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Autore: Agente Isa88    06/08/2005    8 recensioni
ispirata al capolavoro V for Vendetta!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amore platonico (2 di 2)

Amore platonico (2 di 2)

 

>>>>>>>>>>>>>>>> V for Venture <<<<<<<<<<<<<<<<<<

 

Shadow Gallery:

 

Evey finì le sue flessioni nella palestra e, ormai sfinita, sdraiandosi sul pavimento con l’ascigamano sulla fronte, notò per la prima volta che anche il soffitto di quella stanza era pieno di spledidi affreschi. Un ombra passò velocemente fuori dalla porta e Evey si voltò di scatto, era V.

 

Si affacciò lentamente fuori dalla porta e in fondo al corridoio notò che la porta lì situata si chiuse, decise di seguirlo e dare un occhiata al suo interno, anche se non le era concesso di girovagare per quell’immensa casa se non sotto osservazione dello stesso V.

 

Aprì furtivamente la porta ed entrando all’interno di quella stanza illuminata da grossi lampadari pendenti dal soffitto, realizzò che era deserta. Fu sopraffatta da un forte profumo, solo allora si accorse che la stanza era piena di rose. Era la stanza in cui V coltivava le sue bellissime Violet Carson. Si chinò per accarezzarle e annusarne il buonissimo odore –che rose stupende...- disse a bassa voce.

 

Una grossa porta di legno con grossi cardini di ferro in fondo alla stanza attirò l’attenzione di Evey. Capì che V era sicuramente passato per quella porta, tirò verso di se la pesante maniglia e la porta si aprì, un vento gelido la travolse, realizzò che da lì si poteva avere accesso all’esterno, un pensiero le attraversò la mente ma poi si bloccò.

 

Come non le era permesso girare la Shadow Gallery da sola non le era concesso di uscirne fuori. La voglia di seguirlo però fu più forte di lei, sentiva di doverlo aiutare anche se lui le aveva detto di non preoccuparsi.

 

Decise di fare a modo suo, uscire e seguirlo.

 

Attraversò un lungo corridoio e infine si trovò davanti a una porta d’acciaio, la aprì e si trovò in strada, in una delle tante vie di Londra, era notte, non aveva la minima idea di dove si trovasse ne di dove V potesse mai essere andato.

 

Si infilò in una viuzza deserta con poca luce sperando che V avesse preso quella direzione, ma dopo qualche minuto si accorse della stupidaggine che stava commettendo. Sospirò e si sedette su una cassetta di legno.

 

Alzò lo sguardo e decise di tornare indietro alla galleria. Fece qualche passo ma degli uomini le bloccarono la strada, saranno stati una decina, Evey indietreggiò.

 

-che cosa ci fai qui tutta sola?- chiese uno con un espressione strana.

 

-ti teniamo noi compagnia!- disse un altro. Evey si accorse di essere davvero nei guai.

 

-ragazzi, vi lascio qui, fate quello che volete con questa ragazza, io ho delle faccende da sbrigare, ci sentiamo dopo- disse un uomo dietro al gruppo, Evey ne riconobbe la voce, guardò meglio e realizzò che era Harper   –maledetto!!- gli urlò contro la ragazza infuriata.

 

L’uomo si voltò per guardarla e Evey strinse i denti –l’hai ucciso!!...l’hai ucciso!!-

 

Harper la guardò in modo strano –ci conosciamo?-

 

-hai ucciso Gordon maledetto!!-

 

-Gordon? Aah, il buon vecchio Gordie! E tu come fai a ...- improvvisamente la riconobbe –ah! Tu eri la coinquilina! Mi dispiace...non era nulla di personale, sia chiaro!- Evey si lanciò contro di lui urlando ma gli uomini di Harper la bloccarono.

 

Sorrise –ho cose più importanti da fare...buon divertimento ragazzi!- e si allontanò.

 

-ora sei nostra!- disse uno sbattendola a terra, gli altri la accerchiarono. Il cielo cominciò a tuonare e una fitta pioggia cominciò a cadere su tutta Londra.

 

Non poteva crederci, violentata e poi uccisa dagli uomini che hanno ucciso il suo amante. Evey cominciò a piangere disperata e a dimenarsi. Poi improvvisamente vide l’uomo davanti a se che, mentre si slacciava i pantaloni si spezzò in due da una grande forza.

 

Evey vide una grande ombra nera. Un tuono lo illuminò, era V!

 

-presto Evey, allontanati da qui!- le disse aiutandola ad alzarsi, ma un uomo lo colpì alle spalle col calcio della pistola facendolo inchinare, Evey rimase pietrificata.

 

-ragazzi è il terrorista!!- urlò uno –allontanatevi!!- urlò di nuovo lanciandogli contro una bomba di piccole dimensioni.

 

-Via Evey!!- urlò V tirandole una spinta per evitare che ne rimanesse coinvolta, la bomba esplose alle sue spalle scaraventandolo al suolo a parecchi metri di distanza, gran parte del mantello era distrutto. Si alzò da terra lentamente toccandosi la maschera. Evey notò che del sangue gli stava scendendo dai buchi della maschera per il naso –V...- sussurrò piangendo.

 

-tieni questo!!- urlò un altro del gruppo lanciandogli contro un altra di quelle bombe che gli esplose davanti agli occhi.

 

-V!!- urlò Evey singhiozzando.

 

Quando il fumo si dissolse di V nessuna traccia, solo qualche brandello di vestito e la sua maschera con i lacci ormai rotti.

 

-accidenti...lo abbiamo abbattuto? Ma dove diavolo è scomparso?- si chiese uno.

 

-non ha importanza, l’importante è che ce lo siamo levato dai piedi, e pensare che la Testa ci prova da un anno ormai!- disse un altro.

 

Evey cadde in ginocchio –V...- sussurrò in lacrime. Il gruppo di uomini la circondarono di nuovo.

 

-questa volta non ci disturba nessuno piccola battona!-

 

Evey non poteva credere che V l’avesse abbandonata così. Chiuse gli occhi rassegnata e improvvisamente sentì delle urla in mezzo alla pioggia battente, riaprì gli occhi e vide davanti a se tutti gli uomini di Harper morire uno ad uno.

 

Un uomo dalle sembianze familiari li stava ammazzando solo con le mani. Aveva una forza incredibile mai vista prima, un lampo lo illuminò, V era ancora vivo! Il cuore di Evey si riempì di gioia, si alzò.

 

V stava combattendo sotto la pioggia come un valoroso cavaliere ferito per salvare la sua dama in pericolo, il mantello era ridotto a brandelli, gran parte del lato sinistra del suo vestito era strappato, mostrando sulla pelle ferite abbastanza profonde e senguinanti, ma lui sembrava non accorgersene.

 

Uno ad uno, quegli uomini finivano a terra.

 

Evey osservò meglio V e rimase sorpresa, aveva la parrucca...ma non la maschera, l’aveva persa con l’esplosione! Evey in preda alla curiosità cercò di vedergli il viso ma la notte rendeva la cosa impossibile, riuscì solo a vedere qualche tratto del volto con la luce dei fulmini, ma nulla di più.

 

Alla fine abbattè anche l’ultimo uomo, rimase immobile qualche secondo, dopo di che sfinito dalla battaglia cadde con le ginocchia a terra, alzò lo sguardo al cielo, la pioggia gli batteva sul viso, alzò le braccia come per abbracciare le nuvole e si lasciò trafiggere dalla pioggia.

 

Evey rimase dietro di lui, sempre più curiosa decise di avvicinarsi, fece qualche passo e V improvvisamente si alzò, restando di spalle alla ragazza. Evey si fermò e abbassò lo sguardo, il ricordo del suo errore le tornò alla mente –V...lo so che non avrei mai dovuto...-

 

-torna a casa Evey- le disse V freddamente. Scese un lungo silenzio, solo il rumore della pioggia si poteva sentire. Evey notò la pozza di sangue sotto V, era ferito gravemente, sapeva che era colpa sua. V allora strinse i pugni e corse via lungo la viuzza scomparendo nell’oscurità.

 

Evey rimase a fissare quel nero per molti secondi -...scusami-

 

>>>>>>>>>>>>>>>> V for Verdict <<<<<<<<<<<<<<<<<<

 

Harper aspettava ormai da parecchio tempo il suo gruppo che sembrava non volesse saperne di farsi vivo, guardò ancora una volta l’orologio e poi guardò sbuffando l’entrata del Kitty Kat Keller.

 

-quegl’impediti...non dirmi che sono ancora alle prese con quella ragazza!- corse per raggiungere la via in cui gli aveva lasciati. Non appena ci arrivò trovò il silenzio più assoluto, riconobbe le sagome dei suoi uomini e indietreggiò tremando –ma che diavolo...?- la sua attenzione fu attirata da una V disegnata di rosso sul muro.

 

>>>>>>>>>>>>>>>> V for Vortice <<<<<<<<<<<<<<<<<<

 

Shadow Gallery:

 

Evey si also dal suo letto, sapeva che non l’avrebbe mai perdonata, ma ci teneva troppo a lui perchè si rovinasse tutto.

 

Scese la lunga scala a chiocciola e arrivò alla sala da ballo, stranamente tutta buia, annaspò nell’oscurità in cerca di un interruttore, prima che potesse premerlo una mano inguantata la bloccò dolcemente –V...- disse sorpresa, ci fu silenzio per qualche secondo –V, ti prego perdonami, non violerò più una tua richiesta, sono stata una stupida!-

 

V le accarezzò i capelli e lei sorrise, poi il ricordo delle sue ferite le ritornò alla memoria -...e le tue ferite? V, come stai?-

 

-...non ti preoccupare-

 

Evey lo abbracciò –oh Dio V, non so come scusarmi, hai rischiato di morire per colpa mia, per una stupida come me!-

 

V la prese per mano e la portò al centro della stanza.

 

-V, la luce...perchè non...-

 

-ssh...- le fece dolcemente  –non serve la luce-

 

Evey sorrise e allungò la mano verso la maschera di V, l’accarezzò e poi gli sfiorò i capelli di quella lunga parrucca. Capì che quella notte sarebbe stata davvero speciale. Lentamente gli tolse la parrucca e la lasciò cadere per terra, dopo di che gli slacciò la maschera e come la parrucca la lasciò cadere a terra.

 

Ora aveva davanti a se l’uomo di cui nessuno ha mai conosciuto l’identità, anche se col buio non le era possibile vederlo. Allungò le mani e cominciò a sfiorargli il viso, non aveva barba e i capelli erano cortissimi –V...- sussurrò la ragazza sfiorandogli le labbra con le dita, V si chinò e la baciò, sempre più appassionatamente. Chissà com’era l’uomo che stava baciando...poco le importava, era il momento che più aspettava, capì di essere follemente innamorata di lui.

 

Evey sentì il desiderio di spogliarlo e le sue mani cominciarono a sbottonargli la lunga camicia e quando gli toccò il petto sentì le garze. Quando sentì le mani di V slacciarle i bottoni del suo vestito si bloccò –no aspetta V...- si allontanò di un passo –tutte le tue ferite...possono peggiorare! Hai bisogno di riposo!-

 

-ho bisogno di te...- le sussussò lui ricominciando a baciarla, sentirlo parlare senza la maschera fu meraviglioso, la sua voce era così dolce e vicina.

 

Entrambi si liberarono dei loro vestiti e V la fece sdraiare sul pavimento posandosi piano su di lei. Le sue mani si muovevano lungo tutto il corpo della ragazza e Evey posò le sue sulla sua schiena, perfetta e robusta. Anche senza vederlo capiva che il suo corpo era atletico e forte, chiuse gli occhi.

 

I movimenti di V erano lenti e gentili, come se avessero fatto l’amore per tutta la vita. Per Evey era solo la sua seconda volta e si pentì che la sua prima fosse stata con Gordon, perchè si accorse che non era lui l’uomo che amava.

 

-ti amo dolce Eve- le sussurrò più volte all’orecchio.

 

Tutto così magico, come nelle favole, come nella fantasia, in mezzo a quel buio, non le parve neppure di essere in quel pianeta, sembrava di aver fatto l’amore nell’immensità di un cielo stellato.

 

>>>>>>>>>>>>>>>> V for Violet Carson <<<<<<<<<<<<<<<<<<

 

Aprì gli occhi, si trovava nella sua stanza, si voltò e vide sul comodino accanto al letto un enorme mazzo di rose rosse, le rose di V, le sue Violet Carson. Notò anche un bigliettino, lo aprì e ne lesse la frase:

 

“sei la favola più bella che il destino potesse raccontarmi, ti amo dolce Eve” 

 

Sorrise e si riappoggiò al cuscino stringendo al petto quel bigliettino, con le lacrime agli occhi per la gioia, se quello era tutto un sogno avrebbe voluto non svegliarsi mai. Si ricordò di non essere mai arrivata alla sua stanza quella notte, capì che V doveva averla portata quando si era addormantata su di lui.

 

Si alzò e corse giù dalle scale per cercarlo, lo trovò al suo piano forte, aveva la sua maschera e parrucca, quando si voltò verso di lei gli parve quasi un volto umano, non più una fredda maschera, capì che era quello il suo V...

 

V si alzò e Evey lo baciò sulle labbra della maschera, sapeva che in fondo erano le sue. Sorrise, sperava avesse capito che quel bacio era un ringraziamento per ciò che avevano passato assieme la sera prima.

 

-Evey..- disse V con voce seria –devi promettermi che da oggi non proverai più ad uscire da qui senza il mio permesso-

 

La ragazza annuì con la testa.

 

-tranquilla, mi ricordo del nostro patto, e tra breve avrò bisogno del tuo aiuto-

 

-davvero V?-

 

-certamente!-

 

-quando? E cosa dovrò fare?-

 

-non ti preoccupare...prima di quanto tu immagini, sto scrivendo il finale della nostra Grande Opera, il Gran Finale...e tu avrai un ruolo fondamentale piccola mia in tutto questo Dramma, quindi tieniti pronta!-

 

Evey sorrise, già, la Grande Opera di V...tutto le era parso più chiaro dalla volta in cui assaporò la libertà sotto quel cielo travolgente, dalla volta in cui rinacque, battezzata dalla pioggia.

 

Lo abbracciò.

 

“and the patrons

 and the actors too

 are uncertain if

 the show is through,

 and with sidelong

 looks await their cue…

 

 …but the frozen mask just smiles”

 

                                                                                                                                 the end!!

 

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Nota di Isa: bè? Piaciuto l’ultimo capitolo? Lo so, lo so... come può essere amore platonico se i due lo fanno? L’ho fatto apposta!ghghgghg!!^^ nel fumetto non accade, ed è meglio così, xò in fondo ho sempre sognato che acceadesse...xciò ecco realizzato il mio pensiero!^^

 

Ps: il pezzo di canzone alla fine è la stessa che canta V a metà fumetto “vicious cabaret” che è cantata davvero x il fumetto! In realtà la voce xò è di David J...ma è stata creata apposta x il fumetto, l’ho scaricata e la trovo davvero stupenda!                                                                                                                                                                                                                    

 

 

 

 

 

 

 

  
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