“Bathildé cara, ti scrivo in fretta, devo cercare comprendere e la scrittura mi gioverà.
Avevo ragione, c’erano tutti anche lei, la cortigiana. Erano impegnati in un altro rito sacrilego, che Nostro Signore ci aiuti. Poi hanno avocato qualcosa, allora Etienne è morto. Io sono fuggito.
Ti scongiuro sposati e poi parto subito per la Corte con tuo marito, non puoi più restare qui.
Tuo fratello
Antoin
Così diceva la lettera che Elise stava esaminando, la famosa lettera di Antoin Erbé a sua sorella Bathildé. In quei giorni l’aveva riletta e straletta, ma non ne era venuta a capo, doveva esserci qualcosa che soltanto i due sapevano.
mentre pensava a questo su una panchina vicino il castello Ossowiesky si sentì chiamare. Curiosa si voltò: era il professor Blanchet. Elise lo raggiunse, il professore era appoggiato ad un albero sul limitare della vicina foresta.
<< Sai Elise, tu sei molto brava e potresti fare un ottimo lavoro, ma ora io ti devo uccidere, non volermene >>. << Mi deve uccidere? E per quale motivo professore? >> lo interrogò Elise chi iniziava a pensare che forse il professore fosse impazzito.
<< Perchè sei stata troppo curiosa. Ricordi tre mesi fa, quando hai iniziato la tua tesi? Ti avvisai di non scegliere de Rais, te ne proposi altri, ma tu, testarda come pochi, non hai voluto e hai fatto di testa tua. E quando, tre giorni fa mi hai parlato del libro, e mi hai mostrato la lettera ho capito: era ora che prendessi in mano la situazione. Devi sapere una cosa: l’entourage di de Rais divenne durante quegli anni una setta satanica, una delle prime. Prelati riuscì davvero ad evocare il demone Barron, nostro padrone, ma soltanto pochi mesi prima di morire. Per un po’ la setta sospese le sue attività, sai con le Guerre di religione non era proprio l’ambiente adatto. Le attività giunsero al culmine nell’estate del 1764, proprio qui, in questo paesino; molti di noi vivevano qui da generazione, i restanti li raggiunsero. Ma qualcosa andò storto, il membro più potente fra loro, l’abate Corrilaut, disperse troppe energie per uccidere un ragazzo, più o meno della tua età, che aveva visto tutto. Il resto lo sai: il rituale imperfetto generò la bestia del Guèdavan, che fu impossibile controllare e che rese un piano studiato cento anni un autentico fiasco >> tutto questo lo disse con un tono calmo che contribuì a spaventare a morte Elise.
<
Elise lo aveva appena sentito, visto che aveva iniziato a correre verso il castello più veloce che poteva. Girandosi si rese conto che Blanchet la seguiva camminando, non correndo come invece lei si era aspettata. Quindi lui sapeva dove lei si sarebbe potuta nascondere, perciò se la prendeva comoda. Tremendamente angosciata Elise superò con un salto il cartello e aprì con forza, decuplicata dalla disperazione, la pesante porta d’ingresso. Si precipitò per le scale, finchè raggiunse la biblioteca. Chiuse la porta e si guardò intorno. I vecchi libri ammuffiti la scrutavano severi, sembrava che volessero giudicarla. Accanto ad una mensola trovò uno stiletto, era un po’ arrugginito, ma poteva risultarle ancora utile.