Dream
“Ino?”
domandò
una ragazza dai capelli
rosa all’amica seduta accanto a lei.
Nessuna risposta.
“Ino?”
riprovò
l’amica, cominciando a
perdere la pazienza.
“ma
insomma Ino!?”
sbottò
infine.
La bionda
girò il viso verso la rosa come se avesse appena udito un
suono lontano.
“mh?”
Mugugnò
assente.
“hai lo
sguardo perso su quei cespugli da quando ho iniziato a parlare,
scommetto che non hai sentito neanche una parola, ti sei forse
innamorata?”
domandò
maliziosa la rosa, punzecchiandola.
“oh
scusami Sakura, credo di essere un po’ distratta
oggi”
disse sinceramente
dispiaciuta voltando lo sguardo verso il cielo, in
modo atono.
Dispiacere e calma
di solito non facevano proprio parte della personalità
di Ino, e Sakura lo sapeva bene.
“cosa
c’è che non va?”
chiese
allora la rosa mettendole
una mano sulla spalla.
“ho fatto
uno strano sogno stanotte… mi ha come… come
angosciata, credo”
affermò la Yamanaka fissando le sue mani, che avevano preso
a gesticolare, come
se avessero voluto spiegare per lei quali erano le sue sensazioni.
Sakura
aggrottò la fronte.
“prova a
raccontarmelo”
propose
l’amica avvertendo la sua confusione, sorridendole per
incoraggiarla.
“beh ero
in un giardino… pieno di fiori… e con un grande
trono al
centro tutto intrecciato di boccioli di rose bianche e
gigli… e io avrò avuto
dieci anni… avevo una corona troppo grande per la mia testa
e una collana di
perle che mi arrivava alle ginocchia…”
“fino a
qui tutto normale”
fece Sakura
sospirando stranita, questo lo chiamava un brutto sogno?
“e fammi
finire fronte spaziosa!”
articolò
la bionda ritrovando un po’ di carattere.
“quindi
ero una principessa, ovviamente. Però sembravo triste e
allora
i miei sudditi, che eravate voi” aggiunse velocemente
ignorando il “cosa?!” e l’espressione
inferocita di Sakura.
“facevano
di tutto per rallegrarmi ma senza successo. Neppure Sai e i
suoi complimenti mi avevano rallegrata. Nemmeno le tue litigate con
Naruto,
nemmeno Choji e neanche Kiba con le sue
“lusinghiere” avance” concluse
sospirando.
“
cosa potrà mai voler dire?”
chiese poi all’amica.
“non ne ho
idea” rispose infine quella, facendo rabbuiare il viso della
Yamanaka.
“so solo
che non mi piace vederti così”
aggiunse poi,
afferrando quanto fosse profondo il sentimento di
angoscia dell’amica.
“neanche a
me”
disse sospirosa la
bionda, prima di nascondere il viso in un abbraccio.
Tornando a casa
approfittò della solitudine per interrogare sé
stessa.
Si sentiva
tremendamente incompleta a causa di quel sogno. E non ne
spiegava la ragione.
Anche quella fuggiva
dalle sue dita come se non fosse ben definita per
essere afferrata.
Shikamaru camminava
verso casa quando vide le spalle della compagna di
team. La chiamò, ma non ottenne risposta.
Allora le apparse
davanti e poggiandole un dito sulla fronte la guardò
negli occhi infastidito.
“potresti
anche rispondere. E salutare. Seccatura”
Gli occhi di Ino si
illuminarono come attraversati da un lampo.
Si sentì
sollevare.
Mise una mano al
cuore e fece un respiro profondo, pieno, totale, completo.
Il senso
d’angoscia era svanito.
Sorrise e
abbracciò l’amico, che a quel punto si
sentì veramente
confuso.
Ecco cosa le era
mancato in quel sogno.
L’essere
chiamata seccatura.