Akito si rese conto dell’imbarazzo
della ragazza, e si mise immediatamente la maglietta…
“Nagaia…ciao…”
“…complimenti, per la tua vittoria di
oggi…sei stato bravissimo!!”
“Umph…normale amministrazione…” rispose
lui.
I due ragazzi si guardarono negli occhi
e dopo alcuni secondi di silenzio non poterono fare a meno di ridere…o meglio
Nagaia rise sguaiatamente mentre Akito si degnò del suo sorrisetto ironico;
appena si riprese Nagaia guardò Akito e con fare serio:
“Normale amministrazione? NORMALE
AMMINISTRAZIONE? Ma ti devo dire io quanti ragazzi a questo mondo riuscirebbero
ad arrivare alla finale giapponese di Karate? Ti devo dire io quanti atleti la
mondo sono riusciti a battere il campione olimpico? Insomma Akito, oggi hai
dato dimostrazione di essere un campione, tutti se ne sono accorti, anche il
pubblico! Io l’ho sempre saputo, perché ho sempre avuto fiducia in te, ma gli
altri no, credevano che tu non ce l’avresti mai fatta, anche il tuo Sensei
pensava così…davvero, sembra impossibile ma tu Domenica potresti diventare il
numero uno del Giappone, ma ci pensi?”
Si era entusiasmata Nagaia, ed al
pensiero che Akito potesse davvero diventare un campione di quella caratura
sentiva dentro di se una gioia incontenibile!
Akito invece da parte sua continuava a
tenere il suo self control come se la cosa quasi non lo scalfisse…come se gli
scivolasse addosso.
“Sì” rispose semplicemente Akito.
Nagaia però aveva imparato a non
smontarsi per così poco, già aveva imparato a conoscere Akito, le sue
espressioni, il suo modo di fare, e sapeva che anche se non lo diceva lui era
contento di quello che gli stava succedendo…
“Beh ora andiamo…” Akito si mise dietro
la carrozzina di Nagaia e la cominciò a spingere verso l’uscita degli
spogliatoi.
“Sai, c’è una cosa però che tu devi
fare se io vinco…sai cos’è vero?” attaccò Akito.
Il viso di Nagaia si rabbuiò (anche se il
biondino non poteva vederlo) “Sì…ma…perché ci tieni così tanto? Per quale
ragione?”
“Beh, me lo hai promesso…e poi c’è
qualcosa di male se voglio che tu cammini?”
Non era proprio questo il motivo che
voleva sentirsi dire Nagaia, ma per lei andava bene lo stesso…
“Sai, c’è una cosa però che devo dirti
se vinci il campionato…una cosa che per me è molto importante, una cosa che
spero sia importante anche per te…è tanto che ci penso, è tanto che desidero
dirtela, ed è anche il motivo per cui sono andata avanti fino ad oggi…”
Ad Akito si gelò il già freddo
cuore…sapeva cosa voleva dirgli Nagaia, sapeva che lei si era innamorato di
lui…ma lui era innamorato di lei? Innegabilmente la bionda ragazza era stata
l’unica cosa che gli aveva riempito la vita oltre al Karatè, era stata una
bella ed inaspettata sorpresa nella sua vita, l’aveva sempre incoraggiato anche
nei momenti più bui, quelli in cui voleva mollare tutto…e poi non poteva certo
dimenticare la sua malattia, e come lui si era schierato apertamente dalla
parte della sua guarigione…chissà come mai…sì, gli piaceva Nagaia, era bella,
simpatica, era piacevole stare con lei, e con tutta la sua famiglia che lo
avevano accolto proprio come un figlio…Forse era giunto il momento di riaprire
il suo cuore, forse era il momento di riaprire la strada all’amore, a quel
sentimento che tanto gli aveva fatto battere il cuore ma che tanto lo aveva
fatto soffrire…già l’amore, un capitolo che ormai aveva considerato chiuso
nella sua vita…si era convinto che con la sua freddezza mai nessuna altra
ragazza si sarebbe avvicinata a lui e avrebbe così evitato tutte quelle
sofferenze che causano le pene d’amore…
Forse Nagaia era la ragazza che lo
avrebbe aiutato ad uscire da quel buco nero in cui si era ritrovato…era forse
lei che avrebbe scardinato quella scatola che cominciava a dare segni di
cedimento…forse era giunto il momento quantomeno di riprovarci, ma se non fosse
riuscito a superare la storia passata? Sarebbe stato giusto far soffrire
Nagaia? Cosa aveva lui da offrirgli? Forse il titolo di campione e poi? Però
poteva stare tranquillo con lei perché di sicuro il suo lavoro non avrebbe
influito nella loro storia…in nessuna maniera…
“Che hai??!” chiese Nagaia guardando il
pensieroso ragazzo che era praticamente rimasto in silenzio per 5 minuti…
“Come?”
“Sì…eri pensieroso, cos’è ti ho
spaventato con le mie parole?!?!”
“No no, figurati…” nel frattempo arrivò
l’auto che era venuta a prendere Nagaia…Akito prese in braccio la ragazza e
fece in fretta il pezzetto di strada tra l’uscita della palestra e
l’auto…appoggiò delicatamente all’interno Nagaia, mentre l’autista metteva nel
bagagliaio la carrozzina…Nel far questo Nagaia diede un bacio ad Akito e gli
disse:
“Domenica vinci devi vincere…tutto il
Giappone guarderà la tua vittoria e si inchinerà davanti a te…ed io voglio
essere la prima a farti i complimenti…”
“….” Fu la risposta di Akito che chiuse
la portiera dell’auto dietro di se…
Mentre stava per andarsene Nagaia tirò
giù il finestrino…
“Sai chi ci sarà alla premiazione del
migliore del Giappone domenica?!?!”
Akito si girò di scatto verso Nagaia:
“No”
“La mia attrice preferita…SANA
KURATA…mi raccomando vinci così la conoscerai e me la potrai presentare…CIAO,
ci vediamo domenica” e la macchina partì…
La pioggia continuava incessante a
cadere dal cielo, lacrime di dolore si scagliavano dagli occhi di un gigante,
che nella loro folle corsa incontravano un ostacolo prima di raggiungere il
terreno ormai fradicio…il grigiore del cielo era raggelante, ormai non era più
una pioggerellina ma un vero e proprio temporale che si stava abbattendo su
quel piccolo lembo di terra…un lampo squarciò il cielo, luce accecante che ti
costringe a chiudere gli occhi…dopo un tale lampo ci si appresta a tapparsi le
orecchie, si resta in attesa di un urlo di dolore che pochi secondi dopo
sicuramente arriverà a squarciare le orecchie…ed eccolo arrivare, rumore di
guerra, rombo assordante come poche volte si sente, la paura sui volti dei
passanti, il silenzio che si abbatte sulla terra durante il suo grido di
dolore…il cuore che batte a mille, lo sguardo che si volge verso l’altro come a
controllare che nessuno si fosse fatto male, o a rimbrottare del disturbo
appena arrecato.
Ma uno scoppio ben più profondo, un
rumore molto più assordante stava irrimediabilmente distruggendo quel biondino
sotto la pioggia…come se l’acqua non stesse scendendo…come se il lampo non lo
avesse illuminato nella sua figura, come se il tuono non fosse giunto alle sue
orecchie, lontano chissà quanti anni luce da quella circostanza…il sangue era
come elettrizzato, il cuore voleva vedere quanti battiti poteva raggiungere in
un solo minuto, tutte le molecole del suo corpo stavano accorrendo in aiuto
della sua mente, ed inevitabilmente le sue mani si strinsero a pugno…erano le
19.30…ma non era passato nemmeno un minuto in tutta la sua vita…stava
accadendo…e nessuno poteva più fermare l’inevitabile, era come un treno che
lanciato a massima velocità non poteva più abbandonare i binari, la sua corsa
era destinata a non fermarsi, ed Akito si trovava proprio lì, sulle rotaie,
legato…non poteva scappare, non poteva urlare, non poteva nemmeno
piangere…poteva solo guardare arrivare il treno…vicino…sempre più
vicino…circondato da decine di osservatori che non gli protendono nemmeno una
mano, ma probabilmente quella mano non avrebbe mai potuto prenderla…beffardo
destino questo…proprio quando credi di poter rinascere riscopri che il mondo è
peggiore di quello che pensavi…non c’è scampo alla propria vita, la bisogna vivere, anche se solo per un
attimo…accade…