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Autore: white_kahlan    13/03/2010    1 recensioni
giusto perchè non riesco a farmi venire l'ispirazione per finire le altre fic mi cimento in qualcosa di diverso... se farà pena vi giuro che cancello tutto e facciamo finta che non abbia mai iniziato.. invoco il vostro sostegno.. ^^ A...Ancora B...Beauty C...Choji D...Dream E...Esuberanza F...Flower
Genere: Romantico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ino Yamanaka, Shikamaru Nara | Coppie: Shikamaru/Ino
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Choji

 

La sagoma di un ragazzo in carne si stagliava sull’orizzonte d’orato.

In mano un pacchetto di patatine e sul viso un’espressione beatificante e tranquilla.

Sedeva a gambe incrociate sorridendo, come se stesse aspettando qualcosa di cui conosceva l’evolversi.

Dopo poco una ragazza bionda infuriata si dirigeva verso di lui.

“choji, oh grazie a dio ti ho trovato! Lo sai cosa mi ha fatto? Cioè quel ragazzo è assurdo io ahhhhh!!”

Il ragazzo paffutello la osservò continuando a mangiare lentamente il suo snack mentre la giovane kunoichi si lasciava cadere sull’erba accanto a lui raccontando tutti i particolari.

“come al solito è… è… il solito ecco! Choji ma perché non se ne accorge?”

Il giovane annuì, poi le disse con una mano sulla spalla

“vedrai che si sistemerà tutto, sai com’è fatto prova ad andargli incontro”

La giovane si asciugò le lacrime e lo ringraziò prima di sparire dietro al boschetto che riportava in città.

 

Dopo qualche minuto apparve un ragazzo moro, coi capelli raccolti in una coda, dall’espressione furente.

“Choji, amico, non immagini che pomeriggio di inferno!”

Choji lo osservò lanciarsi sul prato e mettere le mani dietro la nuca.

Lui era più silenzioso della bionda,

ma ugualmente l’amico sapeva ormai distinguere le tonalità del suo tacere.

Infatti non si sorprese quando dopo mezz’oretta il moro aprì bocca

“che razza di seccatura. Devo andare a scusarmi vero?”

Il ragazzo paffutello sorrise mentre vedeva l’ombra del giovane allontanarsi di schiena con un braccio alzato in segno di saluto.

 

Giorno dopo, stesso luogo.

Ino spuntò dagli alberi correndo ad abbracciare l’amico.

“Cho… stavo andando a scusarmi quando, quando l’ho visto con lei.. Cho non sai come sto male.. “

Il ragazzo sollevò lo sguardo al cielo mentre con un braccio cingeva le esili spalle della bionda consolandola. Non poteva fare altro, avrebbe potuto dirle come stavano le cose, ma non poteva intervenire rivelandole che quella ragazza non era niente per lui.

La giovane si allontanò con un sorriso amaro sulle labbra.

“meno male che ci sei tu Choji”

Disse prima di scomparire fra gli alberi

 

L’ombra del nostro grazioso amico si colorava del rosso del tramonto, mentre un’altra ombra più esile lo affiancava.

“ma cos’ha quella ragazza nel cervello secondo te? E se non la vedo sono misogino e se sto parlando con qualcuno impazzisce e se la rincorro scappa, se le parlo per scusarmi mi insulta,  ma che cavolo devo fare mendokuse!”

“prova a dirle la verità”

esordì il paffutello.

“si come se ricambiasse, ma che sciocchezze vai dicendo. Le donne sono solo seccature”

L’Akimichi rise.

Lui sapeva che le donne di cui parlava l’amico in realtà si chiamavano Ino e le seccature derivavano dall’irrealizzato desiderio di avere Ino.

 

Terzo giorno, stesso posto.

“ciao Cho” fece il moro tirando un calcio a una pietra, disintegrandola.

“cos’è successo Shika? Qualcosa non va?”

“niente, assolutamente niente”

Il volto di Choji si rattristì, il niente voleva dire tutto.

Anzi probabilmente voleva dire Sai.

Shikamaru tirò un pugno al verde prato fiorito, senza rovinare neanche un bocciolo.

Poi si alzò ringraziando l’amico.

 

Quarto giorno. Choji si era stufato.

Il luogo era lo stesso ma lui non c’era.

O meglio non era visibile.

Ino corse piangendo al centro del prato, smarrita senza la presenza dell’amico.

Shikamaru la vide dalla parte opposta e le si avvicinò preoccupato.

Lui non l’aveva mai vista piangere.

Choji li vide parlare.

Poi osservò la mano di lui accarezzare le lacrime di lei e lei lanciarsi tra le braccia di lui.

Poi due ombre si fondevano in una sola nel rosso del tramonto.

 

Choji mangiò una patatina.

D’ora in poi le avrebbe gustate senza troppi pensieri.

  
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