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Autore: Princess_Perona    20/03/2010    2 recensioni
Sono passati Dieci anni da allora eppure sento che su quest'isola
incombe ancora una minaccia per me e la mia ciurma.
Seguito Di Don't Leave Us....
Genere: Romantico, Triste, Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Monkey D. Rufy, Usop | Coppie: Sanji/Zoro
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'L'Amore E Un Oceano di Guai'
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Capitolo 14

IN UN LIMBO DI’ RICORDI


-??? (Merry)-

È strano come le cose che prima andavano bene,siano diventate alla fine quelle che mi hanno portato a questo punto della mia vita.
“Se solo potessi ritornare, indietro” mi dico rivolta al cielo sopra di me “allora cambierei tutto”
“Dubito che tu possa farlo” una voce dietro di me mi fa sussultare all’improvviso e scattando seduta,vedo davanti a me una donna.
“Il massimo che tu ora possa fare è andare avanti”
Ha un volto così familiare.
Capelli neri ricci gli incorniciano il viso e un piccolo naso a punta amplifica ancora di più il suo enorme sorriso che rivolge verso di me.
“Avanti dove?” gli chiedo sorpresa.
I suoi occhi sono gentili e pieni d’amore,come quelli di papà Usopp.
Si siede accanto a me e mi accarezza lieve la testa.
“Verso un luogo migliore di questo” risponde lei.


********************



-Thousand Sunny(Usopp)-

Mi manca il fiato ... sento che il mio cuore sta per esplodere per quanto batte forte.
È morta,se n’è andata via da me proprio come mia madre...
Siamo tornati sulla nave e da allora Rufy non ha lasciato toccare la piccola da nessuno se non dal medico che sconsolato ha solo confermato quello che tutti noi sappiamo già.
Morta…la mia piccolina.
“Usopp” mi giro e vedo la figura di Nico Robin che si china su di me.
“Non aveva fatto nulla di male” dico ormai in lacrime “perché gli ha fatto questo?”
Sento le sue braccia stringermi forte ed io affondo il viso nella sua spalla e piango disperato,sperando solo che anche il mio cuore si fermi così da poterla raggiungere.


-Sanji-

Non la vuole lasciare neanche un minuto.
Rufy si è barricato dentro l’infermeria con il corpicino della piccola Merry e da allora non fa altro che mugugnare qualcosa che non riesco a capire.
Zoro si avvicina a me e mi appoggia una mano sulla spalla.
“Non è stata colpa tua” fa lui all’improvviso.
Ma come fa a capire tutte le sante volte quando il mio cuore sta piangendo silenziosamente.
Dovevo proteggerla meglio,infondo ero il suo padrino...era un mio preciso dovere difendere tutte le mie donne.
“Lo so” mento io spudoratamente,ma lui lo sa quando le mie parole servono solo a consolarlo.
Mi abbraccia stretto a se e mormora lievemente,la stessa frase di prima “non è stata colpa tua…non è stata colpa tua” all’infinito,fino a quando il cuore ormai straziato da dolore non grida furioso dentro la mia testa.
Lacrime scivolano sul mio volto e stringo i pugni forte contro il suo petto.
“Dovevo proteggerla meglio” dico sull’orlo della disperazione “era solo una bambina,non doveva morire così giovane…aveva ancora tutta la vita davanti,perché?”


********************




-???(Merry)-

“Tu chi sei?” gli chiedo dopo un po’ che siamo in silenzio, “sei un angelo per caso?e questo è il paradiso?Perché non c’è nessuno a parte te?”
“Quante domande” fa lei sorridendo “assomigli tanto a mio figlio. Sai,anche lui non faceva altro che pormi domande su domande”.
La sua presenza accanto a me è così confortante,come se l’avessi conosciuta da sempre.
Il silenzio regna di nuovo sovrano rotto soltanto da piccoli rombi in lontananza che vanno ad  affievolire sempre di più la voce che prima stava cantando quella bellissima canzone.
“Questo è un luogo di attesa,se così vogliamo chiamarlo” comincia a dire lei “Qui arrivano le anime che ancora non si sentono pronte a varcare la grande soglia dell’aldilà e così,decidono di restare in questa sorta di limbo che oscilla tra la vita e la morte”.
Quante parole complicate per dire semplicemente che siamo nell’anticamera del paradiso.
“Perché non mi racconti qualcosa di te?” mi chiede la donna “tipo come ti chiamo,come si chiamano i tuoi genitori,roba così”
“Mi chiamo Merry. Monkey D. Merry,mentre i miei due papà..”
“Hai due papà?” fa le interrompendomi
“ Si ” rispondo io “ il re dei Pirati Rufy cappello di paglia e Usopp,il più grande cecchino di tutto il grande blu”.
Il suo volto cambia subito espressione appena nomino i miei papi.
Si fa serio e i suoi occhi,mi scrutano come a voler vedere qualcosa che forse non c’è.
“ Perché quella faccia? ” chiedo perplessa,ma poi mi ricordo che forse qui non sanno della scoperta di Chopper.
Così inizio a raccontargli un po’ di tutto.
Delle nostre avventure sulle decine di isole visitate,degli scontri contro la marina e dell’incoronamento di Rufy a Re davanti a tutta la flotta dei sette e di come quel giorno papà Usopp,superò in abilità il nonno Yasopp.
Lei ascolta rapita la mia storia,come se non credesse alle proprie orecchie.
“E così sei stata partorita da un uomo?” mi chiede alla fine del racconto.
“Sì,davvero una cosa assurda,ma loro mi volevano più di qualsiasi altra cosa al mondo”.
Già,loro avevano fatto di tutto perché io potessi nascere.
Nami le aveva raccontato tutto una volta.
Del loro primo tentativo andato male e delle complicanze che ebbero nel portare avanti una gravidanza così pericolosa,in mezzo all’oceano.
E ora,tutta la loro fatica era andata sprecata perché la loro adorata figlia come una sciocca qual è,si è fatta abbindolare dalla prima persona che ha conosciuto al di fuori della sua famiglia.
Stupida,piccola sciocca Merry.
“Non mi sembra una cosa poi così assurda,visto quanto debbano amarsi tanto i tuoi genitori anzi,mi sembra quasi dolce e tenero” fa lei accarezzandomi la cascata di ricci neri.
Una lacrima,comincia di nuovo a bagnarmi le guance,poi ne arriva un’altra e un’altra ancora.
Ecco che piango di nuovo.
“Non devi piangere piccola mia” sussurra lei amorevolmente,ma io non so che altro fare.
Non potrò mai più rivedere la mia famiglia e neanche dire a papi Rufy quanto mi sia dispiaciuto averlo trattato in quel modo dopo Water Seven.
“Io voglio tornare indietro,non voglio perderli” dico ormai ridotta ad una fontanella.
Lei mi abbraccia e mi stringe forte a se “sta tranquilla,ho come il vago presentimento che la tua vita non è ancora giunta al termine”.
La guardo un po’ sorpresa e le chiedo “e come fai a saperlo?”
“Semplice” mi dice lei “ perché dentro al tuo corpo,il tuo cuore batte ancora.Lievemente come un venticello invisibile e leggerissimo a tal punto da non far muovere nemmeno le foglie sui rami,eppure c’è”.
Il mio cuore?
Sta ancora battendo,ma allora perché sono qui?
Papi Rufy ha l’udito molto fine,possibile che non se ne stia accorgendo.
Sopra di noi le nuvole si fanno sempre più scure e minacciose e da lontano,un piccolo spiraglio di luce si apre.
“Quella è la porta verso l’altra parte e si sta aprendo. Speriamo che i tuoi genitori si accorgano presto che tu sia ancora viva,o presto dovrai venire via con me”.


angela90 : già,purtroppo una delle cose brutte che ha ereditato da Rufy è proprio quella di non rendersi conto di certi sentimenti. ^_^

Ci si vede al prossimo capitolo!!!
   
 
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