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Autore: bianchimarsi    21/03/2010    3 recensioni
Sospirò, guardando il vuoto. –E poi a me va bene anche così. Preferisco essere inseguita all’infinito da lui che accettare di essere raggiunta, ma per un giorno soltanto. Almeno lo sento vicino. – (capitolo primo) Lily e James. La loro storia, in una fanfic di circa cinque capitoli, raccontata sotto il tetto del locale che tutti gli studenti di Hogwarts conoscono bene: i Tre Manici di Scopa. Un commentino?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Beh, non so veramente cosa dire… grazie veramente per i commenti che avete lasciato. Spero che questo capitolo vi piaccia come il primo…

                                                                                                            Bianchimarsi

 

 

La prima volta che l’ho sfidato

 

 

Tre Manici di Scopa, Ottobre 1967, vicino alla porta del locale.

 

 La porta del bar si chiuse di scatto.

Il fuoco nel camino, in un’ultima fiammata, si spense.

E, per effetto della magia, o semplicemente della paura che ci attanagliava, l’aria divenne quasi irrespirabile e fredda.

L’uomo calò il cappuccio.

Due occhi rossi come il sangue, felini, inumani, ci fissarono ad uno ad uno. La bacchetta puntata seguiva il percorso dei suo sguardo.

-Avada Kedavra.

Una luce verde partì dalle sue mani e colpì un uomo, un anziano, assiduo frequentatore dei Tre Manici di Scopa da tempo immemore, che cadde a terra. Morto.

Marlene, al mio fianco, iniziò a tremare, tanto da non riuscire a reggersi in piedi. Riuscì a stento a mettersi a sedere, facendo cigolare la sedia.

Voldemort, Colui che non deve essere Nominato, si voltò dalla nostra parte.

-Troppi Mezzosangue ci sono in questo mondo. NatiBabbani che devono sparire dalla faccia di questa terra.- esordì, puntando verso di noi la bacchetta.

-Perché, tu sei un Purosangue, Voldemort?

Il mio cuore mancò un battito. Due. Tre. Forse cessò il suo compito per qualche minuto. Il respiro mi mancava.

Voldemort si girò lentamente, assaporando il terrore che stava creando. 

-Un giovane. Molto coraggioso a quanto vedo. Servono fra le nostre schiere ragazzi come te.

-Mi unirò a te quando l’inferno gelerà- ghignò Potter, sorridendo. Come faceva ad essere così calmo in quel momento?

-Immagino che questa sia la tua ultima decisione. Vero ragazzino?

James cercò di afferrare la sua bacchetta, nascosta sotto il mantello, ma con un cenno Voldemort gliela fece volare via di mano.

-A quanto pare, il tuo coraggio non è dettato da alcuna intelligenza. Vedrai il destino che attende chi sfida il più grande Signore Oscuro di tutti i tempi. Crucio!

Il corpo di James fu scosso da tremiti violenti e l’aria silenziosa si riempì delle sue urla agghiaccianti. Frank Paciock afferrò Sirius, che cercava di andare in soccorso dell’amico.

Poi il mio istinto agì prima del buonsenso.

-Stupeficium!

Un fascio di luce ossa partì dalla mia bacchetta. Per bloccarlo Voldemort fu costretto a cessare l’incantesimo su James.

-Una ragazza. – Ghignò –Una ragazza con il coraggio di attaccare. Ma io mi chiedo… Perché, invece di schiantarmi, non hai provato a uccidermi?

-Perché io non sono come te. –Risposi fiera, riacquistando parte del mio coraggio.

-Perché tu sei debole. Voi tutti siete deboli!- Urlò – L’amore non vi salverà. Né oggi, né mai. Questa è una guerra e si combatte per ferire, per uccidere. Il vostro pensiero buonista non vi farà restare in vita. Hai salvato un ragazzo, che stai sicura che morirà, e cosa ne hai guadagnato?

Mi lanciò contro una Cruciatus, che prontamente evitai nascondendomi sotto il tavolo, che si frantumò sotto l’incantesimo.

-Scappate! – gridai, preda dell’adrenalina quanto del terrore, scagliando un incantesimo di Disarmo, prontamente bloccato da Voldemort.

Fu un rapido susseguirsi di luci rosse e verdi. Quelli che sapevano, si smaterializzarono. Nel locale rimanemmo solamente io e James. Uscii allo scoperto, già col fiatone. Di Voldemort nessuna traccia. Che fosse scappato?

-Lily attenta! – urlò ad un tratto James, mentre cercavo di raggiungerlo. Sentii qualcosa che mi premeva dietro la schiena. Una bacchetta.

-Lily, eh? Il nome di un fiore. Azzeccato per una ragazza come te. Puro. Ancora non ti ho visto usare una Maledizione senza Perdono. – Qualcosa di caldo si allargò a macchia d’olio dal punto in cui la bacchetta toccava i miei vestiti. Un calore che mi entrò dentro le ossa, facendole bruciare. –Ma la tua purezza non ti salverà dall’inferno, cara Lily…

L’urlo che cercai invano di trattenere fu così disumano che non riconobbi la voce come mia. Continuò per quelle che mi parvero ore. Quando cessò mi ritrovai a terra, ai suoi piedi.

-Alzati. Quando uccido una persona, io la guardo sempre negli occhi.

-E dire che ti credevo un vigliacco.- sputai fra i denti, pulendomi dal sangue che mi usciva dal naso. - Lui sorrise, se sorriso si poteva definire il ghigno sul suo volto.

Mi afferrò per il mento, alzando il mio sguardo verso i suoi occhi. Il tocco delle sue mani mi faceva ribrezzo e cercai di allontanarmi, senza però riuscirci.

-Posso vedere l’anima che scivola via dagli occhi di un uomo mentre lo uccido. È affascinante. Non credi?.- chiese, rivolto a James, che inerme ci fissava, la bacchetta (che era riuscito a recuperare) puntata, ma senza il coraggio di lanciare un incantesimo. –Lily, non vuoi dare l’ultimo saluto al tuo amichetto? E dire che voi ragazzini ci tenete di solito a queste cose… L’ultimo addio… Che romantici…

Scossi la testa, trattenni le lacrime e affrontai spavalda la morte.

-Avada…- Chiusi gli occhi. In quel momento speravo semplicemente che, anche nella morte, il mio volto assumesse un’espressione pacifica. – Ked…-

Ciò che successe dopo fu un susseguirsi di immagini e colori. Di urla. E schiamazzi.

Voldemort lasciò la presa su di me, inspiegabilmente. Braccia robuste mi cinsero la vita. Labbra sconosciute si posarono un momento sulle mie.

-In condizioni normali non avrei mai potuto farlo, vero Evans?- sussurrò rocamente James.

Non aprii gli occhi. Speravo di morire così, fra le sue braccia, senza dover sentire altro dolore. Senza dover vedere la morte di tutti i miei amici. Nascosi il volto nell’incavo del suo collo.

-Grazie, Potter…- soffiai.

-Puoi chiamarmi James… replicò con un filo di voce. –E comunque, ti amo, Evans. Ricordatelo.-

-Non credo che vi servirà ricordarlo, da morti.- disse Voldemort, scoppiando in una risata sguaiata e cattiva. -Ma che bei piccioncini… Quasi quasi mi commuovo…- Con un cenno della bacchetta, si appropriò delle nostre, finite inspiegabilmente in un angolo della stanza. –Se non fosse stati così stupidi da credere di potermi sfuggire, di vincere grazie a questo sentimento inutile che chiamate amore, sareste stati dei grandi uomini.  Avada…-

-Fermati, Tom. – disse Albus Silente, uscendo da una fiammata verde del camino.

Era finita.

 

 

 

Questo secondo capitolo sarà seguito a breve da quello del POV di James. Grazie ancora per i commenti che avete lasciato la volta scorsa.. Naturalmente sappiate che non piangerò se deciderete di farne ancora, ovviamente.

                                                                                                                        Bianchimarsi

  
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