REAL WEB DATING
Capitolo
4
Muse - Can't take my eyes off you (cover)
POV Neil
“Parto
per Parigi appena posso.”
E lo avrei fatto. La mia era una
promessa.
Mi alzai di scatto dalla scrivania.
I fogli del processo che stavo seguendo volarono via.
Oh al diavolo la causa!
Ci sarebbero state altre occasioni
per il mio lavoro.
E poi poteva occuparsene Darren.
Il buon nome della nostra società
non avrebbe subito gravi danni.
Afferrai il telefono quasi con
rabbia. Avevo fretta.
Il telefono squillò a vuoto per
qualche minuto.
Dove era finito Darren?
“Pronto.”
“Darren sono Neil. Ho bisogno di un
favore.” Grazie al cielo era riuscito ad arrivare al telefono.
“Non potevi aspettare di vedermi a
lavoro?” rispose irritato.
“Darren è importante. Ho bisogno di
qualche giorno di ferie dal lavoro.” dissi.
“Neil, non puoi. L’appello è tra due
settimane e sai che abbiamo bisogno di sfruttare al meglio il tempo.”
“Darren, puoi occupartene tu. Hai
seguito questo caso dall’inizio, non avrai problemi. Ti prego è l’ultimo favore
che ti chiedo.” Insistetti.
“Si può sapere cosa diavolo devi
fare di più importante del lavoro?”
“Vado a Parigi. Madeleine ha bisogno
di me.”
“Neil, anch’io ho bisogno di te in
quella maledetta aula di tribunale. Potrai dedicarti all’amore quando sarà il
momento.”
“Darren, non vado a Parigi solo per
conoscerla. Non ho ben capito di cosa si tratta, ma nelle ultime mail ha
scritto che ha dei problemi seri e che ha bisogno del mio aiuto per risolverli.
Darren non voglio pregarti per tutto il giorno.”
“E va bene Neil, ma non chiedermi
altri favori. E cerca di essere reperibile se dovessi avere bisogno di te.”
“Grazie Darren. Più tardi prima che
l’ufficio chiuda, avrai tutti i documenti sulla tua scrivania.” Dissi felice di
aver sistemato almeno una parte dei problemi che rischiavano di impedirmi di
partire.
“Si certo. Quando hai intenzione di
partire?”
“Prendo il primo volo disponibile
non appena ho sistemato tutto.”
“Va bene Neil. Ti chiamo se ho
bisogno di te.”
“Certo. Ciao.”
“Ciao.”
Riagganciai la cornetta e iniziai a
raccogliere i fogli sparsi sul pavimento.
Mi sedetti davanti al computer e
prenotai il mio volo per Parigi. Solo andata.
Merda! Il primo volo disponibile era
per il mattino successivo.
Digitai il codice della mia carta di
credito e aspettai che l’agenzia mi inviasse tutti i dettagli.
Andai in bagno e feci una doccia per
distendere i nervi.
Cercai di calmarmi. Era quasi tutto
pronto, non era il caso di essere così teso.
Il lavoro era sistemato e presto
avrei visto Madeleine.
Ancora avvolto nell’asciugamano
controllai i dettagli del volo.
Il volo partiva dal Luton
International alle 7.20 del mattino.
L’atterraggio era previsto per le
9.40 all’aeroporto di Charles du Galle.
Inviai una mail a Madeleine
avvisandola dell’ora del mio arrivo.
Lei mi avrebbe aspettato lì.
Prenotai un albergo non molto
lontano dall’aeroporto.
Mi vestii ed uscii per raggiungere
l’ufficio.
“Buon pomeriggio signor Moore.” La
voce della segretaria mi fece sobbalzare.
“Salve Aghata. Potrebbe lasciare
questi documenti al signor White?”
“Certo. Vuole lasciargli anche un
messaggio?”
“No. Lui sa già di cosa si tratta.
Grazie.”
“Si figuri signor Moore. Le auguro
una buona serata.”
“Grazie Aghata. Buona serata anche a
lei.” La salutai con un cenno della mano e uscii dallo studio.
Mentre guidavo non riuscivo a non
pensare a lei.
Da giorni ormai le stesse domande
vorticavano nella mia testa.
Non ero riuscito a trovare una
spiegazione al suo comportamento e adesso era tutto ancora più confuso.
Cosa era successo di tanto grave da
dover chiedere aiuto ad uno sconosciuto?
Perché io ero uno sconosciuto. Anche
se ci eravamo raccontati gran parte della nostra vita quotidiana tramite le
mail, in fin dei conti entrambi non sapevamo niente dell’altra.
Preparai i bagagli ed ordinai la
cena.
Il tempo non accennava a voler
passare.
Magari uscire mi avrebbe calmato. Chiamai
qualche amico e uscii per fare un giro.
L’aria fresca della sera mi avrebbe
aiutato a respirare.
Era notte fonda quando tornai a
casa. Meglio così, avrei avuto solo il tempo per riposarmi e per non pensare.
Quando la sveglia suonò sembrava che
avessi appena poggiato la testa sul cuscino.
Feci una doccia veloce, presi i miei
bagagli e chiamai un taxi per arrivare in aeroporto.
Il tempo passò in fretta. Non avevo
avuto il tempo di rendermi conto che tra poco meno di un’ora avrei visto
finalmente Madeleine.
La voce gentile e calda dell’hostess
ci avvisò che l’atterraggio era imminente, invitandoci ad allacciare le
cinture.
Solo pochi minuti mi separavano da
lei.
Solo pochi minuti.
Fortunatamente recuperai il bagaglio
velocemente e camminai verso l’uscita.
I corridoi sembravano così lunghi e
malinconici tanto da riuscire a innervosirmi.
Cosa avrei fatto non appena l’avrei
vista?
Non sapevo nemmeno come fare a
sapere che era lei.
Quando il corridoio terminò mi
guardai intorno.
Giovani innamorati si salutavano con
affetto.
Genitori attendevano i figli con
estrema impazienza.
Uomini e donne d’affari si facevano
strada tra la gente.
Rimasi stordito da tutto quel via
vai di gente.
Alzai lo sguardo dal pavimento per
qualche secondo. Fu in quel momento che la vidi.
Una ragazza minuta, bionda e
bellissima era appoggiata ad una delle colonne che sostenevano la grande
struttura dell’edificio. Si mordeva il labbro e cercava con lo sguardo
qualcuno.
Era imbarazzata e confusa dalla
gente quasi quanto me.
Mi avvicinai a lei cercando di non
spaventarla.
“Madeleine?” Fu quasi un sussurro il
mio.
Lei si voltò di scatto verso di me.
Non si aspettava di trovarmi così vicino a lei.
Indietreggiò di qualche passo.
“Neil?” disse.
Annuii felice per averla trovata
così presto.
Un sorriso si aprì sul suo viso. Era
bellissima.
Niente a che vedere con le mie
fantasie.
I suoi occhi azzurri, così belli e
profondi come l’oceano mi osservavano divertiti e allo stesso tempo
imbarazzati.
Non stava bene fissare così una
ragazza.
Mi ripresi dal mio stato di estasi e
le sorrisi.
“Come è stato il viaggio?”chiese
timida.
La sua voce era musica per le mie
orecchie, il suo inglese quasi perfetto misto al suo marcato accento francese
era qualcosa di veramente singolare.
“Bene grazie.” Non mentii. Avevo
dormito per tutto il tempo.
L’ansia non aveva minato il mio
stato d’animo, per lo meno non durante il viaggio.
“Hai fatto colazione Neil?” il mio
nome tra le sue labbra ebbe il potere di sciogliermi completamente.
Cosa mi stava facendo?
Ero totalmente rapito da Madeleine.
Non riuscivo a togliere gli occhi da
lei. Dal suo piccolo corpo, ma allo stesso tempo perfetto.
Sorrisi quando mi resi conto che non
mi aveva mentito sul suo aspetto fisico. Anche se aveva dimenticato di dirmi
che era la creatura più bella che esisteva a questo mondo. Ed io mi sentivo
tremendamente fortunato ad averla accanto a me in quel momento.
“Non ancora. Tu?” chiesi.
“Nemmeno io. Avevo voglia di fare
colazione con te.” Rispose, abbassando la sua voce nella parte finale della
frase.
Una sensazione strana, che non avevo
mai provato si insinuò delicata dentro di me.
“Bene. Posso offrirle la colazione
Madame?”spinsi in fuori un braccio per invitarla a precedermi. Per un attimo si
irrigidì. Con un sorriso cercò di nascondere quel suo riflesso involontario.
“Mais oui Mounsieur!” rispose lei,
allargando ancor di più il suo sorriso.
Insieme, uno accanto all’altra ci
avviammo verso il bar più vicino.
L’imbarazzo iniziale sembrava
sparito.
Prendemmo posto in quel caotico, ma
allo stesso tempo accogliente, locale.
Ordinammo la colazione non appena un
cameriere si avvicinò al nostro tavolo.
“Allora, ti va di raccontarmi cosa
sta succedendo?” chiesi di getto. Non avevo avuto il tempo di pensare.
Madeleine si rannicchiò nella sua
poltroncina e io mi maledissi per quella domanda.
Eppure ero lì per quello, no? Avevo
preso il primo volo per Parigi proprio perché lei aveva bisogno di me.
Quanto era sbagliato voler fare
chiarezza su di lei?
Il cameriere lasciò la nostra
ordinazione sul tavolo.
Bevemmo i nostri caffè in silenzio.
Madeleine non aveva nessuna
intenzione di rispondere alla mia domanda.
“Perdonami, non avrei dovuto
chiedertelo così.” Provai a scusarmi.
“Non preoccuparti, è giusto che tu
voglia sapere la verità, magari ne parliamo un’altra volta.” Mi rispose quasi
sussurrando.
In quel momento tutta l’ansia e la
tensione che avevo provato nei giorni precedenti si tramutò in rabbia.
“Ho preso il primo aereo disponibile
perché avevo paura che ti stesse accadendo qualcosa di terribile e tu non vuoi
dirmi nulla?” sbottai.
Madeleine si rannicchiò su se stessa
ancora di più.
Lasciò la sua tazza di caffè sul
tavolo.
Il suo sguardo mi trafisse perfino
l’anima.
“Scusami se mi riesce difficile
parlarne.” La sua voce si incrinò e i suoi occhi si riempirono di lacrime.
“Buona permanenza a Parigi Neil.”
Sputò e alzandosi uscì dal bar.
Non avevo avuto il tempo di fare
nulla.
Non mi aveva dato nemmeno il tempo
di chiederle scusa per le parole che le avevo rivolto.
Mi girai verso l’uscita, ma la sua
sagoma sembrava sparita nel nulla.
“Sei un’idiota Neil, ecco cosa sei!”
imprecai a me stesso.
Pagai il conto della colazione e
arrabbiato con me stesso raggiunsi il mio albergo.
Ciao a tutti!!!
Eccovi il nuovo
capitolo.
Innanzitutto ringrazio
tutti: quelli che seguono la storia, quelli che la preferiscono e quelli che
leggono solamente.
Vi invito ad ascoltare
le canzoni che scelgo per ogni capitolo. Se le ascoltate prima, dopo o durante
la lettura, non è importante.
Tutti i brani che fin’ora
sono stati inseriti, raccontano il senso di ogni capitolo, soprattutto per
quanto riguarda i testi.
Un’ultima cosa prima di
lasciarvi. Questa storia avrà in tutto 10 capitoli.
Non so ancora se ci
saranno degli extra oppure no, ma per quanto riguarda ciò, ne parlerò più
avanti.
@Marti94: benvenuta!!!! Sono contenta di avere una nuova lettrice. Hai fatto
bene ad aspettare, avrei fatto lo stesso anch’io.
Ed è anche vero che l’argomento
che ho scelto di trattare è davvero molto complesso. Vorrei tanto non fare
casini.
Spero che con il
procedere dei capitoli, continuerai a trovare interesse per questa storia. Un
bacio e alla prossima!
@SASA 89: benvenuta anche a te! Ti
ringrazio, sono felicissima che ti piaccia.
E sono contenta che l’argomento
trattato ti abbia incuriosita.
Spero che questo
capitolo ti sia piaciuto. Un bacio e alla prossima!