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Autore: DiKey    11/03/2010    2 recensioni
Attesissimo(spero)sequel di "Fratelli", ambientato cinque anni dopo. Come si combatte un nemico che non si può sconfiggere?
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il leone,l'angelo, il drago'
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Leo VIII

Storm non scherzava quando aveva detto che ci avrebbe messo poco tempo a trovare il frammento della profezia. Poteva sembrare semplicemente presuntuoso, ma la verità era che già diverso prima che iniziasse questa storia lui aveva dato ordine di rendere nuovamente la capitale vivibile,per poterla ripopolare. Quanto aveva dovuto lottare! Associazioni di Archeologi e roba così. Lui ovviamente concordava, ma ci teneva a distinguere tra una rovina con valore archelogico ed un sasso molto vecchio. Lui per primo ci teneva salvare tutto il salvabile, ma sapeva benissimo che l'ostruzionismo della comunità internazionale era dovuto alla semplice volontà di bloccare la crescente espansione della sua nazione:Galbadia in particolare era terrorizzata dai suoi nuovi vicini. I beni archeologici di un qualche rilievo erano salvi da tempo, i sassi erano semplicemente sassi e facevano la fine dei sassi. Gli avrebbero sicuramente comunicato se avessero trovato un qualche passaggio, sepolcro o altra roba...diavolo, l'avevano chiamato alle 3 di notte per quella che sembrava una caverna con graffiti, mentre in realtà, dopo un sopralluogo alle cinque del mattino si è scoperto che si trattava solamente di normali fratture nella roccia così evidenti che anche un bambino se ne sarebbe accorto; allora lui si era messo a ridere, si era trasformato ed aveva abbattuto il pilastro portante della caverna con un colpo di spada.
Aveva salvato tutto ciò che meritava di essere salvato: il metallo arrugginito ed i sassi mezzi sgretolati dal tempo non rientravano in questa categoria.
Fujin ammirava il lavoro che questa nuova comunità aveva fatto a Centra: la fontana in mezzo alla città era stata messa a nuovo. e l'acqua zampillava fuori creando piccoli arcobaleni; non vi erano più strutture metalliche pericolanti, e la città si estendeva partendo proprio dalla rovine: il progetto era ambizioso: il palazzo presidenziale sarebbe stato a tre livelli,la struttura originale di Centra e le migliori tecnologie di Esthar.

"questo posto ha bisogno di una capitale" spiegava Storm a Fujin sull'elicottero che li stava portando alla città "il P-Garden è prima di tutto un'accademia militare-scolastica, e Winhill è troppo vicina a Galbadia per poter essere la capitale e non ha comunque metà del prestigio che hanno queste Rovine"

"QUANDO?"

"qual'era il nostro accordo Fujin?"

"uff...tra quanto sarà pronta?" chiese Fujin

"tre anni. la gente qui è laboriosa,inoltre ho ingaggiato degli Shumi. So che può sembrare strano ma ho quasi l'impressione che si divertano...sopratutto se si tratta di scavare. Pilota, atterra! "

Il pilota disse "ricevuto" ed iniziò la manovra d'atterraggio. Una volta atterrati il trio composto da Storm, Fujin e Ravenant si diresse verso il luogo in cui si trovava il direttore dei lavori. La strada era stata fatta con pietre bianche di forma rettangolare, le erbacce estirpate ed i Tomberry gettati fuori. L'operazione di "bonifica" aveva richiesto la mobilitazione dell'intero esercito ma ne era valsa la pena. Sorgevano già i primi palazzi ed i primi uffici, tutti a più livelli e quelli che dovevano essere i più importanti erano stati costruiti in modo da poter contenere colonne e pilastri, secondo lo stile dell'antica Centra.
Le scale pericolanti erano state sistemate, in modo da poter accedere alla parte alta della città senza il rischio di cadere di sotto e sfracellarsi sui sassi. Ma per chi fosse troppo pigro o impossibilitato a prendere le scale erano stati piazzati degli ascensodi di modello Esthariano, con tanto di classica "tubatura" trasparente. Ancora coprivano solamente il dieci per cento della città e venivano usati più che altro per il trasporto materiali, ma era chiaro che una volta completata l'opera si avrebbe avuto una città che avrebbe saputo riunire in sè il meglio del passato ed il meglio del presente.
Il problema era che per sviluppare il progetto occorreva versare un fiume di guil.

"Le miniere e le risorse di Winhill e Centra sostengono l'economia" spiegava Storm "ma per ricostruire questa città come le volevamo noi erano insufficienti. Quindi abbiamo deciso di arrangiarci recuperando il recuperabile e partendo da lì. La maggior parte della roba che vedi stava già qui."

"Storm...non credo gli interessi" disse Ravenant agitando la mano ed invitando l'amico al silenzio

"Invece è interessante...sopratutto perchè cinque anni fa qui c'era il nulla.."

"Fregato, Ravenant."

"..."

Storm si diresse allora dal direttore dei lavori, o meglio, il coordinatore che aveva il compito di controllare che l'esercito di ingegneri ed architetti seguisse il progetto senza problemi. Era il classico Galbadiano: altezza media, capelli neri, vestiti comodi e ben tenuti. Ed una faccia totalmente anonima. Più volte Storm era arrivato a scrivere il suo nome sulla mano per evitare di fare figure meschine. Poi aveva optato per una nuova soluzione: mai pronunciare direttamente il suo nome. Il Coordinatore era preoccupato ed incuriosito allo stesso tempo: durante i loro scavi gli Shumi avevano trovato un muro di mattoni neri con uno strano simbolo bianco nel sottosuolo, proprio vicino all'ingresso della città. Gli archeologi inviati non avevano saputo decifrarlo, e fare saltare il muro usando il C4 era impensabile, perchè si sarebbe provocato il crollo di una parte consistente di suolo.
Non appena Storm ebbe sentito il resoconto sorrise e promise che se ne sarebbe occupato di persona. Ravenant gli chiese il perchè

"Zucca vuota!" gli rispose Storm "Un muro sottoterra con uno strano simbolo bianco? Mi sembra fin troppo evidente che è quello che stiamo cercando!"

"giusto..."

"lascio a te l'equipaggiamento, io mi occupo del resto"

"e quale sarebbe il resto?" disse il tiratore in modo provocatorio

"Non ti riguarda. Fujin, ti spiacerebbe seguirmi?"

Fujin fece di si con la testa e si allontanò seguendo Storm, ma non gli sfuggì il fatto che il tiratore avesse fatto un sorriso molto ampio non appena Storm aveva richiesto la presenza di Fujin. Fujin seguì Storm finchè lui non la portò in quello che doveva essere un ufficio(a giudicare dai progetti su carta blu buttati qua e là), ma che ora era vuoto, e l'unica cosa insolita era un drappo rosso contente qualcosa poggiato sulla scrivania

"l'anima di uno spadaccino è nella sua spada. Tu hai fatto passi da gigante Fujin, impari in fretta e tiri di spada meglio della maggior parte dei cadetti con anni di esperienza alle spalle. Ma non hai una tua arma. Finora hai usato una spada presa in prestito, adesso è il momento che tu ne abbia una tua. Mi sono permesso di provvedere personalmente"

Storm tirò fuori dal drappo rosso una katana: il fodero dell'arma era blu mare con meravigliosi intarsi d'argento che si intrecciavano in strani disegni e lettere, rendendo il solo fodero un'opera d'arte. Storm estrasse la lama e la mostrò ad una sbalordita Fujin

"Ferro e Acciaio come nelle normali Katane. Ma l'anima di queste spada è costituita dalla Piume del Vento usate per aumentarne la leggerezza e l'affinità con l'elemento: So che prediligi questo tipo di magia. Nell'impugnatura sono stati utilizzati diversi biocristalli che aumentano l'energia con cui viene sferrato il colpo, ed il tutto è rivestito da pelle di un Dragon Izolde o Drago Blu: non scivolerà via nemmeno se ti trasformassi in acqua. E' un'arma unica.."

Storm la rinfoderò con un movimento solenne, poi la porse a Fujin per l'impugnatura

"per una donna unica. Quest'arma è tua Fujin."

Fujin prese l'arma con mani tremanti. Storm intendeva dire veramente quello che aveva detto? Prese la spada e cercò di legarsela al fianco come si conveniva con una Katana ma le mani le tremavano ancora e non riuscì a compiere l'operazione. Storm inarcò un sopracciglio

"ehi, tutto bene? me ne occupo io"

Storm si chinò e le sistemò la katana al fianco. Fujin fu più che contenta del fatto che dovendosi chinare per eseguire l'operazione non potè vedere che arrossiva. In quel momento entrò Ravenant che portava le uniformi e l'equipaggiamento adatto. Il tiratore guardò i due posando lo sguardo da Fujin a Storm, e poi da Storm a Fujin

"ho forse interrotto qualcosa?"

Fujin evitò di girarsi, Storm sembrava non capire

"Che diavolo stai dicendo Ravenant?"

"Meglio che non abbia interrotto niente,perchè non c'è tempo. Sistemate l'equipaggiamento, si va."

Fujin non disse più una parola finchè non indossò la leggera armatura che gli era stata data, era così sovrappensiero che non si accorse del fatto che l'armatura fosse  una classica divisa Phalanx. Sentì il bisogno di cambiare discorso.

"Ravenant, nome strano..."

"infatti. non è il suo vero nome."

Fujin lo guardò con uno sguardo interrogativo e Storm spiegò il motivo di questo nome

"Per sette volte è stato considerato KIA, Killed in Action. Ma ogni volta rispuntava fuori, più tosto e carogna di prima. Proprio come i morti che continuano a rialzarsi dalla tomba, i Ravenant. Ecco qui il suo soprannome."

Finita la spiegazione i due erano ormai pronti e si avviarono. Ravenant li aspettava all'entrata del condotto, aveva già imbracciato il suo fucile modificato. Passò loro due visori notturni, perchè non avrebbe avuto nè luce artificiale nè luce naturale dopo quel muro. O almeno sarebbe stato strano trovarne. Scesero sotto terra e Fujin potè constatare come gli Shumi fossero deglui scavatori a dir poco eccellenti, difatti sembrava di camminare su una strada asfaltata. Alla fine arrivarono di fronte al muro sospetto: una parete nera, ed al centro tre triangoli bianchi legati fra loro in un'unica figura.

"Valknut" disse piano Storm

"Cosa?" chiese Fujin

"Stai parlando con me?" disse il tiratore

"E' un simbolo legato al culto di Odino, di norma viene raffigurato sotto i piedi di Sleipnir ma è stato trovato anche in alcune tombe: è associato ai riti mortuari"

Fujin ammirava Storm sempre di più: non solo era un eccezionale guerriero ed un grande maestro, aveva anche una cultura straordinaria! Avrebbe mai accettato...
Ma la voce di Storm interruppe i pensieri della ragazza. Inizialmente non capì se si stava rivolgendo a lei o al tiratore, ma si accorse che in realtà Storm stava riflettendo ad alta voce.

"Valknut quindi viene usato anche come simbolo di morte...ma il colore della morte è nero,non bianco. Quindi se fosse stato il contrario.."

Storm tamburellava con le dita contro la tempia per aiutarsi a riflettere, ma senza successo ed i minuti scorrevano. Fujin avrebbe tanto desiderato essere utile in quel momento! Come se potesse! In fondo a che serviva lei lì? Perchè Storm l'aveva portata, quando aveva sicuramente decine di migliori combattenti a sua disposizione? Passò le dita sullo strano simbolo...che idea stupida! Si aspettava che i triangoli iniziassero a parlarle! Però qualcosa di strano c'era...era come se ci fosse qualcosa in rilievo. Incuriosita, passò le dita con più attenzione..

"SCRITTA!!"

"che?"

"C'è una scritta! non si vede ma si sente sotto i polpastrelli"

gasato Storm iniziò a passare la mano sul triangolo, e constatò che Fujin aveva ragione

"fantastico Fujin, non ci avevo fatto neanche caso! Ravenant, renditi utile e segna le lettere che ti dico"

Senza block notes nè penne Ravenant prese il suo pugnale ed incise nella terra quello che Storm gli comunicava. Riportò fedelmente ogni lettera ed i due controllavano più volte. Ma la frase non aveva senso.

"Certo che è strano qui sotto" disse Fujin "i colori invertiti, quella scritta...è come se le cose fossero al contrario"

Storm lanciò un urlo belluino di gioia. Balzò in piedi e
preso dall'entusiasmo diede un rapido ma potente bacio a Fujin 

"è ovvio, è dannatamente ovvio! Il contrario! La scritta va letta al contrario! Fujin, sei fantastica"

detto questo si girò verso la scritta come se non fosse successo niente e tradusse: La vita è nel sangue. La vita è la chiave.
Storm allora si tolse il guanto sinistro e prese il pugnale di Ravenant. Respirò profondamente...e poi si piantò il pugnale nella mano, colpendo il profondità, ma senza toccare le ossa. Fujin gridò e Ravenant gli chiese urlando cosa diavolo stesse facendo. Storm si girò e rideva, come se non sentisse il dolore. Poi poggiò la mano trafitta sul triangolo bianco.

"il sangue è la chiave per passare. E' vita. E dato che qui funziona tutto al contrario, la morte è la serratura."

mai parole furono più profetiche. Neanche il tempo di finire la frase che il muro si aprì, rivelandosi essere in realtà un massiccio portone. Ravenant esultò, ma Fujin guardò la mano sanguinante di Storm

"fammi vedere la ferita.." gli disse

"Nah, tranquilla. Non è niente, a breve sarà come nuova." E detto questo entrò nel tunnell, senza calarsi il visore. Ma Fujin non ci fece caso.

Storm era strano. Era come se disprezzasse la sua stessa vita. Fujin non lo aveva mai visto lanciare una magia di cura su di sè, anche se le lanciava spesso su altri. Lo aveva visto incassare colpi su colpi e continuare a lottare. Era come se non considerasse la sua vita. E quel bacio significava qualcosa era stato solo un gesto fatto impulsivamente? E perchè ci sta pensando tanto? La voce di Ravenant la richiamò alla realtà

"Ragazza, vai avanti."

I due avanzarono seguendo Storm che gli disse di levare i visori. La stanza era illuminata: Storm aveva usato una magia di fuoco per accendere le torce.
Era un locale quadrato del tutto spoglio: terra e polvere cadevano dal soffitto e penetravano dal terreno. Ai muri laterali c'erano in piedi i resti di quattro uomini armati con cotta di maglia ed asce. Sul muro frontale c'era invece quello che rimaneva di un uomo imponente, che stringeva tra le ossute mani una spada: spada che nonostante la polvere brillava come emettesse luce propria al riflesso delle torce. Fujin sapeva il perchè: in questa regione di Centra i guerrieri morti in battaglia venivano seppelliti in piedi. Ed inoltre questo giustificava il simbolo sul muro. Storm si avvicinò al corpo, avvicinando la faccia alle orbite vuote dello scheletro barbuto; poi calò lo sguardo sulla spada e notò un'incisione sulla lama. La lesse, ma non ad alta voce. Fujin fremeva di curiosità. Ma quando rialzò la testa era nervoso, muoveva la mascella da destra a sinistra e non c'era allegria nella sua voce.

"è uno dei frammenti."

"Si! Prendi la spada ed andiamo Storm!" disse un esultante Ravenant.

Storm la prese e le fiamme si spensero. Ci fu come un forte vento, ed era molto strano in un luogo chiuso come quello. Improvvisamente, Fujin sentì chiaro il rumore di passi leggeri e scricchiolanti.

"mettete i visori!" urlava Storm

"Non funzionano!" urlò Ravenant, che cominciò a sparare in modalità mitra.

Fujin impugnò la sua katana. Improvvisamente si sentì un tutt'uno con la spada, con l'acciaio della lama. Non avrebbe perso. Non sarebbe morta. Nessuno lì dentro sarebbe morto. Percepì il movimento dell'ascia pochi secondi prima che calasse, e riuscì a spostarsi di lato, urtando qualcosa che preferì non identificare.Colpì dove sentiva l'aria spostarsi, e seppe che il suo colpo era andato a segno, così come i successivi ma non poteva usare l'udito perchè i colpi di Ravenant rimbombavano per tutta la struttura.

"non possiamo combatterli se non li vediamo!" Disse Ravenant, che era stato ferito alla spalla

"Ed allora al mio tre iniziate a correre!" urlò Storm mentre le sue spade incrociavano un'ascia e tranciavano femori,che magicamente si riattaccavano

"NO! Cosa vuoi fare Storm?" urlava Fujin

Le fiamme illuminarono nuovamente la stanza, ma stavolta provenivano da Storm. Il Phalanx aveva richiamato il potere della Junction Symbiosys e si era trasformato nell'ibrido uomo-drago. Dalle spade scaturivano lingue di fuoco, il suo volto era trasfigurato in una maschera di furia pura

"TRE!"

Ravenant afferrò Fujin ed iniziò a correre mentre la ragazza si dimenava per liberarsi

"non possiamo lasciarlo!"

"Quello ha le pelle coriacea come e più di uno stradannatissimo maledetto dragone!"

Le fiamme divennero più forti,l'intera sala venna avvolta dal fuoco puro, L'esplosione che seguì fu tremenda, e Ravenant e Fujin vennero letteralmente scaraventati fuori dal tunnel ed atterrarono tra la terra appena smossa degli scavi. Il Tunnel dietro di loro era crollato.

"Storm.." riuscì a dire Fujin stringendo la sua Katana

Ravenant iniziò a balbettare il nome del suo amico e capitano, ma improvvisamente ci fu una seconda esplosione ed una colonna di fuoco uscì dal terreno arrivando fino in cielo e poi tornando a terra, mentre piccole fiamme brillavano intorno come tanti fuochi fatui. Al centro delle fiammelle stava Storm che era impegnato a spegnere le fiamme sulla sua uniforme passandoci sopra la mano. Guardò gli stupiti Fujin e Ravenant indicando loro la spada appena recuperata

"Spero solo che adesso non mi facciano causa per aver danneggiato dei beni archeologici..."

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Note dell'autore: come si buon vedere il capitolo è narrato dal punto di vista di Fujin. Trovo infatti che questo sia un personaggio spesso sottovalutato ed ho provato  a rendere giustizia alla loquace ragazza, cercando di approfondire nel frattempo questo suo "rapporto" con Storm.
Il Valknut è un simbolo realmente esistente, ci sono ancora incertezze su cosa significhi realmente e Storm si è fatto portavoce di una delle teorie più seguite. Visto il legame del posto con Odino ho pensato che un po' di mitologia scandinava sarebbe stata la più adatta per il "Sepolcro del Campione di Centra" 
   
 
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