Elise stava bevendo un caffè e nel frattempo rimuginava. Il suo relatore era rimasto meravigliato dalla sua tesi; ma aveva dei dubbi. Non capiva per quale motivo lei voleva sapere il numero esatto delle vittime di de Rais, a lui bastava una stima. Piuttosto lui avrebbe preferito uno studio sulle personalità e sulle psichi dei principali indagati, ma per fare questo era necessario leggere, rileggere e straleggere gli atti del processo, e ogni volta che lo faceva Elise si sentiva male e aveva voglia di andare al bagno.
Soprattutto Blanchet voleva sapere di Corrilaut, del suo omonimo e di Prelati, poiché erano a suo parere i più interessanti.
Per quanto riguardava la lettere i risultati erano scarsi. Blanchet, tramite un collega e alcune analisi, era riuscito individuare la data presunta, sul finire del 1764. Però a quel tempo la minaccia della belva del Guédavan non era ancora arrivata a proporzioni enormi, vi era soltanto un po’ di paura.
E allora perchè la lettera e il suo tono così spaventato?
Ripensando a questo Elise si alzò, pago distrattamente il conto e si avviò. La sua destinazione era l’agenzia di viaggi gestita da sua cugina, Giselle Lourrier. Era da un po’ che desiderava visitare i luoghi di quell’orribile vicenda, era arrivato il momento di passare all’azione. D’altra parte l’investigazione sul campo era il metodo preferito del professor Blanchet, gli avrebbe senz’altro fatto piacere che la sua allieva voleva seguirne le orme, almeno così pensava Elise. Per questo voleva programmare una gita culturale a Machecoul, per poter studiare meglio i luoghi di quei delitti efferati. Appena entrata fu ben accolta da sua cugina, che le propose diverse opzioni: treno, pulman, persino l’aereo.
Elise scelse il treno, e poi una pensione, ma c’era un problema. Infatti il treno non era diretto, partiva da Parigi alle 23:12 e doveva arrivare alle 6:09 a destinazione. << Pazienza, è l’unico disponibile e non ho tempo da perdere, si tratta soltanto di una gita di tre giorni >> rispose Elise a Giselle.