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Autore: gapples    19/03/2010    2 recensioni
Questa è la storia della saga di Twiligt dal punto di vista di Leah. Dall'arrivo di Bella a Forks agli ultimi avvenimenti di Breaking Dawn, tutto raccontato da Leah. Le sue emozioni, i suoi sentimenti, le sue esperienze.
Genere: Generale, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Leah Clearweater, Quileute
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve! E dopo tempo ecco che ritorno a pubblicare, con un capitolo molto delidente (non dite che non vi ho avvisato). Non so proprio in che modo andare avanti, mentre ho chiaro nella mente cosa scrivere, ecco che l'attimo dopo non mi piace più niente e sono di nuovo a zero. Probabilmente il problema è che con questa parte della storia ho trovato molte difficoltà, e non sono riuscita a trovare una soluzione al problema 'trasformazione', quindi ora mi sembra tutto adattato.. forse una volta finita questa fase, credo col prossimo capitolo, riuscirò a scrivere in maniera più serena, come con i primi capitoli, quando andare avanti mi risultava semplice. Adesso vi chiedo ancora scusa per l'enorme ritardo e per l'orribile capitolo... 
Per valeego: ciao! grazie davvero per il tuo appoggio e i tuoi conplimenti, ogni volta che leggo una tua recensione mi sento lusingata, è davvero bello sapere che c'è qualcuno a cui piace ciò che scrivi. Il periodo d'esami è passato, e ora ho di nuovo 1 po' di tempo da dedicare alla fic, sperando di ritrovare in fretta l'ispirazione... 
Per Hermione 93: Ciao carissima! Le tue recensioni sono sempre così carine, mi diverto sempre a leggere cosa ne pensi e quali sarebbero state le tue reazioni! Non preoccuparti se mi hai recensito in ritardo, ma spero che questo brutto periodo passi in fretta... Anche io sono stata male, per lo scorso capitolo, ogni volta che scrivevo qualcosa stavo talmete male che poi iniziavo a piagere
T_T( e poiù mi dicevo che era una reazione esagerata e più stavo male); per quanto riguarda Sam, non pensare che ora il loro rapporto sia tornato civile, stiamo pur sempre parlando di Leah! Mentre per quanto riguarda Emily, credo che anche una persona orgogliosa come Leah abbia bisogno di qualcuno con cui parlare, e considerando Emily come una sorella, sentirà il bisogno di sfogarsi con lei, pur se in collera, questo non significa però che il loro rapporto sia tornato quello forte di un tempo...
Come al solito ringrazio chi segue la mia fic, chi l'ha aggiunta ai preferiti e anche chi legge...
Ora vi lascio al capitolo... Buona lettura!

Arrivata in salotto riconobbi subito la sagoma di Sam, e in quel momento mi sentii davvero in trappola. Non avevo alcuna intenzione di parlare con lui, di sentire il suo tono fermo dichiarare quanto gli dispiacesse e quanto ci teneva a mio padre, non potevo sopportare di sentirgli dire che stava male per me, e che avrebbe voluto fare qualcosa per aiutarmi, per alleviare quella sofferenza. Ero sicura che se fosse riuscito ad aprire bocca sarebbero state queste le sue frasi.
In realtà né Sam né io avemmo il tempo di proferir parola, perché qualcuno mi venne addosso, stritolandomi in quello che doveva essere un abbraccio. Ci misi poco a capire chi fosse, Jared.
“Hey piccola”
“Hey?” ero molto arrabbiata con lui. Comodo presentarsi nel momento in cui chi ti sta di fronte è troppo fragile per reagire. Ma si sbagliava, se si aspettava che mi lasciassi andare tra le sue braccia aveva capito male. Non poteva tornare tutto a un tratto e fare come se niente fosse.
Provai a districarmi dal suo abbraccio, ma i miei sforzi servirono a poco, solo quando, spazientita gli dissi di levarmi le mani di dosso lasciò la presa.
Una volta libera, notai che Jared non portava la maglietta, e che dietro di lui, accanto a Sam, c’era anche Paul, nelle stesse condizioni. “Non hai freddo?”
“E tu?” “Oh!” fu l’unica cosa che mi uscì dalle labbra, possibile che quei tre…
E poi pensai che no, non erano solo quei tre, ma c’erano anche Embry, Jacob e Quil. Ecco, tutto chiaro.
Ecco che tutti i tasselli di quel puzzle incasinato tornavano a posto nella mia mente.
Era semplice capire perché si erano allontanati, il perché di tutti quei misteri. Billy mi aveva spiegato che per qualche tempo non avrei avuto il pieno controllo sul mio corpo, e che per questo motivo era meglio stare lontana dalle altre persone. Si, era per la loro sicurezza.
Ma allora, un’altra cosa non mi era chiara, forse Billy o Quil mi avevano accennato qualcosa, ma non riuscivo a ricordare niente, non avevo prestato molta attenzione alle loro parole. Avevo capito poco e niente, troppo attenta ad ascoltare altro. A riscuotermi di nuovo dai miei pensieri fu di nuovo Jared, non ricordavo fosse così fastidioso.
“Ma quanto corri?” me lo chiese con una naturalezza impressionante, mentre io faticavo anche a pensare a quelle trasformazioni come reali, come parte di me. Continuavo a considerarli come semplici sogni, nonostante ricordassi bene la sensazione del vento sulla pelle, o forse avrei dovuto dire pelliccia...
“La ragazza è veloce!” stavolta fu Paul a rivolgersi a Sam.
“Si, me ne sono accorto. Leah, credo tu abbia capito cosa è successo a te e a tuo fratello”
“Billy e Quil ci hanno già spiegato” avevo tantissimi dubbi, tante domande che mi frullavano in testa, ma non gli avrei mai chiesto niente. E suppongo che il mio tono di voce, alquanto acido, glielo avesse fatto capire. Nonostante ciò Sam non si scompose, e continuò a parlare.
“Si, lo so. Me l’hanno detto. Ma se vuoi farmi qualsiasi domanda non esitare a chiedere.”
“Me la cavo benissimo così, grazie” feci per girarmi e andarmene, quando Jared mi prese per mano per farmi tornare dov’ero prima.
“Lee aspetta. Non è tutto..”
“E che altro..?”
“ Siamo un branco.” Fu Sam a rispondermi, con voce forte e dura, e sentivo che era anche piena di orgoglio. Doveva piacergli parecchio ‘il branco’.
“Eh? E che significa, scusa?”
“Significa che la nostra mutazione è avvenuta per un preciso scopo.”
“Ovvero?”
“Noi siamo coloro che devono proteggere la gente dai mostri succhiasangue, comunemente detti vampiri.”
“E dove sarebbero  scusa questi
mostri?”
“Hai presente la famiglia che si trasferì qui circa un anno fa, i Cullen?”
“Mi pare di averne sentito parlare, ma non ricordo di averli mai visti”
“Per forza, non possono venire a La Push!” Paul sembrava molto divertito da quella questione.
“Esatto, loro non possono venire a La Push per un motivo ben preciso. Sono loro i succhiasangue.”
“Ma che cavolo stai dicendo?”
“Lee hai visto tu stessa ciò che siamo! Il perché di queste trasformazioni è proprio questo! I vampiri esistono, anche se sono ben diversi da come sono descritti nei libri, o nelle leggende comuni.”
“Ok ok, ammettiamo che quello che mi dite fosse vero..”
“E’ vero!”
“Va bene, loro sono ehm… vampiri. Come  possibile che uno di loro avesse una fidanzata?”
“Loro.. sono diversi sotto certi aspetti.”
“Mi risulta però che sono andati via. Non è per questo che la figlia di Charlie ha iniziato a frequentare Jacob?”
“Si, i Cullen sono andati via”
“E abbiamo avuto modo di festeggiare per questo!”
“Purtroppo però non sono gli unici succhiasangue in circolazione. Ce ne sono altri in giro, e più pericolosi”
“Non seguono la loro stessa dieta.”
“Come?”
“Diciamo che i Cullen sono decisamente particolari. Abbiamo stipulato una specie di accordo con loro, un patto.”
“Cioè non noi, ma i nostri antenati..”
“Che noi ancora oggi teniamo in considerazione.”
“E cosa dice questo patto?”
“Loro non attaccano gli umani e noi non attacchiamo loro.”
“Cioè loro possono…” ero terribilmente confusa.
“E’ strano, è vero, ma loro cacciano gli animali, non fanno mai del male agli uomini”
“Quindi perché noi avremmo dovuto subire questo mutamento?”
“Te l’ho detto, i Cullen non sono gli unici.”
“Ce ne sono degli altri. E quanto pare non hanno le stesse idee dei Cullen.”
“Per questo il nostro branco sta aumentando, e tutti quelli che avevano antenati Quileute stanno subendo la trasformazione.”
“Tutti i Quileute?”
“Già”
“Beh, non mi risulta..” tre paia di occhi puntati su di me, forse nessuno ci aveva pensato, ma non tutti nel gruppo erano di La Push, o meglio,qualcuno era nato a La Push, ma non i suoi genitori, da ciò che si sapeva.
“Embry Call” bene, dagli sguardi che mi lanciarono doveva essere chiaro che già si erano posti questa domanda, ma che non erano giunti a niente di buono.
“Oh” riuscii a dire solo questo, ma a loro bastò per accantonare l’argomento.
Dopo la mia uscita, a quanto pare infelice, l’atmosfera si fece fredda, erano diventati molto più seri, e sia Jared che Paul erano diventati tesi, mentre Sam non mostrava più la stessa tranquillità di qualche minuto prima.
“Senti, ora pensate solo a vostra madre, al funerale, e cercate di fare attenzione quando siete in mezzo ad altra gente. Quando tutto questo sarà finito però, vorrei che veniste da me. Avremmo modo di decidere il da farsi. Scusami ancora per l’interruzione Leah. Mi dispiace tanto.” Detto questo si avviò verso l’uscita, seguito a ruota dai due burattini che una volta consideravo persone normali, mentre ora erano soltanto dei soldatini nelle mani di Sam. Vedendo quella scene mi venne in mente un dubbio, qualcosa che mi avrebbe resa ancora più insofferente. Fermai Jared, tirandogli un braccio, lui si girò a guardarmi
“Che c’è Lee?”
“Hai detto che siamo un branco...”
“Si, siamo tutti di La Push”
“Si, ehm... c’è anche un capo in questa sorta di branco?”
“Certo che c’è un capo, noi lo chiamiamo alfa. Non hai ancora capito di chi si tratta?” era chiaro che non poteva essere nessun altro. Da quel che ne sapevo era il può grande, il più maturo, l’unica persona adatta a rivestire quel ruolo, ma non volevo crederci!
“E’ stato il primo a subire la trasformazione, per lui è stato tutto molto più difficile. Tuo padre lo aiutò molto.”
Quelle parole furono come una pugnalata! Papà. Papà lo sapeva. Ha aiutato lui e nel frattempo consolava me per la nostra separazione, senza mai dirmi nulla a riguardo.
In principio fui accecata dalla rabbia, ma poi pensandoci meglio, per mio padre non dovette essere semplice non rendermi partecipe di ciò che accadeva ai ragazzi di La Push, anche perché se lo avesse fatto tante cose sarebbero state chiare e forse mi sarei messa l’anima in pace tanto tempo prima, ma lui aveva fatto una promessa, massima riservatezza, non era il caso di spifferare tutto ad una povera adolescente in crisi..

Nei giorni seguenti dedicai tutto il mio tempo a mia madre e ai preparativi per il funerale, non era semplice non perdere mai la calma, soprattutto ogni volta che qualche vecchia conoscente mi salutava e mi chiedeva gentilmente come mi sentissi.. ma come può mai sentirsi una persona che ha appena perso il padre?!? Fortunatamente c’era sempre Billy, che sapeva già come comportarsi con me. Una volta lo sentii dire a mia madre “Per certi versi è molto simile a mia figlia Rachel, è molto impulsiva. Quando morì Sara, anche lei ebbe una reazione simile.. e non doveva sopportare anche la tensione per la trasformazione..” ammetto che non mi era mai sembrato molto simpatico, avevo sempre preferito il vecchio Quil, ma dovetti ricredermi, era una persona molto speciale, e voleva davvero aiutarmi.
E mentre il giorno pensavo ad aiutare mia madre, la notte non riuscivo a chiudere occhio. Il mio unico pensiero, quando ero da sola era l’imminente incontro con Sam e il ‘branco’. Non immaginavo neanche cosa avrei dovuto fare, ma non avevo nessuna intenzione di considerare Sam il mio capo, o ‘alfa’ come aveva detto Jared. Non volevo avere niente a che fare con lui.ma evidentemente il destino la pensava diversamente…

  
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