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Autore: _Bittersweettaste    25/03/2010    4 recensioni
Ci sono cose che nessuno di noi sarà mai in grado di prevedere.
Ci sono eventi che sfuggiranno al nostro controllo, come se il fato avesse già disegnato il cammino delle nostre vite. Basta un solo gesto, per sconvolgere irrimediabilmente il corso del destino, in un attimo ogni cosa può cambiare. In un solo attimo le nostre vite potrebbero sconvolgersi completamente, lasciandoci persi in balia di noi stessi.
Che cosa faresti, se improvvisamente il destino decidesse di cambiare?
Che cosa sarebbe successo, se anche solo un evento del passato non fosse stato lo stesso?
Cosa sarebbe successo, se nel mondo di Goku e dei suoi compagni avesse fatto la sua comparsa un ulteriore Sayan?
Come sarebbero andate le cose, se improvvisamente le carte in tavola avessero contato un nuovo elemento?
WARNING: sebbene ci sia un nuovo personaggio, non è assolutamente una Mary Sue, in quanto ha caratteristiche, abilità e difetti che contribuiscono a renderlo completamente umano
Genere: Azione, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Goku, Nuovo personaggio, Piccolo
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Ed ora arriviamo alle dolenti note....Citazione di Dante a parte, la nostra storia attraversa ora un momento cruciale: Manca poco al risveglio di Majin Bu, e quasi tutti i personaggi principali sono entrati nella storia, come Goten e Trunks. Da questo momento in poi succederà di tutto, e vi consiglio di non perdere una riga ;)
Sono passati sette anni dalla sconfitta di Cell, e la Terra sta trascorrendo un periodo di pace.
Un giorno, un messaggio di aiuto giunge ai nostri amici....










Un giorno qualcuno disse che i bambini non ancora nati, dall'alto del cielo, scelgono i loro genitori indicandoli con le loro manine. Chissà se anch'io, diciotto anni fa, fui un angelo....Probabilmente no...ad una come me l'essere pura non è concesso, così come il privilegio di un'aureola e di un paio d'ali. Ma di una cosa sono certa: diciotto anni fa non scelsi da sola coloro che sarebbero stati mio padre e mia madre, ma accanto a me vi era un altro angelo, un'anima più pura della mia. Scegliemmo assieme, tenendoci per mano, e sempre assieme venimmo portati dal vento dalle nuvole a un solo ventre. Forse non è vero, forse è solo una storia inventata per tranquillizzare le precoci domande dei bambini...ma mi piace immaginarci così, seduti l'uno accanto all'altra, in silenzio, a scrutare una Terra così distante e così familiare, insieme.
Insieme per sempre.

Mi sono sempre chiesto perché Dio abbia deciso di rivestire la mia anima di un corpo così singolare e, soprattutto, perché mi abbia donato la consapevolezza di esserne così estraneo. Sono prigioniero di una fisicità che non mi appartiene, impresso in un'entità che, in fondo, non sento totalmente mia...non dopo aver scoperto la mia vera identità. Tutte le mie certezze sono crollate in pochi secondi, spazzate via dalla più pura verità.
Ogni volta che incontro il mio viso nel riflesso di uno specchio, non posso che abbassare lo sguardo, incapace di sostenere la luce dei miei occhi, troppo intensa persino per me.
Con questi miei occhi ho visto il mio pianeta venir invaso per l'ultima volta, mio padre lottare con tutte le sue forze per difendere un figlio in fin di vita...e tu. Tu, che sei entrata nella mia vita con la stessa forza distruttiva di cento uragani, tu che sei stata capace di mostrarmi cosa sono il dolore, la sofferenza. Per poi aprirmi il tuo cuore e donarmi la tua più vera anima.
Anche adesso, prendimi per mano, ovunque tu sia.


Sette anni dopo
-Sherin, tutto bene?
Bulma bussò esitante alla lucida porta del bagno, nel quale l'amica si era rinchiusa da più di un'ora, senza dire una parola.
Dall'altra parte, Sherin si morse un labbro, i grandi occhi neri fissi sul piccolo oggetto tenuto nelle mani tremanti. Niente...per lo meno, non ancora...Afferrò il foglietto accartocciato sopra il mobiletto accanto, consultandolo febbrilmente.
Aspettare pochi minuti per conoscere il risultato del test...si, ma quanto?
In quel momento la nausea si fece sentire più intensa che mai, e la Sayan si accasciò a terra, premendo una mano sulla bocca sottile.
Eppure i sintomi corrispondono...nausea, malesseri, tutto...
Diede un'ultima occhiata allo schermo grigio del test di gravidanza, ancora neutro. Entro pochi minuti avrebbe saputo la verità, ma si sentiva davvero pronta?
Bulma entrò nel bagno, illuminato a malapena dalla poca luce riuscita a fendere le tende turchine, e rivolse un breve cenno all'amica, indicando il test ancora stretto nelle sue mani.
-Ancora niente?
-...ora si...- socchiuse gli occhi, pentendosi di non aver mai voluto portare un paio di occhiali -E' positivo...Maledizione!
Lanciò il test di gravidanza contro la parete di fronte, facendolo rimbalzare a terra. Bulma, decisa ad ignorare lo scatto di rabbia della Sayan, lo raccolse.
-Non è distruggendo il test di gravidanza che ne cambierai il risultato. Lo dirai a Piccolo?
Sherin si massaggiò le tempie con la punta delle dita, cercando di ignorare un mal di testa che non accennava a diminuire. Bulma fece per parlare, ma Sherin la zittì con uno sguardo.
-Ti prego, non parlare...Questi, molto probabilmente, sono gli ultimi minuti che passo con te da donna libera. Se sono davvero incinta io e te non parleremo che di pannolini, biberon e notti insonni. Se aspetto davvero un bambino, Piccolo potrebbe allontanarsi da me...E mio figlio...facendolo nascere non farei altro che condannarlo...
La bocca di Bulma si strinse, così come i suoi stupefacenti occhi azzurri, saettati verso il viso dell'amica.
-Condannarlo? Fammi capire, Sherin....Solo pochi mesi fa sei stata rinchiusa in una dimensione parallela, hai combattuto contro tua madre, sei scampata per un soffio ad una morte certa...Ed ora, che stai per vivere l'esperienza che farà di te una donna completa, mi dici questo? Non capisco, Sherin..come potresti condannare tuo figlio?
S'interruppe all'improvviso, lasciando che il test le scivolasse via dalle dita. Negli occhi di Sherin balenò una luce nuova, che non aveva mai visto.
-Non preoccuparti, te lo spiegherò in pochi secondi...-sussurrò, rivolgendole lo sguardo più freddo che il suo viso armonioso riuscisse a trasmettere -Se mio figlio dovesse nascere con fattezze namecciane, od ibride, sarebbe costretto a non uscire mai di casa, a passare la sua infanzia confinato nel Palazzo, cosa che io stessa sopportai anni ed anni fa. Non voglio che mio figlio trascorra gli anni più belli della sua vita con il timore di nascondere il suo viso. Non interrompermi!- esclamò, alzando il palmo di una mano. Bulma si morse un labbro, lasciando morire le parole in bocca -E' così che vanno le cose, qui sulla Terra. Nonostante gli animali camminino e parlino come il più ordinario degli uomini, chiunque abbia un aspetto diverso è visto come un pericolo, come qualcosa della quale aver timore. Se la tua pelle non è candida, se le tue orecchie non sono piccole e rotonde, se non hai un lavoro fisso o una famiglia, sei lo straniero, sei quello strano...Non capisci?! Se mio figlio venisse preso di mira da un gruppo di ricercatori senza scrupoli, come anni fa fu il Red Ribbon?! Dovrebbe affrontare ogni visita ai suoi amici come una corsa senza sosta fino alla meta, senza mai mostrare il suo volto ad occhi estranei? Certo, per Piccolo non c'è alcun problema...Non gli importa nulla del pericolo, e se mai cercassero di fare esperimenti sul suo corpo, saprebbe come difendersi. Entrambi saremmo pronti a difenderlo, a proteggerlo da ogni minaccia, ma lui? Che rispetto avrebbe di sé stesso, se sapesse di essere visto come una potenziale cavia da laboratorio?! Non sarà mai come me, né come Piccolo, ma una creatura nuova, ignota ad ogni scienza, ad ogni conoscenza. Anche se il suo aspetto potrà essere quasi normale,- pronunciò quell'ultima parola con tono disgustato -il sangue che scorrerà nelle sue vene sarà un miracolo della genetica...Non voglio condannarlo ad una vita che nessun bambino dovrà mai avere.
Bulma singhiozzò, asciugando in fretta le lacrime appena scese sulle guance arrossate. Prima che potesse pronunciare una sola parola, Sherin cominciò a piangere. Non era di certo la prima volta che assisteva al suo pianto, ma capì immediatamente che le lacrime che inumidivano i suoi occhi non erano di tristezza, ma della più mera frustrazione.
-Ma quanto lo amerei...In fondo, come potrei non amare una creatura simile? Gli darei tutto quello che vorrà, lo giuro, lo proteggerei a costo della vita, lo giuro, farei qualsiasi cosa per renderlo felice...Lo giuro, lo giuro, lo giuro....Se mai un giorno dovesse trovarsi in pericolo, sarei pronta a donare la mia stessa vita per salvarlo, anche solo per aiutarlo.
S'interruppe, nascondendo il volto tra le lunghe dita.
-Dio, sono una sciocca...
Bulma si sedette accanto a lei, cercando di mantenere fermo il tono della voce, e l'abbracciò di slanciò.
-Nessuna sciocca penserebbe mai quello che tu hai appena detto.


Erano passati sei mesi da quel giorno, ed il ventre di Sherin cresceva a vista d'occhio. Tutti ormai sapevano del fatto che aspettasse un bambino e molti, come Chi chi, se n'erano fatti una ragione. Sherin, d'altro canto, era radiosa. La consapevolezza di ospitare una futura nuova vita l'aveva resa più moderata, più consapevole. Ogni volta che percepiva i movimenti del figlio il suo viso veniva illuminato da un sorriso, come così quello di Piccolo, affascinato da una dinamica di nascita a lui, fino a quel momento, sconosciuta.
Non appena era venuto a conoscenza della notizia, il suo primo, immediato pensiero era stato quello di avvertire il suo migliore amico, Gohan.
Il ragazzo non poteva che essere felice, certo, ma in fondo al suo cuore represse a stento un barlume di gelosia, nato dalla consapevolezza che, quando il bambino sarebbe nato, Piccolo avrebbe avuto altro a cui pensare.
-Ancora non riesco a crederci...Sarò padre, e Sherin sarà madre...Non pensavo sarebbe mai successo...
-Dai, Piccolo...In fondo, i genitori di Sherin erano un Namecciano ed una Sayan.
Gli aveva rivolto quelle parole sorridendo debolmente, un po' divertito dall'inebetito stupore del vecchio maestro, in fondo poco più giovane di lui.
Chissà che aspetto avrà loro figlio? Devo ammetterlo, sono proprio curioso...Probabilmente sarà più bello di Piccolo, conoscendo la madre...
Sorrise, divertito da quel suo pensiero impertinente. In fondo, pensò, Sherin era bella: superato lo sgomento per le lunghe orecchie e per i canini appuntiti, riuscivi ad apprezzare davvero il suo viso. Non aveva mai visto il volto di suo padre, e ricordava a malapena quello spietato di Zarah, ma non aveva dimenticato l'aurea di gelida bellezza che quella donna minuta era stata capace di emanare in ogni momento. Si sdraiò sopra l'erba fresca di rugiada, riflettendo. Alcune tracce della bellezza di Zarah erano facilmente rintracciabili sul viso della ragazza, come la forma degli occhi, la bocca sottile e la stessa luce negli occhi....Altre cose, senza contare evidenti connotati namecciani come orecchie e canini, non potevano appartenere che al viso del padre.
-Si chiamava Torat...-gli aveva detto un giorno, molti anni prima -Avresti dovuto vederlo...Era altissimo, quasi quanto me, e aveva degli occhi molto grandi, che parevano brillare!
Ecco, gli occhi..sebbene fossero allungati come quelli di Zarah, erano grandi, lucenti come due opali. Chiuse gli occhi, tentando di assopirsi, ma nella sua mente continuavano a sovrapporsi visi diversi, né Sayan né Namecciani, ognuno illuminato dallo stesso sorriso, quello di Sherin.
Gohan si passò una mano sopra i sottili occhi scuri, sospirando: no, non avrebbe mai potuto non voler bene al bambino che sarebbe nato....
Gohan!
La voce di Dende risuonò nella sua mente, chiara come se il ragazzino stesse parlando accanto a lui.
-Parlami, ti ascolto!
Non così, non c'è tempo! Raggiungi gli altri al laboratorio del Dottor Briefs,ti prego! Abbiamo urgente bisogno del vostro aiuto!
Non aggiunse altro. La voce acuta del giovane namecciano svanì con la stessa rapidità del suo arrivo. Gohan si alzò di scatto, portando con sé i petali di qualche fiore innocente, e spiccò il volo, diretto verso casa di Bulma.

Stretta tra le braccia del compagno, Sherin socchiuse gli occhi, il volto sferzato dal forte vento. Il messaggio di Dende l'aveva profondamente inquietata: non l'aveva mai sentito così agitato e preoccupato, e quando aveva detto di incontrarsi immediatamente al laboratorio del dottor Briefs, non aveva potuto non avere un brutto presentimento...
Abbiamo urgente bisogno del vostro aiuto....
Ripensò a quella frase con una stretta al cuore. Chi era in pericolo? Popo? Dende stesso? Quel pensiero la fece rabbrividire, e la giovane si strinse più forte al petto di Piccolo.
Mancavano circa quattro mesi alla nascita del loro figlio, maschio o femmina che fosse. Aveva rifiutato con decisione la possibilità di sapere in anticipo il sesso del nascituro, preferendo la sorpresa alla sicurezza della previsione.
In fondo, se sarà maschio, o se sarà femmina, non m'importa...
Rivolse un fugace sorriso a Piccolo, il quale ricambiò spontaneamente, accarezzandole una spalla. Ecco cosa era cambiato in lui, in tutti quegli anni: il rude guerriero che aveva incontrato un decennio prima era cambiato, ammorbidito dall'amicizia di Gohan, dalla solidarietà disinteressata dei loro compagni, ed ora, dalla prospettiva di diventare padre. Quel sorriso ne era la prova...
-Siamo arrivati,- le disse, indicando con un breve cenno del capo la Capsule Corporation, sempre più vicina -Gohan, Crilin, preparatevi ad atterrare.
In quel momento, un'esile ma bella figura vestita di giallo li salutò da sopra un balcone, agitando le mani bianche. Bulma entrò in fretta dentro casa, diretta verso il corridoio che portava all'uscita. Quando spalancò la porta principale, il suo respiro era ancora affannoso, ed il suo viso più pallido che mai. Dende era in piedi accanto a lei e, quando incontrò lo sguardo di Sherin, un timido sorriso gli increspò le labbra per pochi attimi. Vedere un'espressione così seria sul volto di un bambino della sua età le strinse il cuore, ma fu una sensazione che durò solo pochi attimi.
Solo pochi minuti dopo erano tutti radunati nel grande laboratorio principale della Capsule Corporation, in attesa che Dende chiarisse i loro mille dubbi. Contro ogni loro aspettativa, fu Bulma a parlare, in fondo un po' soddisfatta del fatto che ognuno dei presenti pendesse dalle sue labbra rossastre.
-Penso che nessuno di voi abbia mai sentito parlare della Poison Corporation...- fece una piccola pausa, come a sfidare chiunque a contraddirla -E' una società segreta, come lo fu il Red Ribbon, ma è molto più segreta, in quanto opera nel più assoluto silenzio. Il nuovo Capo dei Saggi, Moori, ha contattato il Supremo Dende solo pochi minuti fa, comunicandoli che poche ore prima è stato avvistato un piccolo ma minaccioso gruppo di navicelle spaziali. Le ha descritte come velivoli di forma ovale, nere come il petrolio tranne che per alcune strisce magenta...Ebbene, quelle sono le navicelle della Poison Corporation. Io e mio padre le conosciamo bene, perché qualche anno fa il loro capo ci propose una collaborazione che, ovviamente, rifiutammo. Le azioni della P. Corporation non sono animate né da interesse scientifico né da amore di conoscenza, ma solo dall'avidità di denaro e di potere...Possiamo ritenerci fortunati se in tutti questi anni non hanno mai tentato di assassinare un capo di Stato. Adesso sono decisi ad invadere Neo-Namecc, e possiamo facilmente intuire che non lo fanno per portare la gloriosa civiltà terrestre.- aggiunse, con una risatina sarcastica.
-Fammi capire, donna...Volevo dire, Bulma...Noi dovremmo partire seduta stante per salvare quell'inutile pianeta da una minaccia che nemmeno ci riguarda? E' questo quello che vuoi dirci?- s'intromise Vegeta, sputando a terra.
-Esattamente. Chiunque non voglia partecipare non è costretto a farlo, ma io sono già pronta a partire.
Detto questo, la ragazza strinse sul petto la cintura che precedentemente aveva sistemato sulle spalle, quasi interamente ricoperta da proiettili di varie dimensioni.
-Solo due cose, Bulma.- Sherin fece un passo avanti, sorridendo -Uno: non penso che senza una buona pistola quei proiettili riusciranno a perforare una qualsiasi corazza.
Prese un mitra dall'aria minacciosa da sopra un lungo e stretto tavolo, e glielo lanciò.
-Due: faresti meglio ad allargare un  po' le cinture di sicurezza della tua navicella, perché verrò con te.
Bulma non fece in tempo ad aprir bocca che Piccolo scattò, incollerito, scoccando uno sguardo di rabbia alla compagna.
-Non credo proprio, carina. Pensi che i membri della Poison Corporation useranno i guanti nei tuoi confronti solo perché sei incinta? Se sono come il famoso Red Ribbon, o anche peggio, stai pur certa che sarai il loro primo bersaglio!
Sherin non riuscì a replicare: chinò il capo sul petto, senza aggiungere più nulla. Gohan, che aveva assistito in silenzio allo scambio di battute, intervenne in suo favore.
-Dai Piccolo, non fare così, ho un'idea: se Sherin venisse con noi, a patto di non uscire mai dalla navicella, una volta giunti sul pianeta Namecc?
Quella proposta accese un campanellino d'allarme nel cervello di Sherin, che si affrettò a controbattere.
-Non ne ho la minima....
-Mi sembra perfetto!- si affrettò ad aggiungere Bulma. Conosceva la sua migliore amica, e sapeva cosa significava l'espressione che il suo viso aveva assunto in quel momento: lite in agguato, e le liti tra Piccolo e Sherin non erano mai piacevoli...-E voi?
Gohan si offrì con entusiasmo, imitato poco dopo da Jaozi e Tenshinhan. Yamcha, rimasto in disparte sino a quel momento, alzò timidamente il braccio.
-Ehi, Bulma! Ci vogliono ben tre mesi per raggiungere Namecc, e quando finalmente saremmo arrivati, quel pianetucolo sarà già stato devastato
-Non ti permettere, Vegeta!
Sherin aveva alzato improvvisamente la voce, facendoli sussultare tutti. I suoi occhi avevano assunto una sinistra sfumatura dorata, ed i suoi canini appuntivi sembravano più minacciosi ed affilati. Il dottor Briefs le corse incontro, temendo per la sicurezza del suo stesso laboratorio.
-Mia cara, calmati..e tu, Vegeta, modera le parole.
Il Sayan sbuffò, alzando lo sguardo con fare sdegnoso.
-Ho io la soluzione al tuo problema, Vegeta.- il dottore afferrò il lembo di una enorme tela, adagiata sopra un macchinario enorme, e tirò -Permettetemi di presentarvi la navicella TDR496873, un gioiellino appena creato dal mio, modestamente, intelletto. Con questa sarete capaci di raggiungere il pianeta Namecc in un solo giorno. Certo, potrebbe essere già troppo tardi, ma sempre meglio di tre lunghi mesi...
Sherin accarezzò la fredda superficie della navicella. Il lucente e resistente metallo le diede una piccola scossa, come a voler dimostrare il suo potenziale.
-E' perfetta.

Protetta nel caldo ventre di mia madre sentivo ogni rumore, ogni voce, come se provenisse da un luogo lontano. Tutti i suoni giungevano ovattati, tranne il forte battito del suo cuore. Ero incessantemente cullata dal suono più dolce del mondo, ed il mio cuore pareva battere in perfetta armonia col suo. E' la sensazione più bella che io abbia mai provato...Spesso mi chiedono come mai io ricordi una cosa del genere...nessuna persona riesce a ricordarsi i giorni passati nel ventre della propria madre, ma io non ricordo dei giorni, no. Ricordo solo quell'attimo meraviglioso, nel quale, in un modo o nell'altro, capii di essere viva, e di avere qualcuno che mi avrebbe amata incondizionatamente, qualunque cosa sarebbe successa. Se avessi saputo cosa sarebbe successo da lì a pochi mesi, avrei cercato di inviare a lei tutto il mio amore, tutta la mia anima, anche se per un solo istante, per dirle “io ci sono, sono sempre stata qui con te, e ci sarò..”
Come vorrei aver potuto farlo, e come vorrei che quella meravigliosa sensazione di amore tornasse nel mio cuore, in questo momento...

Nessuno mi raccontò mai della mia nascita.
Mio padre si limitò a dirmi di avermi trovata quasi per caso, e di aver deciso di allevarmi con tutto il suo amore. So che non dovrei pensare tutto ciò, ma desideravo con tutta me stesso sapere di più, conoscere ogni cosa del mio passato. I miei compagni, purtroppo, non sapevano o non volevano sapere, ed i miei dubbi rimasero intatti, per anni...
Per tutta l'infanzia non ho ricevuto altro che amore, e quest'ultimo ha creato un'invisibile ma impenetrabile barriera attorno alla mia anima, impedendomi di conoscere la depressione, la rabbia, il rimorso. Trascorsi la giovinezza protetto dalle cure della mia famiglia, senza pormi più alcun problema...Come avrei potuto sapere, anche solo immaginare, che tutto sarebbe stato spazzato via in poche ore?










Eccoci qua, al dodicesimo capitolo...ad essere sincera, non vedevo l'ora...Non ha mai raggiunto questo traguardo, e ne sono davvero felice :)
Prima di salutarvi, devo fare qualche piccolo ringraziamento a :

Molkira = piccola peste, devo ringraziarti per i tuoi sudati, ma sinceri commenti, sai? Ti voglio bene, e dimentica quel votaccio in biologia, perché sappiamo entrambe che sei fantastica comunque....

Aloysia Piton = donna, non tradirmi mai, sai che aspetto ogni tuo commento con una punta d'ansia e di felicità. Grazie, grazie e ancora grazie alla lettrice più veloce ed appassionata che abbia mai incontrato :)

lirinuccia = manchi solo tu! Cara, non mi aspettare per postare un nuovo capitolo della tua bellissima storia, ma scrivi, scrivi, perché lo sai fare così bene. Grazie, ed emozionami ancora non la tua storia...

ma non ci sono solo loro, no...Grazie anche a tutti quelli che mi leggono, a chi dà solo una letta veloce ai primi capitoli e, perché no, a chi magari legge il titolo di questa storia ed abbozza un sorriso....
Thanks.
   
 
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