Film > Alice nel paese delle meraviglie
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Autore: MissChatterbox    25/03/2010    4 recensioni
Un'occhiata da vicino ai pensieri di Alice durante le sue tre visite a Sottomondo.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Liddell
Note: Movieverse, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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alice



Third Is The Charm



[La prima volta che Alice visita Sottomondo, lo fa per caso; la seconda, per necessità. Ma la terza. La terza è una sua scelta.]




La prima volta che Alice visita Sottomondo è una bambina, uno scricciolo con un vestitino azzurro, minuscoli e delicati guantini bianchi ed un'aggrovigliata chioma bionda - dovresti farti tagliare i capelli!. Non c'è nulla di fuori dall'ordinario in lei: ha una casa grande, una madre apprensiva, una sorella che legge libri senza figure, un padre che “ ha definitivamente perso la testa”   e un grazioso gattino a farle compagnia; oltre, ovviamente, alla naturale curiosità dei bambini. E' quella curiosità che la spinge ad alzarsi nonostante il caldo e a seguire un coniglio in panciotto e orologio giù per una tana senza avere la minima idea di come fare ad uscirne, poi. E' una bella caduta, la sua – di certo non urlerà più se anche dovesse capitombolare dal tetto di casa. Precipita così a lungo che perde persino la nozione del tempo, ma non si annoia, non all'inizio: è ben strana, la tana del Coniglio, piena com'è di scaffali ingombri di libri, vasi e vasetti. Ciononostante, finisce per addormentarsi. Da quel momento si trova in un mondo che non avrebbe mai pensato potesse esistere, che non avrebbe neanche osato immaginare fosse reale: un luogo magico dove i dolcetti fanno diventare piccoli come formichine e le bevande fan crescere come e più degli alberi più alti a cui puoi pensare; dove gli Animali parlano – e sono tanto,   tanto in ritardo – e i Fiori spettegolano tra loro come la mamma e le sue amiche e Leprotti e Cappellai decisamente fuori di senno prendono il tè in giardino e festeggiano non-compleanni. E poi, cuoche che esagerano col pepe, piccioni che la scambiano per un serpente, ed un serio(?) processo per delle torte rubate. Tutto è così strano – così strano – per lei, che cerca di essere logica – dà sempre ottimi consigli, la piccola Alice – e capisce solo dopo un po' che la logica è abbastanza inutile in un luogo governato dalla Regina delle Carte, i cui passatempi preferiti includono giocare a croquet e urlare le parole magiche:“ tagliatagli la testa!”; un posto, insomma, dove “tutti sono matti”, come le rivela un gatto dal largo sorriso che fluttua nell'aria come un aquilone, e che svanisce pian piano, finché solo il suo ghigno rimane sospeso - “ Roba da matti “, pensa allora. “ Ho spesso visto un gatto senza ghigno, ma mai un ghigno senza Gatto “, ( la riprova che magari sta divenendo un po' pazza anche lei ). Però, in fin dei conti, non le importa poi molto. Sottomondo – che per lei è il Paese delle Meraviglie - è sempre più curioso ad ogni passo, ma sono stranezze che può accettare: quando non sono pericolose o spaventose come quelle della Regina, oppure indisponenti e irritanti, sono quasi divertenti. L'idea di festeggiare trecentosessantaquattro non-compleanni è molto più allettante che l'averne uno solo, per esempio, e, una volta accettato il fatto che è impossibile ficcare un po' di sale in zucca ai suoi abitanti, Sottomondo le appare così pieno di cose da fare, vedere – cose che nemmeno suo padre avrebbe fatto o visto mai, in nessuno dei suoi viaggi. E poi, dopotutto, è una bambina, e nella sua giovane testa che una Lepre parlante tenti di prendere il tè da tazze senza fondo o che sua sorella legga libri senza dialoghi o figure sono cose egualmente sconcertanti. Certo, la rende molto perplessa e anche un po' spaventata, ma puòaccettarlo, crede – accettare che sia vero, cioè – finché Margareth non la sveglia dal suo sonno per il tè – e allora si convince che tutto sia stato un sogno, “ un sogno meraviglioso “, dice a sua sorella.   


Forse perché credere che le sue meravigliose avventure siano state frutto della sua immaginazione è molto più semplice che pensare che quei curiosi eventi siano davvero accaduti, o forse invece, la colpa è del passaggio da un mondo all'altro – o magari perché gli amici incontrati lungo il cammino le mancano troppo per poter fare diversamente: chi lo sa - la piccola Alice sceglie di dimenticare – e di crescere.

La sua vita va avanti come quella di qualunque altra bambina, ragazza, giovane donna del suo mondo: scuola, giochi, tè, feste, e poi daccapo. Tranne per i suoi sogni. Perché nei meandri della sua mente, dove si perde ogni notte, non può impedirsi di ricordare la “caduta”e le “porte”; strane creature strisciano nella sua testa e echi di filastrocche risuonano, mentre un sorriso a falce di luna si allarga nel buio e mutevoli occhi verdi la scrutano da cespugli di rose per metà bianche, per metà rosse. L'unico metodo per scacciare gli incubi – terribilmente colorati, ma comunque incubi – è un pizzicotto al momento giusto, il suo lasciapassare per la realtà – noiosa e sempre uguale, ma rassicurante, e pallida in modo confortante. 

Chiunque conosca, alla giovane Alice sembra sempre mancare di qualcosa, qualcosa che non riesce a definire – ma  che manca , e rende tutto così noioso: perché solo lei si chiede come sarebbe volare, o immagina uomini vestiti da dame e viceversa? Se tutti, nel suo mondo, sono normali, allora è lei ad essere strana? E' lei ad avere torto nel pensare a cose che non ci sono e che probabilmente non potranno mai essere? E possibile che quello che ha visto correre tra i cespugli sia un coniglio col panciotto?

Prima shot, ancora due. Grazie per aver letto, fatemi sapere cosa ne pensate.

M.

   
 
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