicono le bugie! Altrimenti ti cresce il naso! E considerando la tua scarsa altezza, dovrai camminare con la testa alzata in modo che non tocchi terra. Oppure potrai darti al salto con l’asta”

“Trè… sei un coglione!” disse Billie lanciandogli la sua camicia contro. Tutti risero. Finalmente l’atmosfera non era più cupa. I loro cuori finalmente erano più sereni, pronti ad affrontare qualsiasi situazione, anche quelle più avverse. Ovviamente perché mai avrebbero immaginato ciò che sarebbe successo in seguito.

 

Osservatorio di Seattle, ore 17.00.

“Sei in anticipo.” Disse l’uomo vestito da poliziotto.

“Lo so. Volevo dirti che ci ho ripensato. Forse li abbiamo spaventati abbastanza.”

Il poliziotto tremò nell’udire quelle parole.

“Più che altro io direi infuriati.”

“Quel che sia , non si va avanti; mi sono accorto che il mio comportamento è stato esagerato. E’ solo che ho reagito troppo impulsivamente.

L’altro uomo strinse i denti.

“E… i nostri affari?”

“Mi spiace, ma non posso darle la parte richiesta in precedenza. Ma le pagherò il lavoro svolto fin’ora.”

Il poliziotto sentì il sangue ribollirgli in testa .

“Bene. Io andrei, allora.”

“Oh, sì, s’è fatto tardi. Vado anche io. A presto!” disse allontanandosi verso l’uscita.

“A presto un cazzo! Ora ci penso io a farti ritornare la voglia di far affari con me.” un pensò l’altro uomo.

 

Fairmont Olympic hotel, ore 17:30.

“Billie, muoviti! So che la tua mancata scopata ti ha lasciato demoralizzato ma il resto del gruppo sta già negli studi e ci rompe il culo se non lo muoviamo”

“Aspetta Trè, non trovo il mio… berrettooooo” e si sentì un rumore. Trè roteò gli occhi.

“Sì e cerca di non romperti niente! Cazzo nano, riesci a cadere più volte tu che un bambino alle prime armi con una bici senza rotelline. Anche se tra te e un bambino….non vedo la differenza” sghignazzò.

“Ma che simpatico il principe del monomio, ha-ha.”

“Ha parlato il 5 centimetri

“Almeno io ne ho cinque, tu a stento arrivi ai quattro.”

“Vuoi misurarlo, per caso?”

“Andiamo in macchina, stronzo, Mike ci sta aspettando lì.”

“Oooooh, Billie, guido io. Tu puoi guidare solo i go kart, ma a stento!”

“Taci” Billie entrò in macchina e si mise al posto guida. Accese il motore e, ingranando la prima, si avviarono verso gli studi di registrazione.

“Oh Signore, mandacela buona anche stavolta, ti prego!” pregò Trè Cool provocando un sorriso collettivo.

 

“Ho deciso, ci andrò di nascosto!”

“Caroline, se tuo padre lo scopre ti ammazza!”

“Non me ne frega, Jane! Da undici anni mio padre mi impedisce di fare questo o quello! La vita è mia, cavolo! Ti prego, ci andiamo insieme al concerto dei Green? Ti prego Jaaaaaaaaaaaaaaaane!”

“Va bene, Caro! Va bene! Basta che la smetti di lamentarti e di assillarmi” disse la ragazza dai capelli rossi e ricci, Jane.

“A mio padre dirò che vengo da te. Invece noi andiamo lì! Yuhuhuhuhu!”

“Ok, basta!” urlò Jane esasperata.

“Andiamo a comprare adesso i biglietti, Jà?”

“Ah, ecco perché ieri mi hai chiesto di portare con me 50 dollari… ok, andiamo! Ma prometti che dopo non mi romperai le palle sventolandomi sotto il naso i biglietti!” disse tirandole un buffetto dietro la testa.

“Hahah non garantisco nulla! Ora mi hai scelta come migliore amica e mi sopporti!” le disse sfoggiando un sorriso a trentadue denti.

Aspettarono che il semaforo rosso lasciasse spazio a quello verde. Attesero 40 secondi. Scattò.

Cominciarono ad attraversare la grande strada a due corsie.

“E dimmi un po’ Jane cosa metterai al concer…” non riuscì a terminare la frase. Un tonfo sordo si udì per quell’enorme strada. Una macchina dell’altra corsia sbatté per aria la ragazzina.

Jane era immobile al suo posto. La macchina era corsa via. Non riusciva a capire cosa fosse successo. Vedeva solo la sua migliore amica, Caroline, per terra in una pozza di sangue. Sangue che sgorgava dalla sua testa sbattuta contro ad un paletto dopo essere stata scaraventata per aria.

 L’asfalto di quella strada nero e cupo come la pece era diventato di un rosso vermiglio che odorava di morte. L’asfalto di quella strada dove il destino e la vita avevano duellato. L’asfalto della strada di una vita infranta.

Quel corpo immobile a terra… no, non poteva essere davvero Caro.

“Ca-Caro?” disse più a se stessa che alla figura distesa in una posizione anormale sulla strada. Si avvicinò a quel corpo con le lacrime agli occhi. Su quel volto non c’era più il sorriso di pochi secondi fa. Non c’era più lo sguardo curioso. Semplicemente sul quel volto non era più disegnata la vita.

 

“ Billie, CAZZOOOO! FRENAAAAAAAAAAAAAAA!!!!” urlò Mike terrorizzato.

“Oh Cristo!” urlò Trè da dietro.

Un tonfo pensante. Il rumore di qualcosa che urta contro un auto che sfreccia a velocità troppo elevata. I tre furono sobbalzati leggermente in avanti.

“Che cazzo ho fatto, che cazzo ho fatto, che cazzo ho fatto!” urlava Billie con gli occhi verdi sgranati.

“Niente amico.” Disse Trè, con la faccia sbiancata, girandosi verso la strada da loro compiuta precedentemente per vedere ciò che avevano combinato. “Semplicemente l’hai messo sotto”.

 

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Eccoci qui! Bene, innanzitutto vorrei precisare che mi è spiaciuto moltissimo far morire Caroline ç_ç non era previsto, solo che leggendo i vostri commenti riguardo l’incazzatura esagerata di Mike ecc ecc ho capito che il motivo delle minacce era troppo idiota. Quindi mi son servita della povera Caro!

“Stronza” sìsì lo so scusa piccola! ^^”

@DevolDoll; ovviamente, grazie per aver recensito u.u non si tratta di un complotto vero e proprio… le cose saranno più chiare in seguito! ;)

@Helena89; eccoti Adrienne XD Solo che in questo capitolo ha ben altro a cui pensare e non si fa seghe mentali (sfido chiunque a cercare di farsele se stesse in una situazione come la sua xD).

Inoltre grazie a tutti quelli che leggono anche senza recensire! =)

 

  
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