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Autore: _tifaa_    06/04/2010    0 recensioni
Kristal è una ragazza di diciannove anni,che affronterà una terza guerra mondiale. Perderà il suo migliore amico costretto a partire come recluta,visto che in un certo senso,la mente umana non si è poi così tanto sviluppata e quindi tutto è quasi come una volta,ai tempi delle prime guerre mondiali,tranne per le armi,che sono molto più sviluppate e naturalmente i nemici non risparmieranno nessuno,ne donne ne bambini. Kristal è una ragazza forte e testarda,quindi non si lascerà andare,cadere in depressione per paura della morte,anzi combatterà contro essa,per amore del suo amico e delle persone a lei care fino a quando scoprirà qualcosa di catastrofico per l'umanità.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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1°capitolo.

Sono passati ormai tre anni dalla partenza di Sam,e ho ricevuto solo due lettere da parte sua. Non molto lunghe e scritte velocemente. Sembrava una proibizione scrivere ai propri cari. O forse lo era. Mi scriveva sempre che stava bene,che tornava presto e che la guerra era davvero brutta. E che gli mancavo. Inoltre alla fine di tutte e due le lettere mi aveva sempre scritto di non rispondere,che sarebbe sempre stato lui a scrivermi. Questo puzzava ancora di più,chi mai odiava ricevere notizie dai propri amici? Lasciai perdere,non volevo combinare troppi casini. Nessuno mi dava ancora ragione,riguardo la terza guerra mondiale. Anche mia mamma cercava di sviare il discorso,soprattutto perché aveva una paura tremenda della guerra. Mi faceva quasi pena,così l’aiutavo in negozio,lavorando per lei. Ogni giorno facevo metà città a piedi per arrivare all’edificio dove mia mamma vendeva delicati fiori,che amava tanto,forse troppo. Avrebbe dato tutto per loro,mentre io avrei dato tutto per rivedere anche solo una volta Sam. Ma dovevo essere forte,dovevo aiutare mia madre,perché anche mio padre era andato via e anche le sue lettere erano molto fugaci. Non sapevamo neanche se si erano incontrati,se erano nello stesso battaglione,niente. Iniziavo sempre di più a odiare la globalizzazione,ciò che aveva causato la terza guerra mondiale. Una causa alquanto futile. Eliminare le feste andava bene a un gruppo mentre all’altro no,una lingua mondiale che era stata adottata da tutti ora non andava più bene,si voleva tornare alle lingue proprie nei diversi continenti e così via. Restava il fatto che si stavano uccidendo l’uno con l’altro,perché nessuno ne ricavava piede. Ma qualcosa non quadrava,secondo me qualcosa di più grosso c’era sotto. E anche quella mattina si sentì un grosso boato provenire dall’oltre oceano,che fece tremare per l’ennesima volta la casa. A volte mi chiedevo dove riuscivo a trovare tutta quella forza,la forza di alzarmi ogni giorno. Eppure anche quella mattina mi scostai dal corpo quelle coperte così calde per dirigermi verso la finestra. Sollevai la serranda per osservare il paesaggio quasi distrutto. Il monumento che un tempo era stato il punto di riferimento per le nostre uscite ora si presentava solo a metà,con qualche pezzo a terra. La gente correva veloce lungo le strade,paurose di una nuova bomba in arrivo. Ma nessuno avrebbe mai colpito il nostro paesino ben nascosto dalle montagne circostanti. Sospirai,coprendo la finestra con la tenda turchese,per poi lavarmi e scendere giù in cucina,dove trovai mia mamma a piangere davanti al televisore. Finii di corsa le scale per raggiungerla. Teneva le mani davanti al volto,incapace di continuare a guardare il notiziario,che annunciava la morte di un intero battaglione bombardato durante la notte. La abbracciai,per consolarla,non capendo bene per cosa piangesse,non poteva sapere che papà era in quello. Spaventata dal mio tocco si ritrasse immediatamente,facendo cadere un foglio che teneva tra le mani,che non avevo visto. Cercò di raccoglierlo immediatamente,ma i miei riflessi erano più veloci dei suoi.

-No Kristal,ti prego non leggerlo … - Mi implorò lei,cercando di strapparmelo dalle mani. Le lanciai un’occhiataccia.

-Mamma,non ho più cinque anni,ho il diritto di sapere … - Sbottai io,sollevando in alto il foglio giallastro. Ormai,anche senza leggerlo sapevo cosa c’era scritto e la cosa in quel momento non mi faceva né caldo né freddo. Forse perché ero totalmente paralizzata dentro,spiccava solo la forza mentale,che mi aiutava in momenti come quelli,non potevo abbassarmi a certe debolezze,anche se nel profondo del cuore piangevo sempre. Ma la rabbia e il senso di protezione superavano tutto ciò. Il rumore della carta tra le mie mani riempiva ancora di pi la stanza di tensione,che ormai era diventata palpabile. Una grossa  scritta in neretto si ergeva nel foglio,data anche la grandezza. Nella mia mente le parole risuonavano come un normale testo scolastico,noioso e ripetitivo.

Siamo spiacenti di informare la gentile famiglia del signor Hardwich che è morto gloriosamente durante la guerra.

Cordiali saluti.

Restai almeno un minuto con il telegramma tra le mani,mentre mia madre mi guardava preoccupata. Alla fine lo appallottolai sotto lo sguardo spavento di lei che oltretutto aveva smesso di piangere,per poi buttarlo nella spazzatura. Mentre finivo di prepararmi per andare a lavorare,lo sguardo di mia madre mi seguiva senza sosta. La guardavo con la coda dell’occhio. Sorpresa,spaventata,triste,depressa. Riuscivo a leggere il suo viso come un libro aperto. Il mio viso invece presentata solo una linea dritta al posto delle labbra. Sguardo vuoto,senza sentimenti. Vedevo davanti allo specchio me stessa completamente cambiata. Sempre la stessa ragazza,certo,capelli neri e lisci ricadevano nella schiena,mentre il ciuffo veniva ritirato da una forcellina con un pupazzetto sopra. Forme prosperanti coperte solo da una magliettina nera,notevolmente attillata,un paio di jeans stretti alla caviglia con un normale paio di scarpe da ginnastica. Una ragazza normale. Ma il solo tono di voce,la reazione davanti a tutto tradiva l’aspetto. Vidi mia madre aprire la bocca come per dire qualcosa e poi richiuderla,per venirmi dietro e accarezzarmi la schiena.

-Cazzate,tutte cazzate – Sbottai io,allontanandomi da lei. Rimase un momento ferma per riflettere su quello che avevo appena detto.

- So che non ti va giù Kris,ma devi accettare le cose come stanno. Forse è meglio se oggi non vai a lavoro – Disse lei infine,con la voce che tremava,stava per rimettersi a piangere,ma non glielo avrei permesso in mia presenza,no volevo vederla soffrire. Le stampai un bacio nella guancia per poi aprire la porta d’ingresso.

-Non è quello mamma,forse un giorno te lo spiegherò. È meglio che vada a lavoro,ho bisogno di distrarmi. Tu resta qui,non disperarti. Vedrai che tutto si risolverà- Era ristoppiata a piangere e mi salutava con una mano,mentre con l’altra cercava di trattenere le lacrime. Feci un cenno con la testa per poi chiudermi la porta alle spalle. Restai un attimo con la schiena rivolta verso essa,per inspirare l’aria fresca. Sembravo l’unica che si trovava bene fuori dalle proprie mura domestiche. Constatavo che c’era troppa tensione e disperazione dentro la mia,nonostante fosse solo mia madre a produrla. Lasciai alle spalle la mia vita per incamminarmi nelle strade quasi deserte verso il negozio. Qualcuno non aveva ancora perso la speranza nella fine immediata della guerra,anche se si vedeva la paura negli occhi di tutte le persone che mi trovavo davanti ogni giorno. Mi guardavano male,si stupivano di me,vedendomi serena. Sparlavano di me,lo sapevo. Ma ciò non m’importava. Dovevo resistere. Arrivai al negozio in tempo da record,forse perdermi nei miei ricordi mi faceva essere più veloce. Naturalmente nessuna fila aspettava l’apertura del negozio,quindi potevo aprire quando volevo. Girai le chiavi nella serratura della vetrina e entrai nel negozio. Mi accolse un profumo di rose,gigli e quant’altro che mi sollevò un po’ il morale. Cliccai il tasto dello stereo che giaceva sopra uno scaffale,per riempire il locale di una musica rilassante,che riempiva interamente già il negozio così carino. Restai un attimo a fissare la foto di Sam sorridente che avevo messo in una cornice in oro e appoggiato vicino a me nel bancone,così da ricordarlo. I suoi capelli biondi ispidi e acconciati in spuntoni  simili a chiodi giganti risplendevano alla luce del sole d’estate,mentre i suoi occhi celesti sprizzavano felicità,seguiti dal suo sorriso, e accanto a lui,circondata da un suo braccio,una ragazzina che accenna un sorrisino timido e cerca di nascondersi tra le sue braccia. Io. Quelli si che erano momenti belli. Il tintinnio del campanellino posto sopra la porta mi riportò alla realtà. Dopo molte settimane noiose  ad ascoltare musica e spruzzare acqua per abbeverare i fiori finalmente una cliente. Cercai di assumere la posa e il sorriso più accogliente che avessi mai fatto,per poi sollevare lo sguardo verso la cliente,anzi le clienti. Una mamma e la sua figlioletta. Sembravano di tutt’altro mondo,con vestiti sgargianti e dei colori più armoniosi. La donna aveva i capelli mossi legati in una coda alta. Indossava un vestito bianco stretto in vita da un nastro in seta blu scuro. La bambina invece aveva i capelli legati in una treccia con un grosso fiocco rosso,un vestitino rosa lungo fino alle ginocchia e un giacchino in jeans rosso. Avevano tutte e due grandi occhi verde smeraldo e un piccolo sorriso.

-Buongiorno … - Le salutai io,mentre si avvicinavano al bancone. Emanavano un odore di pesca così forte a essere nauseante. La bambina guardava meravigliata i fiori che la circondavano,cercando di staccarsi dalla presa della madre. O forse la sorella. Ora che si avvicinava sembrava troppo giovane per essere sua madre.

-Mamma! Voglio questo! – Disse la piccola,strattonando il braccio della madre. Eh si,era proprio la madre.

-Certo Heart ,ora lo chiediamo a questa bellissima ragazza alla cassa- Arrossii un poco e sorrisi alla ragazza che mi guardava. Era così confortante il suo sorriso,così caldo … rigenerante.  Sorpassai il bancone per dirigermi verso i fiori.

-Emh … - Cercai di richiamare l’attenzione delle due,mentre mi inchinavo per prendere il fiore desiderato dalla piccola.

-Vuoi questo … Heart? – Chiesi,mostrando un ibisco blu notte. Lei si avvicinò velocemente a me,quasi correndo.

-Si! Grazie signora fioraia!- Rispose lei,saltellando dalla felicità. Le sorrisi e poi mi sollevai di nuovo,notando che la madre aveva tra le mani la mia foto e la guardava seria. Mi avvicinai a lei,togliendogliela bruscamente dalle mani e portandomela al cuore.

-Scusi! Cosa stava facendo?- La sgridai io,tornando di nuovo dietro al bancone. Rimase per un po’ assente,per poi guardare un'altra volta la foto di Sam,che avevo poggiato nella mensola dietro di me. Feci un pacchettino al fiore e lo porsi alla bimba.

-Grazie- Rispose la madre. Non era più felice,si limitava a fare dei piccoli sorrisi alla figlia. Poi,dopo aver pagato il fiore se ne andò via velocemente,sempre turbata. Si era limitava a salutare con la mano,senza parlare,al contrario della bambina,che sembrava troppo felice per la situazione che stavamo vivendo. Volevo porgli qualche domanda,ma non aveva esitato ad andarsene,per poi scomparire all’orizzonte. Restai tutto il giorno a rigirare la foto di Sam e a ripensare alla strana reazione di quella donna alla sua vista,nonostante il loro strano comportamento. Forse facevano finta che tutto andasse per il verso giusto. Per il resto della giornata nessun altro cliente si era fatto avanti e intanto molti dei fiori si seccavano,data la poca disponibilità di acqua. E finalmente una lacrima quel giorno solcò il mio viso alla vista di quei fiori che morivano e alla scomparsa di mio padre. La sete e la fame inoltre contribuivano a tutto ciò. Serrai la vetrina prima dell’orari odi chiusura,visto che tanto ormai nessuno sarebbe arrivato così lontano. Inserii un CD di vecchia data nello stereo per poi perdermi nei miei ricordi con la sua foto tra le mani e qualche lacrima sopra essa. Avevo anche io bisogno di togliere la maschera che ricopriva il mio viso ogni tanto.

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Note dell'autrice: Allora,spero vi sia piaciuto ... No che sia bravissima a scrivere ..infatti si vede il risultato di questo capitolo ç____ç vabbe... non so che aggiungere vediamo ... allora premetto che Kristal non è apatica,come potete ben vedere alla fine anche lei si lascia andare alla disperazione,alla percita di suo padre... ma poi .. no niete =D non vi posso anticipare nulla se no faccio spoiler  U_U Ah...continuate con le recensioni sia belle che brutte !

baci _Tifaa_

 

Ah si ainim skywalker ...grazie per la recensione ... beh vedrai che non è un gran che ... e  che questo capitolo l'ho aggiornato ora perchè sono a casa..ma da domani tornerò a scuola e aggiornerò meno frequentemente ç_ç mi dispiace. però mi fa piacere che ti piaccia xD

  
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