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Autore: saretta271195    22/03/2010    0 recensioni
Salve a tutti questo è la mia prima storia spero che piaccia.... é dedicata a me(Sara Watson) e ALLA MIA MIGLIORE AMICA FIN DALL'INFANZIA (Federica Lautner) naturalmente i cogniomi sono inventati...non potevo mettere cogniomi italiani in una storia così... comunque ora vi lascio alla lettura buon divertimento!(scusate se ci sono errori o mancano le lettere...io farò del mio meglio per correggerle tutte!!XDXD)
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Correvo. Era l’unica cosa a cui pensavo in quel momento. Intanto le lacrime scendevano veloci dagli occhi e percorrevano le guance infuocate. Non saprei ben definire l’esatta sensazione che provavo in quel momento. Un misto tra:odio, disagio, tristezza. Ma l’odio non era solo per Draco Malfoy. Ce n’era una parte anche per me. Mi disprezzavo per aver potuto anche solo immaginare di amare un essere così, come ero potuta cadere cosi in basso? Come avrei potuto pensare che lui veramente ci tenesse a me e non mi avrebbe tradita? Ma perché l’aveva fatto in mezzo a tutti, sotto i miei occhi, se voleva per forza baciare la Parkinson poteva magari farlo dove tutti non lo vedevano. Invece no! Aveva scelto di farlo proprio li e per giunta anche al ballo del Ceppo che aspettavo da tanto tempo… me l’aveva rovinato e non si poteva ormai più rimediare.

 

 

Questo turbine di riflessioni mi accompagnò fino al quarto piano , dove ero letteralmente sfinita. E così mi sedetti sulle scale che ogni tanto si muovevano. Intanto il valzer continuava e continuava il frastuono delle persone che parlavano. Dopo circa una decina di minuti però i miei pensieri si fermarono perché sentii un rumore di passi. Passi veloci e decisi. Passi che sanno dove devono portare. Così decisi che asciugarmi le lacrime era la cosa più giusta da fare.

“Sara…Sara…sei qui? Per favore esci io non volevo… io non volevo nemmeno ballarci…se sei qui per favore esci fuori…Voglio solo parlare. Se non vuoi rivenire di sotto non fa nulla. Ma voglio comunque anche solo provare a farti capire che…”di nuovo quella voce…la sua voce…e io non volevo affatto vederlo. Come era potuto venire qua? Ma non si vergognava di quello che aveva fatto? Ma le mie gambe erano stanche e non volevo affatto rialzarmi.

“Vai via!” singhiozzai e due grosse lacrime mi caddero dagli occhi ma mi sbrigai a riasciugarle.

“Ah sei qui” ormai stava davanti a me. Le maniche della camicia erano state arrotolate e i suoi capelli erano disordinati.

“Non voglio parlarti…” dissi voltandomi dall’altra parte.

“Infatti io non voglio che mi parli…voglio parlare io…ti chiedo solo questo. Lasciami parlare…” disse sedendosi sul mio gradino, vicino a me. Si passò una mano distratta fra i capelli.

“Dai allora vediamo cosa hai da dire per discolparti…??” due lacrime cercarono di scendere di nuovo ma io le rimisi dentro .

“Emm..si.. Allora ,a parte che a me non piace Pancy  …è l’inverso :sono io che piaccio a lei . Vedi …io non so come dirtelo ma a me non interessa nulla di lei. Capisci? Mi è letteralmente saltata addosso…e non fare quella faccia… è vero! Pancy è solo un’amica , per me non conta nulla! Cosa dovrei trovare in lei di interessante che non hai tu? Se veramente mi piaceva …secondo te non mi ci ero già messo? E se mi piaceva perché dovevo invitare te al ballo invece che lei?? Ed infine se veramente tu non mi piacevi secondo te ti portavo al lago? Sono un Malfoy …non l’ho fatto mai per nessuna! Capisci,per nessuna! Mio padre mi ha sempre insegnato che noi dobbiamo essere freddi con tutte le ragazze…io non ho voluto seguire le regole e per questo verrò punito , lo sai?? Ma sono qui con te e non intendo lasciarti sola ! Se stavo con Pancy tutte le punizioni che mi spettano a casa non le avrei avute…”

 

“E allora perché non ci stai?” chiesi come una stupida .

 

“Perché a me non piace!” scandì le parole come se stesse a parlare con un ritardato.

Poi ci fu qualche minuto di silenzio dove entrambi ci guardammo i piedi. Ora le emozioni che provavo erano cambiate di nuovo . Ora ero: triste con me stessa, perplessa.

Draco  dopo poco si rigirò verso di me e guardandomi dritto agli occhi parlò:

“Mi credi?” fece passandosi di nuovo una mano tra i capelli.

Io annuii senza nemmeno pensarci… non sapevo perché l’avevo fatto ma capivo che lo pensavo davvero.

“Bene” continuò sorridendomi , ormai ero così  abituata al Draco versione buona , che quella gentilezza nei miei confronti fu un nulla.  “ …perché ,per farmi perdonare vorrei portarti in un posto. Sai è uno dei tanti posti segreti di Hogwarts . Penso che questo ne conoscano in pochi , o anche nessuno, a parte i professori. Vieni” e si alzò con uno sguardo  porgendomi la mano. Io la afferrai e ci incamminammo verso questo luogo a me sconosciuto…

 

Beh sarebbe stato bello raccontare che successe ciò…ma in realtà le cose andarono ben diversamente. Pur troppo non esiste in tutta la storia un Malfoy che sia venuto a rincorrere una ragazza in preda alle lacrime. Eh si …questi insensibili Serpeverde!

 

Quindi…facciamo un passo indietro, prima del racconto che poteva essere un bel finale romantico …torniamo a quando io …correvo. Correvo e piangevo.

Correndo ero arrivata fino al settimo piano e mi appoggiai al muro distrutta…esausta.

 

“Cosa ci fai qui Sara!” una voce familiare mi chiamò e voltandomi vidi il volto dolce di mia cugina Emily illuminata dalla luce della bacchetta.

 

 Emily era la mia cugina preferita. Avevamo la stessa età e fin da piccole avevamo sempre giocato insieme perché le nostre famiglie erano molto legate. Eravamo state sempre attaccate fino a quando nel giorno dello smistamento lei fu spedita a Corvonero –per la sua intelligenza- ed io a Grifondoro. Era come se fosse destino, come se ci spingessero a staccarci. Era una ragazza alta più o meno come me, bionda e gli occhi verde chiaro. Il viso sempre raggiante , senza mai un accenno alla tristezza.

 

Se ne  stava anche lei appoggiata al muro con un vestito meraviglioso color lilla.

 

“Anche te stufa di questa cerimonia?” chiese con una mano sotto il mento.

 

“Stufa in che senso?” feci asciugandomi le lacrime.

 

“Beh … io sono scappata dal mio accompagnatore…ha cercato di baciarmi e io voglio solo esserci amica…” disse sorridendo.

 

“Ah si? E chi è questo ragazzo?” chiesi con estremo interesse alzando un sopracciglio.

 

“…Cormac McLaggen…” fece con uno sbuffo alzando gli occhi “ lo conosci visto che è della tua casa…carino… ma tutto muscoli e niente cervello…Bha! Non è il mio tipo!” disse alzando le mani come se si fosse arresa.

 “ si lo conosco … ma non ho avuto il piacere di farci mai un discorso serio…Sai… parla solo del

   Quidditch!” dissi sistemandomi meglio il vestito.

 

“Già…ma dimmi, come mai sei venuta qua?”chiese, sistemandosi anche lei il vestito.

 

“sono scappata…ho sorpreso il mio accompagnatore…che a differenza di te mi piace …e credevo di piacergli…baciare un’altra…” sussurrai a malincuore.

 

“cavoli! Ma chi sarebbe questo ?” chiese con ansia.

 

“Se te lo dico mi giuri di non ridere?” chiesi tormentandomi le mani. Lei annui velocemente.

 

“…Draco Malfoy…” sussurrai piano.

 

“o Dio…” e si portò una mano alla bocca. “ Come ..diavolo ti è venuto in mente di andare al ballo con uno cosi…cosi…viscido!” chiese terrorizzata e schifata.

“Beh pensavo che mi piacesse veramente….” Cercai di trattenere le lacrime e con decisione le raccontai tutto quello era successo : della punizione, della tenda, del bacio, del lago, della collana. Era la prima a cui lo raccontavo e sentivo che dovevo farlo con qualcuno che mi sapesse ascoltare.

 

“ quindi …vorresti dire che lui ti ha dimostrato di essere in realtà diverso…da quello che dimostra a tutti… ti ha dimostrato che ha un cuore…ma ora ha spezzato il tuo…!” esclamò a fine racconto. Io annuii.

“Che figlio di…ma ti giuro che se lo acchiappo lo sistemo per le feste” era strano quanto poteva sembrare graziosa ed elegante ma allo stesso tempo dura e combattiva.

 Poi mi guardò strana.

“Cosa c’è?” chiesi involontariamente.

“stsssssshhhhh….” Disse portandosi un dito sulle labbra. “le senti anche tu?” chiese socchiudendo gli occhi.

 

“Che cosa?”

“ queste voci…” bisbigliò lei. Poi si sentirono dei passi affrettati. Lei spense la bacchetta e ci appiattimmo con la schiena al muro.

 

“Malfoy ma sei sicuro che possa essere qui?” chiese una voce maschile che si stava dirigendo per il corridoio del nostro piano.

 

“Ma sai con chi stai parlando? Io non mi sbaglio mai!” questo è Draco!- pensai e lo riconobbi dalla voce strascicata.

 

“Ahi ..attento Nott …mi hai pestato un piede…” fece lui .

 

“scusa …” disse Theodor con una vocina.

 

Stavano venendo verso di noi e io non mi volevo far vedere per nessun motivo al mondo. Non volevo far vedere che ero triste e che piangevo, uno dei miei tanti difetti che poteva rivelarsi pregio era l’orgoglio.

 

“Emily …andiamocene …” ma non riuscii a finire la frase che tutto successe in un lampo. Draco gridò “è qua correte!” evidentemente si era accorto della mia voce visto che era a un passo da noi. Emily mi trascinò via afferrandomi per una mano. Tutto era buio ma lei correva come se sapesse dove andare. Dopo poco ci fermammo davanti ad un muro di pietra ed io pensai che si era sbagliata strada ma poi…

 

“Avanti apriti…apriti…” sibilò lei agitata. Intanto tre luci venivano verso di noi. Nello stesso momento un portone ,con incise delle parole provenienti da Rune antiche, si generò proprio davanti ai miei occhi, dove prima c’era solo il muro. Emily aprì la porta e ci scaraventammo dentro chiudendola alle spalle. Intanto Draco cercava di irrompere dentro la stanza con forza e la spinta di due ragazze non poteva eguagliare quella di tre ragazzi , per giunta forti. Così dopo qualche secondo cedetti e Draco con Zabini e Nott entrarono nella stanza chiudendosi la porta alle spalle.

Ormai io ed Emily stavamo dentro, davanti ai tre ,sfinite. Loro , soprattutto Draco , ci guardavano in cagnesco. Draco per non lasciarmi via di scampo si voltò facendo una magia alla porta così che si serrasse.

 

“Oh no!” esclamai e la mia voce echeggiò per tutta la stanza vuota.

 

“Cosa c’è?” chiese Emily una volta essersi ripresa dal fiatone.

 

“La collana…” la collana  che mi aveva regalato Draco al lago mi si era spezzata a metà e una lacrima cadde su di essa.

 

Draco che non voleva dire a nessuno che era sua si avvicinò a me.

 

“Dammi qua..”  porse una mano e una volta afferrata la collana  tirò fuori la bacchetta,bisbigliò un incantesimo

 

“Reparo” e la collana si riassestò. Io lo ignorai e mi misi la collana in tasca così lui mi guardò torvo.

Sapevo che voleva parlarmi di quello che era successo quella sera…ma che prove aveva per discolparsi? Avevo visto con i miei occhi che l’aveva baciata. Mi alzai su insieme a mia cugina. Poi mi voltai, la stanza dove ci trovavamo non la ricordavo affatto, non l’avevo mai vista, era uno dei tanti posti segreti di Hogwarts? Appariva e scompariva a piacimento ma cosa nascondeva?

 

“ Che cosa è questa stanza?” chiesi.

 

“si chiama Stanza delle Necessità o più nota come stanza Và e Vieni…e come dice la parola stessa appare a seconda delle necessità di una persona e al suo interno racchiude ciò di cui ha bisogno questa persona…io ci sono capitata poco tempo fa.” Disse guardando la stanza “… Malfoy apri immediatamente questa stanza!” sbottò lei guardandolo male.

“Non ci penso proprio , io sono qui per un motivo e voglio portarlo a temine” Disse lui.

 

“io non voglio parlare con te! È tua la colpa! Sei solo…solo…sei un idiota!” dissi con tono di disprezzo.

 

“Non rivolgerti a me con questo tono!” esclamò avanzando di un passo “  è da un po’ che non tornavi e pensavo che ti eri persa…”

 

“…si certo persa in questa scuola dove ci sto da quattro anni…e Serpeverde è la casa dei furbi...?” dissi con sarcasmo, mi aveva letteralmente stufato. Come si permetteva di venire a litigare dopo che la colpa era la sua?

 

“e Grifondoro è la casa dei coraggiosi?” alludeva a quando ero scappata subito dopo averlo visto con Pancy.

 

“Non sono io ad aver baciato la Parkinson!” sbottai al limite della pazienza.

 

“e ci mancherebbe! Sarei stato confuso se lo avessi fatto!” esclamò sorridendo. Anche Zabini e Nott risero come Troll .

 

“…ma non in quel senso…lo sai che ti dico Malfoy ? Ora basta ! Butti tutto sullo scherzo …ma devi sapere che io a differenza di te ce l’ho un cuore e provo sofferenza se qualcuno mi tradisce!” gridai.

Lui mi guardò perplesso.

 

“Cosa mi hai detto all’inizio scusa?” chiese alzando il sopracciglio.

Io alzai gli occhi.

“Ho detto che butti tutto sullo scherzo!” gridai sempre con veemenza.

 

“No..non quello..intendo dire….com’è che mi hai chiamato?” chiese come se per davvero non avesse capito.

 

“Ti ho chiamato Malfoy! O non è quello il tuo cognome?” in effetti era da un po’ che non lo chiamavo più per cognome, ormai lui per me era Draco.  

 

“Va bene WATSON…! Se è così che va la questione io ti saluto…non so nemmeno perché sono venuto qui a chiederti scusa…” ruggì forte.

 

“Chiedermi scusa?” bisbigliai così che non mi potesse sentire. Ma lui si era già girato e aveva afferrato la maniglia del portone , tirandola a se con energia ma quella come previsto non si aprì. Lui arrossì leggermente.

“avanti apriti…stramaledettissima porta…del…cavolo” sibilò cercando di sfondare la porta.

 

“Ei scienziato …guarda che l’hai chiusa prima con un incantesimo…! Che ti sei mangiato questa mattina pane e volpe? Che furbizia signori …degna proprio…” iniziò Emily con tono sarcastico.

 

“Ma vuoi tacere! Lo so che ho fatto un incantesimo , non sono stupido! È che non so l’incantesimo per aprirla…!” disse lui lasciando andare la maniglia , ormai in preda alla disperazione.

 

“Ah si devo tacere ? allora sai che ti dico ? Io so l’incantesimo per aprirla ma non te lo dico!” sorrise lei con furbizia.

 

“Oh si che me lo dirai …io non voglio stare qui tutta la notte!” esclamò lui guardandola furibondo.

 

“no io non te lo dico…ma le cose potrebbero cambiare se tu parlassi con Sara…” e si girò verso di me che la squadrai torva quanto Draco.

 

“D’accordo basta che si esce di qui…Blease, Theodor, voi rimanete qui con lei” ed indicò Emily “ potrebbe fuggire mentre noi parliamo” disse  ,poi mi trascinò non poco lontano da li.

Subito mi chiesi , - ed ora di che parleremo? Vuole parlare davvero con me ? ed io con lui? Così ci accostammo in un angolo della stanza ben lontano da gli altri tre , così che non ci potessero sentire e iniziammo a darci spiegazioni.

  
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