Che ci crediate
oppure no, la maggior parte di questo capitolo è stato concepito sul treno in
viaggio di ritorno Rimini/Milano, grazie al mio fedele computer portatile XD E
sto scrivendo proprio adesso l’introduzione, malgrado il dondolio (mi sento
quasi ubriaca °-°;;) No, decisamente non sono proprio capace di restare senza
scrivere…^^;; spero vi piaccia ^o^
Ringrazio le mie onee-chan Jun e Cris, più tutte le altre commentarici, vi adoro
tutte quante ^*^!! E non temete, sono tornata, perché neanche le vacanze mi
fermeranno XD
In un attimo, tutto quanto era scomparso…
Non sapeva più chi era, dove si trovava, aveva smesso di sentire cosa accadeva
intorno a sé. Pessimo comportamento, per un soldato del suo calibro. Ma
d’altronde, lui non era mai stato un bravo militare…
Continuava ad avvertire le morbide labbra della sorella sulle sue, i piccoli
morsi dei suoi canini, le braccia strette attorno al collo e le mani che
carezzavano i capelli color muschio scuro. Poi, quelle stesse mani scendevano,
cominciando a sbottonare maliziose la chiusura dei pantaloni.
Era letteralmente *stregato* da quell’aliena, non riusciva nemmeno più a
ragionare. Come se, con quel bacio, simbolo di peccato, l’avesse incatenato a
sé, ottenebrandogli i sensi…
…Ki-chan…
…si ritraeva da lei, da quella piccola aliena dagli occhi chiari, così diversi
dai suoi…
Ki-chan, perché sei così cattivo con me?
…No, io…E’ colpa tua, la mia mamma non c’è più perchè tu sei arrivata…
Come poteva baciare la sorellastra? Non solo era un gesto immorale, ma era
anche l’indiretta responsabile della morte della sua vera madre.
Si era sentito così…così *solo*…
La famiglia che l’aveva adottato successivamente era gentile. Anche i suoi nuovi
fratelli cercavano di conoscerlo, soprattutto il più piccolo. Il maggiore,
invece, inizialmente era freddo e scostante, e anche Kisshu lo trovava
insopportabile, così diverso dalla sua irruenza. Ma si era dimostrato
responsabile, quasi come un vero fratello maggiore.
…Kisshu, sarai sempre il mio fratellone, vero?
Si, Taruto, non chiedermelo ogni volta…
Anche se hai l’altra sorellina…? Quella là, che a volte ti veniva a trovare…
Lascialo in pace, Taruto, dovresti sapere che a Kisshu non piace parlare di
questa storia…
E poi…
Il colpo di stato, Deep Blue al potere, le sue idee erano piaciute così tanto
alla nuova famiglia di Kisshu. Ne parlavano entusiasti: avevano la possibilità
di riprendersi il loro vero pianeta, il Pianeta Azzuro. Terra, come la
chiamavano ora gli umani che l’avevano popolata.
Kisshu, all’epoca, era appena adolescente. Era una testa calda, il suo
temperamento impetuoso si era accentuato all’età di quindici, sedici anni…
Che cosa?! Ma tu sei completamente pazzo…
Ma Pai, non capisci? Il nostro Pianeta Azzurro, potremmo finalmente andarcene da
qua, tornare in superficie, vedere ancora il sole!
Vaneggiamenti, Kisshu. Non farti coinvolgere troppo da questa possibilità…E poi
sei troppo giovane!
Parli tu, che ti sei già arruolato…
Si dà il caso che io abbia quasi diciotto anni!
E Taruto, allora…? Un moccioso come lui perché è stato preso?
Io non sono un moccioso, Kisshu!
Li aveva ignorati, era andato da Deep Blue in persona, per parlare.
Non l’aveva mai visto in volto, tuttavia si fidava delle sue parole, della sua
voce così decisa. E anche l’alieno lo aveva arruolato, come suo sottoposto di
fiducia. E aveva deciso di mandarlo in ricognizione sulla Terra, ancor prima dei
suo fratelli. Non aveva mai più visto la sua sorellastra, da quel momento…
Ma su quel pianeta…Su quel dannato pianeta, erano cominciati tutti i suoi guai…
E fu quello, in quella stanza, proprio in quel momento, che gli fece ripiombare
in testa tutta la sua coscienza. La sua dolce trasgressione, l’origine del suo
tradimento, della sua redenzione da quelle vedute estreme…
…ICHIGO!!
Il suo nome, limpido e cristallino, risuonò nelle sue orecchie.
Sbarrò gli occhi, riacquistando di botto tutta la sua lucidità. Allontanò
bruscamente la sorella, che lo fissò perplessa
”Ki-chan…? Ma che…”
”No, tu piuttosto! Che ti sei messa in testa, eh, Meiko?”
La giovane si strinse nelle spalle, passando un dito sul petto del ragazzo, un
sorrisino furbo sulle labbra
”Veramente, anche tu hai ricambiato il mio bacio…A proposito” si leccò le
labbra, un gesto che aveva fatto anche Kisshu, a suo tempo “baci bene, sai?”
Il giovane si rabbuiò, afferandole bruscamente la mano
”Ti rendi conto di cosa stavi facendo?”
”Di cosa stavamo facendo, Kisshu, ricorda…” ribattè Meiko, sogghignando
“Non posso fare tutto da sola, non credi?”
”Non significa niente!” sbottò il moro, lasciando rapido il braccio della
giovane, come se avesse paura di scottarsi “Io…Io non…”
”Tu cosa?” lo interruppe, gelida.
Kisshu boccheggiò come un pesce fuor d’acqua, non sapendo come controbattere
alla sorella.
Già…*Lui* cosa?
Si passò una mano dietro la nuca, in imbarazzo
”E’ solo che…E’ successo tutto così all’improvviso! Insomma, ho ritrovato la mia
nee-chan proprio in questo strano…contesto” cominciò il giovane, evitando di
guardarla negli occhi “Senza contare che…due fratelli non dovrebbero fare questo
genere di cose…” concluse, ormai ridacchiando e riallacciandosi, nel
mentre, i calzoni. Ma Meiko era terribilmente seria, davanti a lui, quello
sguardo cristallino piantato nelle sue iridi color del miele.
”E poi…Io ho già una…”
”Lo so benissimo” la mora finì la frase del fratello, stizzita “Momomiya, vero?”
Kisshu annuì, ma Meiko continuò il suo discorso
”Lo sai cosa si dice sul tuo conto? Che sei un traditore, che farsela con
un’umana è la cosa peggiore che tu potessi fare…” lo trafisse con un’occhiata
furiosa “Ti sei disonorato solamente per quella sciocca creatura…” la sua voce
era un sibilo velenoso.
L’alieno non si scompose
”Ognuno ha il suo modo di pensare, Meiko, e dovresti saperlo…” disse piccato
Kisshu, allontanandosi da lei e trafficando con gli schermi spenti. Ma la
moretta non sembrava intenzionata a desistere tanto facilmente. Lo seguì,
prendendogli il braccio sinistro e costringendolo a guardarla negli occhi
”Ma non capisci? Potresti riacquistare tutto il prestigio, lasciar perdere
questa sciocca ribellione! Dimentica quell’umana, per il tuo bene, ani-ue…” gli
posò una mano sulla guancia, avvicinandosi alle sue labbra “Ci sono io, con
te…Non voglio più che qualcuno ti porti via da me…” concluse, la voce seria e,
stranamente, dolce.
Kisshu sospirò, togliendo la mano della sorella
”Non m’interessa, Meiko. Forse non capisci…” fece una pausa, il suo tono si fece
più duro “Io sono innamorato, di Ichigo”
Il giovane tornò a trafficare con i vecchi pannelli di controllo, cercando di
rimetterli in funzione. L’aliena, invece, rimase immobile, lo sguardo vuoto e
smarrito, le parole di Kisshu che ancora le rimbalzavano nelle orecchie…
Forse non capisci…Io sono innamorato di Ichigo…
Era inconcepibile! Era certa che quella del fratello fosse solo
un’insignificante infatuazione; del resto anche a lei era capitato di pensare
che Shirogane fosse *carino*, ma niente di più…
Questo sentimento andava contro a tutto quello che la sua razza le aveva
insegnato!
Non poteva restare zitta…Doveva fare qualcosa.
Doveva salvarlo da quell’umana…
”Se riusciamo a rimettere in funzione…questi aggeggi” cominciò Kisshu,
affannato, sdraiato sotto il pannello centrale “potremmo introdurci nei
loro…schieramenti di difesa…E vedere dove diamine è andato a cacciarsi Shin,
visto che…i generali dovrebbero aver addosso…dei localizzatori…o roba simile”
concluse, armeggiando con i tridenti sui cavi scollegati.
L’aliena lo ignorò, guardandosi intorno…Le serviva un piano, alla svelta. Se
toglieva di mezzo Momomiya, poteva ancora avere qualche possibilità, ma Kisshu
non doveva intervenire. Non voleva certo consegnarlo a Deep Blue, che di sicuro
non si sarebbe limitato a sbatterlo nelle segrete a vita, ma doveva trovare il
modo di farlo stare lì dentro. Non aveva scelto certo a caso, quella stanza,
impenetrabile dai computer per i troppi campi magnetici. Ma non era sicura fosse
anche a prova di sfondamento diretto… Quanto ci avrebbero messo a scoprire la
loro intrusione? E a raggiungere la sala…? Meiko sperava il maggior tempo
possibile…
Sfortunatamente, non sempre le cose vanno come si spera. Decisamente, in questo
caso, nessuno dei due alieni avrebbe voluto trovarsi in quella stanza…
”Dannazione!!” Kisshu imprecò, tirando un pugno al pannello di controllo “Non
capisco niente di questo aggeggio infernale! Ma dov’è Pai, quando serve?”
Meiko lo squadrò da sotto la lunga frangia nera, una fredda rabbia incisa nei
sottili lineamenti. Il moro la guardò, corrucciato
”Ascolta, Meiko, smettila di tenermi il broncio! Sei mia sorella, lo vuoi
capire?”
”No, io non capis…”
*KAAAAAAAAAAAABOOOOOOOOMMMMMM!!!!!!!*
Per la seconda volta in poco meno di un’ora, ciò che rimaneva della porta della
Sala Controllo saltò in aria. Il botto spedì Meiko addosso a Kisshu, sbattendo
entrambi contro lo schermo centrale. Il resistente acciaio dell’entrata si
accartocciò come una foglia secca, divorato da almeno venti raggi bluastri. Il
che poteva significare solo una cosa…
Un plotone di sentinelle fece irruzione nella stanza, seguite da un’altra
figura. Caricarono i fucili ad impulsi contro di loro, prendendo la mira.
Kisshu, inconsciamente, tenne stretta a sè la sorella, che aveva perso i sensi.
Fissò due occhi grigi e un sorriso saccente sopra di lui.
”Nohara…” mugugnò il moro, cercando di alzarsi. Iwo sogghignò, puntandogli
l’affilata falce alla gola
”Proprio io, Ikisatashi…A quanto vedo, le voci della tua morte erano false. Ma
guarda” sbuffò, ironico “Dovrò punire anche il maggiore tra voi Ikisatashi, per
avere disobbedito agli ordini…”
Iwo rivolse le sue iridi plumbee su Meiko, tra le braccia di Kisshu. E ancora,
un ghigno malevolo gli increspò le labbra
”E abbiamo anche la nostra cara Hida…Che piacevole sorpresa, credo che Deep Blue
voglia proprio fare quattro chiacchiere con lei…”
”Lasciala stare, Nohara” lo interruppe Kisshu “Lei è forse l’unica ad essere
rimasta fedele a Deep Blue. Il suo non era un vero tradimento…”
Il generale dell’ovest scoppiò a ridere, accompagnato dalle altre risatine delle
sentinelle
”Commovente…Il ribelle e spietato generale Ikisatashi Kisshu che dimostra
l’affetto fraterno! Ma non temere…” mosse la falce, carezzando la gola
dell’alieno “Sono sicuro che in una bella cella potrete ricordare fino alla
nausea, la vostra infanzia…Sempre se il nostro signore Deep Blue deciderà di
tenerti in vita” concluse, la voce dolcemente velenosa.
Fece un cenno alle guardie, che afferrarono bruscamente Meiko, ancora priva di
sensi, e trassero in piedi Kisshu, un fucile puntato nella schiena.
”Crepa, Iwo…” ringhiò Kisshu, mentre i soldati lo trascinavano fuori dalla
stanza. L’alieno dai lunghi capelli blu inarcò un sopracciglio, i canini
scoperti nel solito ghigno
”Credo che questa parola si addica più al tuo destino, Ikisatashi…”
E, ridendo, seguì il plotone di alieni, diretti alle segrete della base.
*
”Ehi, è quella?”
”Secondo te, baka, perché ce ne staremmo nascosti qua dietro?”
”Magari stiamo giocando a nascondino…?”
”Piantatela di dire scemenze!” una voce troncò in un sibilo la discussione
sussurrata. I due si fissarono, corrucciati. Colui che li aveva zittiti sospirò
”Perché mi dovevo portare dietro anche questi mocciosi?”
Ignaro di cosa l’avesse spinto ad un tale gesto di altruismo, tornò a
controllare l’ingresso della stanza…
”Perfetto…Tra poco meno di un minuto dovrebbero uscire le sentinelle…La sala
rimarrà vuota, come ho già detto, per tre minuti al massimo” si voltò,
appoggiato al muro, verso i suoi compagni “Pensate di riuscire a creare un…diversivo?”
Cinque paia di occhi lo fissarono, increduli.
”Diversivo, Pai? Che pretendi, che ci mettiamo a fare un balletto?”
”Non essere stupida, Ichigo…” ribattè una voce altezzosa “Tu, di sicuro, non
riusciresti neanche a muovere un piede, correttamente…”
La rossa la trafisse con lo sguardo
”Allora fallo *tu*, Minto, il diversivo…” sibilò, l’aria di voler compiere un
omicidio sull’amica. Mentre le due si squadravano, e Retasu cercava di calmarle,
Zakuro intervenne
”Nessun problema”
Purin flettè un braccio, nel gesto di mostrare il muscolo
”Oh si, è da tanto che non mi diverto” esclamò entusiasta. Forse con un po’
troppo entusiasmo…
Due alieni, posti a guardia della porta, sentirono il rumore. Imbracciarono i
fucili, puntandoli verso l’angolo del corridoio
”Chi va là?”
Dietro il muro, Taruto aveva tappato la bocca della biondina
”Sei cretina, Purin! Lo conosci il termine *furtivamente*?”
”E oltretutto non ci siamo organizzati…” intervenne Retasu, una vena d’ansia
nella voce. Ichigo impugnò il suo Strawberry Bell, un sorriso deciso sulle
labbra
”Come ai vecchi tempi…Buttiamoci nella mischia!”
Le altre quattro sorrisero, annuendo decise ed uscendo allo scoperto.
Le sentinelle le videro, e cominciarono a sparare i temibili impulsi elettrici.
Le cinque Mew Mew si divisero, scattando in direzioni opposte.
”Pudding Ring Inferno!” urlò Purin, dopo una ribaltata. Dai suoi anelli uscì un
fascio di luce gialla, che bloccò come scudo i raggi bluastri degli alieni.
Minto, in volo, tese il suo arco e prese la mira, un freccia luminonosa già
incoccata
”Prendete questo… Ribbon Mint Echo” e il dardo filò rapido verso l’alieno di
sinistra, trafiggendolo da parte a parte. Il compagno lo guardò accasciarsi a
terra, senza vita. Ringhiò, ricominciando a fare fuoco a ripetizione.
Retasu schivò i colpi, incrociando le braccia sulle spalle, le nacchere strette
in pugno
”Ribbon Lettuce Rush!” gridò, e un potente fiume d’acqua travolse l’alieno
rimasto.
”Ribbon Zakuro Pure!” Zakuro lo afferrò con la sua frusta per una gamba, prima
che questo affogasse sotto il getto della compagna.
Questo cadde a terra, tossendo, proprio ai piedi di Ichigo. Questa sorrise,
puntando la sua arma verso il viso dell’alieno
”Allora…Collabori?”
A distanza, Pai e Taruto fissavano la scena, increduli.
”Avevo detto…un *piccolo* diversivo” sussurrò Pai, una mano sulla faccia e il
tono alterato “Perché diamine gli esseri umani devono essere
così…esibizionisti…?!”
”Beh, almeno due guardie sono fuori gioco…” intervenne Taruto, cercando di
contenere l’ira del fratello “Ora ci rimangono le altre due…Se riusciamo a
sfruttare quella sopravvissuta, possiamo entrare direttamente, senza problemi”
Il maggiore tornò a guardare le Mew Mew, che stavano tirando in piedi l’alieno,
saldamente bloccato dalla frusta di Zakuro.
”Già…così spero…”
*
”…Stai scherzando, vero, Shirogane?”
Il biondino scosse la testa
”Sono terribilmente serio, Fukazaki”
L’alieno continuava a non capire. D’accordo, aveva deciso di aiutarlo,
suggellando l’accordo con tanto di formale stretta di mano. Ma ciò che stava
proponendo Ryo andava oltre ogni…*comprensione*!
”Fammi capire…Dopo tutta la fatica che hai fatto per difendere il Progetto e la
Terra stessa da noi, ti consegni insieme all’ultima parte del documento?!”
”Si”
”Ma…perché?!” chiese ancora Shin, sorpreso e irritato dall’indifferenza che
ostentava quell’umano glaciale. Ma il biondino non si scompose
”Non posso fare altrimenti…E’ l’unico modo che abbiamo per togliere
definitivamente di mezzo voi alieni…senza offesa” aggiunse rapido, fissando
l’alieno dagli occhi viola.
Shin riflettè, confuso. Dalla conoscenza frammentaria che aveva di quel dannato
Progetto, poteva intuire la sua potenza distruttiva, se era in grado di
sterminare un’intera razza con un solo colpo. Tuttavia…
”Ma…”
”Non devi preoccuparti, Fukazaki. La tua parte nel nostro accordo è limitata, al
resto ci penserò io…Tutto quello che devi fare è avvertire le Mew Mew che ho
intenzione di costruire l’arma e, naturalmente, di cosa tratta questo Progetto
C.DNA…Al resto, ci penserò io…”
”Grandioso, dimentichi solo una cosa…” borbottò Shin, squadrando il biondo,
scettico “Per quello che riguarda Iwo e Deep Blue, io sono ufficialmente
morto. Come diavolo faccio ad andare in giro per la base, trovare le umane e
avvertirle, senza essere visto?”
Ryo sogghignò
”E’ proprio per questo che ti aiuterò, Fukazaki, non temere…Ora” si mise carponi
“Cominciamo ad uscire da qua dentro, sto cominciando a soffire di
claustrofobia…” si risedette, la mani poggiate contro il soffitto del condotto.
Tirò dei calci, a piedi uniti, decisi contro l’apertura del largo tubo,
scardinando il pannello, che piombò a terra in un baccano metallico. Balzò a
terra, agile, esortando l’alieno a fare lo stesso. Shin lo imitò, tenendosi il
braccio sinistro: faceva ancora fatica a muoversi…
”Hai fatto più rumore tu che un branco di elefanti…” sbuffò, ansimando per il
dolore che gli attanagliava l’arto. Ryo ridacchiò
”Non ti preoccupare, è proprio quello che avevo intenzione di fare…”
”Che?!”
Shin non fece neanche in tempo a finire la frase che delle voci risuonarono in
fondo al corridoio, seguite dal suono dei passi di stivali. Sembrava un intero
plotone di sentinelle…
”Siamo fortunati…arrivano” disse il biondino si portò alla centralina della
parete, forzando il portello e mettendo mano ai cavi. L’alieno lo fissò, sempre
più confuso
”E ora mi spieghi cos’hai intenzione di fare…?” i passi e le voci erano sempre
più vicine…
”Non appena gireranno l’angolo, farò saltare l’impianto elettrico. Con l’aiuto
del buio ti allontanerai, più in fretta che puoi, e andrai a cercare le Mew Mew.
Molto probabilmente, vorranno fare irruzione nella sala di Deep Blue…”
”E…”
”Affari tuoi, come scoprire dove si trova la stanza, momentaneamente, basta che
porti a termine ciò che ti ho detto. Da lì in poi, la nostra collaborazione è
conclusa…”
Shin si morse il labbro inferiore. Era fattibile…Ma ancora non sapeva di cosa
parlava il Progetto… Ryo sembrò leggergli nel pensiero. Sorrise
”Progetto C.DNA…Tieni questo!” gli tirò un rigido dischetto nero, che Shin
afferrò con la mano destra. Lo rigirò tra le dita
”E tu…?”
”Ho fatto una copia. Guardate questo, distruggetelo…Posso solo dirvi buona
fortuna…”
Le sentinelle girarono l’angolo, e come videro Shin e Ryo, quest’ultimo strappò
svelto i fili della corrente, facendo piombare l’intera zona nell’oscurità più
totale.
”Che diamine…?!”
”La luce!”
”Quell’umano l’ha fatta saltare!” le voci ringhiarono, indispettite, brancolando
nel buio.
Ryo fece un cenno con la testa a Shin, che si allontanò più velocemente che
potè, il floppy stretto nella mano destra. Si bloccò, poco prima di imboccare le
scale che portavano al piano superiore, guardando l’americano. Alzò una mano,
mormorando un
”Grazie” e sparì, la mano avvinghiata alla spalla ferita, il passo felpato come
quello di un felino.
Il biondino lo fissò allontanarsi, nel buio, sorridendo leggermente
”In bocca al lupo, Fukazaki…”
”Silenzio” una voce glaciale bloccò le lamentele degli alieni, illuminando il
corridoio con una sfera di luce verdastra, sospesa sull’affilata punta di una
lunga falce. Fissò davanti a sé, nel buio, una sagoma a lui famigliare…Socchiuse
gli occhi, mettendo a fuoco. E sogghignò
”Che fortunata coincidenza…Shirogane”
”Proprio io, generale…Nohara, giusto?” tese i polsi in avanti, verso il plotone
di sentinelle “Sono qua per consegnarmi spontaneamente”
Gli alieno fremettero, entusiasti, ma Iwo rimase impassibile, sospettoso.
Chiamò un alieno, ordinando di bloccare Ryo. Questo obbedì, agguantando
duramente il ragazzo, che si lasciò prendere, docile. L’americano fissò le
sentinelle, rivolgendo gli occhi su altre due figure nel gruppo degli alieni.
Sbarrò gli occhi…
Sostenuta da due giovani c’era una Meiko, priva di sensi, la testa afflosciata
debolmente in avanti, la lunga chioma corvina spettinata. Aveva un abbigliamento
inequivocabilmente *alieno*, confermando i sospetti che aveva il ragazzo sul suo
conto. Ma c’era qualcuno, che lo stava fissando, in silenzio…Due occhi dorati,
duri e rabbiosi, lo scrutavano con odio.
”…Ikisatashi?”
Ricambiò lo sguardo, notando che indossava quelli che, una volta, erano stati i
suoi vestiti, e aveva i capelli sciolti, che ricadevano a ciocche sul volto,
segnato e graffiato da una precedente battaglia. Era tenuto fermo da altri tre
alieni, un fucile ad impulsi minacciosamente puntato nella schiena. Kisshu non
rispose, limitandosi a fissarlo. E Iwo intervenne, ridacchiando
”Proprio lui…Ma, a quanto mi risulta, non è una sopresa per te vederlo, giusto?
Ho sentito dire che siete stati proprio voi umani ad aiutarlo…e, a
giudicare dai vestiti, penso che sia esatto…”
Intimò agli alieni che reggevano Kisshu si farsi avanti. Questi lo trascinarono,
mentre questo si divincolava, davanti a Ryo. Un sorrisino cattivo si dipinse
sulle labbra di Iwo
”Hai visto? Questa è la mia preda più ambita…immagino che vorrai assistere alla
sua *esecuzione*…”
”Esecuzione…?” chiese Shirogane, continuando a guardare un silenzioso Kisshu.
L’alieno dagli occhi grigi annuì, un brillio scarlatto nelle iridi
”E’ giusto che i traditori come lui vengano…puniti…” sibilò, facendo
divincolare ancora di più il giovane alieno prigioniero.
Mentre ringhiava, come una belva in trappola, trascinandolo nel mucchio, Iwo si
avvicinò a Ryo, bloccato dalla salda presa di un soldato
”Credo che, dopo aver portato al mio signore Deep Blue, un ribelle traditore,
una spia doppiogiochista e un umano con l’ultima parte del progetto, una
promozione non me la leva nessuno…”
Il biondo, mentre il plotone ricominciava a muoversi, non potè fare a meno di
sorridere, tra sé e sé. Il fatto che tutti, soprattutto Iwo Nohara e Deeo Blue,
lo sottovalutassero, non poteva che volgere a suo vantaggio…
*
…”Qual di gemiti e d’ululi rombando
cresce e dilegua femminil lamento?
I fili di metallo a quando a quando
squillano, immensa arpa sonora, al vento”…
[da “La via ferrata”, 3-7/10; G.Pascoli]
…to be continued…