Capitolo sei: orologi,
principi e cha cha cha
Era da poco passata la pausa pranzo quando un
urlo squarciò il silenzio che regnava sulla Deava: credete che qualcuno si stupì di
questo? Sbagliato. Tutti lì dentro, oramai, erano abituati alle urla che quella
pazza emetteva e che fungeva da richiamo per tutti i membri
della sua squadra.
Quindi, non si
stupirono neanche quando molti componenti del primo gruppo scattarono sul
posto, diretti verso la fonte del rumore.
Tra questi era
annoverata anche Silvia che, sospirando, si diresse verso l’appartamento dei
Vieira: gettò un saluto al solito Pierre seduto fuori dalla porta, il volto
pieno di ecchimosi, ed entrò, cercando con lo sguardo la solita cricca che circondava la signora Vieira, in preda alla solita crisi isterica.
Chissà per che cosa questa volta? Si chiese la bionda.
- buuu, perché
quello stronzo non vuole avere figli!- ah,
ecco, di nuovo la storia dell’orologio biologico, pensò Silvia,
osservandola mentre si soffiava il naso contro la giacca del fratello: aveva
fatto bene a liberarsi del problema il più presto possibile, se il rischio era
di ritrovarsi, a trent’anni, così.
Povera Cloe,
pensò, non sapeva cosa si stava augurando per sé: nausee, vomito, piedi gonfi,
vesciche costantemente stimolate e, poi, ore e ore di travaglio, dottori che ti
osservano come se tu fossi un quarto di manzo, infanti poco propensi ad
abbandonare il nido e, soprattutto, un compagno così collaborativo da rimanere
schiacciato contro il muro opposto, terrorizzato dagli improperi che gli lanci
dietro, tra cui era compreso anche un taglietto “all’arma del delitto”.
- SILVIA!- urlò
improvvisamente l’azzurra attaccandosi alla sua gamba – Silvia, dimmi come
fare!- implorò.
- a fare cosa?-
domandò questa, cercando di staccarsela dall’arto.
- ad avere un
figlio!- rispose ovvia quella, abbrancandosi ancora più forte alla gamba
dell’amica – spiegami come hai fatto!-
- ehm, credevo
che te lo avessero spiegato da tempo come nascevano i bambini, Cloe.- disse la
bionda visibilmente perplessa.
Cloe la fulminò
con lo sguardo – ma cos’hai capito! Intendevo che ne so, qualche posizione,
qualsiasi cosa.-
Ok, non c’era
dubbio, Cloe era letteralmente impazzita, pensò la bionda, riuscendo finalmente
a staccarsela dalla gamba – ma che vuoi che ne sappia!- sbottò improvvisamente
– a quattordici anni uno non pensa a come fare per rimanere incinta. E inoltre
si può sapere perché lo vuoi tanto? Così facendo ti ritroverai brutta, grassa e
tuo marito ti vedrà solo come la madre di tuo figlio e non ti vorrà più! Come
fai a essere così stupida!?- urlò poi – ma tu che ne vuoi sapere, sei ancora
secca e felice.- e detto questo corse via, come nella migliore tradizione delle
eroine drammatiche, ovvero fazzoletto di trine ( spuntato da chissà dove ) alla
mano e passo drammatico.
Nella sala calò
il silenzio più assoluto, mentre questa fuggiva dalla stanza. Un secondo dopo
un urlo di dolore si diffondeva per la Deava e, questa volta, nessuno se lo
aspettava.
••••••••••••••
Mentre Cloe
esponeva al mondo tutto il suo dolore e Silvia correva verso lacrimosi ( e, con
suo sommo dispiacere, casti) lidi c’era qualcun altro che non stava passando
una buona giornata.
Stretto nel suo
completo da cavallerizzo in velluto crema e lillà, cullato dal battere del frustino
contro il suo stivale di pelle di pitone, il divino re Sirius Percival Angiulf II De Alisia, in arte
Sirius, stava conversando con il fato, chiedendogli cosa avesse fatto di tanto
male per costringerlo a un tale supplizio.
Lui era un re, perdinci, e i re non facevano gli allenatori a un gruppo
di zozzi cadetti plebei, tuttavia quest’argomentazione non era bastata a quel ancora
più plebeo comandante Fudo, che lo aveva spedito verso l’arena senza battere
ciglio.
Osservò con
disgusto tutti quei ragazzi seduti a terra, con le tute da quattro soldi
sporche di terra rossa, e rabbrividì.
Sarebbe stata
più dura del previsto, non c’era dubbio.
••••••••••••••
- ed io che
credevo che avere un re come allenatore mi avrebbe messo in soggezione!- rise
Charlie, sorseggiando tranquillamente una bibita mentre alle sue spalle si
svolgeva l’inferno.
- concordo
pienamente!- asserì Diego, annuendo convinto.
- ma…- azzardò
Shu, a disagio per la situazione – ma non sarebbe meglio dargli ascolto?-
Gli altri due
si guardarono dubbiosi, poi scossero la testa all’unisono – naaa!- esclamarono
tornando ai loro comodi.
Il nuovo
istruttore della terza squadra prometteva davvero bene: appena giunto di fronte
i suoi allievi, Sirius aveva pensato bene di far capire loro con chi avevano a
che fare elencando tutti i suoi titoli nobiliari ( re del regno de Alisia,
conte di Carmagnola, imperatore di tutte le boutique ecc) e il suo nome
completo, allo scopo di intimorirli.
Tuttavia
l’unico effetto, che era riuscito a produrre, era stato uno scoppio di risa al
suo secondo nome e la completa indifferenza per il restante. Infatti, finita la
sua filippica, tutti ebbero la premura di ignorarlo beatamente e di darsi ai
loro sporchi comodi: c'è chi aveva organizzato un pic-nic, chi giocava a
ramino, chi, fattosi prestare ( ovvero rubato) il cellulare di ultima
generazione al loro severo insegnante e chiamava l’amata mamma…in Lapponia.
Solo Shu pareva
realmente dispiaciuto di tutto quel menefreghismo. Non che gli interessasse molto
del suo allenatore, ovvio, ma lui voleva allenarsi. Aveva saputo che da lì a
poco sarebbero stati selezionati i cadetti ritenuti idonei per passare al
secondo gruppo. Gliel’aveva spifferato
Sibilla, tre giorni prima.
- andiamo Shu,
che sarà mai un allenamento saltato?- protestò Charlie vedendo l’amico così
pensieroso – dopotutto sono solo due ore.-
- erano solo
due ore anche ieri.- protestò questo, ricordandosi della lezione prima quando i
suoi compagni avevano inventato un nuovo gioco: il “ caccia alle mutande del
capitano”.
- ma con il
capitano Lee è un’abitudine!- protestò Diego – e poi si è divertito anche lui,
vedessi com’era contento quando ha ritrovato i suoi boxer in quel rovo!-
- oltretutto ha
dimostrato di avere delle ottime doti “ posteriori”-
Diego ridacchiò
– Charlie, non ti facevo così gioioso, così..GAIO.-
- ehi!- scattò
questo – come ti permetti? Non sai che io sono etero al 100%? Ho le prove!-
- ah si? E
quali?-
Il castano
assunse un’espressione maliziosa – beh, te lo possono dire in molte: c’è Alena,
Alexandra, Julia, (…), Sarah, Lily, naturalmente Sibilla e… oh, e come dimenticarsi tua sorella!-
Diego rimase
immobile, incapace di capire se si trattava di una battuta o no, mentre gli
altri si rotolavano a terra dalle risate.
Aveva deciso in
ogni caso di picchiarlo se non fosse stato per qualcuno che, con un fischio,
richiamò tutti all’ordine.
Sirius si voltò
verso il suo salvatore, deciso a tesserne gli omaggi e a ringraziarlo, ma
quando vide che si trattava di Pierre, lasciò perdere molto volentieri.
Dall’altro
canto questi lo ignorò beatamente, come i suoi prediletti cadetti, e li fece
avvicinare, sventolando un foglio in mano.
- bene,
ragazzi!- esordì festoso – ho qui i nominativi di quelli che passano al secondo
gruppo.-
Ci fu un borbottio
di approvazione, condito da domande tipo “ ma questa volta ne prenderanno
almeno uno?” o “che sia la volta buona che rientro? Sono cinque anni che ci
provo”, ma Pierre li zittì tutti –allora ragazzi, quelli che nomino facciano un
passo avanti e mi seguano allora: Andrej Dousizki..-
Il ragazzo
dalla frangia bionda avanzò e si mise dietro il brasiliano.
- Diego Vieira
-
Il ragazzo
sgranò gli occhi e guardò confuso lo zio, che gli lanciò uno sguardo di
trionfo. Quest’anno convincere Apollo era stato più facile del solito. L’uomo,
infatti, pareva stralunato e non si era opposto, come nei precedenti anni, a
farlo passare di grado.
- .. e in fine:
Shu Aiba!-
Questa volta fu
il rosso a stupirsi enormemente. Era lì sì e no da un mese, tutto si aspettava
fuorché quello. Probabilmente, Sibilla c’aveva messo lo zampino.
- ... i
restanti posso andare.- concluse Pierre, sebbene Apollo gli avesse caldamente
consigliato di finire con un “ a quel paese” e, seguito dai tre ragazzi, se ne
andò, lasciando Sirius in balia dei cadetti.
••••••••••••••
- sei sicura che non disturbo?- chiese Lily, mentre l’amica le apriva
la porta di casa sua. Quella casa gli metteva sempre soggezione, forse dovuta al
fatto che, la prima volta che ci era entrata, aveva rischiato di beccarsi un
divano addosso, lanciato dall’aggraziata signora De Alisia.
- ma certo che no, tanto a papà non gli scoccia cucinare per uno in
più!- gli rispose Sibilla, liquidando la cosa con un gesto della mano. Aveva un
impellente bisogno di avere qualcun altro a cena.
Da quando era tornato suo zio, i genitori si comportavano in modo
strano. Sua madre pareva in preda a qualche oscuro tormento interiore, il che
la portava a guardare afflitta il marito, senza proferire parola. Di suo padre
poi non ne parliamo, era divenuto completamente privo d’interessi. Erano giorni
che non andavano a caccia insieme, giorni che non le parlava, che non s’interessava a lei. Per una figlia
unica com’era, cresciuta con l’affetto soffocante e le continue attenzioni dei
suoi, questa situazione era insostenibile.
Pur sapendo che il suo era un comportamento egoista, voleva che
l’attenzione dei genitori tornasse di nuovo incentrata su di lei.
Quando però, aprendo la porta, fu caricata come un torero dalla madre
in lacrime, si pentì amaramente di quei desideri.
Infatti, alla vista della bionda in quelle condizioni e, ricordando i
trascorsi, Lily sorrise all’amica – mmh, magari un altro giorno, ok?- e, detto
questo, se la filò senza dargli il tempo di risponderli.
Sibilla fece per inseguirla, ma sua madre la teneva saldamente ancorata
in quel punto. – Sibilla!- piagnucolò mostrandogli gli occhi lacrimosi – che c’è,
non vuoi stare un po’ con la tua mamma che è triste?-
Fu guardando quegli occhi azzurri, mostruosamente grandi e mostruosamente
annacquati, che Sibilla capì che i suoi guai erano solo iniziati.
Al solito chiedo venia, è
passato tanto da quando ho postato l’ultimo capitolo, ma posso assicurarvi che
almeno per un altro capitolo son coperta: eh sì, sto per finire di postare i
capitoli vecchi, almeno in questa fic, quindi a breve arriveranno i nuovi. (
che culo eh?).
Passando ad altro, qualcuno mi faccia gli auguri per giovedì: ho
il parziale di progettazione e il lavoro che mi hanno assegnato è di un assurdo
che non vi dico, se morirò vendicatemi, almeno questo!
Ah, dimenticavo (anzi no, era per introdurre la cosa, che
credete U_U) vorrei ringraziare di cuore:
Jasper: eeh, gli effetti su Apollo si notano, ne?XD Comunque era inutile
sperare che Sirius cambiasse, soprattutto ora che è diventato king… poveri
sudditi, mi odieranno a vita!
Himi87: addirittura adorare? ‘sto schifo?Non essere di parte shore, al massimo
la puoi sopportare XD.
Roby the best: tornata è un parolone, sto con un piede in efp al massimo, dai XD
Violet_rose: Qualcuno che mi capisce per i ritardi !Grazie ragazze, vi fo un
monumento ( in ritardo, of course) per la comprensione. ç__ç Comunque per ora
Shu non è volato, ma presto, credetemi, potrebbe vedere le stelle XD * uuh, spoiler scemo è questo*.
Gweiddi at Ecate: mah, cronologicamente parlando qui “la lezione” ancora non l’ha
imparata ma potrebbe farlo moooooooooolto presto ( o forse no XD). Comunque al
massimo si potrebbe dire che è figlia di Silvia, Apollo, sinceramente, in
quelle cose non sembrava molto sveglio.
La sognatrice: ti mancherà molto di meno
quando dovrai correggerla, mwahahahahahah.
Mokochan: eh, Sirius continuerà a combinare molti casini e Silvia a subirli, è
il destino della famiglia De Alisia, c'est la vie.
Grazie a
tutti, sia chi a commentato sia chi ha solo letto il vecchio capitolo, davvero,
anche quello era stato postato con un notevole ritardo.
Prometto
di non farne altrettanto, parziale e ispirazione permettendo.
Baci,
Laica.