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Autore: itsbrie    17/03/2010    2 recensioni
La sua vita sarebbe cambiata, ne era certa, e seppure non sapeva come, era pronta a vivere la sua sfida, quella per cui aveva lottato. Raggiunse la fermata del pullman con le mani già arrossate. Si guardò intorno, e vide da lontano, la sagoma del mezzo avvicinarsi lentamente. Sospirò. Non sarebbe stato facile, nessuno le aveva garantito nulla, ma di certo, non le interessava. Avrebbe impiegato ogni attimo della sua vita per combattere. Nei suoi occhi castani, regnava ora, solo la voglia di combattere, essere sé stessa.
Genere: Generale, Romantico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas, Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Giiiiiirls! Scusate se settimana scorsa non ho aggiornato, ma non sono stata a casa mia e ho avuto moltissimo da fare per scuola e non. In ogni caso, visto che ho festa fino a domenica, oggi l'aggiornamento è d'obbligo.
So che è ancora un pò noioso e siamo ancora al primo giorno della nuova vita di Laetitia, ma vedrete che dopo questi primi capitoli cercherò di mandare avanti la situazione e farla sbloccare.
Questa cosa del descrivere bene l'arrivo di Laetitia, mi serve per accentuare ancora di più il distacco con il suo passato.
E tranquille, anche qui ci sarà pane per i vostri denti :)
Passo a ringraziarvi ;)
LadyBird27: Giuliaaa *-* Dio, credimi, amo spudoratamente le tue recensioni, mi fanno sempre troppo piacere! Hai centrato tutto quello che volevo far emergere nel capitolo e anche nella conversazione tra i due ragazzi, in particolare ciò che ha portato Nick a mentire. E fidati, questa cosa avrà delle conseguenze..! Ad ogni modo, volevo ringraziarti per tutto, si davvero. In questo ultimo periodo in particolare. Fammi sapere che pensi di questo capitolo!
abigailw13: anche le tue recensioni lunghe son molto bbbbelle :D e c'hai ragione, una ragazza che ha letto la Summa Teologica, qualcosa dovrà pur averla. Ma è inutile che continuo a parlare, hai perfettamente capito ogni cosa del capitolo e non solo :D
Divertiti lassù cara! Mi raccomando, io ti aspetto qui!
Maggie_Lullaby: beh Nicholas è stato  un pò tontolino, ma sai, credo si faccia perdonare.. :) grazie mille per i complimenti!
Continua a seguirmi e a farmi sapere! Un bacione!
nes95: molto presto verrà chiarita anche la situazione di Nick, tranquilla! Ti ringrazio per l'apprezzamento della storia, mi rende felicissima! Fammi sapere anche di questo!
E grazie anche a chi solo legge <3


Un abbraccio forte a tutti,
la vostra Lety.

 

Use Somebody.

And I want you to know
I've got my mind made up now
But I need more time
And I want you to say
Do you know what I'm saying?
But I need more ....
Coz I'll be you and you'll be me
There's lots and lots for us to see
There's lots and lots for us to do
She is electric, can I be electric too?
(She’s Eletric – Oasis)

 

Laetitia trascorse le ultime ore del pomeriggio a sistemare la sua roba per bene, facendo in modo di occupare il minor spazio possibile, anche perché sostanzialmente, possedeva poche cose.
Una volta terminate anche le ultime, la stanchezza iniziò a pervaderle il corpo, penetrando in ogni angolo e facendo in modo che la ragazza non potesse opporsi minimamente.
Così, si distese sul suo letto e gli occhi, una volta poggiata la testa sul cuscino, si chiusero automaticamente.
Subito, le si proiettarono davanti gli occhi le immagini del suo passato, dei suoi anni trascorsi in orfanotrofio, dei momenti in cui desiderava scappar via, degli attimi in cui aveva sentito di stare bene come non mai.
Delle notti passate a chiedersi perché fosse rimasta da sola, perché chi l’avesse messa al mondo si fosse rifiutato di prenderla con sé. E allora Laetitia piangeva, gettava fiumi di lacrime e, senza accorgersene, trascorreva così la notte, fino ad arrivare al mattino, con gli occhi gonfi.
Si ricordò di quando un ragazzo, Benjamin, era arrivato in orfanotrofio e, dopo pochi giorni le confessò di essersi innamorato di lei.
Laetitia aveva riso tutto il tempo, sentendosi una bambina fortunata, ma poi, quando Benjamin è stato portato a Santa Clara, lei non ci era rimasta poi così male.
Così, calata in un mondo di ricordi, pensieri e passato, Laetitia dormì per ben quattro ore di fila.
Non che di natura fosse dormigliona, anzi, solo che aveva bisogno di riposo.
E non solo di riposo fisico.
Si svegliò piuttosto intontita, con la testa ancora immersa nel sonno.
Le luci erano tutte spente, e non avvertiva nessun tipo di rumori provenienti dalle altre stanze.
Si alzò dal letto e, badando bene di passare inosservata si diresse verso il soggiorno, con l ‘intenzione di dedicarsi un pochino alla televisione.
Ma il suo intento fu prontamente troncato da una giovane ragazza bionda che occupava già la stanza, circondata da cotone e smalti.
Ebbe per un attimo paura di entrare, quando poi però si accorse che la ragazza era al telefono, entrò a passi lenti e piccoli, nella speranza che quella non si accorgesse di lei.
<< LAETITIA! >> strillò la bionda, alzandosi verso di lei. << Cat – disse al suo interlocutore- ci sentiamo dopo, un bacione! >> e lasciò che il telefono cadesse morbidamente sul divano.
Subito, si diresse verso Laetitia e l’abbracciò. << Oh! Sono così felice che tu sia qui cara! Olivia mi ha detto che eri già arrivata, così sono corsa qui appena ho potuto, ma quando sono tornata tu riposavi! >> la ragazza disse tutto ciò senza neanche fermarsi un secondo, oppure garantirsi che Laetitia la stesse ascoltando veramente.
<< Perdonami – esordì l’altra sorridendo- ma il viaggio è stato stancante, e poi ho messo già in ordine tutta la mia roba.. Per cui! Ma vabbè, tu devi essere Marylin, giusto? >> sfoderò un sorriso bellissimo e la bionda rispose di rimando.

<< Si, sono io! Ma ora vieni qui, e raccontami tutto di te. >> propose quest’ultima, caricando ogni sua parola d’una enfasi del tutto inaspettata.
Laetitia sorrise, uccidendosi le mani dal nervosismo.
Non che non fosse a suo agio, ma temeva di apparire e sembrare nulla in confronto a Marylin: alta e slanciata, con due occhioni verdi e un fisico a dir poco perfetto.
Marylin sorrise ancora a Laetitia, e, dopo ciò, quest’ultima iniziò ad aprirsi e a raccontare la sua storia. Marylin l’ascoltava con attenzione, senza perdersi nulla.
Apparentemente è vero, poteva sembrare una di quelle ragazze superficiali, prive di cervello, che pensano solo a sé stesse e all’apparire.
Ma invece, Laetitia scoprì che la ragazza assumeva spesso questi atteggiamenti a causa della sua infanzia difficile.
Entrambe, si scoprirono più o meno vicine, ma con gli stessi scopi: vivere la propria vita.
<< E quindi adesso cosa farai a New York? >> domandò Marylin, passando l’ultima mano di smalto.
Laetitia sospirò. << Domani comincio gli studi alla New York University, nella facoltà di lettere classiche. >>
Marylin annuì. << Io sono iscritta ad una scuola di moda e design. Diventare stilista è il mio sogno. >> disse con uno strano luccichio negli occhi.
L’altra rise leggermente. << Sono sicura che ci riuscirai. >>
Era così terribilmente sincera che Marylin quasi si spaventò.
<< Grazie. >> rispose semplicemente. << Allora, ti va di preparare la cena? Ollie è con il suo fidanzato, e così siamo di meno. Ti va? >>
Marylin sorrise speranzosa.
Laetitia scattò in piedi, felice. << Ma certo. >>


Marylin aveva avvisato Laetitia del carattere abbastanza chiuso di Nick, così, quando entrambe ebbero finito di cenare, e il ragazzo non si era ancora presentato, non si preoccuparono minimamente.
Così, le due ragazze dopo essersi accinte inutilmente alla visione di un film, sprofondarono nel chiacchiericcio più totale, senza badare in alcuna maniera all’orario già piuttosto tardo.
Quando però, la sveglia del soggiorno lampeggiava le dodici e un quarto, Marylin si alzò dal divano stiracchiandosi.
<< Domani ho lezione alle otto. >> disse con uno sbadiglio. << E’ meglio che vada. >>
Laetitia annuì accondiscendente e la seguì fino all’ingresso della sua camera.
Il passo di Marylin era leggero e posato, ma allo stesso tempo abbastanza sicuro nonostante fosse appesantita dalla stanchezza.
<< Che programmi hai tu per domani? >> le chiese poi, prima di entrare.
<< Devo essere all’università per le dieci. >> fece Laetitia con sguardo assente.
La bionda tagliò corto e le disse << Allora ci si vede nel pomeriggio. Buonanotte! >>
<< Buonanotte. >> convenne Laetitia, prima di recarsi anche lei, nella sua stanza.
Subito riprese a guardarsi intorno, proprio come la mattina.
Le sembrava ancora una cosa impossibile trovarsi lì, invece che nella sua fredda e sterile stanzetta dell’orfanotrofio. Se prima, vedeva campeggiare sulle pareti orribili poster con messaggi cristiani o con massime dei Santi, adesso, vedeva imitazioni di quadri famosi o fotografie dei ragazzi.
Non si era soffermata poi molto sull’estetica della casa o su come essa fosse composta, perciò, si sfilò i vestiti di dosso ed indossò una camicione di flanella verde.
Il riposino pomeridiano le aveva consentito di non avvertire neanche un po’ di sonno, perciò, prese a vagare per la casa, impressionando ogni particolare nella sua mente.
Era ovvio che l’arredamento non fosse stato scelto dai ragazzi, i quali si erano solo limitati a ricoprire quegli spazi, ma comunque, era tutto di ottimo gusto.
Il divano e la poltrona erano rispettivamente uno di pelle e l’altro di tessuto bianco e celeste.
Le pareti erano dipinte da una particolare tonalità di giallo che rendevano il tutto piuttosto elegante.
Il parquet era perfettamente lucidato, e sembrava volesse intonarsi con i numerosi mobili in legno che occupavano l’intero appartamento.
Non sembrava un appartamento di studenti: era tutto assolutamente in ordine, come se davanti agli occhi ci fosse una fotografia.
Una volta arrivata nella zona dell’ingresso, notò una stanza alla sua destra, e, per curiosità vi entrò.
Era un piccolo studiolo, con un computer e diversi libri, ma quello che colpì la sua attenzione, furono di certo le scalette a chiocciola che conducevano al piano di sotto.
Non pensò neanche per un attimo di scendere poiché già sapeva da chi erano occupate le stanze inferiori, così, preferì tornare in camera sua e provare a dormire.
Almeno per un po’.
Ed erano soltanto le cinque e un quarto, quando Laetitia fu bruscamente svegliata da un brutto sogno.
L’ennesimo.
Sembrava assurdo, eppure, da due mesi a quella parte, non smetteva di sognare un incidente e poi, delle braccia, prendere una bambina dal retro di una macchina distrutta e in fiamme.
Faticava ancora a collegare quel sogno con qualche avvenimento della sua vita, in quanto non si ricordava assolutamente nulla dei suoi primi giorni.
Sapeva di essere stata portata all’orfanotrofio quando già aveva un tre anni o poco più.
Ma del suo passato, di quell’anno e mezzo in vita e di quello che ci fosse stato prima, non sapeva assolutamente nulla. Un vuoto totale.
Ma non ci pensava poi così spesso.
Dopotutto, restava il fatto che lei non sapeva e non avrebbe saputo mai, chi fossero stati i suoi genitori e perché mai, avessero deciso di lasciarla.
O per quale strano gioco divino fosse stata lasciata da sola, nel mondo.
Si alzò dal letto sbadigliando appena, e poi, si diresse nuovamente verso la cucina.
Si versò un po’ d’acqua ed uscì dal balconcino che dava sul cortile interno del condominio.
Avvertì un brivido nel momento il vento carezzò le sue caviglie scoperte. Quella mattina sembrava essere particolarmente fredda, ma non era la temperatura a preoccuparla.
Anche guardare le macchina dei condomini, o vedere oltre quel quadrato, le faceva venire una stretta allo stomaco. E il dubbio, l’incertezza, la paura, iniziarono ad assillarla.
Ce l’avrebbe fatta? Sarebbe riuscita ad affrontare tutto?
Da sola?
Era tutta una avventura, una scoperta, alla quale di certo, si sarebbe prestata.
<< … Maryl? Ollie? >> biascicò una voce con un grande sbadiglio.
Laetitia si girò di scatto lasciando cadere il bicchiere ai suoi piedi.
Poi, il volto spaesato di Nick provocò in lei una ilarità tale che non riuscì a trattenersi.
<< Hai ancora sbagliato, non sono né Olle né Marylin. >> disse rientrando in cucina.
Il ragazzo si avvicinò a Laetitia, fissandola con occhi sbarrati. << Mi ci vorrà del tempo per abituarmi a te. >> rispose Nick irrigidendo la schiena.
Laetitia corrugò la fronte. << Ti do fastidio forse? >>
Il ragazzo scosse immediatamente la testa, accompagnandosi con le mani. << No.. No ma che hai capito! E’ che.. Già è dura per me stare solo giù e convivere con Ollie e Marylin e.. >>
Laetitia rise. << Figurati con un’altra ragazza. Hai ragione effettivamente. Ma ti consiglio di abituarti anche a me. Ti conviene. >>
<< E’ una minaccia? >> ribattè Nicholas compiaciuto.
Lei scosse il capo. << No, è un consiglio, tutto qua. >> rispose pacata.
Nicholas annuì. << Grazie del consiglio.. Ma che ore sono? >> disse poi, portandosi una mano tra i suoi fitti ricci castani.
<< Le cinque e trentadue minuti. >> affermò la ragazza spostando lo sguardo verso l’orologio della cucina.
<< E’ parecchio presto.. Cosa ci fai già in piedi? >> domandò spostando una sedia per sedersi.
Laetitia scrollò le spalle. << Avevo già dormito molto oggi pomeriggio e non ho molto sonno. >>
E detto questo, imitò il gesto di Nicholas.
Gli occhi di lui, seppur assonnati, sembrarono non smentire uno strano luccichio.
Nick annuì gravemente. << Giornata dura domani? .. Cioè oggi. >> disse, correggendosi all’istante.
<< Primo giorno di università. Niente di che. >> affermò sarcastica.
Il ragazzo, con un gesto involontario avvicinò la sua mano a quella della ragazza, lasciando che le loro pelli si sfiorassero per qualche secondo.
Subito entrambi arrossirono.
<< A-Andrà bene.. Ora.. Torno di sotto.. Cerca di dormire un po’. Ci si vede.. >> detto questo, Nicholas si alzò, aspettando che anche Laetitia facesse lo stesso.
<< Si.. Ci vediamo. >> rispose lei, prima di abbassare lo sguardo e seguire i passi di Nicholas, per poi vederlo scomparire del tutto.

   
 
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