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Autore: ada90thebest    25/03/2010    5 recensioni
una storia d'amore nata in un luogo insolito, incontri che durano veramente un attimo ma rimangono per sempre. Elene è sola ma ama sognare e ogni mattina , quando sta per arrivare in metro sogna ad occhi aperti. ma un giorno arriva un ragazzo che le stravolgerà la vita."A domani, ci vedremo domani, ma come ho fatto a non accorgermi di lui in questi mesi? C’è sempre stato? Mi ha sempre osservato? Muoio dalla curiosità, vorrei raggiungerlo, ma non lo faccio e torno a casa, da sola." come al solito io e le presentazioni siamo due cose diverse, spero però che vi posso piacere.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Dove dirglielo. È un mese che già gli tenevo nascosto tutto.

Di certo lui ha capito tutto. Mi chiede spesso cosa ho, mi accorgo che mi osserva quando sono persa nei miei pensieri, sento che per lui i miei silenzi sono insopportabili . ieri si è avvicinato mentre ero per l’ennesima volta persa nel mio mondo, l’ho sentito avvicinarsi e sbuffare ma non mi ha chiamato o distratto, se ne andato in camera. Penso che la situazione si stia facendo più che pesante e non deve essere cosi.

Ho deciso che oggi glielo dirò e glielo dirò nel nostro posto speciale, dove tutto è iniziato un anno fa. Un anno, mi sembra ieri di aver incontrato i suoi occhi, di avergli parlato.

È volato in fretta, abbiamo bruciato le tappe e forse è anche per questo che mi trovo in questa situazione. Ma è fantastico, è un miracolo e sono felice è l’ennesima gioia che Christian mi ha, regato.  Un anno fa, un anno fa ero diversa, ero sola . ora sono matura, innamorata e felice. E proprio per quel miracolo che ho in grembo, devo dire tutto Christian, deve sapere di star per diventare padre. Ho aspettato a dirglielo solo per paura di una sua reazione negativa, un anno fa lui mi disse “viviamo alla giornata”, avere un bambino non può permetterti di vivere alla giornata, per questo mi sono sempre bloccata di fronte a lui ogni volta che volevo parlare di un ipotetico futuro.

Quando siamo rientrati da New York, ho provato più volte a intraprendere un ipotetico discorso, magari organizzando un altro fantastico viaggio ma mi sono fermata sempre appena mi tornavano in mente le sue parole. Come la prima volta che sono andata a trovare i suoi genitori, non sapevo mai che piega far prendere al discorso matrimonio intrapreso da sua madre, anche nel momento in cui ha confessato che era la prima volta che Christian portava una ragazza a casa. Non ho dato false speranze e tanto meno me ne sono date io. Ho vissuto fino adesso prendendolo per quello che mi dava e quello che io davo a lui giorno per giorno.

Ma un bambino è una responsabilità che non può essere presa giorno dopo giorno e devo dirglielo.

Cosi dopo il solito tè da Gino, che è riuscito finalmente ad accettare suo figlio, ormai architetto affermato, e avergli detto per l’ennesima volta che non è un problema aver assecondato suo figlio nel suo strano piano organizzato, mi dirigo alla metro.

È li, che come ogni pomeriggio m’incontro con Christian, è lì, che gli dirò che sta per diventare padre, è lì che come un anno fa scoprirò cosa sarà di me, sì perché se Christian non accetterà questo bambino, non sarà più la stessa cosa.

Sono tesa e agitata, condizione che non aiuta affatto . tremo al solo pensiero che mi possa abbandonare, che posso solo allontanarsi, che non si prenda le sue responsabili.  Sua madre durante la cena in cui ci siamo conosciuti, ha fatto notare spesso che Christian con me ha fatto un passo importante, nell’imbarazzo del figlio e anche mio, ha anche detto che sarebbe contenta di vederci davanti all’altare ma Christian non ne ha mai parlato. Quando è venuto a pranzo dai miei, si è quasi defilato davanti alla domanda che gli ha posto mia zia “quando vedrò Elena in abito bianco?”, sono dovuta intervenire io prima che Christian si attaccasse definitivamente alla bottiglia del vino.

Non pretendo che mi sposi o almeno che mi sposi ora, ma vorrei che la nostra bimba, sono sicura che sarà femmina, cresca con entrambi i genitori. Voglio che ci veda come dei pilastri che le infondono sicurezza e serenità.

Con tutto il mio blaterare mi accorgo ora di essere arrivata sulla striscia di paradiso. In questo periodo su questa striscia, spesso io e lui abbiamo sognato, abbiamo parlato, abbiamo riso e aimè anche pianto. Ci sono stati periodi in cui ero gelosa, periodi in cui la sua possessività non mi faceva felice, ma è sempre durato un attimo, trovavamo subito il modo per fare pace.

Come sempre, appena sto per mettere il piede sul tapirulan le sue braccia mi stringono a se, sembra che sia sempre li, dietro l’angolo pronto ad aspettarmi.

“ciao, piccola” e mi lascia un delicato bacio sotto l’orecchio.

“ciao, amore”, le sue mani sono sulla mia pancia, proprio dove ieri ho immaginato nostro figlio, stringo le mie mani sulle sue, voglio assicurarmi che senta almeno il calore del padre.

“Christian, se stessi aspettando un figlio da te?!”, avevo preparato un discorso, un ottimo discorso. Avrei cominciato dal nostro primo incontro, dalla nutella, avrei parlato del caffè, delle miei emozioni ogni volta che lo vedevo, di come stavo bene con lui e altre svariate frasi prima di sganciargli la bomba, ma ho saltato tutto il discorso e ho sganciato la bomba.

“sarebbe magnifico”, ha detto davvero che sarebbe magnifico? “ma tanto non sei incinta!”

Finisce la striscia di paradiso e con esse la mia felicità, che mi aveva donato un attimo prima . rimango li ferma, incurante delle persone che mi passano accanto insultandomi. Christian mi afferra per mano strattonandomi e facendomi spostare da li.

“Sei incinta vero?”, le sue dita fanno pressione sul mento per permettergli di guardarmi negli occhi, occhi ormai colmi di lacrime. Annuisco silenziosamente e all’improvviso l’unica cosa che sento è il calore delle sue braccia che mi stringono fino a farmi alzare da terra.

“è fantastico” urla mentre mi abbraccia “meraviglioso”. Mi mette giù e il suo sorriso la sua felicità mi contagia, lo vuole, vuole diventare padre. Prende il mio viso tra le mani “mi renderai padre Elena, sono contentissimo” e lascia sulle mie labbra un dolce bacio, “ti amo” sussurro, la sua risposta non tarda ad arrivare “non immagini nemmeno quanto ti amo io”.

+++

È tornato con l’ennesima tutina gialla, non che mi dispiaccia ma da quando ho smesso di lavorare, lui ogni giorno porta qualcosa per suo figlio. Rigorosamente gialla perché abbiamo preso la decisione di non sapere di che sesso è. Da quando ha saputo di diventare padre, comincia a pensare al futuro, spesso affrontiamo discorsi sulla bimba o bimbo, immaginiamo come potrebbe essere e come la cresceremo. La cosa che più mi rende felice è che anche lui fa progetti vedendoci ancora insieme. Una volta ha persino detto “mi immagino quando saremo pieni di rughe e faremo i nonni”, avevo il cuore in gola e avevo anche pianto, giustificandomi che avevo gli ormoni in subbuglio.

I nostri genitori hanno preso bene la notizia, anche se aspettano l’invito al matrimonio da un momento all’altro. Ancora non ne abbiamo parlato, ha accennato una volta alla questione ma ha lasciato la domanda a metà e alla fine ha balbettato “no, boh non so” ed è tornato al suo lavoro.

Sistemo l’ennesima tutina nel cassetto della futura camera del bimbo e torno in salone.

Trovo Christian in giacca e cravatta che mi invita a sedermi a tavola, tavola che è stata allestita con candele profumate e fiori. Mi accomodo, cercando di capire se mi sono scordata di qualche ricorrenza o anniversario, ma non trovo niente.

Christian torna dalla cucina con un vassoio di ravioli al pomodoro, che adoro e non mi danno nausea. Durante la cena, parliamo ma la maggior parte delle volte rimaniamo in silenzio a guardarci a sorriderci. I nostri discorsi silenziosi sono la nostra forza, ci basta uno sguardo per capirci.

Per secondo porta del pollo bruciacchiato che finisce nel secchio perché è immangiabile, ridiamo del risultato che ha ottenuto distraendosi e mi porta subito il dolce.

Lo mangiamo in salotto, dove grazie al camino si è creata un’atmosfera perfetta. Christian posa le coppe di gelato sul divano e va verso l’appendi abiti.

“usciamo un attimo Elena”, prende le chiavi della macchina e in poco tempo siamo nella metro, sulla nostra striscia di paradiso.

 S’inginocchia davanti da me. Ho visto e sognato troppe volte questo momento per non sapere cosa sta per chiedere.

Lo guardo dritto negli occhi.

“Elena, sono passati ormai due anni dalla prima volta che ti ho visto e niente è riuscito a toglierti dal mio cuore. Ci siamo incontrati in un modo assolutamente strano e imprevedibile, ma siamo arrivati fino a qui  e guardaci siamo perfetti. No?” annuii . “il bimbo che sta per nascere è l’ennesima dimostrazione di quanto siamo perfetti insieme . con te sono cresciuto, ho imparato ad amare e ha sognare. Io ti amo Elena e voglio che tu sia mia per sempre. Vuoi sposarmi Elena? Vuoi accettare di diventare mia moglie? Di farti amare solo da me per sempre? Vuoi condividere con me ”.

Nei migliori film a questo punto, la protagonista fa attendere il fidanzato, ma qui siamo nel mio film e la protagonista sono io e decido io come e quando dire la battuta.

“si”

“si?”

“sì, Christian si!”

Non ci importa della gente che ci guarda male, non ci importa di niente, siamo sulla nostra striscia di paradiso e tutti il resto non conta.

 
Siamo arrivati alla fine, spero che quest’ultimo capitolo vi sia piaciuto e che abbia soddisfatto le vostre aspettative. Qualcuno ha chiesto se ci sarà il continuo, credo proprio di no. Vi ringrazio davvero molto, chi ha commentato e chi ha letto in silenzio. Grazie davvero.

 

   
 
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