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Autore: The_Viking    12/03/2010    4 recensioni
Ho sempre nutrito una forte passione per i Paesi del Nord e la loro cultura musicale, folkloristica, storica e non solo; non è semplicemente dovuto al fatto che, pur non avendo io origini nordiche, il mio nome sia Olaf. No, sarebbe stato troppo banale. E' qualcosa di più profondo, di radicato intimamente... come quando, guardando il cielo al tramonto, ogni tuo pensiero si blocca poiché tu, la stessa persona che tante volte si è fermata a riflettere, volgi ora tutte le tue energie mentali alla contemplazione di quello spettacolo e sai che, se per riflettere avrai ancora tempo, per osservare quella visione effimera non avrai che una manciata di secondi. Da questa sensazione di sospensione magica nasce Miðgarðr No More, una saga di ispirazione vichinga che vuole tradurre in parole tutto questo.
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dopo quell'attacco di nani erano passati giorni interi, incessantemente tormentati da avvistamenti, schermaglie e veri e propri attacchi.
I nani parevano molto numerosi, anche se non particolarmente forti, mentre il contrario era supponibile per i giganti; ormai i guerrieri scandinavi conoscevano quei nemici prima ignoti, sapevano come agivano e, non di rado, quali fossero i loro punti deboli e quali quelli di forza.
Eppure, nonostante le numerose sconfitte da essa subita, l'alleanza nani-giganti perdurava e, anzi, pareva prendere vigore ogni attimo di più, al punto che la situazione cominciò a farsi insostenibile.
Gli uomini non dormivano quasi più, ormai pressoché certi dell'imminenza di un attacco anche di notte; erano stanchi, sempre meno motivati, sempre meno numerosi. Le perdite erano state contenute, non superiori alla decina di vittime, tuttavia nessuno avrebbe scommesso sulla tenuta di quell'armata spossata e sempre più inaffidabile.
Thorgrim Haraldsson, in via di guarigione, ancora nel proprio letto chiese aiuto direttamente agli dèi.
- Fjölnir Óðinn, aiutaci a respingere questi nemici venuti da altri mondi! Vinci i malvagi nani, coalizzatisi contro l'ignaro e innocente mondo di Miðgarðr! Potente Thor, colpisci col tuo Mjöllnir i vili giganti! Freyr, Freyja, pervadete della vostra grandezza i rigidi cuori delle creature che hanno deciso di inimicarsi noi!
Gli dèi non lasciarono cadere nel vuoto l'appello dell'uomo.
Il saggio Odino convocò assemblea ad Ásgarðr, nella sala del Valhalla, facendovi partecipare eccezionalmente non solo gli einherjar ma anche gli dèi.
- Fratelli, sorelle, guerrieri e tutti coloro che hanno l'onore e la responsabilità di sedere qui.
Questo è il giorno della decisione, della coesione, della solidarietà.
Siamo stati invocati dagli uomini, e io stesso ho potuto constatarne l'effettiva necessità, affinché rendiamo loro un aiuto nella difficile guerra che essi stanno combattendo contro nemici troppo numerosi per le loro forze. Non lo nasconderò: non sarà solo un intervento in loro aiuto ma anche in supporto a noi stessi. I nemici, infatti, hanno subdolamente creato una grande alleanza per arrivare alla conquista non solo di Miðgarðr ma anche di Ásgarðr.
Nella sala si alzò un boato di stupore, che non nascondeva una certa preoccupazione.
- Voi non dovete avere paura: siamo dalla parte del giusto e non lo dobbiamo dimenticare. Abbiate paura e i nostri nemici ci vinceranno!
Il mormorio tacque, sostituito da un teso silenzio.
- Desidero che conosciate le dinamiche dei fatti degli ultimi tempi: vi sarà fondamentale la consapevolezza della realtà. Tutto è nato a Mùspellsheimr, regno dei giganti di fuoco, per opera del più temibile di loro: Surtr.
Ricominciò il trambusto, all'interno del quale riuscì a prendere la parola Thor.
- Padre, quel gradasso non ci avrà! Lo brucierò con i miei fulmini, lo farò pentire di essere comparso nell'Universo, di aver pensato e di aver poi agito. Voi, qui presenti! Volete che uno stupido gigante presuntuoso vinca anche solo uno di noi? Volete dargli la soddisfazione di far parlare di sé per l'eternità, di imporre la propria arrogantocrazia su tutte le creature che nacquero dal sacro albero di Yggdrasill?
Un unico, fortissimo boato di no scosse l'immensa sala dei guerrieri. Odino sorrise dentro di sé, pensando al piglio oratorio del figlio.
Il sapiente proseguì.
- Thor ha ragione: non dobbiamo cedere. Tuttavia, per motivarvi maggiormente, mi addentrerò più nei dettagli. Dovete sapere che i giganti hanno intenzione di sterminare gli uomini per insediarsi stabilmente a Miðgarðr e, da lì, di attaccarci ripetutamente. La motivazione che essi adducono è del tutto infondata: ritengono che il loro orgoglio sia stato scosso da noi, dagli uomini e, in sostanza, da tutti coloro con cui essi hanno dei disaccordi. Si sono dimenticati di quanti giganti si sono trovati e si trovano tuttora dalla nostra: evidentemente il loro orgoglio è cieco e infantile.
Freyja intervenne.
- Sapiente Odino, queste sono le motivazioni dei giganti; i nani che scopo desiderano perseguire?
- Uno scopo analogo, Freyja: come vedi, l'ottusità è una caratteristica comune a molti. Ma tornando a noi, voglio solo chiedere la vostra collaborazione in questo scontro con i giganti e i nani. Noi non vogliamo sterminare le popolazioni di interi mondi, - e qui Odino fece un mezzo sorriso al figlio Thor, che egli sapeva ardere del desiderio di eliminare anche solo le tracce dei giganti - bensì far tornare ognuno nella propria area di competenza. Vogliamo punire i nostri nemici per la loro arroganza, non cancellarli; speriamo che, nonostante la loro stupidità, un giorno capiscano quanto siano state sciocche e infondate le loro attuali motivazioni. Allora, chi è con me?
Gli einherjar furono i primi ad alzarsi in piedi; accompagnarono il gesto con grida di battaglia, che incutevano effettivamente un certo timore. Ad essi fecero seguito Thor, entusiasta, e sua moglie Sif, che era stata fra i primi a sentire il pericolo costituito dai giganti; fu poi il turno di Freyr, Freyja e, poco alla volta, tutti gli dèi. Uno solo non disse nulla e, al contrario degli altri, scoppiò a ridere divertito; non fu tuttavia notato, in mezzo al trambusto. Costui era Loki.
Poco dopo una sentinella del campo islandese sotto il comando di Baldrir vide, in lontananza, delle armature luccicanti portate da uomini e donne così particolari che si sarebbero potuti dire... dèi.
   
 
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