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Autore: Annina88    20/03/2010    4 recensioni
“Che c’è?” chiedo nervoso. “Niente è che…i tuoi occhi…hanno un colore particolare, non l’ho mai visto” Dovevo aspettarmi una domanda del genere. Nel mio corpo ci sono troppe stranezze ed è perfettamente normale che Bella, dopo tutte quelle mie domande personali, faccia qualche osservazione sul mio aspetto. Nonostante mi fossi preparato a questa eventualità, ora non so davvero cosa rispondere. Decido di essere vago, di sviare il discorso in modo astuto. “Ti sembrano strani? Brutti…?” Che domanda stupida, Edward! Sono gli occhi di un vampiro, di un mostro. E lei lo ha capito subito. Ha visto che non sono occhi normali, occhi umani. “No, anzi. Sono belli…” E di nuovo, Bella mi sorprende e mi lascia senza parole. Come può pensare che i miei occhi siano belli? Come può essere così tranquilla in mia presenza? In presenza di un assassino, una creatura infernale che potrebbe ucciderla solamente toccandola. Cosa succederebbe se il vampiro Edward incontrasse l'umana Bella all'università? E cosa succederebbe se quella ragazza lo incuriosisse e lo attraesse in modo ossessivo e...pericoloso? Bella non sa nulla di questo splendido e misterioso ragazzo, per il quale dovrebbe nutrire una paura che tuttavia non la sfiora. Cosa si cela dietro a quei suoi occhi ambrati e quel suo alone enigmatico? Tutte le sue domande troveranno una risposta...ma in un modo che non avrebbe mai potuto immaginare: il peggiore.
Genere: Romantico, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo V

E’ quasi mezzanotte. Da quando mi sono chiuso in camera non ne sono più uscito. Non voglio ascoltare i pensieri di nessuno. Ma mi rendo conto che la solitudine e l’assoluta incapacità di distrarmi non fanno che rendere l’immagine di Bella Swan sempre più vivida nella mia testa. E più mi affanno per cercare di comprendere il perché di tutto questo mio sconvolgimento interiore, più mi sento frustrato e quasi impotente. Guardo fuori dalla finestra e quell’immagine della luna che scompare e riappare dietro le nuvole in movimento ha un non so che di malinconicamente romantico. Questi pensieri, queste sensazioni così umane incrementano il mio disagio. Devo smetterla di sentirmi così. Devo smetterla di pensare a lei. Devo distrarmi. Esco dalla mia camera e scendo le scale. In salotto, Alice, Jasper, Esme e Carlisle sono accomodati sui divani, concentrati a guardare un film.

“Cosa guardate?”

“Come se tu non lo sapessi, Edward” mi risponde Carlisle, con un sorriso affettuoso.

Effettivamente lo so, perché l’ho letto nelle loro menti. Era solo un modo per conversare.

“E’ un bel film, caro. Siediti con noi” mi invita Esme.

Bisognoso di pensare ad altro, mi accomodo sulla poltrona e cerco di trovare un minimo di divertimento e soprattutto di distrazione in quelle immagini comiche. Ma, nonostante quella commedia sia di ottimo livello, non riesco ad accompagnare sinceramente le risate dei miei familiari. Li osservo. Carlisle stringe Esme, circondandole le spalle con un braccio. Jasper tiene stretta la mano di Alice. Quei contatti, così sinceramente amorevoli, così teneri, così stupendamente liberi, in questo particolare istante della mia esistenza sono quasi insopportabili. E mi sento peggio di prima. Balzo in piedi e mi dirigo verso la porta di casa.

“Dove vai Edward?” mi chiede Esme, in tono preoccupate.

“A fare un giro…ho bisogno di correre e di sfogarmi un po’…”

Stai attento è il pensiero comune, perfettamente intuibile anche dalle loro espressioni ansiose.

Annuisco con il capo e mi getto fuori casa, catapultandomi direttamente nel cuore della foresta.

Corro, corro, veloce come non mai, per gustare di quel minuscolo sollievo che è il vento sul mio viso. Mi arrampico su un albero ed in pochissimo tempo sono già in cima. Guardo il paesaggio che mi circonda. Com’è possibile che sia tutto così bello…così romantico? Per me non dovrebbe essere così. Queste sono sensazioni profondamente umane, sensazioni che per me dovrebbero essere totalmente sconosciute. Perché devo obbligare me stesso a soffrire?

E di nuovo la vedo. Bella. I suoi incredibili occhi, i suoi capelli profumati di fragola, la sua pelle candida e dall’apparenza così delicata. E la sua acuta e riflessiva intelligenza. E la sua adorabile goffaggine. E l’irritante silenzio della sua mente. E le sue reazioni bizzarre ed inaspettate. E la mia incapacità di comprendere perché. Ed il patto che ho dovuto stringere con me stesso e l’assoluto desiderio di non volerlo rispettare. Ora. Proprio ora. Il mio assoluto desidero di vederla. Di capire.

E senza nemmeno rendermene conto, sono già sulla strada dell’università. In poco tempo, mi ritrovo a calpestare l’erba ben tagliata che circonda il complesso. Mi avvicino al dormitorio femminile e facilmente riesco ad entrare dalla finestra. Non so quale sia la sua stanza, perciò devo controllare la lista. L’ingresso e la reception sono completamente desolati. Bene. Apro i cassetti del bancone ma non trovo nulla di utile. Allora mi dedico agli armadietti in metallo alle sue spalle. Non si sono nemmeno sforzati troppo di nascondere le chiavi. E’ vero che avrei potuto aprirli senza troppo sforzo, ma non volevo lasciare tracce del mio passaggio. Ecco la lista delle stanze. Scorro velocemente tutti i nomi e poi, finalmente, il nome che cercavo: Bella Swan – Chandra Cole, camera 27c. E’ al terzo piano. Do un rapido sguardo alla mappatura dell’edificio per individuare l’esatta ubicazione della camera. Non posso entrare dalla porta, perciò dovrò ancora una volta fare ricorso alle finestre, sperando che non siano bloccate dall’interno.

Esco di nuovo e mi dirigo in prossimità della stanza di Bella. Alzo lo sguardo e vedo la finestra che dovrebbe essere la sua. Scalo la facciata e guardo attraverso il vetro. E la vedo. La sua compagna di stanza non c’è…Probabilmente sarà insieme a qualche ragazzo. E allora colgo l’occasione. Sollevo la finestra, che fortunatamente – o sfortunatamente – non è stata bloccata. Ed entro, ringraziando le mie capacità di muovermi in assoluto silenzio.

Bella è girata su un fianco con le ginocchia piegate, in una sorta di posizione fetale. Entrambe le mani sono appoggiate sul cuscino. Il lenzuolo la avvolge sino alla vita. I capelli sciolti le coprono parzialmente il volto. Indossa una canotta marrone e la visione della pelle nuda delle sue braccia è di una bellezza insopportabile. Sento il suo respiro lento e tranquillo scandire i movimenti dolci della sua pancia. Vorrei allungare la mano e sistemarle i capelli per liberare la dolcezza del suo viso. E’ bellissima. E lo è anche nella sua inconsapevolezza. Dorme senza sapere che un mostro le sta accanto, e la sta osservando. Un mostro che si sta chiedendo se sta sognando e cosa. Un mostro che in tutta la sua lunga esistenza non ha mai visto nulla di più bello.

Distolgo lo sguardo da lei per osservare il suo piccolo mondo e scoprire qualcosa in più di lei. Le mensole sopra il suo letto sono colme di libri e cd. La mia attenzione cade su un libro diverso dagli altri. Un libro senza titolo e dalla copertina lievemente rovinata. La mia curiosità mi spinge a prenderlo. Mi rendo subito conto che non è un libro, bensì un diario. Quasi ho un sussulto…il suo diario. Ho in mano una fonte inesauribile di informazioni su di lei. Dovrei metterlo immediatamente a posto, perché un diario è un oggetto infinitamente intimo e personale.

Avanti Edward…mettilo a posto!

Ma è come se una forza mi impedisse di seguire la mia parte educata. E forse mi adagio sul mio essere inevitabilmente un mostro. E allora cedo alla tentazione. Di nuovo. E sfoglio quel diario. Le pagine scritte si alternano a disegni, ricordi vari e fotografie. Una ritrae Bella abbracciata ad una bella donna bionda sui 45 anni, probabilmente la madre. Un’altra è una foto di Bella da piccola circondata dalla stessa donna e dal capo Swan. All’epoca aveva qualche capello in più. Osservando quella foto, mi rendo conto dell’incredibile somiglianza tra padre e figlia. Ed ecco una foto del diploma: Bella regge in mano il rotolo e assieme a lei il padre, la madre e un uomo sulla trentina. Stringe la spalla della donna, quindi deduco sia Phil. E poi Bella su una spiaggia assieme ad un gruppo di ragazzi. Riconosco la spiaggia, è First Beach a La Push, nella riserva dei Quileutes. Indossano tutti delle giacche a vento ed il cielo è nuvoloso. Non mi sorprende. Ci eravamo trasferiti lì proprio per la mancanza quasi totale di sole.

Bella sorride in tutte le foto, ma è un sorriso strano, come se fosse trattenuto da non so quale timidezza o imbarazza. E’ come se si sentisse sempre inadeguata e si sforzasse di non mostrarlo. Continuo a sfogliare. Una delle prime pagine del diario è una pagina scritta. Leggo. Una poesia.

Non t'amo come se fossi rosa di sale, topazio
o freccia di garofani che propagano il fuoco:
t'amo come si amano certe cose oscure,
segretamente, entro l'ombra e l'anima.
T'amo come la pianta che non fiorisce e reca
dentro di sè, nascosta, la luce di quei fiori;
grazie al tuo amore vive oscuro nel mio corpo
il concentrato aroma che ascese dalla terra.
T'amo senza sapere come, nè quando nè da dove,
t'amo direttamente senza problemi nè orgoglio:
così ti amo perchè non so amare altrimenti
che così, in questo modo in cui non sono e non sei,
così vicino che la tua mano sul mio petto è mia,
così vicino che si chiudono i tuoi occhi col mio sonno.

Pablo Neruda

Conosco questi versi. E’ una sensazione strana…è come se queste parole, celate dentro qualche angolo buio della mia mente, ora stessero tornando alla luce. E una poesia semplicemente splendida e mi stupisco sempre di cosa la mente umana sia in grado di partorire.

Guardo ancora Bella. Si è girata nel frattempo, ora dorme a pancia sotto, con un’espressione quasi imbronciata. Sorrido. Il fatto che le piaccia questa poesia mi rende quasi felice. Chissà se hai mai provato queste sensazioni per qualcuno…Chissà se anche in questo momento le stai provando…T’immagino in piedi di fronte ad un ragazzo. T’immagino guardarlo negli occhi e con il tuo solito imbarazzo recitare questi versi. T’immagino innamorata ed è uno spettacolo meraviglioso. Sei mai stata innamorata, Bella? Hai mai desiderato vivere e morire per qualcuno?

Dio, dov’è il letto…La compagna di stanza sta per tornare. Mi alzo e mi avvicino alla finestra. Guardo quel diario tra le mie mani. E’ ancora pieno di parole che non ho letto, segreti ancora da svelare. Dovrei lasciarlo qui, non sono un ladro. No…ma sono un mostro. Chandra sta per aprire la porta, ma sono già fuori prima che possa accorgersi di qualunque cosa. Corro nella notte, tra gli alberi. Il diario di Bella in mano.

Giunto a casa, mi fiondo in camera mia, per stare da solo e leggere. Non sono molti i commenti personali di Bella. Piuttosto le pagine sono piene di citazioni di Shakespeare, Jane Austen, lo sorelle Bronte…Un appassionata di classici. Una romantica appassionata di classici. Non ci sono altre poesie, perciò quella che ho letto prima dev’essere la sua preferita. Nessuna foto e nessun riferimento ad un ragazzo. Questo in qualche modo mi conforta. Vado sulla data odierna e vedo che ha scritto qualcosa. Una specie di poesia.

I tuoi occhi così tristi ed impauriti

I tuoi occhi che vogliono nascondere ma che dicono tutto

I tuoi occhi che uccidono e che riportano alla vita

I tuoi occhi che mi penetrano e che mi leggono

I tuoi occhi che sono l’unica finestra lasciata aperta

I tuoi occhi che sono una serratura dalla quale spiarti

I tuoi occhi che improvvisamente si sono chiusi

I tuoi occhi che hanno visto posti che non andrò mai a visitare

Così sono i tuoi occhi

Così belli i tuoi occhi d’ambra

Preziosi e splendenti come l’oro

E immediatamente chiudo quel diario. Non posso leggere oltre. Se avessi ancora un cuore, a questo punto avrebbe smesso di battere. Se il tempo non fosse un concetto quasi inesistente per me, anche lui si sarebbe fermato. “I tuoi occhi d’ambra…come l’oro”. I miei occhi…Ha scritto una poesia sui miei occhi. L’ho colpita fino a questo punto? Non so più chi sono, né cosa sono. Sono triste per una cosa per la quale dovrei essere felice. E sono felice per una cosa per la quale dovrei essere triste. So solo che le mie emozioni sono forti , vive, disperate, umane. Vorrei poter piangere solo per sfogare questa confusione. E’ incredibile quanto abbia capito di me questa ragazza. Forse è lei che può leggere nella mia mente. Non lo so, ma a questo punto una cosa è chiara. A questo punto non avrò mai la forza per rispettare quel patto.

  
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