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Autore: HHS_892    07/04/2010    2 recensioni
Proviamo a prendere l'universo infantile di Keroro e trasformarlo in qualcosa di più concreto senza mutare i personaggi, eliminiamo gli stereotipi e aggiungiamo delle caratteristiche reali. La surreale famiglia Hinata si trasforma in una famiglia concreta che, nonostante i problemi, mantiene quella spensieratezza immutabile, e gli alieni Keroniani in spietati alieni distratti, disorientiati, maldestri, ma pur sempre invasori.
Riportata una modifica all'interno della storia.
Genere: Commedia, Azione, Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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La folla era in festa, da lì a poche ore sarebbero partiti i valorosi soldati che avrebbero conquistato il pianeta Pekopon, tutti fremevano per questo avvenimento, perché sarebbe stato il più discusso in tutto l’universo.

Il pianeta Pekopon era un pianeta preistorico, con forme di vita poco evolute e dalla bizzarra vegetazione, si dice che i suoi abitanti siano talmente regrediti da distruggere i loro stessi territori.

«Tsè, sarà un gioco da girini.» urlarono a gran voce i presenti in preda ai festeggiamenti.

A coordinare le azioni dei suoi subordinati c’era il sergente Keroro, uno dei più eccellenti sergenti dell’esercito Keroniano, nonché figlio di uno dei più potenti combattenti di tutti i tempi. Il sergente Keroro non era conosciuto solo per la sua crudeltà,  ma anche per i suoi discutibili vizi, tra cui la pigrizia cronica.

«NON ANDRAI MAI DA NESSUNA PARTE!» queste erano le parole del padre che si ripetevano nei ricordi del giovanissimo Keroro ogni volta che partecipava alle prime missioni come soldato semplice, ma è grazie a quelle dure parole che è diventato ciò che è ora.

«Gunso-san! Sono lieto di fare la sua conoscenza desu!» Tamama era il più giovane del gruppo, fin dall’inizio dei preparativi aveva osservato a distanza i suoi superiori, ma non aveva mai osato avvicinarsi al sergente fino a quel momento.

«Tu sei..?»

«Il soldato semplice Tamama desu!» il sergente non si degnò di guardarlo negli occhi, ma il piccolo Tamama tradusse il gesto come un atteggiamento “cool”.

Poco più in là, seduto sul suo sedile, il caporale Giroro lucidava il suo fucile, era fermamente convinto che la prima cosa da fare una volta a Pekopon sarebbe stato far capire fin da subito chi comanda. Non era un tipo molto allegro, soprattutto dopo le numerose battaglie vissute al limite della sopravvivenza e per la perdita di numerosi amici.

«Kukuku…»

«Mhm..? Ma che ti ridi?»

«Ci sarà da divertirsi. Kukuku.» borbottò il sergente maggiore Kururu mentre si posizionava per la partenza. Era un tipo bizzarro, sempre con uno strano ghigno stampato sul volto. Nessuno sapeva qualcosa sulla sua vita privata o sul suo passato. Tutti però sapevano che non era un tipo molto affidabile, se non solo nelle missioni, visto che nel tempo libero si divertiva ad architettare scherzi di pessimo gusto arrivando addirittura a rovinare la vita ad alcune delle sue vittime.

Era arrivato il momento di partire, tutti erano nelle proprie postazioni di partenza, la folla continuava a festeggiare augurando al plotone “Grandi Manovre” di tornare vittoriosi. Loro, invece, si auguravano solamente di tornare il più presto possibile, sarebbe stato un gioco da girini, li avrebbero studiati e dopo li avrebbero soppressi, tutti. L’unico a non pensarla così era il soldato scelto Zeroro.

Zeroro era seduto sul suo sedile, pensava seriamente che non ce l’avrebbero fatta, almeno non immediatamente. Aveva brutti presentimenti e lui era un esperto nel sentirli. Non è mai stato sicuro di se, alla notizia che avrebbe partecipato alla missione più importante della sua vita si sentì mancare «Non ci credo! Insieme a Keroro-kun e a Giroro-kun, come ai vecchi tempi!» pensò in quel momento entusiasta, solo dopo pochi minuti che si videro si accorse che poi, in passato, la loro compagnia non era così presente. La sua posizione era all’estremità destra della parte anteriore della  navicella, alla sua sinistra il soldato semplice Tamama, poi Giroro e infine Kururu. La postazione di Keroro, invece, si trovava su un piano molto più rialzato proprio dietro di loro.

Azionarono i motori. Finalmente arrivò il momento di partire. Il plotone fremeva per l’emozione, chi più e chi meno, per affrontare un pianeta totalmente diverso da quelli visti fino a quel momento. Tutte le convinzioni per un attimo svanirono, per poi ritornare più presenti che mai.

«kerokerokero, questo è il momento che stavamo aspettando. Keroniani, è il momento di tenere alta la bandiera di Keron! Non voglio sconfitte, solo vittorie. Sergente Maggiore Kururu, una volta a Pekopon vorrei il suo aiuto per studiare i pekoponiani e le altre forme di vita presenti. Caporale Giroro, si tenga pronto per organizzare le armi a nostra disposizione, li tenga pronti per ogni necessità. Soldati! Da voi esigo il massimo impegno. Ke-kero!»

«Si!» risposero in coro.

***

Dopo giorni e giorni finalmente il plotone avvistò il Pianeta Pekopon. La gioia dei presenti era grande, non gli importava dove potessero atterrare, infondo i pekoponiani erano tutti uguali, no?

«Gunso-san, stiamo per far contatto con l’atmosfera pekoponiana, desu.» disse Tamama emozionato.

«A quanto pare l’atmosfera pekoponiana è molto diversa da quella alla quale siamo abituati, potremmo recare guasti ai motori e non solo. Kukuku!!» il sergente maggiore lo trovava dannatamente divertente.

«Bene, prendiamo le giuste precauzioni ed il gioco è fatto.» commentò Keroro infilando un dito nel naso con nonchalance.

La navicella iniziò a tremare esageratamente, la pressione e la temperatura stavano aumentando sempre di più facendo perdere la stabilità all’astronave. Anche la condizione del plotone stava peggiorando, infatti i Keroniani non riescono a sopportare una temperatura così alta, per non parlare della forza di gravità aumentata almeno per due volte.

Nonostante la navicella fosse costruita con materiali altamente tecnologici, a quanto pare gli ingegneri non avevano fatto i conti con l’ambiente di Pekopon sottovalutando qualsiasi aspetto del pianeta.

Il sergente maggiore Kururu, con molta tranquillità(e fatica) si alzò dalla sua postazione per entrare nella cabina del motore centrale, dopo pochi istanti la navicella ricominciò a prendere stabilità.

«Cos’è successo?!» domandò il sergente Keroro in preda al panico.

«Kukuku… niente di grave, c’era qualche piccolo intoppo nel motore centrale.»

Il plotone fece un sospiro di sollievo, in lontananza avvistarono un isola, decisero che quello sarebbe stato il luogo perfetto per iniziare l’invasione, attivarono l’Anti Barrier diventando invisibili.

***

Dalla finestra il cielo era così tranquillo e limpido che la scuola prendeva sempre più una forma di prigione nella mente di tutti gli studenti. La primavera era da poco arrivata e con lei anche il nuovo anno scolastico. Fuyuki sospirò serenamente, non vedeva l’ora di dichiarare aperto il suo club dell’occulto di cui era preside e unico iscritto.

«Non sarebbe fantastico parlare con un fantasma?» pensò mentre fantasticava di visitare luoghi sconosciuti, case stregate, templi maledetti…

 Purtroppo lo stesso entusiasmo non lo condivideva Natsumi, che annoiata ascoltava la lezione fissando gli scarabocchi sul suo blocco appunti. I suoi pensieri erano confusi, disegnava spirali fino a consumare la punta della matita, che prontamente temperava per continuare a torturare il povero foglio. Pensava a ciò che avrebbe fatto una volta a casa, pensava che al suo arrivo non avrebbe trovato altro che il fratello e i compiti per casa. Per un attimo si pentì di aver abbandonato le lezioni di judo.

Le vennero i brividi lungo la schiena, trattenne un gemito di spavento. Che cos’era quella strana sensazione? Alzò la mano e chiese al professore di inglese il permesso per uscire fuori dall’aula.

***

«Kerokerokero!» il sergente emise una risata «abbiamo aspettato a lungo e adesso è giunta l’ora per l’invasione!» esclamò balzando dal sedile.

«Gunsou-san… non per disturbarla, ma… c’è un problema ai motori…»

«Kero..? KEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEROOOOOOOO???!!!»

La navicella cominciò a perdere quota.

«Sergente Maggiore! Avevate detto che era un piccolo inconveniente!»

«Kukuku, mi sarò sbagliato, dazeee!» esclamò soddisfatto.

Il plotone cercò di prendere tutto quello che si poteva salvare, decisero in unanimità di abbandonare la navicella e cercare materia prima per ripristinarla. «Sarà un gioco da girini.» dissero alla partenza, ma ora quella frase era come scomparsa dalle loro menti.

L’equipaggio si preparò a salire su delle piccole navicelle per abbandonare l’astronave, ma ad un tratto il sergente Keroro emise un gridolino di terrore.

«Kero! La Kero-ball!!» scese dalla “pseudo scialuppa” e prese una sfera posta sul sedile.

In quel momento furono costretti ad uscire dall’astronave appena un attimo prima dello schianto al suolo.

L’onda d’urto fu talmente potente da provocare una crepa al suolo facendo sollevare una vistosa nube di polvere.

Il plotone fu spazzato via.

 

Ringrazio tutti coloro che hanno letto la mia storia, ma soprattutto Pikachu4ever per la recensione, sono molto contenta e spero di non deludere.

Al prossimo capitolo!

  
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