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Autore: PerfectConcert_    12/03/2010    1 recensioni
Cerco di focalizzare l’immagine che si trova a pochi passi da me. Non può essere. Sgrano gli occhi. Si, devo essere svenuta. E aver battuto la testa forte. Molto forte. “Alice!”ripete quello, mostrando i suoi grandi e spaziati denti bianchi. “Non sto molto bene” è tutto quello che riesco a dire, mentre mi lascio cadere a terra.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Odore di prato inglese. Odore di pasticcini. Odore di tè. Ma non quel tè.

E’ diverso, è anomalo. Non sfiora le tue narici. Non stuzzica la tua gola. Non trasmette quell’ irresistibile voglia di assaggiarlo. E’ tè, solo questo.

La ferita al braccio è ormai rimarginata. Istintivamente sorrido

I mie capelli sono un disastro, sporchi di terra e pieni di foglie. Per non parlare del mio abito celeste.

Per quanto la mia mente stenta a crederlo, laggiù è tutto reale.

Così reale da far male. Come aver dovuto dirti addio. Mi sfugge un lungo sospiro.

Corro in direzione della cerimonia. Ho ancora una domanda alla quale rispondere, e non è da me lasciare le cose in sospeso.

Quassù la mia mente è ancora affollata da tanti punti interrogativi, pronti ad essere tramutati in semplici punti. E poi finalmente potrò andare a capo.

Potrò tornare nel luogo che sento veramente mio.

Rallento la corsa, dinanzi a me intravedo la nobiltà schierata al di sotto del gazebo. Parlano a gran voce, e molti di loro pronunciano il mio nome, spesso unendolo alla parola “Sciagurata”o “Matta”.

Matta. Rido. Oh si, quest’ultimo trovo sia molto più appropriato.

A piccoli passi mi avvicino, ed il gazebo appare sempre più vicino e grande.

Il cuore accelera i battiti. L’aria è come divenuta pesante. Da quando sono uscita dalla tana un dubbio mi attanaglia.

E se stessi sbagliando tutto? Se stessi solo rincorrendo fantasmi?

Ho paura di non trovare nulla quassù. Ho paura che non afferrerò che vento.

Ora, mi sento sola. Mi si annebbia la vista. Smarrita.

Smarrimento, solo smarrimento. Mi guardo attorno. Sto per svenire, lo sento.

Non vedo risposte, non vi è alcun faro pronto a guidarmi.

Dio. Non mi sentivo così da quando te nei sei andato, padre.

“Alice”.

Mi volto piano. Chi è?

Dio, come mi gira la testa. Il mio nome rimbomba nella mia mente come un tamburo.

Cerco di focalizzare l’immagine che si trova a pochi passi da me.

Non può essere.

Sgrano gli occhi. Si, devo essere svenuta. E aver battuto la testa forte. Molto forte.

“Alice!”ripete quello, mostrando i suoi grandi e spaziati denti bianchi.

“Non sto molto bene” è tutto quello che riesco a dire, mentre mi lascio cadere a terra.

Quei capelli rossi, quegli occhi.  

“Tutto bene? Non volevo spaventarti!”fa lui avvicinandosi, mentre con la mano pallida mi accarezza la fronte e con l’indice ricalca le linee del mio viso.

“T-tu… Cosa ci fai qui?”. Mi sento come stordita. La ragione mi sta abbandonando, definitivamente.

Ridi. Ridi dolcemente. Avverto le tue labbra avvicinarsi al mio orecchio.

“Troppe emozioni in un giorno ti fanno male, mia cara”sussurri, per poi ridacchiare con innocenza.

Alzo lo sguardo. Ecco, ora potrei seriamente svenire.

Il tuo profumo mi sta riempiendo i polmoni.

“Perché… I-io…”balbetto, ormai preda delle mie stesse emozioni.

“Alice”dici, mentre regalmente ti sfili il cappello. “Sono qui per servirti” e piano strizzi il tuo occhio smeraldo.

“S-ser… Cosa?”. Non mi riconosco più. Sembro divenuta completamente analfabeta.

“Alice”. La tua voce sembra così reale. Mi fa male, tanto male. Ancora una volta.

La tua grande mano si poggia sulla mia spalla minuta, e con l’altra mi prendi la mano. L'accarezzi piano, disegnando piccoli cerchi.

Ti prego, basta… Perché sei venuto quassù per torturarmi?

Il tuo sguardo, il tuo sorriso, il tuo tocco così delicato e puro… Tu non sei qui, non sei mio. Vattene dalla mia mente, mi hai resa squilibrata come te! Non sei reale.

Non posso renderti reale.

“Sono venuto quassù per restare”.

Mi sorridi. Tu non ti stanchi mai di sorridermi. Stringo i fili d’erba. Rimango a bocca spalancata.

“Alice, non svanirò. Non sono mai svanito”.

E prima che potessi formulare qualsiasi tipo di frase, tu mi precedi.

Mi stringi. Forte. E l’odore di tè, del vero tè, sfiora il mio naso.

Potrei impazzire, veramente.

Rimango incredula poggiata sul tuo petto, mentre i miei capelli solleticano le tue labbra rosse.

La felicità mi travolge come un’onda priva di qualsiasi controllo. Il tuo profumo mi travolge.

Sei qui.

E il tuo calore mi ustiona il cuore, dolcemente.

“Allora restiamo così, oh mio Cappellaio”.

Intravedo il tuo inimitabile sorriso.

Ora che tu sei con me, non afferrerò solo vento.

 

  
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