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Autore: Lales    30/03/2010    4 recensioni
Perché proprio mio fratello? Perché? Tra tutti gli uomini del pianeta Terra tu hai scelto quello scemo di Tom? Dimmelo amica mia perché probabilmente siamo ancora in tempo per salvarti dall'oblio, dalla disperazione, dalle tenebre dell'inferno e da tutto ciò che comporta innamorarsi di Tom Kaulitz.
Genere: Romantico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz, Nuovo personaggio, Tom Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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10.

Ich hör nicht deine Worte, sie verlaufen sich im Wind, du schaust mich an, doch deine Blicke bleiben blind.

Un mese e mezzo dopo.

Dov'è hai messo il guinzaglio? - Greta occhieggiò Tom per qualche secondo, era così assorto nel vedere chissà quale cosa sul suo portatile che non le rispose, ma si limitò a guardarla un attimo di sfuggita, giusto perché si sentiva osservato.
- Eh? - chiese distratto.
- Il guinzaglio... - disse di nuovo Greta sistemandosi l'orologio sul polso per poi guardare fuori dalla porta aperta del tour bus; una folata di vento le aveva fatto ricordare di prendere la sciarpa.
- Ah, ce l'aveva Bill nella borsa... - Tom si grattò la testa e poi si stiracchiò le braccia con una lentezza esasperante. Greta continuava a fissarlo leggermente spazientita, ma decisamente convinta di voler ricevere una qualche risposta indicativa dal ragazzo.
- No, poi l'ho preso io ieri sera e l'ho rimesso nel tuo zaino, ma nel tuo zaino ora non c'è... -
Finalmente, gli occhi di Tom si spostarono dallo schermo a Greta e li socchiuse leggermente corrugando la fronte - Hai guardato bene? - si informò curioso.
- Sì Tom ho guardato bene, ora ricordati dove hai messo il guinzaglio di Hugo! -
- Non lo so Greis – alzò le spalle e poggiò la schiena contro lo schienale del divano.
- Bene – sbuffò Greta mettendo le mani sui fianchi - hai già perso il guinzaglio del tuo cane -
- Io? Ma se non lo porto in giro da una settimana! - la voce di Tom era calma, non si arrabbiava per quel genere di cose, piuttosto si irritava quando non ritrovava il guinzaglio dei cani, e quello succedeva abbastanza spesso. Non per colpa sua ovviamente, ma per colpa di Bill, che adorava disseminarli nelle sue miriadi di borse.
- Che c'entra? E' il tuo cane e la responsabilità è tua... -
- Visto che ci vai in giro tu la responsabilità dovrebbe essere tua – sottolineò Tom incrociando le braccia e cominciando lui ad occhieggiare Greta.
- E allora come ti spieghi che gli altri due ce li ho in mano e quello di Hugo non si trova? -
- Non so spiegarlo, l'avrai lasciato in hotel – disse nuovamente distratto dal suo portatile. Greta non voleva neanche sapere cosa stava guardando.
- Stamattina prima di uscire ho controllato come al solito, dato che mi metti ansia ogni volta! -
- Ah ah ah – concluse Tom non calcolandola più di tanto, la questione dei guinzagli era sempre molto sentita dentro quel tour bus. Ogni volta se li perdevano senza neanche scoprire come facevano.
I restanti due cani, il piccolo non più tanto piccolo Jäger e la sua nuova amica Gretel, chiamata così in onore di Greta, insieme a Hugo, ignari di tutto, poltrivano in tranquillità nel loro angolo preferito non calcolando nessuno dei presenti. Era bello poterli osservare dal basso e rendersi conto di quanto fossero strani i loro padroni. Hugo era quello che viveva con loro da più tempo, ed ormai aveva capito come funzionava. Da quello che aveva intuito, perché era un cane intelligente, i suoi padroni dovevano essere degli attrattori di luci. Non si spiegava altrimenti i mille lampi che lo colpivano ogni volta che uno dei due lo portava a spasso. E sopratutto non capiva perché delle persone, specialmente di sesso femminile, quando lo vedevano, emettevano dei suoni acutissimi, che gli davano fastidio. Hugo non capiva, davvero, però da quando Greta lo portava a spasso incontrava più cagnoline, e la cosa non gli dispiaceva per niente, anche lui aveva bisogno di una vita sociale.
- Bene, vorrà dire che il povero Hugo si farà la passeggiata in solitaria... HUGO! -
Il cane al sentire il suo nome si alzò di scatto e scodinzolò fino a Greta girandogli intorno mentre lei prendeva la sciarpa di Tom dal tavolo e se la metteva intorno al collo. Era arrivata l'ora della passeggiata, era felice, e soprattutto poteva godersela da solo. Un vero momento di gloria.
Tom lanciò un occhiata al cane e vedendo quanto fosse contento insieme a Greis e un po' si dispiacque, avrebbe voluto portarlo lui a spasso, ma più che fare il tragitto tour bus-arena del concerto, non poteva fare molto altro, dato che le fans erano sempre in agguato lì intorno.
- Tom – lo chiamò Greis risvegliandolo dai suoi pensieri – Hai bisogno di qualcos'altro? -
- Sì – rispose pensieroso – non ti perdere Hugo -
- Fottiti – disse la bionda con un sorriso smagliante, mentre attaccava il guinzaglio al collare del cane ed usciva fuori dal tour bus andandosi a scontrare contro Bill.
- Ciao cucciolo – disse la ragazza sorridendo debolmente e notando la strana faccia del suo amico. Era pallido. Ma non pallido come al solito, non era il Bill-pallore quello, era decisamente più tendente al giallo che al candore della neve. Lui sorrise debolmente e salì sul bus poggiandosi alla porte e girandosi a guardare Greis che si sistemava la sciarpa intorno al collo.
- Greis mi vai a comprare uno di quei pacchetti di roba piena di coloranti, edulcoranti, conservanti ecc... penso di avere la pressione bassa -
- Pensi? - chiese la ragazza mettendosi sulle punte e passandogli una mano sulla fronte – Non è che ti stai ammalando? Sei un po' giallo -
- Bill è sempre un po' Simpson – si sentì Tom dalla sua postazione, ma nessuno dei due lo calcolò.
- No, sto bene, però mi gira la testa, credo di avere un semplice calo di zuccheri – sorrise debolmente inclinando il capo di lato mentre Greta gli passò la mano dalla fronte alla guancia facendola scivolare via.
- Va bene cucciolo -
- Grazie Greis -
 Bill sorrise nuovamente mentre la ragazza si girò verso i cancelli posteriori. Una folata di vento le colpì il viso e si strinse nella sciarpa lasciando che il cane la trasportasse verso l'uscita. Erano fermi dentro il cortile dell'arena già da due ore, e mancava poco prima di pranzo, il palco era quasi pronto. Bill in quelle condizioni un po' la preoccupava, sperava che le caramelle sarebbero bastate per tirarlo su. Anche se era convinta che il problema era un altro.

____

Dopo essere passata al supermercato più vicino, che di vicino non aveva molto, ed aver recuperato le solite caramelle preferite dal cantante, aveva trovato un parco molto carino nelle vicinanze dell'arena, un posto tranquillo per far sgranchire le zampe ad Hugo, che la guardava con gli occhi bastardi di chi non vede l'ora di essere liberato.
- Ehi, ma tu con quel muso da ruffiano hai imparato direttamente dal gran maestro Bill Kaulitz, vedo – sospirò Greis fissando il cane che di rimando le regalava due occhioni pieni di speranza.
- E non guardarmi così, mi fai sentire in colpa -
Hugo sbadigliò tornando a trascinarla, e la ragazza si sorprese. Allora era vero che i cani capiscono quando gli parli. Non era mai stata in quel parco, anche se si trovavano ad Amburgo, ma quella zona non la conosceva molto. Probabilmente proprio il fatto che si trovassero nella loro città un po' la agitava, quella tappa era molto importante per i ragazzi, specialmente per il fatto che ci sarebbero stati davvero tutti quella sera. Il terrore che qualcosa potesse andare storto li assaliva, anche perché dopo solo qualche tappa avevano ancora bisogno di prendere il ritmo del tour. Bill avrebbe dovuto darsi una calmata, altrimenti sarebbe arrivato a maggio con la flebo al braccio.
Si sedette sulla prima panchina che trovò, stringendosi ancora di più la sciarpa intorno al collo e al viso, annusando l'odore di Tom rimasto impresso nella stoffa. Rise beatamente stiracchiandosi mentre Hugo continuava a fissarla speranzoso di una corsa in solitaria.
- Siamo di nuovo io e te, da soli, nel parco... con 0° al sole... che tra l'altro non c'è, perché il cielo è color asfalto...  - prese a dire Greta contenta del fatto che lui la capisse.
- Non ti manca l'estate? A me sì Hugo, tanto... sai ora che siamo seduti qui potrei toglierti il guinzaglio di Gretel e lasciarti libero di essere un cane. Che ne dici? Mi prometti che rimani qui davanti a me? Lo sai che se ti perdo Tom mi uccide? Però non lo diciamo a nessuno, sarà il nostro piccolo segr... merda sto parlando con un cane! - si interruppe Greis alzando gli occhi al cielo e staccando il guinzaglio dal collare di Hugo.
- Vai, infido cane Kaulitz con gli occhi languidi -
Hugo abbaiò grato alla ragazza e prima che lei potesse girare lo sguardo, era già scomparso dietro il primo cespuglio.
Greta tentò di capire dove fosse andato, ma si era proprio volatilizzato nel nulla; tra l'altro la sua famosa ansia nel voler tenere tutto ciò di cui era responsabile sott'occhio le aveva cominciato a far suonare il campanello d'allarme nella testa.
- E' un cane Greis, ora ritorna, se lo chiami ritorna – sussurrò la ragazza alzandosi dalla panchina ed iniziando a chiamare il cane a gran voce.
- Ecco, lo sapevo – piagnucolò portandosi dietro la busta della spesa di Bill e cominciando a maledirsi dentro la testa.
Cercò di seguire i passi del cane, scavalcando il cespuglio e continuando a chiamarlo senza ottenere nessun tipo di risultato. Si guardò intorno spaesata cercando di mantenere la calma, fino a quando in lontananza, non vide una ragazza, e decise di chiedere a lei, se avesse visto un cane dagli occhi languidi passare di lì.
- Scusami – disse Greta avvicinandosi alla ragazza; alta quanto lei e lunghi capelli lisci e rossi, era immobile e guardava in un'altra direzione – scusami – la bionda si avvicinò con il fiatone e quasi le andò addosso – per caso hai visto un cane...? -
Greis si morse le labbra, come domanda era alquanto stupida, chissà quanti cani passavano di lì.
- Ci sono molti cani qui in giro – le rispose serafica la ragazza non girando lo sguardo.
- E' un cane alto così, è bello, e se lo guardi ti senti in colpa, l'hai visto? -
- E' nero e bianco? - chiese la ragazza senza voltarsi, continuando a guardare di fronte a lei.
- Sì, l'hai visto? - un barlume di speranza si accese nei suoi occhi grigi.
- Sì che l'ho visto... - rispose seria girandosi – Piacere sono Heike, e il tuo cane sta molestando sessualmente il mio -
Greta girò il viso verso la direzione in cui guardava la ragazza e poté notare il motivo per cui Hugo era scappato, il richiamo della natura non si può controllare.
- Oh mi dio, o mio dio... mi ammazza, mi ammazza stavolta mi ammazza... - Greta si portò una mano sulla fronte, gli occhi sgranati, e davanti a quella scena mille pensieri si affollarono nella sua mente. In un attimo pensò a circa tre scenari diversi su come Tom avrebbe reagito, per poi cominciare ad elencare una serie di scuse estreme, come 'sono inciampata mi sono rotta una gamba e lui è fuggito' doveva solo trovare un gesso, e la cosa era fattibile.
- Chi ti ammazza? - chiese la ragazza dai capelli rossi incrociando le braccia, ancora tranquilla.
- Il mio ragazzo... -
- Ah non è neanche tuo? -
- Mi ammazza... - disse di nuovo Greta rassegnata.
- Beh se mi dici che fiori vuoi sulla lapide dirò quali sono state le tue ultime volontà -
Greta girò piano il viso verso la rossa, con gli occhi sgranati – Tulipani, grazie -
- Perfetto, prendo un appunto mentale – sorrise piano annuendo - Allora, come si chiama lo stallone? - disse subito dopo.
- Hugo – rispose Greta sull'orlo delle lacrime – Hugo, non so neanche perché l'abbiano chiamato così -
- La mia si chiama Diana -
- Hugo e Diana, suona di merda - disse Greta monocorde incerta sul da farsi.
- Già – annui Heike.
- Scusami, faccio un attimo una telefonata – ancora con lo sguardo allucinato, la gola secca e la testa che viaggiava su mille e più scenari apocalittici, prese il telefono e chiamò subito Tom, e aveva leggermente timore per la sua reazione... lei, che aveva fatto sì che il suo adorato cane andasse in giro a fare il molestatore di cagne, stavolta l'aveva combinata grossa! Ma d'altronde cosa poteva di fronte al richiamo della natura?! Cercò di auto convincersi prima di sentirsi male.
- Che c'è? -
- Splittuccio dolce, tesoro della mia vita, luce dei miei occhi, faro nella notte...-
- Chi è? -
- Sono io! - disse Greta spazientita.
Ci fu un attimo di silenzio dall'altra parte e poi un sospiro.
- Che cosa hai combinato? -
- Passerottino, perché avrei dovuto combinare qualcosa, è una telefonata per sapere se hai bisogn...-
- Greis, che cosa è successo? - la interruppe Tom lapidario.
- Tesoruccio... -
- Dov'è Hugo? -
- Ecco pasticcino alla crema, il problema al momento non è proprio questo... - disse mielosa, cercando di fare la carina.
- L'unica cosa che ti avevo detto era “non perderti il cane”! -
- No diciamo che Hugo... ecco, ha ripreso un po' troppo da te... in un certo qual senso – mormorò la ragazza girando la testa di lato per seguire i movimenti dei cani di fronte a lei.
- Che vuoi dire? - chiese allarmato.
- Al momento io e Heike stiamo assistendo ad una scena alquanto raccapricciante... -
- Chi è Heike? -
- La padrona di Diana... -
- E chi sarebbe Diana? -
- Il cane che si sta accoppiando con Hugo... -
Tom rimase per un attimo in silenzio.
- Oh.... oooh! -
- Esatto Tom, oh! -
- E che cosa facciamo adesso? -
- Non lo so, il tuo cane va spargendo il suo seme per il mondo, tu cosa vorresti fare? -
- Ecco, non mi ero mai posto il problema fino a dieci secondi fa... -
- Non so se è il caso di intervenire... -
- Bill, abbiamo un problema... - sentì dire Greis dall'altro lato del telefono, e subito dopo apparve la voce del fratello, concitata.
- Che è successo? -
- Hugo sta scopando dentro al parco! -
- Oh mio Dio! - disse Bill con la voce isterica scoppiando poi a ridere.
- Non ridere! Che devo fare? - urlò Greta quasi sul punto di mettersi a piangere.
- Portalo qui, portali tutti qui, oddio diventerò nonno! -
Greta si allontanò di qualche passo, abbassando la voce – Come faccio a portarli lì, dovrei portare anche la padrona del cane! -
Nel frattempo la voce di Bill si era trasformata nella voce di Tom, che continuava a sospirare, ma sentiva che gli veniva da ridere – Ok Greis, niente panico, sonda il terreno, cerca di capire se è un squilibrata o una persona normale, dopodiché portala qui -
- La porto anche se è una squilibrata? -
- No, se è una squilibrata o una fan dei Tokio Hotel, no, cioè dipende da che fan, è carina? -
- Sì è carina, ma che c'entra? - rispose Greta spazientita – Ti pare il momento di fare il playboy? -
- Era così per sapere, comunque se è una squilibrata forse è meglio che rimanga dov'è -
- E se lo fosse che le dico? “Scusami ma sei una pazza, tieni i tuoi bastardi io e Hugo ce ne laviamo le mani”?
- Sì, più o meno - rispose Tom pensieroso.
- Tom cazzo fai il serio! -
- Tu stai calma, sonda il terreno... -
- Ti pare facile! -
- Mi fido di te... -
- Perché Tom è successo  a me? -
- Effettivamente prima o poi doveva succedere Greis, il giorno in cui sarei stato super fiero del mio cane, mi dispiace non essere lì per godere della sua vittoria, ma quando torna gli darò una porzione extra della pappa che gli piace tanto e gli comprerò un guinzaglio nuovo -
Greta si mise una mano sulla tempia, gli occhi chiusi. Sospirò un paio di volte.
- Ricordami perché io e te stiamo insieme – disse monocorde.
- Perché siamo Greis e Split, ora stai tranquilla e andrà tutto alla grande -
- Ok Split – disse la ragazza sconfitta – Sondo e torno -
- Sonda e torna – confermò Tom.
- Va bene, ciao -
Greta chiuse il telefono con un'ansia nuova. Non le piaceva fare il cane da guardia, ma se si trattava di proteggere la loro privacy lo sentiva come un dovere.
- Quanto ci vorrà ancora? - chiese guardando l'orologio verde acido. In quel momento la lancetta era sulla quinta spada, pensò in automatico a Tom e cercava di immaginarsi cosa gli passava nella testa in quel momento.
- Mah, non sono molto ferrata in materia di accoppiamento canino – rispose Heike pensierosa.
Greta era impaziente, doveva ancora imparare per bene a trattare con gli estranei quel genere di argomenti, che includeva anche il dover dire a quella ragazza che quel cane era di Bill e Tom Kaulitz.
- Senti – iniziò Greta mettendosi una mano sulla fronte e trascinando quella parola in bocca un po' troppo a lungo - Avrei un problema, dovresti venire con me... -
- Perché? - Heike alzò un sopracciglio, perplessa.
- Il cane non è mio e i veri padroni vorrebbero conoscere... Diana – appena finì di dire la frase si rese conto che forse era una scusa idiota.
- Ok – rispose senza problemi.
- Ecco... tu, sai chi sono percasoitokiohotel...? - disse Greis provando il collaudato metodo  "parlo come Tom, così non mi capiscono".
- Chi non lo sa? - la rossa alzò le spalle, per poi girarsi con il volto pensieroso verso Greta - Ma cosa c'entra? -
- Diciamo che c'entra perché Hugo è il cane di Billetomkaulitz... -
- Ah, ok -
- Ah ok “li odio fanno schifo devono morire” o ah ok “non ci posso credere incontrerò Bill e Tom evviva evviva lo vado a scrivere ovunque su internet per vantarmi con le mie amiche yeeee”? - disse Greis senza fiato finendo il teatrino con le braccia alzate ed un espressione stupida sul viso.
- Ah ok “sono indifferente alla cosa”, so chi sono, ma non mi fanno ne caldo ne freddo -
Greta abbssò lo sguardo, dispiaciuta - Scusa se devo fare tutto questo preludio ma dobbiamo stare attenti – sbuffò la ragazza arrotolandosi il guinzaglio sulle mani.
- Quindi tu sei la ragazza di chi... dei due? - indagò la rossa scrutandola dall'alto verso il basso.
- Io? La ragazza? Di nessuno... - biascicò Greta imbarazzata.
- Prima hai detto che... -
- Prima deliravo – si giustificò continuando a stringere il guinzaglio intorno alla mano sempre più forte, tanto che cominciò a farle male.
- Guarda che non mi interessa... -
- Sì ho capito, ma non sono la ragazza di nessuno -
- Ok -
- Ok -
- E cosa sei? -
- Assistente tuttofare, tu? - nel dirlo storse la bocca, non le piaceva troppo definirsi in quel modo, ma se doveva mantenere una copertura qualcosa doveva pur dire.
- Io disegno fumetti – annuì la rossa spostando di nuovo lo sguardo verso i cani.
- Bello! - si animò Greis incrociando le braccia – Lo fai da molto? -
- Da quando ho smesso di studiare medicina -
- Studiavi medicina? - si impressionò la bionda.
- Sì, l'ho fatta per due anni, poi ho mandato tutto all'aria per mettermi a disegnare “pupazzetti” come li chiama mia madre -
- Mi piacciono le persone coraggiose, d'altronde nella vita è bello fare quello che si vuole davvero... -
- Anche se non mi porterà mai da nessuna parte e vivrò appesa ad un filo tutta la vita? Sì è vero... -
- Beh – sussurrò Greta – Non volevo metterla così -
- Tranquilla, è carino ciò che hai detto, ed è vero, meglio fare quello che ci piace e svegliarci la mattina contenti, piuttosto che aprire gli occhi ogni santo giorno e maledirlo -
- Sì hai ragione -
Le ragazze si ritrovarono qualche minuto ad osservare il nulla mentre un silenzio pesante riempiva i vuoti.
- Sei di Amburgo? - chiese Greis all'improvviso.
- Sì – annuì Heike.
- Anche io, cioè sono nata a Rostock poi ho vissuto in un paesino vicino Magdeburgo fino a quando non mi sono trasferita qui -
- Anche io sono nata a Rostock – si animò  la rossa ridendo – Che coincidenza! -
- Davvero? –  chiese Greis con lo stesso sorriso – Che strano... -
- Già, chi l'avrebbe mai detto che la quasi padrona del cane che sta stuprando il mio è nata nella mia stessa città -
- Beh mi pare che il tuo cane non sia molto riluttante eh? - disse Greta alzando un sopracciglio.
- Sì beh, per essere la sua prima volta sta andando alla grande -
Le ragazze rimasero un secondo in silenzio, per poi scoppiare a ridere all'unisono.
- Non avrei mai pensato di fare discorsi simili con una sconosciuta – sospirò Heike scompigliandosi la frangetta sulla fronte – E' assurdo -
- Perché io avrei mai pensato di assistere a questa scena? Una volta quel cane mi entrava in una mano -
- Come crescono in fretta -
- Già, troppo! -
- Io volevo che rimanesse un cucciolo per sempre, però...-
- Uh, guarda, suppongo abbiano terminato i loro porci comodi -
Greis si avvicinò ad Hugo non con qualche riserva, aveva quasi paura a toccarlo, infatti gli mise il guinzaglio toccando il collare con due dita.
- Dove dobbiamo dirigerci? - chiese Heike.
- Di là, verso l'uscita, poi a destra -
Mentre le due ragazze camminavano in silenzio, entrambe pensavano a quant'era stato strano quell'incontro. Heike che era tutta la mattina che si chiedeva perché non riusciva ad andare avanti con il suo fumetto, aspettava un'ispirazione divina dal cielo. Probabilmente le mancava un personaggio, o forse aveva semplicemente preso la scelta sbagliata. Greta invece si chiedeva quanto durasse la gravidanza di un cane, e sperava che Bill fosse ancora vivo, in attesa della sua scorta di zuccheri.
- Ecco ci siamo quasi... - mormorò Greis varcando il cancello posteriore dell'arena. Salutò un po' di tecnici sparsi per il cortile e lanciò un'occhiata ai tour bus, erano chiusi entrambi, segno che i ragazzi si erano spostasti all'interno.
- Questi due qui davanti sembrano piacersi – disse Heike indicando con la testa Hugo e Diana distogliendo Greta dai suoi pensieri..
- Già, sembra di stare dentro la Carica dei 101... - sussurrò la bionda spingendo la porta con una smorfia di disappunto.
____


Bill vedeva dei pallini blu davanti ai suoi occhi. Erano blu, ma poi ce n'erano anche di verdi e alcuni erano rossi. Non aveva preso nessun tipo di droga, e non aveva bevuto, eppure vedeva quei pallini, ed in più la testa gli pulsava da diverso tempo, a ritmo con il cuore. Non era molto bravo a fare le sue diagnosi, ma quasi sempre riusciva a capire quando c'era qualcosa che non andava in lui. Era sempre stato cagionevole, però riusciva a riprendersi sempre in tempo. Era come se il suo fisico lo avvisasse già da prima che c'era qualcosa che non andava, ed il fatto che vedesse quei pallini che si spostavano di fronte a lui, non era certo un ottimo segno. Tom gli passò davanti occhieggiandolo per bene, sapeva benissimo che c'era qualcosa che non andava, era preoccupato anche lui, ma senza una persona con una laurea in medicina, era difficile emettere delle diagnosi plausibili.
- Come ti senti? - chiese preoccupato.
- Mi sento come se stesse per succedermi qualcosa, ma non so cosa... - rispose il fratello alzando le spalle e guardando un punto fisso di fronte a lui – come se avessi corso per tre ore di fila e non avessi più le forze -
- Bill – il fratello si mise di fronte a lui con le braccia incrociate – tu non hai mai corso tre ore di fila, come fai a sapere come ci si sente? -
- Beh, ma faccio dei concerti, la cosa è abbastanza simile... - si giustificò lui.
Tom alzò le mani in segno di resa e si girò verso la porta del camerino sbuffando – Dove diavolo è Greis? -
- Starà arrivando, piuttosto, come facciamo con Hugo? -
- Prima di tutto non è detto che abbia fatto centro, anche se dubito... -
- Io voglio prendermi cura dei suoi cuccioli, sono anche nostri in fondo -
- Sì certo, anche io voglio prendermene cura, non ti preoccupare, ci penso io, piuttosto dobbiamo capire che tipo di persona è la padrona, se farle tenere il becco chiuso oppure no... -
- Sicuramente ci ha già pensato Greis a spiegare la situazione – disse Bill posandosi la mano sulla fronte e cominciando a sentire uno strano ronzio nelle orecchie. Non disse niente, ma Tom sapeva che stava succedendo qualcosa.
- Spero non abbia combinato ulteriori danni... -
- Dai Tom, come poteva immaginare che sarebbe successa una cosa simile?! -
- Lo sai che mi ha chiamato 'pasticcino'? Stavo per vomitare al telefono -
Bill rise piano poggiando la testa al muro – Scommetto che sotto sotto ti ha fatto piacere... -
Tom ci pensò su un pochino, poi mise la testa di lato e alzò le spalle - Molto sotto -
Sorrise girandosi verso la porta e aprendola, dall'altro lato del corridoio vide Greta arrivare trafelata con una busta in mano e Hugo che la tirava energeticamente, tanto che alla fine la ragazza decise di lasciare il guinzaglio e lasciarlo correre da Tom.
Lui si abbassò e lo accolse mentre il cane cominciò a leccargli la faccia.
- Bravo campione, sei il mio orgoglio -
- Tom per l'amor di dio, dai un sedativo a questo animale, ogni volta sembra voglia strapparmi un braccio – sospirò Greis mentre si avvicinava seguita da una ragazza con i capelli rossi, ed un altro cane al guinzaglio. Tom la fissò qualche istante, non aveva le sembianze di una fan dei Tokio Hotel, era una normalissima ragazza, ed anche molto carina. Accarezzò ancora più energicamente il suo cane, alzandosi dal pavimento.
- Lei è Heike – disse Greta indicandogli la ragazza, mentre lui si passava una mano sui jeans e gliela porgeva.
- Tom, piacere – si presentò cordiale, mentre lei sorrideva, per niente imbarazzata, e gli tendeva la sua.
- Heike, e lei è Diana – disse la rossa indicando il cane, che giocava festosamente con Hugo.
- Questi due sono già diventati amici, vedo -
- Più che amici – si intromise Greta – Non hai idea di cosa ha fatto il tuo cane a questa povera stella -
Tom scoppiò a ridere poggiandosi al muro.
- BILL! - gridò Tom verso la porta aperta del camerino – VIENI QUI! -
Bill si era già alzato dalla sedia quando aveva sentito la voce di Greta, ma la testa girava veramente in modo esponenziale e gli veniva da vomitare. Si avvicinò alla porta confuso, fino a quando non arrivò allo stipite e vide il gemello ridere, Greta di spalle, ed una ragazza dai capelli rossi che lo guardava sorridendo. In quel momento sentì le forze venire sempre meno.
- Tom non mi sento bene – riuscì a mormorare, prima che tutto diventasse nero e cominciasse la sua discesa verso il pavimento.
Greta si girò di scatto guardando l'esile figura di Bill cadere a terra inanimata, si avvicinò velocemente seguita subito da Tom, che anche se si era avvicinato al fratello, non aveva la minima idea di quello che doveva fare. Bill non gli era mai svenuto davanti, grazie al cielo, ma in quei casi non sapeva cosa si doveva fare. Immobile come una statua di sale, fissava il gemello svenuto a terra mentre Greta gli prendeva la testa e gridava qualcosa che non riusciva a capire. Il cuore di Tom batteva fortissimo, e nonostante fosse consapevole del fatto che Bill avrebbe riaperto gli occhi, stava sudando freddo, e stava avendo seriamente paura.
- Prendigli le gambe – sentì dire da una voce a fianco a lui.
Si girò piano verso due occhi grandi e verdi, e vide Heike dirglielo di nuovo, con più sicurezza – Prendigli le gambe, tienile su -
Tom boccheggiò un paio di volte, poi fece come gli veniva detto, mentre assisteva alla scena senza sapere che dire.
- Greta apri le finestre, ci sono delle finestre qui? -
- Non lo so, controllo – rispose la ragazza sul punto di scoppiare a piangere.
Heike si mise in ginocchio sul pavimento e mise le dita sul collo di Bill, accertandosi che respirasse ancora. Con la calma più assoluta posò un orecchio sulle sue labbra mentre una mano all'altezza del diaframma le faceva capire che Bill respirava regolarmente.
- Vi aveva detto che stava male? - chiese la rossa verso Tom che fissava il fratello con gli occhi sgranati.
- Sì – disse Greis piangendo – ha detto che si sentiva debole, pensava fosse un calo di zuccheri -
- Sì è stato quello probabilmente– rispose Heike prendendo il viso di Bill e avvicinandosi di nuovo.
- Da quand'è che non mangia? -
Greta si guardò confusa intorno non sapendo cosa dire – Mangia sempre, stamattina forse non ha fatto colazione -
- Sì probabilmente è un calo di pressione -
Proprio in quell'istante il ragazzo aprì gli occhi trovandosi quelli di Heike a pochissimi centimetri dal viso – Ehi, tutto a posto? - sussurrò la ragazza sorridendo rassicurante, mentre lui tentava di alzarsi.
- Stai un po' giù, tra poco starai meglio -
- Ma perché non arriva nessuno qui? - chiese Greis allarmata passando dietro Tom, che continuava a fissare il fratello incapace di parlare.
- Chi sei? - chiese Bill flebilmente mentre Heike gli contava i battiti guardando l'orologio.
- Sono Heike -
- Ah – rispose Bill poco convinto – Grazie allora... Heike -
- Prego Bill – disse lei per poi girarsi verso Tom – Puoi lasciargli le gambe, tra poco starà benissimo -
Tom lasciò piano le gambe del gemello e si mise in ginocchio vicino a lui fissandolo preoccupato.
- Ma che sei scemo? Mi è venuto un infarto! - mormorò preoccupato.
- Scusa se non ti ho avvisato prima di svenire – rispose Bill ironico.
– Porca troia ho perso dieci anni di vita -
- Bill – lo chiamò Greta tra le lacrime andandogli vicino – Oddio cucciolo come stai? Mi sono spaventata a morte! -
- Sto bene – disse lui sorpreso – Anzi, sicuramente meglio di prima -
- Alzati piano – gli disse Tom mentre tutti e tre lo aiutavano ad alzarsi – Siediti sul divano -
Proprio in quel momento si sentirono delle persone che correvano in corridoio, e comparvero trafelate sulla porta del camerino.
- Oddio Bill, che è successo? - chiese Natalie avvicinandosi al ragazzo, mentre Michelle, Georg e Gustav facevano lo stesso, ed anche David e metà sicurezza si accalcavano intorno a lui per vedere come stava.
- Il dottore sta arrivando, lasciatelo respirare! – disse David allarmato mentre si accertava che il suo cantante fosse ancora in grado di muoversi.
- Certo è che se non ci fosse stata Heike con questi due incapaci qui, potevo rimanere per terra, e se aspettavo voi... - rispose Bill altezzoso mentre Greta gli passava dell'acqua.
- Chi è Heike? - chiese Gustav sorpreso mentre tutti gli occhi dei presenti si spostarono sull'unica persona che non avevano mai visto. Heike sorrideva imbarazzata lasciando il polso di Bill e girandosi verso Greta.
- Storia lunghissima – si intromise Greis prendendola per una spalla e trascinandola via dalla folla che si era creata.
- Grazie mille – le sussurrò portandola in corridoio e facendola entrare nella stanza davanti, mentre Diana e Hugo le seguivano – se non ci fossi stata tu... però, sai... -
- Greta stai tranquilla, non dirò niente... non mi interessa nessun tipo di pubblicità, sono una persona normalissima -
- Io vorrei crederti sulla parola, ma non posso – rispose la ragazza con lo sguardo dispiaciuto – davvero... non posso -
- E cosa vorresti fare? Uccidermi? -
Greta rise nervosamente – Beh ecco, no, non siamo ancora arrivati a quel punto, però, dovresti firmare questo foglio -
La bionda tirò fuori dalla borsa un foglio bianco coperto di righe nere e lo posò di fronte ad Heike – Qualsiasi cosa sia successa oggi non è mai successa, e se racconterai qualcosa a qualcuno... ecco sarebbe meglio per te che tu non lo facessi -
- Oh mio dio, ma stai scherzando? - rispose la rossa ridendo imbarazzata.
- Mi dispiace Heike, sembri una ragazza per bene, davvero, ma non possiamo fidarci di nessuno... -
- No a me dispiace per voi, se dovete vivere nella paura – rispose lei prendendo la penna che gli veniva porta firmando in fondo al foglio.
- Già purtroppo è così... -
- Quindi tu sei la ragazza di Bill? - chiese la rossa curiosa mentre terminava la sua firma.
Greta sgranò gli occhi colpita alla sprovvista – No, no, non sono la ragazza di Bill -
- Da quel “cucciolo” sembrava... dai ormai puoi dirmelo, se dico qualcosa chissà cosa mi succederà e ti giuro che ci tengo alla mia vita -
Greta scoppiò di nuovo a ridere nervosa, piegando il foglio in quattro e mettendolo al sicuro nella borsa. Sospirò forte, poi sussurrò.
- No, è Tom -
- Davvero? Quel broccolone?! -
- Di solito è più reattivo, oggi l'hai visto in un momento un po' delicato – lo difese la ragazza.
- Scherzavo... - rispose Heike mordendosi le labbra – tuttavia, se adesso non è un buon momento, puoi lasciarmi il tuo numero, ti contatterò io nel momento in cui scoprirò che Diana è incinta -
- Perfetto – disse la bionda prendendo il cellulare e porgendolo alla rossa che prendeva a pigiare il suo numero sui tasti.
- Ok, detto ciò, penso che tornerò a casa -
- Ti accompagno all'uscita– le disse Greta facendole strada nel corridoio.
- Posso chiederti una cosa? - le domandò dopo un po' Heike, Greis annuì.
- Sei felice di tutto questo? Insomma, i sotterfugi, le cose di nascosto... -
- Io sono felice perché ho la possibilità di vivere con loro questi momenti, anche se dal di fuori può sembrare tutto assurdo, è questo che devo fare, per il loro bene, ed anche per il mio... -
Heike annuì sorridendo, mentre Greis apriva il maniglione anti panico di fronte a lei.
– Capisco – disse la rossa – Ciao Greta, ci sentiamo -

____

Quel momento era sicuramente il migliore di tutta la giornata. Non era programmato un orario, dato che potevano andare a dormire in qualsiasi momento, ed era per quello che era ancora più bello, perché veniva spontaneo, ma quando si mettevano nel letto, diverso quasi ogni sera, e parlavano della giornata trascorsa, era un momento speciale. Nessuno dei due ne avrebbe fatto a meno, perché era come se tutto si fermasse e ci fossero solo loro due.
Voto per stasera? - chiese Tom buttandosi sui cuscini.
- Stasera direi, voto dieci, perché stavi quasi per cadere... e quando c'è questo rischio mi piace ancora di più - Greis si sedette sul materasso mentre con le mani si raccoglieva i capelli biondi in una coda scomposta.
- Non stavo per cadere, ho perso l'equilibrio... - si giustificò Tom
- Stavi per cadere – disse di nuovo la ragazza più convinta.
- Ok stavo per cadere – rispose rassegnato.
- Cosa c'è di male nell'ammettere che stavi per cadere? -
- Ma lo saprò se stavo per cadere o no? C'ero io sul palco... -
- Ma io ti ho ripreso con il cellulare – sghignazzò Greta prendendogli un braccio e mettendoselo intorno al collo.
- Nana malefica -
- Puffo idiota -
Greta alzò lo sguardo verso di lui e rise mentre lui pensava già alla prossima cosa che le voleva dire.
- Come ti sembra allora questa cosa del tour? -
- Carina... -
- Carina? -
- Split tu sei sempre super impegnato, praticamente ci parliamo cinque minuti al giorno, ovvero prima di dormire, il che per me va benissimo, però... -
- Greis per me è importante la tua presenza, il fatto che non abbia tempo per te non significa che non apprezzi ciò che stai facendo -
- Tom, non ti suona leggermente egoistico questo discorso? -
Il ragazzo scosse la testa energicamente – No, perché? -
- Giusto un pochino? -
- No – disse ancora più convinto.
- Alla fine potevamo stampare un mio cartonato di dimensioni reali, e potevi portarti quello dietro, come presenza andava bene uguale... -
- Sì ma al cartonato non potevo fare questo... - rispose Tom dandole un bacio sulla testa.
- Certo che potevi, cosa ti impedisce di baciare un cartonato? -
- Il fatto che mi sentirei un coglione a farlo? - domandò come se fosse ovvio.
Greta si alzò dal suo abbraccio per guardarlo negli occhi – Ma tu hai idea di quante tue fans danno il bacio della buonanotte al tuo poster prima di andare a dormire? -
- Ora inizia... - sbuffò il ragazzo girando gli occhi.
- No, Tom, devi rendertene conto, come fai ad essere così insensibile? - si impuntò la bionda.
- Ma io me ne rendo conto ma non potrei mai fare una cosa simile con il tuo cartonato... -
- Lascia perdere il mio cartonato, pensa a cosa significa desiderare qualcuno che non puoi avere -
Tom abbassò piano lo sguardo sorridendo leggermente e Greis si posò una mano sulla fronte.
- Lo so cosa vuol dire, lo so benissimo, e so che fa schifo... -
- Ok, paragone di merda, però pensaci – rispose lei tornando a stendersi sul suo petto – E' una cosa seria -
- Sai quanti pensieri ho io in testa? - chiese Tom contrariato - Non si possono neanche contare! Pensare anche ai miei poster, ai cartonati e quant'altro non aiuta. -
- Va bene, pensiamo a Hugo che ha fatto danno nel parco allora -
- Non sei super eccitata all'idea che avremo dei cuccioli? - chiese il ragazzo contento cambiando espressione.
- Non li avrai tu, li avranno Diana e Hugo casomai – puntualizzò Greta.
- Ma noi diventeremo nonni, capisci? -
Il fatto che Tom e Bill considerassero i loro cani un po' come dei figli era positivo, ma assolutamente strano. Greta ormai non ci faceva più caso, ed assecondava ciò che diceva Tom in modo sempre più professionale - Come li chiamiamo? -
- Non lo so, devo prima vederli in faccia, il nome mi deve essere ispirato -
- Ed Hugo da cosa è stato ispirato? -
- Veramente io lo volevo chiamare Socken, perché mi aveva mangiato tutti i calzini, poi Bill mi ha dissuaso dal farlo-
- Come fai a chiamare un cane calzino? -
- Infatti poi ho pensato che l'avrebbero preso tutti in giro, e quindi ho lasciato perdere... -
- Tom... - sussurrò Greis con tono di rimprovero.
- Lo so -
- Ecco... -
- Comunque Hugo suona bene, anche se dovremmo chiamarne un altro Hansel, così fa coppia con Gretel -
- Mi pare giusto -
- E comunque, quell'Heike, mi è sembrata carina... -
- Si è carina, mi è dispiaciuto un po' che abbia dovuto mandarla via... -
- Non possiamo rischiare, lo sai, già è successo troppo in sua presenza -
- Lo so, meno male che c'era lei. Oggi mi sono spaventata a morte... -
- Tu? Io stavo per svenire dietro a quel coglione di mio fratello! -
- Se non fossi stata impegnata a preoccuparmi per Bill, a piangere, ed a cercare aiuto, avrei voluto farti una foto – rise Greta per stemperare la tensione sull'argomento.
Tom non rispose, si limitò a scuotere la testa con un sorriso triste sul viso, Greis gli si avvicinò girandogli la faccia verso di lei.
- A cosa pensi? -
- A Bill... è triste, cioè lui è sempre un po' malinconico, ma ogni giorno che passa è sempre più triste... ci vorrebbe una persona di cui fidarsi, anche per lui -
- Non è solo la fiducia Split, è trovare qualcuno che capisca la situazione, e che non lo faccia per trarne vantaggio -
- Sì lo so, infatti, credo di essere molto fortunato... al momento -
- Al momento? -
- Sì al momento, poi chissà che succederà domani -
- Cosa dovrebbe succedere? - chiese Greis allarmata..
- Non lo so Greis, non ci voglio pensare, devo vivere tutto al momento altrimenti impazzisco -
- Tom ma tu hai capito che io ti amo? - la ragazza lo guardò fisso negli occhi, serissima e con lo sguardo quasi furioso. Voleva che lui capisse che lei era davvero lì perché lo voleva, e non perché doveva soddisfare un suo capriccio. Era lì perché sapeva che doveva esserci per lui e Bill, perché loro dovevano essere consapevoli del fatto che su qualsiasi cosa avrebbero potuto contare su di lei. Sempre e per sempre.
- Anche io ti amo - rispose lui alzando il sopracciglio e guardandola perplesso.
- Sì ma io proprio dalla bocca dello stomaco, dal profondo del cuore, lo sento scorrere nelle vene, è una sensazione che non si può spiegare, ma a volte fa così male guardarti negli occhi che non posso farne a meno. E il dolore più dolce e straziante che conosca, e mi piace, mi piace sentirlo -
Il ragazzo corrugò la fronte e si alzò leggermente dai cuscini a cui si era abbandonato per poter guardare Greta in viso, appoggiata al suo petto.
- Ti sei bevuta le bottigliette del mini bar di nascosto? -
- Rovini sempre tutto – sbuffò Greis dandogli un colpo sulla pancia con la mano.
Tom scoppiò a ridere, adorava punzecchiarla - E non è anche per questo che mi ami con lo stomaco? -
- Già, è anche per questo... cretino -
- Comunque, lo sai che non sono bravo con tutte queste cose dolci, però quando mi hai chiamato pasticcino alla crema, quasi quasi mi stava piacendo... -
- Davvero? -
- Già... -
- Non potrei mai chiamarti pasticcino, è troppo stucchevole -
- Però mi ami con lo stomaco e le vene, capito... - annuì Tom serio.
- Sei proprio un cretino -
- E con il pancreas e le sopracciglia no? - chiese curioso.
Greta scoppiò a ridere – Cretino e deficiente -
- E con le tette? -
- TOM! -
- Va bene, la smetto, però se mi amassi con le tette non mi offenderei -
- Ti amo anche con le tette – disse Greta rassegnata.
- Questa cosa mi piace già di più -
- E tu mi ami con le tette? -
- Io non ce le ho! -
- Un pochino... -
- Ma sono muscoli! - disse stizzito toccandosi i pettorali.
- Sto scherzando, permaloso... -
Tom la strinse ancora di più al suo petto – Anche se sarà un discorso egoistico, io ti voglio solo per me -
- Quindi fammi capire... solo io devo condividerti con mezzo mondo? -
- Esatto – rispose pensieroso – Però io non dormo con mezzo mondo, dormo con te -
- Ok Split, questa te la faccio passare solo perché ho sonno -
– Notte Greis –  le disse dandole un altro bacio sulla testa.
- Notte pasticcino – rispose lei stringendolo più forte.

____

Oggi è successa una cosa strana. No, Tom e Greis hanno litigato lo stesso e Nat ha sbagliato di nuovo ombretto, dice che mi sta meglio quello che dice lei, ma a me non piace. Comunque, verso ora di pranzo mi sentivo strano, debole, leggermente esausto. Credo sia stato lo stress, insieme a tutte quelle che altre cose che ho per la testa. Ritorna di nuovo, e non ce la faccio più, la cosa che mi dispiace è che Tom deve subirsi tutte le mie paranoie, senza neanche che gliele racconti. Ogni tanto questa storia mi irrita terribilmente. Mi sento pesante, pesante e triste, e la cosa peggiore è che mi sto rassegnando. Io continuo a sperarci, con tutto me stesso, ma poi mi rendo conto che sono tutte illusioni. Odio la mia vita, e mi sono rotto il cazzo di fare l'anima tormentata.
Oggi sono svenuto e quando ho riaperto gli occhi c'era una ragazza con gli occhi verdi che mi fissava a pochi centimetri di distanza dal viso; mi ha guardato. Non era come quando mi fissano quando passo, lei mi ha guardato negli occhi... era da tanto che qualcuno non mi vedeva davvero negli occhi. Poi mi ha dato la scossa, appena mi ha preso il polso per contare i battiti. Che vorrà dire? Mi sono rotto il cazzo anche di decodificare qualsiasi tipo di segnale mi stia arrivando da non so dove. Mandatemi la mia metà e facciamola finita. Grazie.

Bill


P.S. Sempre tu, forza superiore fa che Greis riesca a sopportarmi ancora per tanto tantissimo tempo. E' il mio salvagente, la mia salvezza, l'unica che mi capisce senza che parli. Praticamente Greis è un Tom con le tette.

____

Questa volta non vi ho fatte aspettare molto, vero?  Forse sarà il fatto che dopo il concerto di Torino mi è venuta ancora più ispirazione, vedendo Tom che mi veniva a fare le facce davanti. O forse è la magia del plettro di Georg... non saprei.
Comunque, comincio subito con la traduzione della frase in tedesco all'inizio del capitolo - Non sento le tue parole, corrono nel vento. Tu mi guardi, ma il tuo sguardo rimane cieco. - tratta da un'altra canzone dei JR, Irgendwo Anders. Dopodiché ci tengo a dire che i nomi dei cani in questo capitolo sono frutto della mente malata mia e della mia amica Hanna, che non sapendo come riferirci a quelle due povere creature, ci siamo inventate dei nomi ridicoli  che ho voluto riutilizzare qui. Hugo è il nostro preferito, anche se Gretel poverina, è un po' lasciata ai margini, e noi stiamo con le minoranze, per cui sosteniamo anche lei.
Come vi avevo già anticipato d'ora in poi l'animo principesco/maledetto del caro e dolce piccolo cucciolo di foca Bill, sarà tormentato dalla costante ricerca dell'amore; vi ho introdotto anche Heike (lo so, l'ho usato duemila volte questo nome, ma lo adoro troppo) e nonostante io voglia che voi vi immaginiate ogni personaggio come meglio preferite, ho una foto in rappresentanza dello stereotipo di rossa che mi piace.  Eccola qui, non si vede benissimo, così potete continuare ad immaginarla come meglio credete.
Per concludere, oltre a ringraziare ognuna di voi per le bellissime parole in ogni vostra recensione, volevo segnalarvi il mio formspring per farmi tutte le domande che volete, anche in forma anonima se più preferite.
Infine, spero che anche questo capitolo si meriti due piccole parole da parte vostra, giusto per sapere se fa schifo o meno.

Un bacio alla LLS (landa di lettrici silenziose!)
Lale
  
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