Vado avanti pian pianino… la storia mi si srotola nella testa, spero non si inceppi da qualche parte..! Grazie a voi tutti… ;**
Carlisle si ricordava dei lupi
Quileute e del patto che aveva stretto con Ephraim Black 50 anni prima.
Come
avrebbe potuto dimenticarlo? Sapeva anche però che il patto
era per lui
vincolante fino ad un confine, che era quello della protezione della
sua
famiglia e della sua etica morale. Sapeva anche, purtroppo, che i
Quileute non
avrebbero accettato deroghe al patto, ansiosi com’erano di
scacciarli per
sempre dal loro territorio. I licantropi avevano
l’ottusità dei muscoli e della
loro legge tribale: ma avevano anche geni mutevoli e di buona memoria,
se dopo
tutto quel tempo,in un’ottica umana almeno, si trovava
davanti un discendente
Quileute sospettoso e indagatore.
Sam Uley si fece trovare davanti la porta di casa Cullen. Era teso come una corda di violino, e continuava a guardare nel folto degli alberi, dove senz’altro lo attendeva il suo branco, in forma di lupo.
‘A cosa devo questa visita, giovane Quileute?’
‘Sono Sam Uley, e vengo per farvi qualche domanda. So che tu sei il capo, e so anche che gli anziani della mia tribù ti ritenevano una creatura onesta”
‘Li ringrazio, allora. Ho sempre fatto del mio meglio, e continuo a farlo. Chiedi pure, Sam Uley.’
‘A Forks è sparita una ragazza, dottor Cullen. Svanita nel nulla, a scuola. E ci sono molti testimoni disposti a giurare che proprio quella mattina i tuoi figli hanno avuto comportamenti strani dentro e fuori dalle aule dove facevano lezione’
‘E con questo?’ intervenne Rosalie, che era sulla soglia di casa, alle spalle di Sam. ‘Sapete voi cani quante persone spariscono in questo paese, ogni giorno? Vi sembra che sia sufficiente una sparizione per venire qui ad accusarci?’
‘Sto aspettando la domanda, Sam Uley’ intervenne Carlisle, pronto a spegnere ogni dibattito sul nascere. Sapeva che era meglio tagliare corto, con Edward e Emmett che passavano dal retro per riportare Bella in cantina.
‘In effetti non è proprio una domanda, ma una promessa: la ragazza che è scomparsa è la figlia del capo della nostra polizia. Noi stiamo svolgendo le nostre personali indagini, dottore. Se la piccola Swan non verrà ritrovata, noi continueremo a cercarla. E vi terremo d’occhio. Sparire proprio adesso sarebbe una bella ammissione di colpevolezza, non trovate?’
‘Ti sembriamo sul punto di sparire, Sam Uley?’
‘La promessa è questa, capo-vampiro: se scopriremo che c’entrate qualcosa con la scomparsa di Bella Swan, vi daremo la caccia per sempre, fino a sterminarvi tutti.’
‘Sei
stato chiaro, direi. Ma il
vero capo Alfa del tuo branco dov’è? Nelle
retrovie?’ Edward era comparso
accanto a Carlisle, e sembrava fosse lì da sempre. Sam Uley
sobbalzò, e si
vergognò l’istante dopo di averlo fatto.
‘Se vuoi conoscere il discendente di Eprhaim, è la tra i boschi, e sarebbe felice di incontrarti. Ma noi rispettiamo la parola data. Siamo persone perbene’ borbottò Sam, a disagio.
‘Ti sembra che noi non lo siamo stati, Uley? Per 50 anni ed oltre?’ intervenne Carlisle, sulle spine. Mentire non gli si addiceva.
‘Non credo che vi si possa definire… persone’, sibilò Sam.
‘Adesso basta, siamo stanchi delle offese e delle accuse, signor cane randagio’ Questo era Emmett, e il suo aspetto era tutt’altro che rassicurante. La grossa mole e i denti scoperti lo rendevano terrificante anche ai 10 paia d’occhi che lo spiavano dalla foresta. ‘Quando avrai la prova che abbiamo banchettato con Bella Swan, torna. Ti aspettiamo. Ti aspetterò io personalmente’
Sam Uley non raccolse la sfida, e diede le spalle ai Cullen. Disse ancora: ‘Ricorda, dottor Cullen’, e sparì diretto nel folto dei boschi.
‘Come sapevi la storia del capo alfa, fratello?’, chiese Emmett ad Edward mentre raggiungevano la cantina, dove Bella era rimasta tranquilla, sorvegliata da Alice. ‘Leggo nel pensiero Emmett, ricordi?’ sorrise Edward.
Il sorriso gli morì sulle labbra quando vide le condizioni in cui versava l’unica persona, nel raggio di chilometri, di cui non riusciva a conoscere la mente.