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Autore: DrHouse93    22/03/2010    3 recensioni
"Non si sa mai!" esclamò Ron guardando il libriccino con apprensione.
"Non si sa mai cosa, Ron?" chiese Harry.
"Niente, è solo che non ti prendevo in giro da tanto" rispose Ron. Harry rimase pensieroso(il che è strano). "Comunque, mi ha detto papà, tra i libri confiscati dal Ministero ce n'era uno che ti faceva diventare scemo - su di te non avrebbe effetto - e un'altro che..."
"Ehi, aspetta!" lo interruppe Harry. "Ma se mi hai insultato appena due minuti fa!"
"D'oh! Cazzo, se l'è ricordato!"
Genere: Parodia, Demenziale, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Harry Potter e la Camera del Biscione Secchione
- Capitolo 9: Il Bolide Rompi*****one -

Erano in biblioteca. Come al solito, secondo Hermione, dato che ormai da un po’ di giorni si recava lì. Ma stavolta era per altri motivi. Erano riusciti a ottenere un permesso dei professori per accedere al Reparto Proibito, e ora Madama Pinsir lo stava analizzando in controluce come se volesse verificare l’autenticità del permesso firmato da Gilderoy Allock. Nonostante Harry e Ron l’avessero subissata di domande, si era rifiutata di dire loro come aveva ottenuto il permesso. In realtà non c’era una motivazione particolare del perché non dovesse dirglielo, ma era ancora incapace di farlo. Forse perché era la loro migliore amica? E come avrebbero preso la notizia, se l’avessero saputa?
Be’, riflettè, se non altro Harry non la prenderebbe tanto a male
Ma era una ben magra consolazione, considerato che Harry non l’avrebbe presa a male solo perché non l’avrebbe capita affatto. Non subito, almeno.
«Mi sembra apposto» sentenziò Madama Pinsir. «Potete passare»
Hermione tirò un sospiro di sollievo. Ci mancava solo che dopo tutta la fatica fatta per ottenere il permesso, Madama Pinsir glielo avesse rifiutato. Si avviò nel Reparto Proibito, con Harry e Ron che la seguivano, e prese un volume dal titolo “De potentissimis et difficilissimis potionibus”.
Si recarono alla sua scrivania preferita, lo aprì e cominciò a cercare la voce che cercava. Ancora non riusciva a capacitarsi del fatto che per una volta Harry avesse avuto ragione. Vide pozioni delle più orribili, tra cui una che faceva crescere alcune paia di braccia dalla faccia (ohhhhhh, ffarrima! EHEHEHEHEHEHEH). Altre, invece, avevano ben altri effetti, e Hermione se le segnò mentalmente. Finalmente, trovò la pagina che cercava:
«Eccola qui»
Harry e Ron si avvicinarono, e ascoltarono Hermione che lesse: «‘La Pozione Polisucco è in grado di trasformare istantaneamente e per una durata di un’ora chiunque in un'altra persona scelta anticipatamente. La trasformazione è completa e non solo visiva, ma anche fonica: la Pozione, infatti, è in grado di trasformare la voce di chi la beve nella voce della persona prescelta. Per prepararla sono necessari dell’Erba Fondente, delle sanguisughe…’, dio, è la pozione più complicata che abbia mai visto!» continuò a leggere per un po’, poi concluse: «‘…e per ultimo, da aggiungere come ultimo ingrediente, liquido seminale della vittima’»
«No, scusa, non ho capito bene» intervenne Ron, la voce schifata.
«Invece hai capito benissimo» lo rimbeccò Hermione, che non sembrava tanto sconvolta dagli ingredienti, quanto dall’infinità di regole che avrebbero dovuto prevedibilmente infrangere.
«Cioè,» esordì Ron, «se io la bevo divento, per esempio, Tiger?»
Hermione annuì.
«Ma affinchè la Pozione funzioni devo inserire lo…sperma…della mia vittima, cioè Tiger?»
Hermione annuì di nuovo.
«Ma che schifo!» sbottò Ron, facendo voltare molte teste verso di lui. «Scordatelo, non lo farò mai!»
«Ron, quello sarà solo l’ultimo ingrediente» spiegò spazientita Hermione. «E la Pozione farà già schifo di per sé che non te ne accorgerai nemmeno»
«Ma chi se ne frega! Tu lo faresti?»
Hermione aprì bocca, la richiuse subito dopo e rimase zitta. Era un netto colpo basso e Ron, soddisfatto, interpretò il suo silenzio come un no.
«Ron, è l’unica possibilità che abbiamo» intervenne Harry a sorpresa
«Harry, come al solito tu hai un tempismo del cazzo!» sbraitò Ron.
«Ma Ron» tentò di farlo ragionare Harry, che evidentemente non aveva capito la vera natura della faccenda. «Dobbiamo sapere la verità. Pensa a tutti i Nati Babbani che moriranno se non parleremo a Malfoy
«Ma chi se ne strafrega dei Nati Babbani!» urlò in risposta Ron, molto garbato, guadagnandosi le occhiatacce di molti presenti.
«E a me non pensi?» ribattè Hermione, a metà tra le lacrime e la rabbia. «Io sono una di loro, e se Malfoy è veramente l’Erede di Serpeverde, sarò la sua prossima vittima!»
«Non c’è un altro modo?» domandò Ron, disperato.
«Sì, un modo ci sarebbe» intervenne Madama Pinsir alle sue spalle, facendolo sobbalzare. «Potrei sbattervi fuori! FUORI!»
Ron e Hermione fuggirono usando Harry come scudo, che si subì tutto il bombardamento di libri di Madama Pinsir.

Alla fine prevalse l’idea di Hermione. La parte più difficile era procurarsi gli ingredienti, che, fatta eccezione per lo sperma e alcuni altri ingredienti, si trovavano solo in un posto, il più temuto al mondo: l’ufficio di Piton. Affinchè riuscissero a rubarli, Hermione architettò un astuto piano: Harry doveva distrarre Piton con la sua cretinaggine (vedi che qualche volta torna utile?), Ron nel frattempo doveva gettare un petardo dei Favolosi Fuochi Tarocchi del Dottor Filibastard in uno qualsiasi dei calderoni e, dopo il prevedibile panico e scompiglio, Hermione avrebbe spiccato una corsa all’ufficio di Piton, che fortunatamente era lì vicino, a rubare gli ingredienti.

Il diversivo ebbe inizio una mattina. Piton aveva appena finito di insultare pesantemente Harry, per via della sua Pozione Ingrossante che, a suo dire, sembrava una ‘schifosa brodaglia fucsia’. Harry si alzò e iniziò a seguire Piton, il quale dopo un po’, irritato, si girò e disse: «Potter Fesso, se non vuoi beccarti subito una T, una punizione e un anatema, ti conviene trovare un pretesto valido per spiegare perché mi stavi seguendo»
«Sì, io…» Harry si guardò intorno in cerca di qualche aiuto, mentre l’attenzione della classe era puntata su di lui. «Volevo informarla che Neville è morto di nuovo» indicò Neville, con la faccia sprofondata nel calderone che evidentemente l’aveva ucciso.
«Potter» fece Piton con aria minacciosa. Si interruppe.
«Potter Fesso» si corresse ghignando. «Evidentemente non ti è chiaro il significato di ‘trovare un pretesto valido per spiegare perché mi stavi seguendo’. Non preoccuparti, adesso te lo spiego con calma, e dopo mi risponderai»
Ron agì in quel momento. Accese il petardo, e lo lanciò nel calderone di Goyle.
«Allora, “trovare” significa…»
BOOM
Il calderone di Goyle esplose, schizzando tutti di Pozione Ingrossante. Ron, con la coda dell’occhio, vide Hermione sgattaiolare fuori dalla classe. Poi si girò a guardare la situazione in classe e scoppiò a ridere: Draco aveva una testa grossa quanto la ciccia di Goyle, il quale a sua volta faceva a gara per mantenere la pancia superiore per dimensione alle mani. Tiger stava crescendo con due dentoni spropositati, che gli conferivano un’aria più intelligente del solito e Harry, per la prima volta nella sua vita, aveva qualcosa che i maschi avrebbero invidiato.
«SILENZIO! SILENZIO!» urlò Piton, tentando di ristabilire l’ordine. «TUTTI QUELLI COLPITI DALLA POZIONE INGROSSANTE VENGANO QUI PER FARSI SGONFIARE POTTER FESSO SEI IN PUNIZIONE» aggiunse poi le ultime cinque parole dritte filate alla frase principale, come se la colpa fosse di Harry. Ron si rotolava dalle risate, e non si accorse che nel frattempo Hermione era tornata.

Dopo il fatidico furto e la punizione di Harry, che prevedeva il lavaggio delle unghie dei piedi della McStrudel (non sia mai che Piton si lavi!), che gli costò ben sette conati di vomito, i tre si apprestarono a trovare un luogo per preparare la Pozione Polisucco indisturbati. Ancora una volta, miracolosamente, l’idea venne a Harry:
«Ehi, che ne dite del bagno dove è avvenuto l’aggressione a Mrs Purr
«Ma sei scemo?» lo rimbeccò Ron. «E’ il primo posto dove andrebbero a guardare!»
Hermione parve titubante, ma poi accettò: «No, non è vero. Il luogo del misfatto è sempre quello dove non nessuno sano di mente si aspetterebbe che accadrebbe di nuovo qualcosa»
«E come spieghi che Gazza sta quasi sempre appostato là?» domandò Ron sarcastico
«Perché, Gazza ti sembra sano di mente?»

Ma ben presto qualcosa fece loro dimenticare la Pozione Polisucco e i continui lamenti di Mirtilla Malcontenta, che dimorava in quel bagno: l’imminente partita di Calcio Rotante. L’eccitazione, come al solito pre-partita, salì alle stelle, aumentò il numero di studenti colti in flagrante a fare zozzate a pari passo con le morti assurde di Neville. Siccome era la partita di apertura, Grifondoro contro Sempreverde, come al solito i componenti delle squadre avversarie erano vittime dei più assurdi incantesimi: Harry si ritrovò con un grosso corno che gli spuntava dall’alluce sinistro, mentre Bastone, come era successo a Ron l’anno prima, fu vittima dell’incantesimo Bloccatus in Recinto Taurorum, che lasciava la vittima in uno status che faceva presupporre fosse rimasta bloccata a novanta in un recinto di tori da monta (lascio immaginare a voi l’esito). Quando finalmente arrivò la partita, Harry si svegliò di buonora, come al solito: era sicuro che il suo microchip, quello piantatogli l’anno scorso da Dr. House, che gli permetteva di far muovere ogni cosa al rallentatore, mentre in realtà era lui che si muoveva alla velocità di un proiettile, lo avrebbe protetto da ogni tipo di infortunio, salvo forse una caduta libera. Ma per quello non doveva preoccuparsi, c’era Silente apposta. Si alzò dal letto, si inforcò gli occhiali, mollò una scoreggia che svegliò i suoi compagni e asfissiò mortalmente Neville, si grattò la fessura delle chiappe e anche le palle (non si sa mai)  , si vestì e si recò al Campo da Quidditch. Quando sopraggiunse, scoprì di essere in ritardo come al solito. Bastone fece l’aspettato discorsetto pre-partita, che non degnò l’attenzione di nessuno, men che mai di Harry che si scaccolava con aria felice, dopodiché uscirono nel campo. Quel giorno i Grifondoro avrebbero provato le nuove Nimbus ScorraDuemila Uno dei Sempreverde. Madama BadaBUM! Arrivò sul campo provocando la solita esplosione casuale, questa volta della testa di Neville, e poco dopo fischiò l’inizio della partita. In breve la superiorità tecnica delle Nimbus ScorraDuemila Uno si dimostrò nettamente migliore: in breve tempo il risultato volgeva al peggio: GRIFONDORO 30 – 60 SEMPREVERDE.
«Ragazzi, lo sapete che I MITICI 8 SONO UNA SQUADRA SEGRETA FORMATA DA SILENTE» gridò all’improvviso Lee Jordan dal megafono?
GRIFONDORO 30 – 70 SEMPREVERDE
Harry zigzagava qua e là per il campo tentando di individuare il Boccino. Vide un Bolide arrivargli incontro e, con tutta la tranquillità di questo mondo, attivò il microchip e lo schivò. Non appena il Bolide fu passato, Harry disattivò il microchip e continuò a cercare il Boccino. All’improvviso, sentì un profondo contraccolpo all’estremità della scopa. Si girò per vedere un Bolide, forse quello di prima, che aveva mancato la sua testa solo perché Harry si era spostato un po’ (e che culo!). Attivando il microchip, schivò un giocatore di Sempreverde che provò a buttarlo giù con un Calcio Rotante, e vide che il Bolide che era destinato a lui colpì in pieno il giocatore di Sempreverde, disarcionandolo. Harry non fece in tempo a pensare che il Bolide ce l’avesse con lui, che quello gli si avventò contro. Harry lo schivò più e più volte, ma quello ormai sembrava essersi affezionato a lui. Harry allora decise di fare un rapido giro del campo per sbarazzarsene, ma il Bolide lo inseguì ad ogni costo. Harry si fermò un secondo per riprendere fiato, e vide Draco che ghignando diceva: «Sto ridendo come un coglione!». Tuttavia, non si era accorto del Boccino d’Oro che gli fluttuava vicino al suo orecchio sinistro, e Harry si lanciò per prenderlo. Draco pensò che volesse fargli un Calcio Rotante, e si preparò ad attenderlo. Ma quando vide che Harry puntò dritto, lo inseguì, incurante del Bolide che, durante l’inseguimento, travolse Colin Canon che era sceso sul campo per scattare foto come al solito. Draco stava per prendere il Boccino quando il Bolide, ricomparso improvvisamente davanti a loro, lo costrinse a deviare strada. Il suo manico di scopa si impigliò bruscamente a terra, facendo schizzare Draco in avanti in un effetto molto a catapulta. Harry si girò per deriderlo, ma si era dimenticato del suo braccio destro teso in avanti, e del Bolide che gli stava inesorabilmente finendo addosso
WHAM
Il Bolide colpì Harry al braccio, spezzandoglielo di netto. Il dolore provocò una richiesta di adrenalina che il microchip soddisfò egregiamente (ma senti come parlo bene). Harry diede un’ultima esortata alla scopa e con il braccio restante, afferrò il Boccino. Disattivò il microchip, ma perse l’equilibrio e ruzzolò giù dalla scopa per parecchi metri. Si guardò il Boccino nella mano sinistra e sorrise: «Abbiamo vinto. Che cu…»
WHAM
In quel preciso momento, il Bolide lo centrò in piena testa, facendolo svenire

Harry si svegliò di soprassalto (mi mancava un inizio così). Vide sopra di lui un po’ di gente, e Allock che si apprestava a medicargli il braccio. Nel delirio dello svenimento, disse una cosa ancora più scema di quanto potesse mai dire: «No, voglio mamma!»
«Oh, poverino» lo compatì Allock. «Non sa quello che dice (una cosa giusta una volta tanto
Brandì la bacchetta magica e ordinò con voce imperiosa: «Brachium, te rumpe
Harry udì una strana sensazione, come se il braccio gli fosse diventato di gomma. Trovò conferma ai suoi sospetti con un’occhiata, i suoni schifati dei suoi amici, e un imbecille Allock che, seppur sorridente, disse: «Ahhhh…sì, be’, a volte può succedere. Ma la cosa buona è che almeno le ossa non sono più rotte, no?»
Harry svenne di nuovo

Harry si svegliò di soprassalto. Era notte fonda, e si trovava in infermeria. Ma era stato qualcos’altro a svegliarlo. Una voce, la stessa voce glaciale che aveva sentito la prima volta uscendo dall’ufficio di Allock e che aveva ignorato il giorno dell’attentato a Mrs Purr:
Sangue…sento odore di sangue…vieni…vieni da me…ti ucciderò…ti squarterò…no, un’altra volta la cascata no, ahhhhhhhhhh…
«Salve!»
«Ahhhh, tacci tua!»
Harry abbassò lo sguardo per ritrovarsi faccia a faccia con Bobby. «Bobby!» lo salutò. «Che cosa ci fai qui?»
«Bobby aveva saputo che Harry Potter è d’animo coraggioso» disse Bobby. «Ma Harry Potter avrebbe dovuto ascoltare Bobby quando gli ha detto di tornare a casa. Bobby sperava che Harry Potter tornasse casa quando ha perso il treno»
«Come fai a sapere che ho perso il treno?» domandò Harry. Riflettè. «Un momento…tu ci hai bloccato l’entrata!»
Bobby annuì con aria triste. La mente di Harry, come sempre e solo quand’era solo, lavorava spedita.
«Hai rischiato di farci espulgere! (vabbè, mo non possiamo pure pretendere che parli bene. Un passo alla volta
«Bobby è addoloratissimo, signore. Ma sperava che così Harry Potter tornasse a casa» sospirò l’elfo. «Invece Bobby ha saputo che Harry Potter era tornato a Hogwarts. Allora Bobby non ha avuto altra scelta che stregare il Bolide, sperando che Harry Potter tornasse a casa almeno questa volta?»
«Sì, e come? Morto?» chiese Harry, sarcastico.
«No, mai! Mai morto. Ferito gravemente sì, ma mai, mai morto» esalò Bobby. «Perché Bobby non può permettere che Harry Potter rischi la vita ora che la storia…sta per ripetersi…»
«Per ripetersi?» ripetè Harry, sbalordito. «Allora è già successo!»
«D’oh!» fece Bobby. «Bobby, non doveva dirlo!»
Fece per autopunirsi, ma Harry lo afferrò per la collottola e lo minacciò: «Bobby, o mi dici che sta succedendo o sono cazzi tuoi!»
In quel preciso momento si udì un rumore fuori la porta dell’infermeria
«Mi liberi, Harry Potter» sibilò Bobby. «E Bobby le racconterà tutto. Fino ad allora…» schioccò le dita e, con un sonoro Crack, Harry si ritrovò a stringere il vuoto. Si tuffò sul letto proprio mentre la porta dell’infermeria si aprì, e udì le parole di Madama Chipster, la loro infermiera: «Cos’è successo, Minerva?»
«C’è staten altren aggressionen» rispose la McStrudel
«Chi è stato?»
«Cazzen saperen, sennò noi afere già sbattuten fuoren»
«Credete che sia riuscito a scattare una foto al suo aggressore?». Si sentì trafficare con un aggeggio, dopodichè si diffuse nell’aria la puzza di pellicola bruciata.
«Kosa esseren staten, Silenten
«Credo di saperlo» rispose Silente.
«Cosa?» lo incalzò Madama Chipster.
«Sono assolutamente sicuro che questo ragazzo sia Colin Canon»
«Et kosa gli esseren successen
«Ah, non lo so»

Olè, ecco qui che finisce un nuovo capitolo! Spero vi sia piaciuto, e tengo a precisare che l’ho pubblicato dopo due settimane sia perché è stata una settimana impegnativa, sia per protesta in quanto la settimana scorsa avevo ricevuto solo una recensione

«Ah, Madama Chipster» disse Silente andandosene. «Ripulisci Harry dalla fuliggine e dagli un paio di vestiti puliti. Non deve avergli fatto bene quel fulmine che l’ha centrato in pieno appena ho detto il nome della vittima»

Appunto, ma ora basta con le ciance, perché è il momento di rispondere alle recensioni:

dirkfelpy89: Sai che hanno dedicato una canzone, sia a Gazza, che alla McStrudel? Fa così: “Come te…non c’è nessuuuuuuuuunoooo!” In seguito il cantante, un certo Marco Carta, è stato linciato dalla folla inferocita come un moscerino, e di lui non si è più sentito parlare. Inoltre ti ringrazio perché ogni Lunedì arrivi puntualmente a recensire le mie supercalifraginistichespiralidose fan fiction
angy_hihihi: Oh bene, sono contento di esserti mancato con la mia scemenza presa in prestito da un Cretino DOC (Harry), e figurati per gli scorsi capitoli. Cioè, a dir la verità un po’ mi importa delle recensioni, ma mica vi obbligo a lasciarle. Quanto alle varie situazioni in cui Harry vorrebbe cavarsela, mi sono ispirato un po’ ai film mentali di J.D. di Scrubs (non so se hai presente), invece le analisi tarocche di Silente continuano anche in questo chap, che spero ti sia piaciuto, e che ho gentilmente preso in prestito da Nonno Simpson ne “I Simpson – il Film”
Dark Dancer: Grazie per la solita recensione, che si è fatta un po’ attendere ma alla fine è arrivata. La prof non è più un fastidio, e per non stupirsi più della stupidità di Harry potete usare il vecchio metodo tibetano che io uso spesso, il “Tiapat ed Syechid”, che in Italiano vuol dire: “Sorridi e Annuisci”. Vedrai come Harry, e eventuali altri cretini, si sentiranno più felici e ti faranno più ridere se usi questo metodo. Testato scientificamente anche dal Mago Forrest.
Veronica Potter Malandrina: Scommetto che era la data! Ma cambiando discorso, io più che rincitrullito, che è offensivo, per Harry userei la parola cerebroleso, che sa già di più scientifico ed è inoltre più divertente se osservi Harry che si scervella per trovarne un significato e si scaccola con aria felice non riuscendo, prevedibilmente, a trovarlo.

Bene, ora vi lascio perché devo prendere scopa e paletta e ripulire le ceneri fumanti di Harry, che sarà come nuovo (purtroppo) nel prossimo capitolo: Il Club dei Mortal Kombattenti! A Lunedì quindi, e che la vostra spada resti affilata! (Tanto per non copiare da Paolini)

  
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