Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: Shona    31/03/2010    11 recensioni
I lunghi capelli rossi mi impedivano di vederne il volto e la barba lasciata crescere lo faceva somigliare ad un vecchio eremita. L’unica cosa che riuscii a notare furono le sue mani grandi e dalle lunghe dita bianche, se non mi avessero detto che era un pianista lo avrei potuto notare benissimo da sola.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen, Isabella Swan | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ed eccoci qua con il primo capitolo di questa storia che è nata per caso =3

Grazie a tutte le ragazze che hanno commentato e che mi danno fiducia mettendo la storia fra le preferite, seguite e ricordate! Mille volte Grazie!

piano

Capitolo 1

 

Ho già lavorato in una casa come domestica. Solo per un anno certo, ma mi sono fatta il mio bagaglio d’esperienze. Sono passati circa due anni da quando sono andata via dalla casa dei signori Brandon, ma ancora ci teniamo in contatto e spesso mi sono trovata a passeggiare con la giovane Alice, secondogenita della famiglia e ormai mia grande amica.

È stato grazie a lei se ora posso riprendere a lavorare. Dopo tutto quello che è successo negli ultimi mesi tornare a lavorare sarà solo un beneficio per me.

Con le valigie ai miei piedi e la borsa stretta fra le mani cerco di trovare il coraggio per suonare il campanello.

Non so cosa sia questo timore che mi è salito addosso, il non sapere chi mi troverò davanti sicuramente mi sta suggestionando più del dovuto.

Dopo un respiro profondo premo finalmente il pulsante del campanello e il classico “ding dong” si propaga nel silenzio pomeridiano di fine settembre.

Un veloce scalpiccio preannuncia l’arrivo del padrone di casa con un “Arrivo!” tanto allegro quanto squillante che ricordo di aver sentito almeno un milione di volte.

Sull’uscio aperto la minuscola figura di Alice mi sorride raggiante. Con un saltello mi si butta contro abbracciandomi fin quasi a stritolarmi.

<< Oh Bella sei venuta veramente! Non sai quanto sono felice! >> Quasi incredula della mia presenza mi bacia le guance per poi prendermi per mano e trascinarmi dentro.

<< Non avrei mai potuto rifiutare la tua richiesta d’aiuto. Ma lascia almeno che porti dentro le valigie prima che qualcuno me le porti via! >> Il suo musetto imbronciato è sempre stato la sua arma prediletta, ma sono diventata ormai immune alla sua dolcezza.

<< Ci penserà Emmett alle tue valigie. Infondo dovrà pur rendersi utile in qualche maniera, non pensi? >> Emmett è il fratello maggiore di Alice, si distanziano di appena due anni, ma l’enorme mole del fratello messa a confronto con l’esile fisico della mia amica li fa apparire come se fra di loro corresse almeno un decennio.

<< Sei sempre molto gentile sorellina. >> Alle nostre spalle Emmett fa la sua comparsa con le borse piene di tutti i miei averi.

<< Emmett è un piacere rivederti. >> Gli vado incontro abbracciandolo e facendomi sollevare come suo solito.

<< Bella sei diventata ancora più piccola dall’ultima volta che ci siamo visti? >> I quasi due metri del moro fanno sfigurare il mio metro e sessantacinque.

Sia lui che la sorella hanno folti capelli color dell’ebano che circondano i loro stupendi visi. Hanno entrambi occhi chiari che risaltano sui loro volti pallidi.

<< Forse sei tu che sei diventato ancor più grande caro Emmett. >> Tronfio ci mostra i suoi muscoli vantandosi dei suoi progressi in palestra.

Li conosco da quando non erano ancora maggiorenni, ma la differenza d’età non è mai stato un problema fra di noi. Emmett ha ventidue anni mentre Alice venti. Quando entrai in servizio in casa loro frequentavano ancora le superiori mentre io toccavo la soglia dei venticinque anni.

<< Suvvia basta con tutte queste baggianate! È ora di mostrare questa catapecchia alla nostra Bella. >> Con un ampio gesto delle braccia Alice mi mostra l’entrata dove ci siamo fermati a parlare.

Non mi ero resa conto delle effettive condizioni della casa.

Le imposte sono chiuse, praticamente sigillate. I tappeti, così come il pavimento, sono coperti da uno strato di polvere non indifferente, mentre i mobili sono protetti da lenzuola e coperte.

<< Da quanto è disabitata questa casa? >> Mi tolgo il soprabito appoggiandolo su un attacca panni vicino al portone.

<< Oh da mai. Nostro cugino non è uno che si diletta nei lavori domestici. Sarà almeno un anno che è tutto così. Lui si limita a stare nella sua camera a scrivere musica. Come ti ho già detto è un pianista molto acclamato anche se non ama mostrarsi in pubblico. >> Mentre parla mi conduce in quello che dovrebbe essere il salotto per poi passare alla cucina. Mi mostra il piccolo bagno di servizio, la dispensa e la lavanderia.

<< Le camere sono tutte al piano di sopra e ognuna ha il suo bagno. >> Con un sinistro scricchiolio saliamo le scale seguite da Emmett che gentilmente porta le mie valigie fin dentro una camera già aperta.

<< Questa sarà la tua stanza. Ho aperto le finestre e messo biancheria pulita sia nel letto che nel bagno. >> La piccola Alice mi mostra anche il bagno attinente la camera. È modesto, ma c’è tutto l’occorrente. Le mattonelle sono verde pastello con disegnati fiori rampicanti ingrigiti dalla polvere. Mi chiudo la porta del bagno alle spalle tornando in camera. Scosto alcuni panni dai mobili rivelando un armadio e una cassettiera in legno di ciliegio, così come lo sono anche il comodino e la testata del letto.

Quando avrò finito di pulirla sarà veramente deliziosa.

Prendendomi per mano, Alice mi trascina lungo il corridoio indicandomi le altre stanze. Apre tutte le porte saltandone solamente due.

<< La stanza infondo al corridoio è quella di nostro cugino, mentre l’altra… beh su lasciamo perdere! Adesso è tempo che tu conosca Edward. >>

Il timore che mi aveva preso fuori dal portone torna prepotente. Dai racconti della piccola Brandon dovrei aspettarmi un orso taciturno e di poche parole che si esprime a grugniti.

Spero vivamente che non sia così, infondo dovrò conviverci d’ora in poi. Sebbene sia il mio nuovo datore di lavoro vorrei riuscire ad istaurare almeno un civile rapporto così come è successo con i Brandon.

Due colpi secchi e veloci alla porta e ancora silenzio. Il bel visino di Alice s’imbroncia arricciando le labbra.

<< Edward apri immediatamente questa porta! Non intendo aspettare un momento di più! >> Con le mani sui fianchi mi ricorda un piccolo generale.

Passi strascicati risuonano all’interno della stanza e il rumore della chiave che gira nella toppa mi fa salire un brivido lungo la schiena.

È possibile avere paura di una persona senza nemmeno averla mai vista o sentita?

Lentamente la maniglia si abbassa e la porta si apre quel tanto che basta per far uscire un terribile odoro di aria viziata.

<< Cugino esci da li. È arrivata Bella, lascia almeno che vi presenti. >> Le piccole mani di Alice spingono la porta cercando di aprirla, ma rischia solo di cadere per terra quando Edward la apre completamente uscendo dal suo rifugio.

Da quando la porta si è spalancata non ho ancora avuto il coraggio di alzare lo sguardo su di lui.

Il mio sguardo è fisso sul pavimento coperto da un morbido tappeto e polvere.

Un piede nudo entra nella mia visuale e, imponendomi coraggio, alzo la testa studiando il fantomatico Edward che ora mi porge la mano.

I vestiti sono vecchi e sformati e mi impediscono di capire che tipo di fisico abbia. Il viso è coperto da lunghi capelli rossi scuro lasciati crescere selvaggiamente così come la barba. Non riesco a vedere i suoi occhi e forse è proprio questo a darmi coraggio.

Alzo la mano tremolante stringendo la sua. La mia piccola mano sparisce quando la sua si chiude sulla mia con una stretta calda e decisa.

<< Chiedo scusa per come si presenta la casa, spero che riuscirà a sistemare e che si trovi a suo agio. Non credo che la mia presenza intralcerà il suo lavoro. >> La voce bassa e roca è appena sussurrata, come se a parlare fosse stato il vento.

Alice mi ha detto che è circa un anno e mezzo che suo cugino non lascia queste mura e che prima non era così chiuso e solitario. Non mi ha rivelato il motivo di tale cambiamento ed io non ho insistito nel chiederglielo. Ognuno ha dei segreti che vuole che rimangano tali ed io sono la prima a pensarla così.

<< Cercherò di fare del mio meglio. >> Sciogliamo le mani e lui torna nella stanza salutando i cugini con un cenno del capo.

<< Devi essergli piaciuta! >> Alice saltella allegra per il corridoio incamminandosi verso le scale.

<< Già. Non ricordo quand’è stata l’ultima volta che l’ho sentito parlare tanto! >> La risata allegra di Emmett nasconde in realtà una nota malinconica.

Deve essere dura per loro vedere il cugino ridotto in questa situazione.

 

Una volta rimasta sola, per modo di dire, in casa inizio ad aprire tutte le finestre facendo entrare la luce che ancora riscalda l’aria.

La sala è più grande di quel che possa sembrare ad una prima occhiata.

Due divani sono disposti ad elle davanti ad un basso tavolino e una poltrona completa il tutto vicino al camino.

Tolgo i teli dai mobili scoprendo una credenza piena di bicchieri di cristallo e porcellane ed un grosso mobile con incastrata una grande televisione al centro.

In disparte a tutto un piano nero fa bella mostra di se ricoperto dalla polvere che sta volando in aria.

Porto i teli nella lavanderia lasciandoli a terra.

Entro in cucina aprendo pure li le finestre e facendo entrare la luce. Una montagna di piatti sporchi riempie il lavello e il ripiano accanto. Cartoni di pizza e scatole del ristorante cinese coronano il tutto.

Nella speranza di trovare una lavastoviglie apro tutte le ante appuntandomi mentalmente che l’indomani una spesa sia assolutamente necessaria.

Per fortuna la lavastoviglie mi si apre davanti con un cigolio. Deve essere diverso tempo che non viene usata, ma non mi stupisco. Inizio col caricare la prima mandata di piatti e stoviglie, almeno per stasera potremo mangiare sul pulito.

Torno in lavanderia cercando l’occorrente per iniziare a pulire.

Nell’armadietto infondo al piccolo stanzino trovo tutto il necessario nuovo di zecca con un biglietto.

“Visto che in casa non c’era nulla abbiamo pensato di prendere qualcosa che ti rendesse più facile l’inizio dei lavori di ristrutturazione di questo rudere! Un bacio Alice e Emmett”

Ringrazio mentalmente i miei due amici prendendo l’aspirapolvere e tornando in cucina.

 

Non so dopo quanto tempo ma ora il pavimento risplende e un buon profumo di fiori si spande per la stanza.

La lavastoviglie è già al suo terzo lavaggio e le stoviglie pulite sono riposte in perfetto ordine al loro posto.

La polvere, almeno qui, è ora un ricordo, ma il pensiero di quello che mi aspetta nel resto della casa mi fa scoraggiare.

Edward non si è fatto sentire minimamente. Ne rumore di passi o quant’altro.

L’ora di cena si sta avvicinando più in fretta del previsto ed io non so dove mettere le mani per preparare qualcosa.

Torno a frugare in dispensa e nei mobiletti della cucina, ma tutto quello che trovo sono scatolette di tonno e altri cibi a lunga conservazione.

Preferisco non pensare a cosa c’era nel frigo, ma forse nel freezer posso trovare qualcosa di utile.

Con un po’ di sforzo riesco ad aprire lo sportello incrostato dal ghiaccio.

Fra carne congelata e pizze ormai da buttare riesco a trovare un paio di scatole di cibi precotti non ancora scaduti. Per stasera dovrò arrangiarmi così.

Mentre il forno finisce di cuocere, chiudo tutte le finestre. Per fortuna l’aria viziata nel salotto se ne è quasi del tutto andata lasciando solo uno spiacevole odore di polvere.

Salgo in camera con l’aspirapolvere per toglierne almeno un po’. Il rumore assordante mi estrania.

Mi viene in mente quando in casa Brandon venivo sempre seguita da Alice che mi ossessionava con i suoi problemi amorosi che puntualmente venivano risolti in meno di due giorni.

O quando Emmett mi aiutava a pulire le finestre e mi raccontava delle sue conquiste facendomi ridere ogni volta per come finivano. Lei che se ne andava ancheggiando circondata dalle sue amiche e lui con cinque dita stampate sulla guancia.

Troppo presa dai miei ricordi non posso fare a meno di urlare quando una mano mi si poggia sulla spalla.

<< Santo cielo che spavento! >> Con una mano sul cuore e il respiro affannoso mi giro verso Edward che silenzioso mi è arrivato alle spalle.

<< Non era mia intenzione ma… c’è uno strano odore in casa e volevo avvertirti. >> Strascicando i piedi nudi esce lentamente dalla mia stanza lasciandomi interdetta.

Strano odore?

Annuso l’aria come un animaletto e subito riconosco l’odore di cui stava parlando Edward.

<< ODDIO! La cena! >>

Corro a perdifiato giù per le scale rischiando di inciampare su uno dei tappeti che domani dovrò iniziare a pulire.

Col fiatone spengo il forno e apro lo sportello coprendomi la mano con un guanto.

Il fumo nero mi fa tossire e corro alla finestra spalancandola. L’odore di bruciato mi si attacca ai vestiti ed ai capelli legati in una coda che lentamente si sta sciogliendo.

<< Bella. >> La voce sussurrata di Edward mi fa girare verso la porta. Con le mani in tasca e lo sguardo coperto dalla lunga frangia sembra quasi sorridere, ma è difficile dirlo sotto tutta quella barba.

<< I-io… mi dispiace! >> Con le lacrime agli occhi per colpa del fumo e per l’umiliazione mi avvicino di nuovo al forno tirando fuori quello che resta della cena.

Edward mi si avvicina guardando quello che ho fra le mani. << Pizza o cinese? >>

Il primo giorno non è iniziato nel migliore dei modi. Decisamente no.

   
 
Leggi le 11 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: Shona