CAPITOLO 4: QUANTO
PUO’ ESSERE PROFONDO L’INFERNO?
Ed ebbe paura.
Del resto, chi non l’avrebbe in tale situazione.
Ma spesso sono proprio l’adrenalina ed il terrore a fare la
differenza.
Con un colpo di reni spaventosamente fortuito (in pratica
grazie ad una fortuna sfacciata), il ragazzo riuscì ad abbassarsi per
tempo per
schivare il fendente di “Toryama 2, il ritorno”.
Nel compiere quel miracoloso gesto atletico, Ashura scivolò
con la gamba d’appoggio, così facendo, però, schivò un pugno, di Bonzo,
diretto
allo zigomo.
Dopo quest’altro colpo di fortuna, il giovane Kamizashi
compì una capriola all’indietro da terra, tornando in piedi e
posizionandosi in
una goffissima posizione di karate.
-Vi avverto…- disse timoroso. -… sono cintura bianca
di karate! Posso farvi a pezzi
con un solo dito!!-
Sarà stata la paura o non si sa quale parte malsana del
cervello, ma lo aveva fatto.
Gli aveva dichiarato guerra aperta.
Li aveva minacciati.
Aveva fatto lo spaccone.
Ed ora ne avrebbe pagato le conseguenze.
Naturalmente gli altri scoppiarono in una fragorosa risata
di scherno, fissando il giovane ragazzo di fronte a loro.
-Staremo a vedere…- sussurrò la copia di Butt Spencer, prima
di lanciarsi all’attacco.
E questa volta non ci furono altri colpi di fortuna.
I lividi ricoprivano il 50% del suo corpo.
Il sangue colava copioso dalle ferite a zigomi e ai lati
della bocca.
Gli occhi erano spenti e delusi.
Ma soprattutto colpiti.
Ashura, per l’ennesima volta, si sorprese.
Si stupì di tanta indifferenza.
-Dannati bastardi…- Sibilò rabbioso.
Non solo non riusciva a credere di avere compagni tanto
sadici.
Addirittura gli altri alunni della scuola gli erano del
tutto indifferenti.
Come se fosse stata ordinaria
amministrazione.
Borbottando insulti a destra ed a manca, Ashura arrivò quasi
strisciando all’infermeria.
Quando vi giunse, poté constatare di non essere solo.
Altri quattro ragazzi, più o meno nelle sue stesse
condizioni, erano stesi sui lettini dell’infermeria.
Completamente fasciati.
Pieni di abrasioni.
Il Kamizashi capì subito che questi avevano condiviso il suo
stesso ed amaro destino.
Il ragazzo si sedette su una sedia libera vicino all’entrata
dell’infermeria.
Questo era un ambiente caldo e confortevole.
Le pareti erano di un rosa candido.
Degli acquerelli appesi, donavano un tocco di allegria alla
stanza.
Vi erano anche un lavandino, un armadietto dei medicinali ed
un freezer per il ghiaccio.
Dopo pochi attimi arrivò l’infermiera della scuola.
Era una donna giovane, sui venticinque anni.
Capelli morbidi e castani gli ricadevano sulle spalle.
Gli occhi verdi scrutavano curiosi in giro.
E non si sorpresero vedendo la malconcia figura di Ashura
seduta sulla sedia dello studio.
-Ciao!- Salutò l’infermiera, sfoderando il più dolce sorriso
possibile.
“I pazienti guariscono
più in fretta se si trovano a loro agio”
si ripeteva continuamente l’infermiera.
-Buongiorno.- Salutò Arashi, cercando di non scomporsi
all’immane dolore alla mascella.
-Io sono Mikoto Takarashi, infermiera della Keita High
School. Tu come ti chiami?- Chiese sempre con fare gentile e dolce la
donna.
-Ashura… Ashura Kamizashi.- Rispose questo, quasi incerto a
pronunciare il proprio nome.
Quasi non se lo ricordasse.
Quasi si vergognasse a dirlo.
-Piacere.- Disse la donna, continuando sorridere.
-Il piacere è tutto mio, Mikoto-san…- Ribatté Ashura, con un
lieve rossore sulle gote.
Dopo questo breve scambio di battute, l’infermiera iniziò a
visitare il ragazzo, prima, ed a medicarlo, poi.
Dopo un ora abbondante, Ashura venne rimandato in
classe.
Si rese conto di aver saltato l’ora di giapponese.
Poco male, si disse.
La quarta delle sue ore era di inglese.
Dire che lui adorava
letteralmente quella materia, è un eufemismo.
Forse è più corretto dichiarare che la venerava, quella
materia.
Sia lei che tutti i professori che la predicavano e la
insegnavano.
Con un umore decisamente migliore e con le ferite un po’
meno evidenti, Ashura rientrò in classe.
Ad attenderlo, oltre ad i soliti compagni “casinari”, vi era
la prof. di inglese.
La più bizzarra
prof. di inglese che egli avesse mai visto.
Una sottospecie di hippie
era seduta dietro la cattedra.
Capelli neri, pettinati a mo’ di istrice.
La pelle scura e ruvida.
Completo dai colori psicadelici.Ecco chi era Sakura Aoyama,
l’insegnante di inglese.
-Tu devi essere il nuovo studente…- Disse fissando
dolcemente l’alunno.
-Si, sono Ashura Kamizashi.- Rispose questo, sicuro.
-Dovrò metterti una nota.- Dichiarò con lo stesso tono usato
prima.
-Ero in infermeria, per quello ho fatto tardi.- Cercò di
difendersi il ragazzo.
-Non mi interessa…- Commentò, mantenendo la voce tale e
quale -… le regole dicono che tu devi essere qua alle 10:15, e non alle
11:10,
ragazzo mio. Puoi andare a posto.-
E dire che adorava l’inglese.
-Maledetta zoccola…- Si ritrovò a pensare, estremamente
incazzato.
Come se tutto quello che gli fosse successo in precedenza
non bastasse.
Come se non fosse stata la giornata peggiore della sua
vita, a livello scolastico, si intende.
Senza guardare in faccia niente e nessuno, il giovane Ashura
si sedette rumorosamente sulla sedia, ad osservare la lezione della
Aoyama, che
più che un ora di scuola, pareva essere un ora di circo.
Mosse di Naruto e Dragon Ball si susseguivano una dietro
l’altra, scatenando l’ilarità generale.
E Ashura odiò.
Odiò tutti i professori per essere uno più deficiente,
stronzo e bastardo dell’altro.
Odiò i suoi compagni così maledettamente sadici e bastardi.
Odiò se stesso, per non riuscire ad opporsi a tutto questo.
-Ben arrivato all’inferno- si disse, prendendo la cartella
ed uscendo dalla classe.
La quarta, ed ultima ora, era finita, e finalmente sarebbe
tornato a casa.
Dove non ci sarebbe stato nessuno.
Sua madre al lavoro.
Sua sorella a scuola fino alle 17.
Suo padre ad Osaka.
Uscì dalla scuola, comprendendo di essere completamente solo
in balia degli eventi.
Angolo della sclero:
Ecco il capitolo 4.
Sapevo di essere bastardo, ma non fino a questo punto.
Maltrattamenti sul protagonista.
Completo senso di amarezza e solitudine dello stesso.
Nemmeno i maestri del sadismo sono mai arrivati a tanto,
credo.
Ma tralasciamo il capitolo 4.
Perché dal 5 ci sarà una svolta.
E posso assicurarvi che nulla
sarà come sembra.
Detto questo, vi lascio all’angolo delle anticipazioni.
Passo e chiudo.
Reds92.
Anticipazioni
Capitolo quinto:
Un motivo per lottare
“Ashura Kamizashi non
partecipa alla vita”.
Quante volte aveva
visto scritta quella riga sul pagellino di fine anno.
E si disse che era
vero.
Ma questa volta non
poteva rimanere passivo.
Doveva lottare con
tutto se stesso.
Risposta alle recensioni:
Todoroki: Se quello era clima di terrore non immagini nemmeno
lontanamente ciò che accadrà di qui a breve. U_U Non ti svelo altro,
poichè io sono bastardo... :P. Ti dico solo una cosa: non è necessario
che impari a memoria ogni singolo nome. L'unico nome che è necessario
che impari è quello di Ashura, e non credo ci voglia un impresa. Gli
altri, più o meno, possiamo lasciarli da parte... per ora...
muahahahahahahah . Se ne vuoi sapere di più dimmelo e ti contatterò
U_U. Ma qui non dico altro... rovinerei la sorpresa a troppa brava
gente... At salut, mia cara. Bye bye.