- Non so cosa vi abbia ispirato, se il titolo o l'introduzione che ho messo, o se non sapevate proprio cosa fare, e avete aperto questa storia...
- Qualsiasi cosa vi abbia fatto decidere di aprire la pagina, sarà soggetto della mia gratitudine ;)
- E' la mia prima fan fiction, i cui personaggi sono Edward e Bella, e spero davvero non vi deluda..nel caso, abbiate pietà di me!
- Non credo saranno fedelissimi ai personaggi della Meyer, di solito tendo spesso a rendere miei i personaggi, mentre scrivo..cercherò comunque di renderli almeno verosimili. :)
- Buona lettura!
- Amore Oltre Il Tempo
- ..
- Capitolo
1
- Visioni
- «Andiamo, Bella!» Alice sbuffò,
incrociando le braccia al petto, e fissando l’amica con un cipiglio
esasperato.
«Quell’abito è fantastico!»
- Ma Isabella Swan, testarda fin
nel
profondo, non ne voleva sapere.
- Era troppo
attillato quel vestito, se tale si poteva chiamare date le
dimensioni da salvietta da bidet, e poi, andiamo, il rosso le stava
proprio
male addosso.
- «Sono sicura che ti starà bene!
E
poi è Gucci!» insistette la vampira minuta.
- «No, Alice! No, no e no!» Bella
sbatté i piedi a terra, imbronciandosi. «Non m’interessa se è Gucci, è
troppo
corto! E sai, a Forks non fa
particolarmente caldo. » sibilò Bella con sarcasmo pungente, fissandola
con
un’occhiata truce.
- «Serve aiuto? » s’intromise la
commessa, gentilmente.
- «NO!» sibilarono le due amiche,
senza smettere di uccidersi con gli occhi, e dopo quel tono poco
cordiale la
povera ragazza si defilò.
- «Bella, non è affatto corto! Ti
arriva appena sopra al ginocchio! » disse Alice, cercando di essere
persuasiva.
- «Tu non hai la misura del
corto!» esclamò
Bella, esausta.
- Erano due ore, DUE ORE!, che
litigavano sullo stesso capo d’abbigliamento.
- Ma Bella non aveva intenzione
d’arrendersi, non adesso. Era paziente, ma aveva un limite ben netto. E
Alice
aveva superato decisamente quel limite.
- «Isabella Marie Swan, ti ordino
di
provare quel vestito assolutamente magnifico!» Alice fissò dritta
dritta
l’amica negli occhi marroni, con i suoi, ambrati.
- «No! » Bella non voleva
provarlo,
perché avrebbe significato poi doverlo comprare. Ma perché prenderlo,
se poi
non l’avrebbe affatto usato? Sarebbe rimasto chiuso nell’armadio ad
ammuffire,
insieme a tutti gli altri vestiti che le aveva regalato - o obbligata a
comprare Alice. Oppure, li avrebbe dati in beneficenza, o se proprio,
riciclati
e regalati alle sue amiche per il compleanno… Jessica avrebbe fatto
carte false
per uno di quei vestiti.
- «Solo per vedere come ti sta,
daii!» la nana malefica tirò in fuori il labbro inferiore, e sbatté le
ciglia
convulsamente. A Bella, parve che gli occhi dell’amica si fossero
sciolti,
talmente erano dolci.
- E venne alla conclusione che
non
avrebbe avuto scampo nemmeno quella volta, contro quella vampira
dittatrice.
- Acconsentì con un grugnito;le
strappò di mano l’abito e si rinchiuse nel camerino.
- La ragazza si guardò allo
specchio,
dopo aver indossato il capo rosso: si sentiva in imbarazzo solo a
vedersi, non
era proprio l’abito adatto a lei. Si vergognava solo ad averlo provato:
era
davvero troppo corto. Le conferiva una certa aria da…donna di facili
costumi?,
e questo le spiaceva.
- E poi, se l’avesse vista
Edward… no!
- Si cambiò nuovamente, senza
nemmeno
dare soddisfazione ad Alice.
- «Passiamo al prossimo, ti
prego. »
sospirò, ridando il mini vestito in mano all’amica.
- Lei acconsentì, annuendo poco
convinta: «Non mi dai mai soddis… ».
- Non finì la frase, mentre il
suo
sguardo si faceva vitreo: stava avendo una visione.
- Bella la scosse più e più
volte.
- «Alice, Alice che hai visto?»
le
chiese, ansiosa.
- Alice riprese coscienza di sé
stessa, ma era troppo stupita per dare una parvenza di normalità.
- Era troppo felice!
- La ragazzina incominciò a
saltare,
dopo interminabili minuti in cui era rimasta come pietrificata. Batteva
le
mani, come una bambina, e faceva urletti spacca timpani.
- Si sentiva particolarmente su
di
giri: la sua visione doveva avverarsi.
- Era una promessa.
- «Alice! » Bella la strattonò, e
la
vampira tornò con i piedi per terra, nel vero senso della parola.
Finalmente
aveva smesso di saltare come una tarantolata.
- «Ma si può sapere che ti è
preso?
Cos’hai visto? »
- «Amica mia…» sospirò, sognante.
Bella non si fidava troppo della sua migliore amica, sapeva bene quanto
fosse
una brava attrice. «Jazz mi vuole fare una proposta di matrimonio, la
cinquantesima. » mentì. «Su, abbiamo ancora molto da fare! » trillò poi
la
vampira.
- Partì alla carica, con una meta
ben
precisa. Nella sua visione, Bella indossava un bellissimo vestito blu.
E le
donava particolarmente. Talmente tanto da renderla adorabile, e nel
complesso,
terribilmente irresistibile agli occhi di Edward. Ma doveva sbrigarsi.
- «Stasera esci con mio fratello
vero? » chiese per sicurezza.
- Bella annuì con vigore: «se non
finirò in carcere per averti dato fuoco, sì.» Alice finse di non aver
sentito,
e sorridente uscì dal negozio, per entrare in quello di fronte.
- E siamo a trentacinque… pensò Bella, mentre il
campanellino annunciava il loro ingresso.
- «Benvenute! » dissero
all’unisono
le due commesse alla cassa, vedendole entrare. I loro occhi brillarono,
e a Bella
parvero dei cagnolini di fronte ad un osso.
- Se fosse stato per loro, pensò
Isabella, avrebbero steso il tappeto rosso al passaggio di Alice.
Ovvio,
avevano capito che la vampira fosse una persona terribilmente chic…
nonché una
figura terribilmente incurante di spendere centinaia di dollari.
- Alice partì in quarta verso un
reparto del negozio, e ciò insospettì Bella, che la seguì con più
calma.
- «Ecco! » Alice era entusiasta
di un
particolare vestito blu, che mostrò a Bella. Lei, dal canto suo,
dovette
ammettere che il capo era davvero molto bello.
- «Provalo, provalo! » incitò
l’amica. Isabella lo fissò ancora un po’. Chissà se sarebbe piaciuta ad
Edward,
con indosso quello.
- «Sicuramente, tesoro. Cadrà ai
tuoi
piedi! » Alice la rassicurò in parte, anticipando la sua muta domanda.
- Bella s’accigliò;l’
iperattività di
Alice, il suo entusiasmo, erano riconducibili alla visione. La cosa la
insospettiva sempre di più.
- Isabella provò il vestito blu,
constatando che stava pure bene.
- Guardò il prezzo, decisa a
comprarlo.
- Ma quando le vennero le
vertigini
per i tanti zeri, tutta la sua sicurezza scemò. Uscì dal camerino, e
Alice
fischiò, intanto che Bella girava su sé stessa, per mostrarsi
all’amica.
- Tanto stasera non ti servirà a
molto, quel vestito… Alice sorrise del suo pensiero.
- «Stai da Dio! Devi per forza
averlo! »
- Una smorfia apparve sul visetto
a
cuore di Bella: «Non mi pare il caso, Alice… nemmeno il presidente ha
tanti
soldi… » disse sconsolata.
- Alice sbuffò: «ti piace? »
- «Si ma.. » cercò di dire Bella.
- «Bene, te lo compro io.»
dichiarò Alice,
stringendosi nelle spalle.
- «Ma no, Alice! »
- «Sssh! Consideralo come un
regalo
di compleanno! » a quel punto, Bella desistette.
- Poi rabbrividì, all’idea che il
giorno dopo sarebbe invecchiata d’un anno.
- Non era, ovviamente, una di
quelle
ragazze fissate con le zampe di gallina o robe della serie; l’unica
cosa che la
faceva star male era diventare un anno più vecchia del suo immortale e
immutabile ragazzo vampiro, con le sembianze perenni di un affascinante
diciassettenne.
- Alice pagò con la sua carta di
credito, e poi tutta soddisfatta uscì dal negozio. Le commesse, dietro,
le
facevano gli inchini. Con quella spesa, erano a posto per i prossimi
cinquant’anni, potevano licenziarsi, comprarsi una villa alle Bahamas e
prendersi
tutte le auto sportive che volevano. Pateticamente incredibile.
- Dopo aver acquistato anche le
scarpe abbinate, tornarono finalmente a casa.
- Alice la preparò per l’uscita
con
Edward, e le fece indossare l’abito blu. Le acconciò i capelli in una
pettinatura tutta complicata, ma le spiegò, molto semplice da disfare.
- Erano passate tre ore buone, e
si
trovava in salotto, insieme a Esme, che le faceva i complimenti per il
vestito,
Emmett che la prendeva in giro, e Rosalie, che la ignorava
semplicemente.
- Alice era rimasta muta, non
aveva
riso nemmeno alle battute del fratello, come faceva di solito. Rimaneva
in
silenzio, e gongolava felice come non mai, pensando alla visione che
aveva
avuto.
- Quando sentì l’auto di Edward
svoltare nell’imboccatura sterrata per casa loro, la folletta cominciò
a
pensare ad altro, come all’inno francese, ai versi di Romeo e Giulietta
in
inglese antico, e migliaia di vestiti di marche famose, capaci di far
venire il
mal di testa- ovvio, metaforicamente parlando- a Edward.
- Il vampiro aveva subito capito
che
la sorella gli nascondeva qualcosa, ma era troppo ansioso per l’uscita
romantica con Bella, per indagare su cosa Alice gli nascondesse.
- Parcheggiò la Volvo davanti a
casa,
ed entrò come un fulmine. Quelle ventiquattro ore senza di lei erano
state
infinite, e nonostante sapesse che la sua Bella era sotto la protezione
di Alice,
non era riuscito a stare calmo. Forse era proprio il fatto che l’avesse
lasciata nelle grinfie della sua sorella psicopatica, a lasciarlo ancor
più preoccupato.
- Edward si materializzò a
velocità
vampiresca nel bianco salone della bianca villa Cullen, e rimase
paralizzato
appena posò lo sguardo su Isabella.
- Incredibilmente, nelle sue
orecchie
sentì un battito assordante, il battito del cuore della sua Bella, come
se
quello battesse anche per il suo, ormai fermo da un secolo, e si sentì
terribilmente umano, volubile, vittima del languore.
- Davanti a lui, c’era una figura
celestiale: un angelo.
- Non l’aveva mai guardata così.
- «Bella… sei.. sei splendida.. »
inghiottì
a vuoto un fiotto di veleno, battendo le palpebre come per accertarsi
di essere
sveglio e di non star sognando.
- Che stupido; i vampiri non
potevano
dormire, Bella era vera. Era sua.
- Quella consapevolezza lo colpì
violentemente.
- Intando Bella si sentiva andare
a
fuoco, di fronte a quello sguardo famelico
di Edward. Uno sguardo che non gli aveva mai visto sul viso, nemmeno il
primo
giorno in cui era andata alla Forks High School e avrebbe voluto
ucciderla e
bere il suo sangue.
- C’era qualcosa di diverso, in quelle pupille, ma non c’entrava
- l’appetito verso il suo
sangue.