Crossover
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Autore: Fiamma Drakon    30/03/2010    2 recensioni
[Anime/Manga principali: Pandora Hearts, Full Metal Alchemist] [Altri anime/manga: Vampire Knight, Death Note, Vocaloid, Hellsing]
Lo Strahl★Night era uno dei più rinomati istituti di formazione vampira di tutta la nazione.
La sua fama si fondava su una secolare tradizione che vantava una ferrea istruzione, insegnanti intransigenti e inflessibili, discipline che comprendevano materie tecniche, scientifiche e liceali piuttosto difficili, che richiedevano un livello d’istruzione precedente non da poco e, ovviamente, corsi completi sulla gestione di poteri, capacità e istinto dei vampiri.
Insomma, lo Strahl★Night era l’obiettivo finale di ogni giovane vampiro con mirabili pretese lavorative per il futuro.
L’unica pecca di quell’istituto altrimenti perfetto, era la difficoltà degli esami d’ammissione: su migliaia di esaminandi, solo una ventina o meno riuscivano ad essere ammessi.
E tra i fortunati, il gentil sesso non era mai stato presente, tanto che lo Strahl★Night era da tutti considerato allo stesso livello di un istituto puramente maschile, esattamente come i suoi studenti.

Ma, quando tre vampire riescono a guadagnarsi l'ammissione, iniziano anche ad aver luogo strane apparizioni... e morti.
[Altri generi: Drammatico, Mistero]
Genere: Horror, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Anime/Manga
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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5_Prima mattina Una voce maschile piena di stupore attirò l’attenzione non solo del biondo, ma di tutto il tavolo, su un vampiro immobile lì vicino, gli occhi sgranati a fissare il più giovane dei Nightray.
Ribelli e folti capelli neri che gli arrivavano appena fino alla nuca, occhi blu oltremare al di là di un paio di lenti da vista squadrate, bassino e gracile di corporatura, dava esattamente l’impressione di un bravo ragazzo, uno che si dedicava anima e corpo allo studio.
Vincent alzò perplesso gli occhi su di lui.
- Matthew! - esclamò, il tono pieno d’innocenza e perplessità.
- Dovevamo cenare assieme stasera! - protestò il nuovo venuto.
- Davvero? Non mi sembrava... - affermò il biondo, assorto.
Il vampiro parve atterrito da quell’esclamazione, quindi spostò il suo sguardo su Amethyst.
- Te ne approfitti subito perché sei nuova, vero?! Ma ti avverto, non la passerai liscia! Osa solo sfiorarlo e te la farò vedere io! -.
Mentre Matthew parlava era visibile un certo shock, sottolineato soprattutto dal fatto che stava tremando e che i muscoli delle spalle e del collo erano contratti, rigidi.
Lanciò un ultimo sguardo a Vincent, che ostentava una perplessità così innocente da essere addirittura oscena, quindi, con un ulteriore sguardo di sfida e odio ad Amethyst, si girò e se ne andò a grandi passi, gli occhi di tutto il tavolo meno quelli della suddetta puntati addosso.
Non appena si fu allontanato, Fiamma si volse di nuovo verso Gilbert: - Scusa, ma chi era quello? -.
- Ah, era Matthew Thenard, uno della Seconda, oltre che una delle tante vittime dei giochini sessuali di mio fratello - spiegò sinteticamente il moro, lanciando un’occhiata di traverso al fratello minore, che a quanto pareva era troppo occupato con Amethyst per prestargli la benché minima attenzione.
- Effettivamente l’ho visto molto... - Fiamma si interruppe un attimo, cercando il termine adatto.
- ... rancoroso? - le venne gentilmente in aiuto Emily, che aveva prestato silenziosamente attenzione allo scambio di battute degli altri due, assieme a Edward, Alphonse e Oz.
- Sì, esatto - concordò la rossa.
Gilbert increspò le labbra in un leggero sorriso.
- Matthew sembra provare qualche cosa di davvero profondo per Vince, cosa che lui non ricambia, come non ha mai fatto con nessun altro. Per lui esiste solo il sesso. Il fatto che abbia iniziato ad interessarsi ad Amethyst deve averlo fatto sentire tradito... e Matthew non è esattamente il tipo di persona che perdona facilmente... - spiegò il moro.
Fiamma sorrise a sua volta.
- Com’è che sai tante cose su di lui...? - chiese, una punta di malizia nella voce, inarcando un sopracciglio con fare assai eloquente.
Lui non si scompose minimamente: si limitò a stringersi nelle spalle con fare innocente, quasi rassegnato.
- Se avessi passato tutte le giornate che ho passato io sentendoli battibeccare e fare sesso nella mia stessa camera sapresti più cose di quante vorresti su di lui... - replicò semplicemente.
Emily emise un sommesso mormorio di disgusto.
- Non c’è un briciolo di decenza qui dentro? - domandò Fiamma, disgustata.
Gilbert scosse la testa: - Le camere sono a coppie e non tutti hanno lo stesso livello di pudore nel fare certe cose... -.
Detto ciò, prese a sorseggiare tranquillamente dalla bottiglietta, rimasta fino ad allora intoccata.
- Già... - sottolineò Edward e Oz al suo fianco aggiunse: - C’è chi pomicia pure in mensa o nei corridoi, prima delle lezioni o anche nei bagni. Certe persone non capiscono proprio il significato della parola “pudore” -.
- Per alcuni non esiste nemmeno quel vocabolo - sentenziò Alphonse.
- Che maleducati...! - esclamò debolmente Emily.
- Non tutti hanno ricevuto un’educazione sufficientemente adeguata... - riprese Gilbert, quindi si alzò, la bottiglietta vuota in mano.
- Dove vai? - gli chiese Fiamma.
Il moro le rivolse un’occhiata allegra.
- È quasi l’alba, quindi è meglio avviarsi in dormitorio... - spiegò.
- Come fai a saperlo? - chiese la rossa.
Gilbert accennò un po’ di imbarazzo.
- Iniziano a farmi male i muscoli del collo quando si avvicina l’alba... è una strana sensazione, ma ci ha sempre azzeccato... -.
Si volse a quel punto verso suo fratello.
- Ehi, Vince, dobbiamo andare - esclamò, dando un colpetto sulla spalla del minore, che alzò lo sguardo verso di lui quasi dispiaciuto.
- Sì, vengo... - replicò - A presto, Amethyst... - aggiunse in ultimo rivolto alla vampira, alzandosi nel frattempo.
- Speriamo di no... - mormorò lei a mezza voce, distogliendo gli occhi, puntandoli sulla sua bottiglietta, ancora mezza piena.
 Fiamma si alzò e andò a fianco di Gilbert, la bottiglietta vuota e accartocciata stretta in mano.
- Veniamo anche noi, così magari puoi aiutarci a trovare il dormitorio femminile... - esclamò la vampira.
Emily si alzò a sua volta, imitata da Amethyst e Vincent.
Edward, Alphonse e Oz si scambiarono un rapido sguardo.
- Meglio se andiamo anche noi: io e te, Oz, abbiamo del lavoro da fare! - esclamò Edward, cone se stesse per affrontare una delle prove più difficili della sua esistenza, ed effettivamente in parte era così.
Oz assunse un’espressione abbattuta.
- Già, è vero... - esclamò.
- Vi accompagniamo - disse Alphonse, rivolto alle ragazze.
- Però non credo che ci siano dormitori femminili... - affermò Oz, assorto, rivolgendosi ad Emily.
- Come? E noi dove dormiremo? Non possiamo stare nel dormitorio maschile...! - mormorò la bionda, già disperata, mentre le lacrime minacciavano di fuoriuscire ancora.
- A-aspetta, non piangere! Se vi hanno preso vorrà dire che avete un posto dove stare! - si affrettò a rassicurarla il giovane Bezarius.
- Sì, certo. C’è un dormitorio femminile a poca distanza da quello maschile, solo che dagli studenti è creduto un edificio abbandonato e pericolante, di conseguenza non ci si è mai avvicinato nessuno... - spiegò Vincent, rivolto più ad Amethyst che agli altri.
Gilbert gli rivolse uno sguardo stranito, poi scosse il capo: - Non voglio sapere come fai a saperlo. Ci sai arrivare? -.
- Certo -
- Okay, allora conduci... -.
Con un gesto spiccio, Gilbert lo invitò a precederli.
- Vieni, Amethyst... - mormorò il biondo, cingendole gentilmente un polso.
Lei gli rivolse un’occhiataccia, quindi si sottrasse alla sua presa con un gesto stizzoso.
Vincent le sorrise, quindi si avviò.
A breve distanza dietro di lui camminava lei, muta e impassibile; al loro seguito gli altri.
Oz, ultimo del gruppetto insieme a Edward, osservava di soppiatto Emily, che gli camminava dinanzi, chiacchierando con Alphonse.
Al vederla sorridere arrossiva, al vederla arrossire e abbassare gli occhi per l’imbarazzo si sentiva scuotere nel profondo.
Era una strana sensazione, bella sì, ma ugualmente strana.
A Edward, tuttavia, non sfuggivano i suoi sguardi estasiati e quel suo continuo passare da imbarazzo a disagio a gioia, il tutto repentinamente, nell’arco di pochi attimi.
Al più grande veniva quasi da ridere nel vederlo così interessato ad Emily.
Gli faceva quasi tenerezza.
Il gruppetto uscì nel cortile, incamminandosi sulla via che portava al dormitorio maschile.
All’orizzonte il cielo iniziava ad essere rischiarato dai primi chiarori dell’alba.
Gilbert e Fiamma si parlavano a mezza voce e con fare intimo, come se si conoscessero da anni.
Le occhiate che si scambiavano erano molto significative: spesso e volentieri esprimevano in modo molto più incisivo e immediato ciò che provavano.
In breve arrivarono al dormitorio maschile e dinanzi ad esso si fermarono.
- Il dormitorio femminile è a dritto, il primo edificio che trovate, anche perché è l’unico - esclamò Vincent, sorridendo ad Amethyst, la quale gli restituì lo sguardo, ma glacialmente.
- Okay, grazie - rispose Fiamma in tono spiccio, quindi si rivolse di nuovo a Gilbert: - Allora... ci si vede domani - esclamò, increspando le labbra in un sorriso che lasciava intravedere i canini acuminati.
- Certo - replicò il moro, mostrando a sua volta i canini.
- A domani - salutò Emily.
Amethyst si era giò silenziosamente incamminata e attendeva le cugine ad una decina di metri di distanza.
Fiamma ed Emily si congedarono dai ragazzi e la raggiunsero.
I cinque, rimasti soli, si avviarono verso il dormitorio; appena giunti nella sala comune, salirono le scale, quindi si divisero ed ognuno si diresse verso la propria camera.
Edward e Oz, non appena arrivati, iniziarono a prepararsi: mentre il primo sistemava l’occorrente per lo studio, l’altro si metteva il pigiama.
Quando anche Edward fu a posto, raggiunse l’altro biondo alla scrivania e iniziò a spiegare.

Intanto, le tre vampire erano arrivate al loro dormitorio, un edificio che, a vederlo, dava esattamente l’impressione di una costruzione dalla quale girare a largo.
Vincendo il timore iniziale, cosa di cui Amethyst non dovette preoccuparsi, erano entrate, trovando un arredamento interno praticamente perfetto e gradevolissimo alla vista, in netto contrasto con l’aspetto esteriore dell’edificio e che le aveva non poco confortate.
Salite al secondo piano, avevano trovato le loro cose addossate contro una porta, che con ogni probabilità era quella della loro camera.
- Avrebbero anche potuto prendersi la briga di portarle dentro, le valigie! - esclamò Fiamma, indignata, afferrando i propri bagagli e aprendo la porta con una spallata.
- Sì, ma altrimenti come avremmo potuto riconoscere la stanza? - domandò timidamente Emily, issandosi in spalla la custodia del suo carissimo violino.
- Avrebbero potuto comunicarcelo a inizio serata, oppure un biglietto... oppure avrebbero potuto incaricare un insegnante di... no, Amethyst, il letto sotto le mensole lo prendo io! -.
Amethyst appoggiò allora le sue cose vicino al letto posto sulla parete della porta, mentre Emily andava ad occupare quello diametralmente opposto a quello di Fiamma.
- I vestiti di ricambio penso che andranno tenuti nelle valigie: l’armadio mi sembra un po’ troppo piccolo per tenerci dentro tutto - osservò la rossa, tirando fuori da una borsa a parte una cinquantina se non più di volumi dai colori e le dimensioni più diverse, che andò a sistemare con cura quasi maniacale sugli scaffali.
Le altre due, invece, stavano sistemando nel comò i libri di testo, che vi entravano perfettamente, dato che ognuno dei due cassetti era piuttosto grosso e profondo.
- Sempre te la prerogativa degli scaffali... - mormorò Emily, ridacchiando, rivolgendo uno sguardo divertito alla cugina.
- Ho bisogno dei miei spazi... secondo voi c’è una biblioteca qui dentro? - replicò Fiamma, sistemando gli ultimi libri.
- Penso che Gilbert ti accompagnerebbe volentieri... -.
- Emily! - esclamò la rossa, indispettita.
La biondina entrò in bagno con il pigiama, ridacchiando, chiudendo la porta.
- Scusami, ma la tentazione era troppa! - si giustificò dall’interno del bagno.
Fiamma abbandonò i suoi intenti vendicativi e si accostì al letto, quindi iniziò a spogliarsi.
Ripose l’uniforme nell’armadio e s’infilò un pigiama bianco con fiocchi di neve neri.
Amethyst, innocentemente seduta sul suo letto a gambe incrociate, indossava una camicia da notte nera sulla quale era disegnato un teschio con le orbite orlate di sangue, nelle quali scintillavano due pailette; sotto ad esso era riportata la scritta: “I LOVE DEATH”.
Macabra senz’altro, ma coerente con il suo modo di essere, senza alcun dubbio.
Emily uscì dal bagno con un pigiama azzurro cielo di una taglia più grande e i capelli legati in un piccolo codino alla base della testa.
Andò a sedersi sul suo letto e Fiamma spostò gli occhi su di lei.
- Emily, quello scriccioletto biondo non ti attira affatto? - esclamò all’improvviso, sorridendo.
L’altra arrossì.
- Di chi parli? -
- Oz Bezarius - spiegò Amethyst, atona.
La biondina si raccolse le gambe al petto.
- No... - replicò, incerta.
- Se lo dici te... comunque, sembra che tu a lui piaccia... - la informò la rossa e a quell’affermazione Emily avvampò.
- Come? -
- Be’, è solo un’impressione... invece il fratello di Gilbert sembra più convinto, eh Amethyst? -.
Fiamma si sistemò sul letto, in modo da poter osservare bene ambedue le cugine.
Amethyst le rivolse un’istantanea occhiata carica di quella che pareva ira, suscitando nella rossa una lieve risata.
- Dai, non te la sarai presa? -
- È solo uno scocciatore... -
- Già, uno scocciatore dannatamente ossessivo... - puntualizzò Fiamma, senza riuscire a smettere di ridere.
- Già - confermò Amethyst.
- Comunque, quel Matthew dite che faccia sul serio? Mi è sembrato... arrabbiato per l’infatuazione di Vincent per te, Amethyst, e non vorrei che ti facesse qualcosa di male... - esclamò Emily, il tono lievemente venato di timida preoccupazione.
- Ahahah! Ti preoccupi per lei? Io piuttosto mi preoccuperei per quel poveretto! - commentò Fiamma - Amethyst non è certo tipo da lasciarsi cogliere impreparata! Lo lincia vivo se solo prova a guardarla storto! Ahahah! - soggiunse.
La diretta interessata tacque, ma in cuor suo effettivamente progettava di togliersi dai piedi quella seccatura appena se ne fosse presentata l’occasione.
Se poi tutto quello che voleva era semplicemente “riappropriarsi” di Vincent, lei era più che d’accordo che se lo riprendesse: non era altro che una gran rottura quel ragazzo.
- Meglio dormire: a momenti sorgerà il sole... - intervenne Emily, andando a tirare le tende delle finestre.
- Sì, meglio... - convenne Amethyst, rintanandosi sotto le coperte.
Fiamma imitò le cugine, quindi si volse su un fianco, dando le spalle alle altre.
- Notte! - esclamò.
- Notte - replicò Emily.
- Buonanotte... - aggiunse Amethyst.
Dopodiché, soggiunse il silenzio.





Angolino autrice
Ecco finalmente il quinto capitolo! ^^
Ringrazio sentitamente Sachi Mitsuki per la recensione allo scorso capitolo, augurandomi che anche questo ti piaccia; inoltre, ringrazio coloro che hanno aggiunto la fic alle preferite/seguite/ricordate.
Al prossimo chappy! ^^
F.D.
   
 
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