Risposte
alle recensioni:
Volpessa22:
la base della storia è
simile al film, ma non sarà del tutto uguale, ovviamente
mettere anche un po’ di
mio xD per l’uomo-armadio no, non è Emmett, come
hai potuto leggere, lui ha già
un ruolo in questa storia. Cmq scoprirai presto perché ha
detto quella frase. Per
il bellissimo musicista scoprirai più avanti chi
potrà essere, ti dico solo che
sarà davvero una bella scoperta! Però non pensare
che sia Edward, lui è morto
non può risorgere ;p. sono contenta che ti piaccia la mia
storia, spero che
anche questo capitolo sia di tuo gradimento. Un bacioneeee alla
prossima^^.
Alexia__18:
purtroppo non posso
rispondere alle tue domande, capiresti troppe cose… xD ti
posso dire solamente
che ci sei vicina… e con questo ho anche detto troppo! Un
bacio alla prossima^^
Air_Chaos:
ciccia ti ho fatto
sudare al capitolo precedente eh? Meno male che ci sei tu a risolvere i
miei
danni!!! Un giorno farò una statua in tuo onore xD un
bacione.
ChiaraBella:
grazie per i tuoi
complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia. Un bacio, alla
prossima!
Londoner:
grazie infinite per i
tuoi complimenti, non puoi neanche immaginare come mi ha fatto piacere
leggere
la tua recensione! Ti dirò di più, una
lacrimuccia mi è anche scappata xD
davvero, non puoi capire come la tua recensione mi abbia reso felice!
Anch’io
concordo con te per il fatto che le fan fiction sono tutto uguali, ma
devo
anche essere onesta: io per prima ho iniziato a scrivere una storia
molto
simile alle altre(la prima che ho scritto in questo sito), in fin dei
conti non
ho mai scritto niente in vita mia, quindi ho ritenuto giusto iniziare
con una
storia meno articolata. Adesso invece, non è che mi ritengo
bravissima, ma ho
voluto rischiare scrivendo un’altra storia un po’
più complessa. (diciamo che è
una sfida personale xD). Ora, dopo aver scritto questo monologo, ti
lascio in
pace con la lettura xD spero che anche questo capitolo ti
piacerà. Un bacio
alla prossima!
___La
Giu:
la promessa di Edward
è di aiutare Bella dopo la sua morte, per questo gli
scriverà delle lettere che
la aiuteranno ad andare avanti nella sua vita. ora non so bene a cosa
ti
riferivi nella recensione, ma se stavi alludendo al fatto del
musicista, ti
dico subito che non è il nostro Edward, lui ormai
è morto e non può risorgere
xD però posso dirti che il musicista a un legame con
lui… ora mi tappo la bocca
che ho detto troppo! Spero che anche questo capitolo ti
piacerà un bacio alla
prossima.
Un
grazie a: i seguiti, i preferiti e a chi
legge solamente!
BUONA
LETTURA!!!
CAPITOLO
5
Testo
betato da Air_Chaos
<Edward,
questo
posto è meraviglioso.>
Sapevo
che ti sarebbe piaciuto.
<A quanto
pare mi
conosci meglio di chiunque altro.>
Io
sono parte di te.
<Mi
manchi
tanto…>
Io
sono qui vicino a te, Bella.
<Non so
se riuscirò
ad andare avanti senza di te. Posso fingere di stare bene, ma io sono
morta
nello stesso attimo in cui tu hai smesso di respirare.>
Sono
qui apposta. Veglierò su di te affinché
ritroverai la
tua strada.
Immersa nel
cuore
della natura, Bella osservò incantata, seduta su una piccola
roccia, il
contrasto dei raggi del sole che filtravano nell’acqua
limpida e cristallina di
un piccolo laghetto. L’area circostante era incantevole,
quasi paradisiaca,
avvolta da grandi salici piangenti che con le loro foglie accarezzavano
il
continuo scorrere del fiumicello.
Il soffice vento
portò
con sé la melodia del bosco: il cinguettio degli uccelli, il
rumore delle
foglie che si scontravano fra loro, la corrente del fiume che fluiva
fino ad
arrivare a una piccola cascata. Un vero paradiso!
Tuttavia il
paesaggio
che si mostrava davanti ai suoi occhi non l’aiutò
affatto, anzi, persa tra i
suoi soliti pensieri, si ritrovò a parlare con un Edward
immaginario il quale
rispose ad ogni sua parola. In un primo momento si sentì
appagata nel udire la
voce di suo marito, poi però comprese che fu solo il frutto
della sua
immaginazione e quella consapevolezza la riportò a chiudersi
nel suo guscio
fatto di solitudine.
<Bella!
Bella!>
urlò Alice.
La voce della
sua
amica la costrinse a ricacciare indietro le lacrime che stavano per
uscire. Si alzò
velocemente e cercò di mascherare quel barlume di tristezza
di cui era stata
avvolta poco prima: le sue amiche non dovevano accorgersi del suo
cambio di
umore.
<Alice!
Sono
qui!> disse e si avvicinò a lei per raggiungerla.
<Caspita!
Che bel
posticino!> disse l’amica guardando ammirata la natura.
Alice non era
amante
della natura, le uniche cose che le interessavano erano i vestiti e la
moda, ma
non poteva certo non riconoscere la bellezza di quel posto. Rimase per
lungo
tempo a osservare l’area, finché Bella la
riportò alla realtà.
<Alice,
perché mi
cercavi?>
<Oh
giusto! Il taxi
è arrivato, dobbiamo andare.>
Insieme uscirono
dalla
fitta foresta e, quando arrivarono alla macchina, trovarono una Rosalie
un po’
inviperita per aver aspettato le sue amiche per tutto quel tempo.
<Allora,
andiamo?!> disse Rose spazientita.
<Sì,
sì.
Eccoci!> risposero all’unisono Bella e Alice.
Quando entrarono
nel
taxi, indicarono al conducente la destinazione: quel giorno sarebbero
andate a
trovare i genitori di Edward.
L’agitazione
era palpabile nell’aria, Bella era agitata al
pensiero di conoscere i genitori del suo ragazzo. Era un anno ormai che
stavano
insieme e non aveva avuto ancora l’onore di incontrare i
signori Cullen: il
loro lavoro permetteva loro di andare a trovare il figlio solo una
volta
l’anno.
<Amore,
che hai?> chiese Edward prendendo la mano della
sua ragazza.
<E
se non piacessi a loro? Se pensassero che non sia la
ragazza adatta a te? In fin dei conti sei di una bellezza unica ed io
sono solo
una semplice ragazza…> rispose Bella agitata.
Lei
non si era mai sentita all’altezza di stare accanto a Edward,
per un periodo riuscì anche ad accantonare il pensiero, ma
adesso che doveva conoscere
i suoi genitori, il suo timore si era ripresentato.
<Tu
sei bellissima.> disse Edward mostrando un sorriso
radioso.
Per
lui Bella era un angelo sceso in paradiso e non poteva
che desiderare altro.
<Tu
sei di parte!> rispose nervosa, era inutile fare
certi discorsi con lui.
Edward
ridacchiò: gli sembrava proprio buffa a volte.
<Bella,
piacerai sicuramente ai miei genitori. Ad ogni
modo l’amore che provo per te non cambierà se non
sarai di loro gradimento. E
poi puoi stare tranquilla, dovranno accettarti per forza, un giorno
sarai mia
moglie.> disse con ovvietà.
Bella
arrossì all’istante appena sentì
pronunciare la parola
“moglie”. Benché non credesse al
matrimonio, anche se i suoi genitori erano
molto uniti, la prospettiva di immaginare un futuro con Edward la
rendeva veramente
felice. Per lui avrebbe fatto di tutto, anche sposarlo. Avrebbe
concesso solo a
lui questo “privilegio”, anche se la parola
“matrimonio” le faceva venire
l’orticaria.
<Siamo
arrivati.>
<Siamo
arrivate.>
<Bella,
siamo
arrivate.> ripeté Rosalie riportando alla
realtà la sua amica.
Bella
ritornò in se, i
sentimenti che provò a quel tempo erano gli stessi di
adesso. Era molto agitata
all’idea di rivedere Carlisle ed Esme: non sapeva come
avrebbero reagito alla
sua visita.
Pagarono il
tassista e
scesero dall’auto. La casa era bellissima,
anch’essa immersa nel verde, le mura
erano di un color bianco panna e il tetto blu scuro.
Bella
andò verso
l’entrata e agitata suonò il campanello.
<Bella!
Che piacere
averti qui.> disse Esme, quando aprì la porta.
Le due donne si
guardarono e con occhi lucidi si abbracciarono calorosamente.
<Oh, che
sbadata.
Salve ragazze! Entrate pure.> disse accogliente la cara e
vecchia Esme.
Le tre ragazze
passarono tutto il pomeriggio a casa Cullen. Esme preparò a
loro un buon tè
caldo e raccontò dei mesi passati dopo la scomparsa del suo
caro figlio. Anche
per loro erano stati giorni difficili: Esme e Carlisle pensavano che
sarebbe
stato Edward a piangere per la loro morte, non il contrario. Ma si sa,
la vita ha
in serbo sorprese amare.
Dopo cena
arrivò anche
il signor Carlisle Cullen e appena intravide Bella scoppiò
in lacrime
abbracciandola. Gli era molto mancata sua nuora, era l’unica
persona che
manteneva in vita il ricordo di suo figlio, benché non fosse
l’unica cosa che
potesse ricordaglielo.
La serata
passò
tranquillamente, Bella raccontò a loro il motivo della sua
presenza, il perché
si trovava a Galway. Informò del buffo piano che aveva
preparato Edward per lei
e di come questo la avesse aiutata ad andare avanti in un periodo
abbastanza
tragico della sua vita. Era contenta di poter parlare con i suoi
suoceri, con
loro era più facile sfogarsi: erano gli unici a capire
esattamente il dolore
che lei provava.
Alla fine
arrivò alla
conclusione che la decisione di andarli a trovare era stata sicuramente
un’ottima idea e ringraziò con lo sguardo le sue
amiche per averla spronata a
compiere quel gesto. Non avrebbe mai immaginato che rivedendoli potesse
scaturire in lei un po’ di pace.
Bella era
distesa sul
letto, in mano teneva una lettera che le diede Carlisle prima di
andarsene. Non
l’aveva ancora aperta, aspettava che Alice e Rosalie si
addormentassero prima
di farlo: voleva tranquillità attorno a lei.
Non capiva cosa
potesse
contenere la busta, ipotizzò fosse di Edward, ma il mese
ancora non era
scaduto, quindi scartò subito quell’ipotesi.
Cercò dunque di pensare chi fosse
il mittente, ma il troppo riflettere non la portò a nessuna
conclusione.
Interminabili
minuti
passarono e, quando percepì che fosse il momento giusto per
aprire la busta,
trattene il fiato.
Aveva paura.
Paura che il
contenuto
potesse distruggere quella tranquillità che aveva trovato
dopo la splendida
serata trascorsa a casa Cullen. Tuttavia la sua curiosità
sovrastò la sua angoscia
e, con movimenti lenti, aprì la lettera.
Ciao
Bella,
So
che non ti aspettavi una mia lettera, ma diciamo che
questa è un extra.
Sapevo
che alla fine saresti riuscita ad andare a trovare i
miei genitori e non potevo non approfittarne.
Capisco
che quello che scriverò non ti aiuterà molto,
perdonami per quello che sto facendo, ma non posso farne a meno. Oggi
mi sono
ricordato di quando tu dicesti che ero la persona più
importante della tua vita
ed io come uno stupido, vedendo il tuo viso distrutto, ti promisi che
sarei riuscito
a sopravvivere all’operazione. Sono stato un incosciente, non
avrei dovuto
promettertelo, sapevo che non sarei riuscito a mantenere la parola
data, avrei
dovuto approfittare di quel momento per dirti quanto tu fossi
importante per
me, invece non l’ho fatto.
Bella,
ti amo e ti amerò per sempre. Perdonami se quel giorno
non te l’ho ribadito.
Scusami
ma avevo bisogno di dirtelo, non odiarmi per questo.
Per
favore cerca di divertiti, non distruggere la tua vacanza
per questa stupida lettera scritta in un momento di pura follia.
Edward
Bella fu
travolta da
una malinconia infinita e pianse. Le sue lacrime erano di puro odio nei
confronti di suo marito e inevitabilmente, questo, la
riportò indietro nel
passato.
Erano
passati tre mesi da quando Bella fu informata della
malattia del marito e mancava poco più di una settimana
all’intervento.
Bella
entrò in casa e vide il marito intendo a guardare la
televisione. Camminò nervosamente avanti e indietro per
tutta la sala, infine
decise che non poteva più aspettare.
<C’è
una cosa che volevo dirti da un po’…>
Edward
osservò la moglie e notò un certo nervosismo da
parte
sua. Spense la tv, capendo che si doveva trattare di una cosa seria, e
aspettò
che continuasse a parlare.
<È
inutile aspettare. Non
troverò mai il momento giusto.> continuò
dicendo.
<Edward,
tu sei la persona più importante della mia
vita.>
<Mh,
pensavo fosse il tuo amante. Non ti soddisfa più?>
rispose Edward, cercando di sciogliere un po’ di tensione che
aleggiava
nell’area.
<Dico
sul serio, Edward.>
Edward
guardò la moglie e capì che non era il caso di
sdrammatizzare.
<Tu
mi hai insegnato che cos’è l’amore. Non
parlo solo
dell’amore romantico ma dell’amore totale,
l’amore che dura per sempre. Quello
che ti sostiene nelle tragedie, nelle gioie, nei momenti di
crisi…>
Bella
non riuscì a continuare, era straziante per lei
esprimere tutto questo.
Il
marito si avvicinò a lei, accostò una ciocca
dietro il suo
orecchio e con l’altra mano cancello le lacrime che erano
uscite prepotenti dai
suoi occhi.
<Bella,
ti prometto che farò di tutto per non morire.>
disse baciandola.
Bella
uscì fuori dalla
terrazza, in mano teneva una bottiglietta di wisky presa nel mini frigo
posto
in camera.
Le lacrime
continuavano a rigargli il viso e cercando di alleviare il dolore
portò la
bottiglietta alle labbra, assaporando poi quel retrogusto della bevanda.
<Ti odio,
Edward.
Ti odio!>
Ovviamente non
credeva
veramente a quelle parole: era solo un momento di rabbia.
Trascorse tutta
la
notte sotto le stelle e, ubriaca e distrutta, si addormentò
sulla poltroncina
di legno, posta sul terrazzo.
Scusate
per il ritardo ma il lavoro porta via
TROPPO tempo!!! Infatti non so neanche quando aggiornerò il
prossimo capitolo….
ad ogni modo cercherò di non far passare troppo
tempo…
Allora…
triste il capitolo eh? Purtroppo era
davvero necessario per la storia xD
Mi
dispiace se oggi sono di poche parole, ma
sono davvero stanca… quindi lascio a voi la parola! Mi
raccomando recensite!!!!