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Autore: Elanor89    08/04/2010    1 recensioni
Elena Dumont è una bella vampira, una donna in carriera e di successo, ma la sua diffidenza l'ha sempre condotta per strade solitarie, lontana dai suoi simili nei quali non riesce più a riporre fiducia... Accadrà tutto in una notte: il destino mescolerà le carte in gioco e lei dovrà imparare a fidarsi di nuovo per sopravvivere... Ma quando la fiducia non sarà più sufficiente, quando ogni segreto verrà svelato, riuscirà a fuggire da un passato terribile che torna sempre a bussare alla sua porta?
Genere: Generale, Romantico, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Capitolo XII

(Elena)

 

 

 

Vagavo con lo sguardo ticchettando con le dita sul bracciolo della mia sedia a ritmo della melodia che riempiva la sala. Un quartetto jazz suonava su un leggero rialzo in fondo alla stanza, i membri del gruppo vestiti in modo elegante, pettinati all'indietro come gentiluomini d'altri tempi. Il cantante aveva una voce piacevole, il pianista aveva un tocco delicato e molto personale. Eppure cominciavo a spazientirmi.

Erano passati diversi minuti da quando Chris si era allontanato verso il bar e non aveva ancora fatto ritorno. La musica copriva ogni suono, impedendomi di cercare la sua voce, e non riuscivo neanche a vederlo tra la folla che si era radunata al centro della pista da ballo. L'atmosfera era accogliente, ma una strana irrequietudine mi aveva colto, lì, seduta al mio posto. Avevo come uno strano presentimento...

Mi alzai in piedi, sistemandomi il vestito che Chris mi aveva regalato e dirigendomi verso il bancone di legno lucido che costeggiava un lato della sala. Lo trovai quasi subito, nel suo vestito nero di Armani, chinato verso qualcuno al suo fianco che rimaneva coperto dai corpi che ostacolavano il mio sguardo.

Mi avvicinai a passo lento ma sicuro, guardando il suo sorriso un pò troppo tirato, mentre una morsa mi stringeva lo stomaco, facendomi serrare i pugni.

Una ragazza dai capelli lunghi e rossi, con un elegante vestito nero, guardava Chris con aria possessiva. Sembrava volesse condurlo in una camera d'albergo e saltargli al collo... Rallentai il passo per guardarla meglio.

I suoi occhi verdi erano intensi, profondi, contornati da un velo di trucco, e lo guardavano socchiusi, ammiccanti. Aveva le gambe sensualmente accavallate, il corpo proteso verso di lui, mettendo in mostra la generosa scollatura.

Ma non fu la sua bellezza a disturbarmi, nè il suo atteggiamento disinibito. Lei era una di noi, una cacciatrice. E in quel momento aveva scelto la preda sbagliata.

Mi avvicinai a Chris, seduto su uno sgabello, e gli accarezzai un braccio, mentre evitavo volutamente di rivolgermi all'altra.

- Eccoti...- dissi, guardandolo dritto negli occhi e sorridendogli amorevole. Sapevo che avrei catturato la sua attenzione. Il suo sguardo si incatenò al mio, luminoso, mentre mi circondava la vita con un braccio.

- El, ti presento Lexie... una mia vecchia conoscenza...- disse, senza smettere di guardarmi.

- Lexie, lei è Elena...- mi introdusse, poi. Io tesi la mano verso la donna di fronte a me, che la strinse veloce per poi scrutarmi con attenzione, soffermandosi sul viso, sui miei fianchi. Un'espressione soddisfatta si dipinse sul suo viso quando i suoi occhi caddero sul mio anulare sinistro, privo di qualsiasi ornamento. Sentivo l'ostilità crescere in misura esponenziale, mentre continuava a scrutarmi senza pudore in cerca di dettagli che le confermassero le sue supposizioni. Sorrisi al pesiero di essere esattamente dove lei avrebbe voluto, appoggiandomi al petto di Chris.

- Tesoro, sono anni che non ci vediamo... - cinguettò lei, tornando a rivolgersi all'uomo alle mie spalle - Non ricordo nemmeno quanto tempo è passato dell'ultima volta in cui abbiamo trascorso una serata delle nostre...- disse lei, allusiva, spostandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio. Odiavo il suo modo di parlare estremamente allusivo, il modo in cui lo spogliava con gli occhi.

- Sei qui per lavoro?- chiese lui, neutro.

- Si, ho un servizio fotografico tra qualche giorno...- rispose lei – Tu invece cosa ci fai in Europa? Dev'essere un cliente speciale...-

- Niente lavoro, per fortuna... Siamo qui in vacanza...- disse Chris, stringendomi più forte a sè.

- Devi essere molto stressato: il mio Christian Grey non ne ha mai presa una!- ribattè, sottolineando l'aggettivo. Mi rivolse uno sguardo di sfida, ma non mi scomposi, sebbene sapessi cosa stava cercando di fare. Le mie mani si intrecciarono a quelle di Chris, intorno alla mia vita.

- Parigi val bene un'eccezione!- rispose lui, calmo – Mi ha fatto piacere vederti, Lex...-

- Ti offro da bere, domani sera... Così chiacchieriamo un pò...- propose lei, usando volutamente il singolare.

L'avrei uccisa, prima o poi, ne ero certa. E avrei ucciso anche Chris se avesse osato accettare.

- Ti faccio sapere...-

- Il mio numero lo conosci...-

Si alzò in piedi per baciarlo, lasciando una scia del suo lucidalabbra all'angolo della bocca di Chris. Poi mi rivolse uno sguardo affilato. Il veleno mi invase la bocca.

- Arrivederci, Elena...-

Si allontanò ancheggiando lievemente, mentre metà degli uomini in sala le guardavano il fondoschiena. Chris mi sollevò il viso con una mano, facendomi voltare a guardarlo.

- El...- iniziò – Mi dispiace... Lexie sa essere davvero odiosa quando vuole...-

- Una vodka con ghiaccio!- ordinai secca al barista, voltando la testa. Lui annuì.

- El...- mi richiamò Chris.

- Che c'è?- risposi fredda.

- Non vedevo Alexandra da anni. Non arrabbiarti...- disse, con voce dolce.

- Siete stati insieme?- chiesi, diretta.

- Non siamo mai stati una coppia...- rispose lui, cercando le mie mani – Ci siamo solo frequentati per un pò...-

Chiusi gli occhi nel tentativo di calmare la furia omicida che mi incendiava le vene e mi faceva scorrere il veleno veloce sulla lingua.

Il pensiero delle sue mani su di lei, delle labbra di Lexie su di lui, mi faceva fremere di rabbia.

Immaginavo con chiarezza la scena nella mia mente: loro due insieme in un letto sfatto, i loro corpi intrecciati...

Il bicchiere che stringevo tra le mani andò in frantumi. Riaprii gli occhi, mentre il barista mi scrutava preoccupato.

- Mi dispiace...- disse – Glielo rifaccio subito...- aggiunse, asciugando la vodka ghiacciata dal bancone.

- Piccola, calmati...- disse Chris, accarezzandomi il viso.

- Perchè vi siete lasciati?- chiesi, incapace di trattenermi.

- La fedeltà non è mai stata il suo forte...- rispose, serio.

Lo guardai negli occhi, ferita, mentre mi allontanavo da lui, diretta verso il nostro tavolo, per recuperare il cappotto e andare via. Non so cosa avrei preferito mi dicesse: che l'aveva lasciata lui, magari, che aveva capito che non erano fatti per stare insieme... ma la sua espressione seria mi preoccupava. Lei lo aveva tradito e lui c'era stato male. Doveva averla amata. Quel pensiero mi fece ribollire il sangue.

Avevo bisogno di camminare, di sfogare quel folle bisogno di squartare, uccidere e smembrare quella dannatissima donna. Chris mi acchiappò prima che potessi fare un passo, stringendomi un polso nella sua presa ferrea.

- Dove vai?- mi chiese.

- Lasciami!- mormorai.

- No!- si oppose, prendendomi il viso tra le mani – Elena, calmati adesso! Non puoi scappare così per qualcosa che non è in mio potere di cambiare...-

- Non andrai da nessuna parte con lei... Non la chiamerai!- dissi, irremovibile.

- Certo che no!- rispose, serio.

Lo fissai per un attimo, confusa, mentre le sue parole facevano breccia nella mia furia.

- Stasera ti ho portata qui per un motivo... Prima che Lexie facesse la sua comparsa, rovinando terribilmente l'atmosfera, volevo chiederti qualcosa di importante...-

Sentivo la mia rabbia smontarsi, mentre le sue mani mi accarezzavano le braccia nude, scendendo fino a prendere le mie mani.

Si portò la sinistra alle labbra, incatenando il mio sguardo al suo.

- Non qui, però...- mi sussurrò.

Lasciò una banconota al barista, mentre mi conduceva al tavolo e mi faceva indossare il soprabito. Infilò il cappotto, e mi guidò verso l'uscita. C'era freddo, lo sentivo attraverso la seta leggera che mi copriva la pelle mentre camminavamo verso l'albergo, allacciati l'uno all'altra.

Ci vollero pochi minuti, ma mi sembrarono un'infinità.

La mia rabbia non si era dissolta del tutto e i miei pensieri mi tormentavano. In quel momento volevo solo cancellare l'immagine di lui e Lexie dalla mia mente.

Mi ero illusa di poter continuare ad ignorare il suo passato, di poter rimanere all'oscuro di tutto, ma la verità aveva sempre un modo strano di farsi avanti. Come sempre quando desideravo qualcosa di troppo ardito i miei timori trovavano sempre il modo di materializzarsi, rendendomi la vita impossibile.

Quella Lexie era il mio peggior incubo: bella, affascinante, e facile. Sapevo cosa l'aveva spinta tra le braccia di Chris, ciò che non capivo era come avesse fatto lui a lasciarsi abbindolare. Le sue allusioni risuonavano alle mie orecchie come una sfida aperta, mi avvelenavano la mente, togliendomi lucidità, ma non avrei permesso che mi rovinassero la serata.

Chris era mio, quella serata era solo per noi e lei non era altro che un incidente di percorso. Almeno era ciò che mi sforzavo di credere.

- Piccola, basta...- mi pregò lui, aprendomi i pugni. Eravamo arrivati alla porta della nostra camera, e non avevo ancora recuperato la calma.

Mi fece entrare in stanza, ancora al buio e mi fece togliere il cappotto. Stavo per allontanarmi da lui, diretta alla finestra, quando mi afferrò per un braccio e mi strinse a sè. Non lottai, ma rimasi rigida per un attimo prima di rispondere a quel contatto.

Le sensazioni che mi suscitava erano capaci di annullare la mia rabbia, di relegarla ad un angolino della mia mente tanto piccolo quanto lontano. Le sue labbra si posarono sulle mie mentre le sue mani percorrevano la mia schiena, lasciando scie di fuoco al loro passaggio.

Mi prese in braccio, appoggiandomi al muro alle mie spalle, il suo corpo contro il mio, mentre le sue mani mi sollevavano l'orlo del vestito per accarezzare le mie gambe. Le sue labbra si spostarono di lato, attraverso la mia gola, fino al mio orecchio.

- Voglio solo te, per sempre...- mi sussurrò, accarezzando la mia pelle con la punta del naso. Mi guardò dritta negli occhi, con lo sguardo velato dalla passione.

Rimase in silenzio per un attimo mentre reclinava indietro la testa, dandomi libero accesso alla sua gola. Il mio stomaco si aggrovigliò e la mia coscienza tornò lucida per un attimo mentre prendevo consapevolezza di ciò che stava accadendo.

Si stava donando a me...

Christian aveva scelto me. L'enormità di quello che stavo per fare mi fece tremare per un attimo, mentre lui mi stringeva più forte, sbottonandosi il colletto della camicia con una mano. Lo allontanai da me, mentre sul suo viso si dipingeva un'espressione incredula. Mi aiutò a rimettermi in piedi, ne approfittai per spostarmi da lui quanto bastava a chiarirmi le idee.

Cosa gli saltava in mente? A me? Legarsi a me?? Lo amavo, certo, ma ero disposta a negargli la sua libertà per sempre? Potevo assicurargli fedeltà eterna?

Sapevo perchè lo stava facendo: Chris era fatto così. Doveva proteggermi e sospettavo che quell'idea gli balenasse in mente già da diverso tempo. Sapeva che se mi fossi unita a lui Victor non avrebbe potuto reclamarmi. Dopo quella sera poi, voleva dimostrarmi di essersi lasciato il passato alle spalle. Ma io potevo chiedergli di rinunciare alla sua vita?

No, non lo avrei permesso. Lo amavo, lo volevo con tutta me stessa, ma non lo avrei permesso, non per quelle ragioni, non per paura...

- Cosa c'è che non va?- mi chiese. Lo cercai con lo sguardo. Si era appoggiato alla parete e mi guardava camminare nervosamente avanti e indietro, paziente.

- Non puoi farlo...- risposi, tormentandomi il vestito.

- El... io ti amo...- rispose semplicemente. Scossi la testa.

- Non puoi rinunciare a tutto...-

- Ti sto offrendo la mia vita... E' già tua, che tu lo renda ufficiale o no...-

- Non si torna indietro, Chris...-

- Di che hai paura?- mi chiese – Di stancarti di me?-

La sola idea era ridicola, ma il fatto che la stesse realmente considerando mi faceva andare nel panico.

- E' questo che pensi?- lo accusai. Era assurdo, non aveva senso.

- Cosa dovrei pensare?-

Provai a leggere la situazione della sua prospettiva. Lo avevo rifiutato, lo avevo allontanato da me... anche se per il suo bene. Al suo posto mi sarei sentita tradita e probabilmente non avrei avuto il coraggio di guardarlo in faccia. Lui invece era lì, immobile, con gli occhi nei miei.

- Chris...- mi avvicinai, prendendo il suo viso tra le mani – La mia sola preoccupazione è che tu lo faccia per le ragioni sbagliate...-

Lui mi prese le mani nelle sue, mesto.

- E quale sarebbero le ragioni giuste per compiere un passo del genere?-

- Sicuramente non la paura o la preoccupazione che Vic possa legarmi a lui contro la mia volontà...-

- Non ho pensato a Victor nemmeno per un istante... Attribuisco troppo valore a questo gesto per relegarlo ad uno scopo così contingente... E ho troppa fiducia in noi per credere che sia l'unica strada percorribile per tenerti lontana da lui...- mi rispose, duro – Ma se non sei pronta, se ho affrettato troppo le cose... ti chiedo scusa...-

Mi sentii crollare il mondo addosso: davvero si preoccupava per quello??

- Christian – usai volutamente il suo nome per intero, per dimostrere la sicurezza dietro la mia affermazione – Io... certo che sono pronta... Io ti amo...- sussurrai. Era la mia prima volta.

La prima volta in cui affermavo con assoluta convinzione di amare qualcuno. Anzi, no, la prima volta in assoluto in cui provavo quella sensazione distintamente dentro di me, al punto da riuscire ad identificarla in quelle parole che prima di incontrarlo mi erano parse prive di senso.

Lui mi guardò sorpreso, prima di stringermi tra le sue braccia.

Mi baciò con ardore, mentre mi raggomitolavo conto di lui, con il respiro sempre più corto.

Lo sentii togliersi la giacca, mentre mi guidava lentamente verso il grande letto al centro della stanza. Mi ritrovai tra le lenzuola, avvolta nel suo abbraccio, incapace di ricordare come ci fossi arrivata.

Chris mi guardava dritto negli occhi, l'emozione mal celata nello sguardo. Mi passai la lingua tra i denti affilati, mentre dalla sottile ferita cominciava a farsi largo una goccia di sangue.

Ne sentii il sapore prima che le sue labbra ritrovassero le mie, cancellando qualsiasi sensazione che esulasse da quel contatto semplice e intimo, che si approfondiva col passare dei secondi. Il mio gesto lo sosprese, ma non mosse alcuna obiezione. Sarei stata sua, solo sua per sempre. E, a dispetto di ogni dubbio che avesse mai sfiorato la mia mente nei giorni precedenti, seppi di voler appartenere all'uomo che mi teneva tra le braccia, di aver compiuto la mia scelta. Gli donavo me stessa, spontaneamente.

Le sue mani mi aiutarono a togliere il vestito, le mie sbottonarono la sua camicia, indugiando sulla sua pelle rovente a contatto con la mia.

Il resto perse consistenza, mentre i nostri corpi si ritrovavano. Non ci furono nessuna Lexie, nessun Victor, nessun amante senza volto, solo noi, le nostre anime nude. Le sue labbra assaporarono il sapore del mio sangue, il suo veleno lenì il taglio leggero che le sue labbra avevano accarezzato a lungo.

Non ebbi esitazioni quando al culmine del piacere mi offrì nuovamente il suo collo. Mi strinsi più forte a lui mentre con un bacio affondavo i denti nella sua pelle.

Non ci fu veleno, nè sete. Ogni suono si spense, ogni percezione venne annullata da quella sensazione di estasi paradisiaca che non avevo mai provato prima.

Immagini confuse si affollarono nella mia mente mentre, esausta, giacevo tra le braccia di Chris, con gli occhi fissi nei suoi. Non so per quanto rimasi in quella posizione, nel silenzio più assoluto, cullata dal suo profumo. Alla fine abbassai le palpebre e la notte mi prese con sè.

 

 

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