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Autore: Hi Ban    18/03/2010    2 recensioni
Non era più divertente, non c’era più niente di ‘mistico’ o ‘utile’, come lo aveva definito Ino agli albori di quell’iniziativa.
La Hyuga alzò lo sguardo, per incontrare quello delle coetanee che non avevano dato più segni di vita, ma oltre ai loro incontrò anche due occhi ametista che la osservavano ironici.
“Buh!”
Hinata gridò con tutte le forze che aveva in corpo.

Hinata stava con Naruto da poco tempo quando la morte, causata da un brutto incidente, glielo portò via.
E se Hinata fosse vittima dei sensi di colpa, ritenendosi la causa della prematura dipartita dell'Uzumaki? E se Ino e Sakura decidessero di darle una mano?
Hidan/Hinata - Naruto/Hinata
Genere: Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hidan, Hinata Hyuuga, Ino Yamanaka, Sakura Haruno
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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A good mistake
Capitolo quattro





Hinata doveva ammettere che Hidan non era la miglior persona – o spirito, non aveva ancora capito cosa fosse – con cui intrattenere una discussione e la pazienza non rientrava tra le sue doti. Era calato il silenzio rotto solo dagli sbuffi dell’albino impaziente e dalle sue imprecazioni. Hinata non avrebbe mandato nessuno ad attraversare la terza porta, ma non c’era, a quanto pareva, nessun altro modo per mandarlo via.
L’unica cosa che poteva fare era stare lì e osservarlo, cercando di trovare altre soluzioni, qualsiasi via d’uscita che avrebbe permesso a lei, alle sue amiche e quanti altri di uscire indenni da quella situazione.
Era colpa sua, di nuovo.
Aveva rovinato la vita di auto nel momento in cui l’aveva incontrato e quando aveva trovato il coraggio di smettere di osservarlo solo da lontano e di palarci, conoscerlo. Aveva sbagliato, aveva giocato con il destino. Era evidente che loro non si sarebbero mai dovuti incontrare, ma lei aveva perseverato, continuato a lottare per ciò che voleva lei. Era stata egoista.
In quel momento aveva errato ancora e quella volta rischiava di rovinare la vita di qualcun altro. Aveva messo a rischio la vita delle sue amiche, che ora giacevano addormentate – così aveva detto lui – sul pavimento ed era colpa sua se, malauguratamente, non si fossero svegliate.
Avrebbe dovuto mandarle via quella sera, non assecondarle, ma loro non ne avevano colpa. Avevano solo tentato di aiutarla e lei si era comportata da egoista, di nuovo.
Hinata aveva voluto rivedere Naruto, anche nel moment in cui la situazione aveva preso una piega che avrebbe dovuto intimarle di smettere.
Era solo un egoista…
“E da quando assecondare se stessi è essere egoiste, eh?”
La voce di Hidan la riscosse dai suoi pensieri, lasciandola più completamente basita: come faceva a sapere ciò che stava pensando? Poi i suoi non erano neanche pensieri coerenti, erano un’accozzaglia di sensazioni e consapevolezze che si vergognava di esporre a voce.
“Io posso tutto grazie a Jashin. O quasi…” Aggiunse pensieroso poi, dopo aver intercettato i pensieri di Hinata per una seconda volta, lasciandola sconvolta come la prima.
Lui poteva leggerle nel pensiero, scoprire cosa pensava, limitare le sue possibilità di uscire viva da quella situazione. Il fattore sorpresa era quello che, il più delle volte, salvava le situazioni più disperate.
Arrossì di botto quando si rese conto che la stava ascoltando anche in quel momento. Era un vero e proprio libro aperto per lui in quel frangente.
Hidan ghignò al suo indirizzo, lieto che nei suoi pensieri percepisse quell’inconfondibile nota di paura che stava dilagando, giacché aveva visto il suo sorriso.
Era consapevole di avere un sorriso affascinante, ma mai si sarebbe aspettato che riportasse risultati così soddisfacenti.
“No, tu non se egoista, sei una stupida. Hai approfittato dell’occasione che ti veniva posta, ma sei stupida perché rimpiangi di averlo fatto.”
Non poteva credere che una persona potesse ragionare in quel modo, ma era evidente che per qualcuno erano ideologie radicate nell’animo. Dall’aspetto non sembrava ciò che in realtà era, ma non si diceva proprio che l’apparenza ingannava?
Sembrava diverso, quasi… puro? I capelli grigio platino poteva trarre in inganno, certo, ma Hinata non aveva basato la sua constatazione su ciò, bensì sul suo sesto senso. Nonostante si fosse dimostrato subito per quel che era – al servizio di un Dio malvagio, per quanto assurdo potesse apparire –, poteva sembrare diverso, più buono.
Le attraversala mente il paragone automatico che fece tra Lucifero e Hidan che in fondo avevano tanto in comune. Il primo, il più bello tra gli angeli, aveva tradito Dio, passando al male; il secondo, anch’esso bello, era dalla parte del male e, così facendo, doveva aver voltato le spalle al bene.
Sospirò rassegnata quando Hidan rise spudoratamente delle suo constatazioni, perché lui aveva ‘ascoltato’ tutto in prima persona. Doveva tirarsi fuori da quella situazione, c’era poco da fare: lui sapeva ciò che pensava, ma, d’altro canto, non poteva fermare il flusso dei suoi pensieri. L’unica cosa che poteva fare era di far finire quell’incubo e tornare alla vita reale.
Perché, in fondo, niente era infinito, no?
Non lo era stata la sua felicità con Naruto, perciò non poteva esserlo quella tortura.
“Sì, tutto ha una fine mocciosetta, ma c’è una sola via da prendere.” Disse sorridendo, felice che poteva metterla alle strette e giocare con lei, distruggendole i castelli di carte che si creava, per farsi coraggio.
“Te l’ho detto… non manderò nessuno… lì.” Era decisa, determinata come non mai.
“Oh, e cosa vorresti fare? Chiedere aiuto allo spirito del moccioso biondo?” Infierì su Hinata, certo che quelle parole avrebbero sortito un effetto devastante su quella fragile umana.
Deglutì a fatica, lei, e incastrò il suo sguardo ametista nel suo perlaceo.
Doveva farcela.
“Perché prima n-non hai detto che sapevi cosa pensavo?”
Decise di prendere tempo, giocando una carta che non era stata mai brava a mettere in campo: tergiversare per lei si era dimostrata sempre una mossa inutile e imbarazzante.
“Perché non lo stavo facendo. Non credevo che avrei potuto.” Ammise sprezzante, come se fosse qualcosa di deplorevole.
“Cosa vuol dire?”
“Raramente mi capita. Si può soltanto con qualcuno che non ha niente da nascondere e tu, sciocca, sei limpida come uno specchio d’acqua.”
Cadde nuovamente il silenzio nella stanza perché la Hyuuga non si sarebbe mai aspettata una risposta del genere e quella situazione, che non aveva precedenti se non in film horror e libri del medesimo genere, divenne ancora più sconvolgente e crederci diveniva davvero un’impresa ardua.
Lei? Pura? Era solo un egoista, aveva ucciso Naruto, lei…
“Smettila di dire stupidaggini!” Esplose Hidan, che spaventò Hinata con quel tono infuriato a cui non trovava una motivazione apparente. La osservò con occhi adirati e assestò con la falce un colpo al pavimento, tale che Hinata credé che le avesse potuto sfondare il pavimento.
Cos’aveva pensato di tanto scandaloso da farlo arrabbiare a tal modo?
“Sei solo una sciocca! Gli egoisti sono ben altri, non tu. Ti credi tanto malvagia da poterti collocare nella schiera dei ‘cattivi’? Tzé, sciocca.” Il tono era sprezzante e quasi incredulo.
Hidan, in verità, non poteva credere che quella ragazzina fosse tanto stupida da credere di essere malvagia, cattiva. Lei era bianca, pura, nulla a che vedere con la cattiveria.
Si ritrovò lui stesso spaesato in quella visione che aveva di quella ragazza.
Non capiva neanche lui e quello era ciò che più lo spaventava.
E il tempo continuava a scorrere; il silenzio era il padrone assoluto in quella camera, ma fu presto sostituito dal rintocco del campanile vicino alla casa ella Hyuuga. Erano le due.
“Allora? Hai intenzione di darmi un nome o devo cercarne uno?” Disse brutalmente, facendola sobbalzare.
Cercare?
“Sì, cercare, nella tua mente. Potrebbe essere interessante.”
Hinata convenne che non sarebbe stato interessante, per niente e che Hidan si stava spazientendo.
“Come si chiama la bionda, mh? Mi sta più antipatica dell’altra, magari posso mandare lei.” Il tono era euforico, come se uccidere una persona fosse la cosa più bella al mondo.
No, non poteva lasciare che le venisse fatto del male, non lo avrebbe sopportato.
Volse un breve sguardo verso Ino e Sakura e decise che era il momento di creare una strada.
Niente si creare, niente si distrugge, ma tutto si trasforma.(*)
Avrebbe preso la strada che gli aveva imposto lui e l’avrebbe trasformata in una strada che avrebbe giovato a tutti, non ci sarebbero stati rimpianti.
Non suoi.
“Tu sei pazza!” Hidan era sconvolto da lei, dalla persona che aveva davanti. Non poteva essere tanto ingenua, tanto buona. L’idea che voleva attuare era folle, niente che avrebbe preso in considerazione una persona normale. Quella ragazza non lo era per niente.
“È l’unica soluzione…” Ammise, dal momento che lo sguardo di Hidan la penetrava, alla ricerca di una risposta.
“Cosa succede a chi… ci va?”
Era la sua scelta.
Non sarebbe venuta meno a ciò che era di sua competenza: poteva salvare qualcuno, perché non sacrificarsi?
Sarebbe andata lei alla terza porta, l’avrebbe attraversata e avrebbe risparmiato la vita a qualche innocente. Era colpa sua, in fondo, se si era creata quella situazione.
“Chi la attraversa passerà le più subitanee pene dell’inferno, per sempre. Non avrà una fine, non ci sarò una via che metterà fine a tutto” Rimarcò quel particolare a cui si era affidata prima, cercando di farla ravvedere sulla sua scelta, di cambiare idea.
Hidan non credeva a ciò che faceva: stava tentando di evitare il dolore – ciò di cui lui gioiva, di cui viveva – ad una sciocca umana ce era troppo buona.
“Non importa… V-vado io.”
E tentò di tirarsi in piedi, ma Hidan piazzò la falca davanti a lei, facendola ricadere all’indietro.
Era furioso.
“Smettila di blaterale cazzate e dammi un fottuto nome!”
La sua impugnatura al manico della falce a tre lame si fece più salda e, tanta la foga nel dirle cosa fare, il ciondolo al suo collo sbatté sul suo petto.
“No!” Hinata non poteva lasciare che altri morissero, non poteva.
Le lacrime ripresero a scorrere e la disperazione crebbe.
Non sapeva più cosa fare.
“Smettila, dammi un nome!”
Hinata non rispose e abbassò la testa, mostrando in quel solo gesto il suo diniego verso quel comando.
La disperazione che l’attanagliava era ovvia, tanto che giunse anche a Hidan e si trovò interdetto. Mai - mai - si era trovato in una situazione del genere.
E mai avrebbe fatto ciò che stava per fare se non fosse stato per quella stesa mocciosetta.
“Nah, voi umani siete una perdita di tempo.” Così dicendo prese il ciondolo di metallo che portava al collo e lo strinse tra le mani, chiudendo gli occhi.
Hinata alzò lo sguardo e lo trovò immerso in una litania che lo vedeva immerso in chissà quale dimensione. Temette subito il peggio, credendo che stesse sacrificando qualcuno a quel Dio di cui non aveva mai sentito parlare e volse subito lo sguardo verso Ino e Sakura. Quando smise di pregare respiravano ancora, stavano bene.
Forse, però…
“Cazzo, non ho sacrificato nessuno, non morire di crepacuore!” Disse, alzando gli occhi al cielo.
“Cos… cosa…”
“Ti ho parato il culo mocciosa!” Annunciò spavaldo, mentre si dirigeva verso la tavola Ouija, che giaceva incustodita da quando era apparso lui.
Tirò verso di sé la falce la issò sulla testa, abbattendola su quella tavola, di valore inestimabile per la famiglia Yamanaka. Hinata, visti i disguidi che si erano venuti a creare, non si sentì in dovere di ribattere su ciò che aveva fatto il ragazzo, nonostante ne fosse rimasta stupita.
Si girò poi verso di lei e la osservò. Un ghigno si aprì sulle sue labbra e poi si poggiò la falce sulle spalle.
“Cosa fai?” Chiese Hinata, che ormai osservava ogni sua azione con la bocca socchiusa per la sorpresa. Non ci capiva più niente, non che all’inizio la situazione fosse stata differente.
“Cosa vuoi che faccia?” Rispose come se fosse una cosa ovvia.
Calò nuovamente il silenzio e Hinata era in attesa in una nuova azione dell’albino e tramite essa sperava di capire cosa avesse intenzione di fare. Aveva un bel po’ di cose da chiedergli, voleva sapere perché aveva fatto ciò.
“Oh!” Sul voltò di Hidan, mentre osservava un punto impreciso sulla parete alle spalle di Hinata, comparve un’espressione sconvolta. La Hyuuga non era certa che girarsi sarebbe stata una buona idea, ma lo fece e si chiese cosa stesse esattamente osservando e che lo avesse tanto sconvolto. Lei vedeva solo la parete e dubitava che potesse cambiare qualcosa dal punto di vista di Hidan.
“Ehi ragazzina, c’è un ragazzo biondo… Lo conosci?” Chiese all’indirizzo di Hinata, che per poco non svenne dall’emozione.
L’unica persona che conosceva con i capelli biondi era lui.
Non le importava sapere come facesse a vedere la gente sulla parete della sua camera, non le importava.
Era Naruto quello e tanto bastava.
“S-sì!”
“Dice qualcosa sul ramen. Dice che devi vivere, Hinata. Che tu non hai sbagliato, che non sei egoista.”
Non faceva caso al tono usato da Hidan, non faceva caso alla sua espressine. Vedeva la faccia di Naruto nella sua mente, vivida come non gli capitava da tanto. Era lui, in tutta la sua bellezza, nella sua bontà.
Lo vedeva, lo sentiva.
“Vuole che tu vada avanti. Ti ama” Lei non vide la sua espressione disgustata: fu un gesto incondizionato.
Poi nessuno disse più niente, Hidan si voltò verso Hinata e lei teneva la testa bassa. Non lo aveva visto, ma le aveva parlato.
Per lei bastava, sarebbe sempre bastato.
Avrebbe fatto come diceva, senza mancare a ciò che le aveva chiesto.
“Lo hai visto d-davvero?” Chiese, alla ricerca di una prova che quella era la verità, che Naruto aveva detto davvero quelle parole.
“Sì.”
E scomparve, senza lasciarle il tempo di dire e di fare nulla.
Se ne andò, certo che ciò che aveva fatto non era coerente, non era etico per lui.
Era giusto, però.
Hinata sarebbe vissuta nella tranquillità, il fantasma dei sensi di colpa le avrebbe lasciato via libera verso la vita che meritava.
Tutto sarebbe stato perfetto.
La Hyuuga poi attese il risveglio delle ragazze, con una scusa già pronta da rifilare loro quando avrebbero trovare la tavola distrutta.
Il progetto non era andato in porto, loro si erano addormentate e lei era inciampata sulla tavola, niente di più semplice.
Tutto sarebbe stato perfetto. Le altre due ragazze non avrebbero saputo di Hidan ma nel cuore della Hyuuga ci sarebbe stato il segno del so passaggio: le aveva dato una mano, l’aveva aiutata.
Hinata avrebbe vissuto la sua vita, con la consapevolezza che Naruto l’amava e lei non aveva colpe.
La vita sarebbe andata avanti, tutto si trasformava, ma niente si sarebbe distrutto.
L’unica cosa che Hinata non avrebbe mai saputo sarebbe stata che Hidan non aveva visto niente nel muro, nessun biondino che blaterava sul ramen.
Sapeva, però, che era vero; infondo lui poteva, no?
Quella di Hidan sarebbe stata la sua prima bugia a fin di bene, ma Hinata non lo avrebbe mai saputo.


(*) la frase usata è quella di Lavoisier, la legge della conservazione della massa.


Ed è finita!*____*
Chiedo scusa per il ritardo, ma i finali mi mandano in crisi!ç___ç
In verità, non era proprio Hidan/Hinata, più Naruto/Hinata, ma l’idea di fondo era HidaHina!xD Spero di aver sfornato qualcosa di vagamente decente e vi posso assicurare che scrivere questo capitolo conclusivo è stato davvero faticoso!
Sperando ce vi piaccia, ringrazio tutti quelli che hanno letto questa storia, chi l’ha messa tra i seguiti e Tomoyo_hana per averla messa tra quelle da ricordare!
Ringrazio:

Akkarin_a
Bekka_chan
Didyme
Sadi


Per averla messa tra le seguite!
Sono felice che questa storia sia piaciuta e ringrazio Mizukage per aver recensito!
Davvero, le tue recensioni mi fanno davvero molto piacere e sapere che pensi queste cose su ciò che scrivo non può che rendermi felice!^___^
I finali per e sono come le ore di chimica!xD n disastro dopo l’altro! Ho il terrore per entrambi e non so quale sceglierei se dovessi!XD
Ci tengo a farti notare la tendenza che aveva Hidan in questo capitolo contro Ino! Notando che ti stava molto simpatica ho messo questo pezzo! Spero ti piaccia!*___*
Davvero, sono contentissima che questa storia ti sia piaciuta! Mi hai reso felice una fanwriter felice!xD Ti ringrazio anche per aver recensito la storia su ‘Merlin’!*___*
Tranquilla, la parola genio va sempre bene, specialmente se associata a me!XD
Spero che questo capitolo non ti abbia deluso e spero continuerai a seguirmi!^^
(Oh, manca poco e pubblicherò la shonen ai, anche se non credo sia un granché!xD)
A presto!*___*
E che l’HidaHina sia con voi! Convertitevi a questo pairing, forza!*W*
  
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