@Blu Ice e Gigetta97: Grazie mille, date forza alla mia storia e a me!
“NO!”
Il grido di Alice, forte e chiaro, riecheggiò sulle pareti di casa Cullen. Edward lo sentì, e lesse i pensieri della sorella anche se era già all’inseguimento di Bella. “Sta andando a casa sua a Forks” comunicò a Carlisle e a Emmett, che lo seguivano sulla scia freschissima della neonata. “Alice ha visto che attaccherà il padre e probabilmente anche qualcuno dei poliziotti che troverà lì”
Sentì lo sgomento di Carlisle, la furia raddoppiata nella sua corsa. “Come abbiamo potuto…farcela scappare” si rimproverò Emmett con asprezza. “In questo momento è troppo più forte di noi, Em. Era prevedibile” sussurrò Edward, sottintendendo la disapprovazione nelle sue parole. Edward avrebbe voluto lasciare Forks il giorno stesso dell’aggressione di Jasper, ma Carlisle ed Esme avevano insistito perché la ragazza fosse lasciata tranquilla almeno durante la trasformazione. Si sarebbero spostati solo dopo aver provveduto a lei nel migliore dei modi, possibilmente portandola con loro. Carlisle non sopportava l’idea di lasciare una neonata presumibilmente assetata di sangue nei dintorni di un centro abitato, sola e selvaggia. Avrebbe fatto una strage di esseri umani, e sarebbe stata trucidata in breve tempo dai Volturi.
Edward non perse altro tempo a far sentire Carlisle colpevole. Accelerò la corsa, borbottando: “Mi domando dove sia finito Jasper”. In realtà lo sapeva benissimo: aveva sentito nei pensieri di Alice che era tornato a casa. Il suo odore aveva fatto scappare Bella, e adesso Edward si augurava che se ne stesse alla larga e non cercasse di fare l’eroe, per riabilitarsi agli occhi della famiglia.
In pochi secondi furono nelle vicinanze di casa Swan. Nessuna traccia di Bella. Probabilmente avrebbe cercato di rientrare a casa sua, come se niente fosse successo, e poi sarebbe arrivato l’odore di essere umano. A quel punto, nella sua mente sarebbe calato il buio totale, e avrebbe ucciso chiunque nel raggio di kilometri. Dovevano fermarla prima, perché una volta partita all’attacco anche loro sarebbero stati impotenti.
Di nuovo il tramonto: Bella Swan sembrava una miniatura cinese, stagliata contro il cielo rosso sangue. La videro avvicinarsi incerta alle finestra di casa sua. ‘E’ troppo tardi’, quasi singhiozzò Carlisle.
‘Dobbiamo almeno provarci’ replicò Emmett, risoluto. Si fece avanti, deciso a seguire Bella Swan dentro casa sua e a dare una via di fuga a suo padre, quando l’avesse vista. Non si illudeva di salvargli la vita, ma se ci fosse riuscito avrebbe sempre potuto dire che Charlie Swan soffriva di allucinazioni per lo shock e aveva creduto di rivedere la figlia scomparsa.
Bella Swan era ancora immobile, e sembrava ancora una miniatura cinese. A quel punto l’odore irresistibile dei suoi genitori doveva averla raggiunta. Ma non si muoveva, sebbene sul suo volto fosse dipinta una atroce sofferenza. Emmett le stava alle spalle, interdetto. All’improvviso, velocissima, si girò su se stessa e tentò la fuga. Emmett stavolta fu altrettanto veloce, e la abbrancò con entrambe le braccia.
Bella si dibattè, ma debolmente. Edward la sentì dire, mentre si avvicinava ad aiutare il fratello: ‘Portami via… ti prego’.
Edward non poteva leggerle la testa, ma era certo, in quell’istante, che Bella avesse detto addio alla sua vita da umana.
Il sollievo fu per lui solo temporaneo, perché l’attimo dopo il suo telefono vibrò. Era sua moglie Esme, che gli chiedeva di tornare a casa presto. C’era qualcuno che gli voleva parlare.