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Autore: Diana924    27/03/2010    1 recensioni
1764: accadono strane cose attornoa l castello Ossowiesky. La povera Bathildè sarà coinvolta, ma... 2004: Elise stava facendo una ricerca per la tesi, ma quello che scoprirà è fuori da ogni portata, cosa nasconde la lettera che ha trovato, e perchè è macchiata di sangue?
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Talvolta decollandoli o decapitandoli, talaltra sgozzandoli, talaltra squartandoli e ancora rompendo loro l’osso del collo con un bastone; e che c’era una spada che appositamente usava per la loro uccisione, volgarmente detta squarcina.*

Almeno Elise per quella sera era riuscita a trascrivere la deposizione di Poitou fino a circa metà, e per lei questo era già un gran risultato, era andata in bagno a vomitare soltanto una volta. Sapeva che il peggio, per quanto riguardava quella confessione era ormai passato; quindi la sua gita giungeva a fagiolo.

Decise di volerne sapere di più sulla bestia del Guèdavan, forse così sarebbe avrebbe compreso meglio la lettera.

Ebbe una grande sorpresa quando scoprì che appena ventotto anni dopo il 1764 in Italia, vicino Milano, vi erano stati dei fatti simili. La bestia in questione era stata rinominata La bestia di Cusago, dal nome di un comune vicino il capoluogo. In quelle circostanze però le vittime erano bambini, infatti 10 di loro furono ritrovati sbranati. Secondo molti il responsabile era un lupo ibrido, ucciso il 13 settembre, o per qualcun altro un Corocotta, un cane-lupo mitologico. Vi era accanto alla spiegazione anche la foto di una iena, secondo alcuni perchè il carnivoro in questione corrispondeva alla descrizione.

Elise non sapeva che cosa pensare, in ogni caso salvò l’informazione in una cartella che aveva creato da pochi giorni, aveva deciso di intitolarla “Bathildé Erbé”.  Dopo averlo fatto spense il computer portatile lo ripose nella sua custodia e si diresse verso la sua stanza. Lì c’erano le sue valigie, che aveva preparato nel pomeriggio. Le prese e scese le scale.

C’era un taxi che l’aspettava.

Mentre il taxi la portava verso la Gare Montparnasse Elise rifletteva: A cosa stava pensando mentre il taxi faceva il giro del Palais Royale?

Al primo posto fra i suoi pensieri vi erano Gilles de Rais e Machecoul, dove si stava per recare. Ma quando era sicura di non pensare nella sua mente si formavano tre immagini: Bathildé Erbé come credeva che fosse, la lettera, e la bestia del Guédavan. Sapeva bene che non i avrebbe dovuto interessare a quella storia, ma una forza irrefrenabile sembrava sospingerla non verso l’ovest della Francia, ma verso sud. Era così assorta in questi pensieri da non rendersi nemmeno conto di essere arrivata, fu l’autista a farglielo notare. Confusa Elise estrasse dalla borsa il suo portafoglio e pagò, dando anche una discreta mancia.

Mentre si dirigeva verso il suo treno pensò che aveva bisogno di un libro prima di riaddormentarsi riaddormentarsi. Subito dopo aver pensato a questo si diede una manata sulla fronte, aveva lasciato “Profumo” a casa, precisamente sul comodino! Maledicendosi si diresse verso la libreria-cartoleria della stazione. Il primo libro che vide, appena entrata, fu “Il Fantasma dell’Opera”* un titolo che non aveva bisogno di altro. Fin da piccola conosceva la storia, aveva visto diversi film, e durante una gita a Londra era andata a teatro a vedere il musical; quindi di slanciò prese il libro, si diresse alla cassa e sborsò 10 euro richiesti.

Poi corse fuori, spaventata di perdere il treno. Fu fortuna a metà, infatti il suo treno stava per partire, se avesse tardato anche solo cinque minuti l’avrebbe perso. Dopo tre minuti di ricerca individuo la sua cuccetta, per fortuna era sola, avrebbe potuto scegliere il letto che preferiva. Mise le valige sul letto in basso, andò in bagno e si cambiò. Tornata prese il suo nuovo libro, lo lanciò sul letto e poi si issò. Mentre il treno lasciava Parigi, e poi Versailles, Elise iniziò a leggere.

Poi stanca rilanciò il libro all’estremità del letto, si mise sotto le coperte e per quella notte sognò.

Sognò Gilles de Rais e i suoi immondi festini e riti satanici, sognò Bathildé Erbé e suo fratello, per ultimo sognò la belva del Guédavan, e infine una strana figura.

*come quello nel secondo capitolo anche questa parte è presa da "Gilles de Rais. La vera storia di Barbablù", di Matei Cazacu. Per la precisionedalla traduzione degli atti del proceso

* lo avevo appena comprato, come Elise, è stupendo, lo adoro.

   
 
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