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Autore: Le Streghe    08/04/2010    8 recensioni
Inevitabile. Una parola per descrivere il destino che li unisce e che li condurrà tutti insieme verso una meta comune.
Una storia dove troverete amore, magia, puro angst, yaoi, graditi (o sgraditi) ritorni.
Con "Intrecci" si apre (ahinoi) l'ultimo arco narrativo di questa lunghissima storia.
Il promesso yaoi è finalmente alle porte, siete pronti/e a beccarvi le conseguenze?
Scritta in collaborazione da Le streghe, ovvero Lay e Harianne.
Capitolo 49: ‘In altri tempi, forse, una simile scena lo avrebbe fatto infuriare al punto da spingerlo ad urlare contro Doumeki, ora invece…’
Genere: Drammatico, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Destino Inevitabile - Connessioni
Capitolo 32
Confessioni


Andare a scuola, quel giorno, fu piuttosto pesante, non solo per il dolore al braccio che, dalla sera prima, continuava a non dargli tregua. Ciò che gli risultava davvero difficile era il riuscire a concentrarsi sulle lezioni, andando contro la propria mente che, in cerca di risposte, continuava a rielaborare quanto accaduto la sera precedente.
Fu solo dopo alcune ore, trascorse più o meno allo stesso modo, che, seppur non troppo desideroso di incontrare Watanuki, si trascinò lungo le scale, raggiungendo la terrazza con un discreto anticipo, soffermandosi a rivivere ogni momento di quell'aggressione durante la quale un uomo, con indosso la stessa divisa di quelli che aveva ucciso nel mondo del ciliegio, lo aveva colpito.
Sul momento aveva pensato ad una sorta di vendetta. Un pensiero che era passato rapidamente in secondo piano quando, in suo aiuto, vide arrivare una strana pantera con ali da farfalla. Qualcosa che lo aveva sorpreso, quasi più del suo aggressore.
Probabilmente avrebbe continuato a rimuginare anche su quello se, proprio in quel momento, non fosse giunto Watanuki, l'aria incredibilmente affannata.
«Scusate per il ritardo!» Esclamò il ragazzo, guardandosi intorno. «Ah... sei solo tu...» Dichiarò poi, notando l'assenza di Himawari.
Seguì un attimo di silenzio, dopo il quale si mosse comunque in direzione dell'arciere, posando i bento-box e sedendosi.
In quel mentre Giku ed Himawari fecero il loro ingresso in terrazza.
«Ciao, scusateci!» Esclamò la ragazza. «Ho dovuto consegnare alcune fotocopie.» Spiegò, raggiungendo i due amici.
Watanuki salutò entrambi con gioia, lieto di non dover restare solo con Doumeki. Dopo quanto avvenuto la sera prima, la sola idea lo metteva in agitazione.
Fu quindi con aria più sollevata che porse il pranzo agli altri due. Un sollievo che svanì nel momento in cui la porta tornò ad aprirsi, questa volta per l'arrivo di Nakuru.
«Quel dannato prof non la smetteva di scocciarmi con le sue lagne!» Si lamentò la ragazza, salutando con un cenno i presenti per poi individuare Doumeki e sedersi al suo fianco, afferrandolo per un braccio.
A quel contatto, l'arciere fece una smorfia di dolore che non passò inosservata.
«Ti ho fatto male?» Domandò Nakuru allarmata.
«Non è niente.» Ribattè lui senza scostarsela di dosso.
«Oh, meno male...» Continuò la ragazza, attirando l'attenzione generale. «Sai, a tiro con l'arco chiedono tutti di te!»
«Nakuru!» Eslcamò Giku con aria divertita. «Non dirmi che sei scappata dagli allenamenti!»
«L'ho fatto solo per salutare Shizuka-kun!» Dichiarò lei accigliandosi, per poi staccarsi dall'arciere. «Beh, sarà meglio che vada, ora. A dopo!» Fece, prendendo la via delle scale.
«A proposito, Doumeki-kun...» Intervenne Himawari. «Quando riprenderai con le lezioni?»
«Tra qualche settimana.» Ribatté l'altro, salutando Nakuru con un cenno del capo.
«Non dovevi iniziare dalla prossima?» Indagò Watanuki, al quale non era passata inosservata la smorfia di dolore di poco prima.
Se c'era una cosa che aveva imparato in quegli anni, era riconoscere le minime variazioni che avvenivano nell'arciere e che ne determinavano le espressioni notoriamente incomprensibili.
«Preferisco attendere ancora.» Dichiarò Doumeki, continuando a mangiare.
«Come mai? Insomma a breve ci saranno i tornei, no?» Commentò il più piccolo.
«Tornei?» Domandò Giku. «Quindi Shizu-kun è davvero importante per la squadra di tiro con l'arco! Pensavo che Nakuru esagerasse!» Continuò, facendo un piccolo cenno ad Himawari.
La ragazza lo fissò sorridendo. «Oh, Doumeki-kun è il migliore. Pensa che l'unica volta in cui la squadra non è arrivata prima è stata quando non c'era lui!»
«Oh... capisco.» Fece Giku, guardando l'ora per poi tornare a fissare la compagna. «Sai che ti dico?» Annunciò, subito dopo. «Visto che abbiamo tempo, che ne dici di darmi quelle ripetizioni?»
«Si... Ok!» Esclamò la ragazza dopo un attimo di smarrimento. «Allora, vi saluto.» Disse, chiudendo il proprio bento per poi alzarsi ed allontanarsi in compagnia di Giku, sperando di riuscire a trovare l'ennesima scusa per evitare di restare troppo a lungo con lui.
Una volta fuori dalla terrazza, osservò con aria complice il ragazzo, intento a chiudere a chiave la porta.
«Quanto credi dovremmo lascarceli?» Domandò, ancora incerta sul piano ideato la sera prima.
«Torneremo tra un po'...» Ribattè l'altro con aria fiduciosa. Quei due, in fondo, sembravano fatti davvero l'uno per l'altro.

«Allora...» Domandò Watanuki qualche attimo dopo, lo sguardo fermo sull'arciere. «Posso sapere cosa ti sei fatto a quel braccio?»
«Nulla...» Ribattè l'altro, richiudendo il proprio bento.
«Ah si?» Continuò il più piccolo. «Strano, perché di solito non sei tipo da fare smorfie di dolore...»
A quello l'arciere preferì tacere, volgendo lo sguardo altrove.
«Cos'è, hai perso la lingua?» Esclamò Watanuki, afferrandogli il braccio per notare una nuova smorfia. «Ti sei ferito?» Chiese quindi, sollevando la manica per scoprirne la fasciatura.
«Non è niente.» Commentò l'arciere, senza ancora guardarlo.
«Lo vedremo!» Continuò il più piccolo, ponendogli le mani sulla parte lesa, iniziando, quindi, ad inviargli la propria energia.
Almeno, quanto imparato da Yuuko-san iniziava a rivelarsi utile. Un pensiero che, stranamente, gli diede forza, portandolo a continuare.
Passarono così diversi minuti, carichi di un silenzio denso di emozioni inespresse. Emozioni che entrambi potevano percepire, seppur senza coglierle a fondo.
«Sto meglio. Puoi fermarti, ora.» Dichiarò d'un tratto il più grande, scostandosi per poi allontanarsi, in direzione della porta.
Quando la raggiunse si limitò a sussurrare un grazie, posando la mano sulla maniglia, il tutto sotto lo sguardo incerto di Watanuki che, incapace di reprimere l'emozione provata nei minuti appena trascorsi, era rimasto in silenzio, limitandosi a fissarlo.
Fu solo nel cogliere l'esitazione dell'altro che si decise a parlare, alzandosi anche lui. «Che succede?»
«Non si apre.» Replicò l'arciere.
«Perfetto!» Esclamò Watanuki, raggiungendolo per provare anche lui a girare la maniglia, evidentemente bloccata dall'esterno. «Ci mancava solo questa, ora!» Commentò esasperato. «Yuuko-san mi farà lavorare come uno schiavo se farò tardi!»
«Basta dirle la verità, no?» Propose l'altro, tornando a sedersi.
«Sperando non sia opera sua!» Continuò il più piccolo, seguendolo.
«Io non credo.» Ribatté l'arciere, sollevando uno sguardo sul compagno. «E poi, tra qualche ora arriverà comunque il custode.»
«Già...» Mormorò Watanuki, lo sguardo che vagava dal compagno al resto della terrazza. In quel luogo, una volta, si erano quasi baciati. Un ricordo che lo rese improvvisamente nervoso. «Senti...» Tentò, quindi, nella speranza di rompere quel nuovo silenzio. «Come ti sei ferito..?»
Nell'udirne la domanda, Doumeki tornò a guardarlo, deciso a dirgli la verità. In fin dei conti, presto o tardi ne avrebbe dovuto parlare comunque con Yuuko-san.
«Mi hanno colpito.» Spiegò.
«Che?» Fece l'altro, sbattendo un paio di volte le palpebre. «Colpito? Chi? Quando?»
«Un uomo mi ha attaccato. Ieri sera.» Commentò il ragazzo, cercando al contempo un modo per spiegare il tutto senza allarmarlo.
«Un... uomo?» Ripeté il più piccolo. «Cosa voleva?»
«Un uomo, si. Aveva lo stesso stemma di quelli che ci attaccarono nel mondo del ciliegio.» Aggiunse poi.
«Il mondo del...» A quello, Watanuki impallidì. Quegli uomini... anche nei suoi incubi avevano attaccato Doumeki. Forse allontanarlo non era stato abbastanza? «Dannazione...» Mormorò, appoggiando la schiena contro la rete. Un gesto che non mancò di attirare l'attenzione dell'arciere.
«Oi... stai bene?» Domandò questi, poco dopo.
«No, cioè... Credo.» Mormorò il più piccolo, tornando a guardarlo con espressione visibilmente allarmata. «Per fortuna stai bene...» Aggiunse poi, sorridendo.
«Già...» Commentò l'altro. «Grazie ad una strana pantera alata. Ha messo in fuga il mio aggressore.» Spiegò, osservandolo con estrema attenzione. «Hai paura?« Domandò poi, vedendolo annuire. «Non preoccuparti. Probabilmente ci ha seguiti per tutta la sera quindi... non era interessato a te.»
«Certo!» Commentò il più piccolo, contrariato. «Era di questo che mi preoccupavo!»
Doumeki lo fissò per un istante, tornando subito dopo a concentrarsi su altro. Dopotutto era abituato agli strani modi del compagno.
«Ho notato che sembri aver preso bene l'amicizia tra Kunogi e Sanstuki...» Dichiarò, di colpo.
«Eh?» Fece l'altro. «Perchè non avrei dovuto?» Continuò accigliato. «Stanno bene insieme...» Mormorò, tornando col pensiero allo strano attacco subito la sera prima dall'arciere.
«Ah si?» Indagò il più grande. «Non dicevi di amarla?»
«Immagino di aver cambiato idea ad un certo punto...» Spiegò Watanuki, lo sguardo perso nel vuoto, come immerso in immagini tanto lontane.
Nel guardarlo, l'arciere si adombrò. Se non si trattava di Kunogi... «Di chi si tratta, allora..?» Domandò.
«Non sono cose che...» Si fermò, l'altro, colto da un improvviso deja-vu. «Tu!» Sibilò, puntandogli un dito contro, le guance improvvisamente più rosse per via dell'imbarazzo crescente. «Mi hai sentito parlare nel sonno, vero?»
«Si.» Ammise l'altro.
Ci fu un istante di imbarazzo, nuovamente interrotto dalle parole del più giovane. «Che vuoi sapere..?»
«Chi è..?» Chiese l'altro, conscio di non dover aggiungere altro.
Per un attimo, Watanuki ponderò sulla possibilità di mentire, di evadere la domanda, cambiare discorso.
Stava parlando con Doumeki, però. E lui non era certo la persona più incline a cadere in simili trabocchetti. Inoltre, non meritava bugie. Non lui, non dopo quante ne avevano passate. «La persona più importante... per me.» Replicò, quindi. «Quella che posso solo sognare...»
«Questo lo avevo capito.» Fu la risposta incolore dell'arciere, alla quale Watanuki non potè non rispondere con un sorriso, amaro.
Lo aveva capito. Ovvio, trattandosi di Doumeki. «Non posso aggiungere altro.» Continuò poco dopo. «Scusami...»
«La prossima volta evita di prendere il discorso, allora.» Commentò l'arciere in tono più freddo.
«Già! Per te è tutto facile!» Esclamò il più piccolo, alzandosi. «Ti ho già detto abbastanza, ma per te ovviamente non basta!» Borbottò.
Ci fu un lungo silenzio, quasi insopportabile per Watanuki, che ad esso avrebbe preferito qualunque parola.
«Bene, vedo che non ti scomodi neppure a rispondere.» Continuò poco dopo, appoggiandosi alla rete, lo sguardo fisso nel vuoto davanti a sé. «Ovviamente il signore non può scomodarsi a parlare, no, lui deve restare sempre in silenzio... Dimostrare di essere il migliore. Beh, ti lascerò in pace se è questo che vuoi!»
«Non ho mai voluto questo.» Ribatté l'arciere, senza smettere di fissarlo.
«Beh non importa!» Esclamò l'altro, alzandosi per poi allontanarsi. «Ti lascerò in pace così non dovrai più lamentarti delle mia urla e... di tutto il resto!» Continuò, in un crescendo di rabbia e dolore.
«Non mi sono mai lamentato.» Fu la fredda replica dell'arciere. «Da quando ti conosco non ho fatto altro che starti accanto. Lo so che non mi sopporti ed è per questo che cerco di lasciarti in pace.»
«È questo che pensi?» Domandò il più piccolo.
L'altro evitò di rispondere e, spinto dal bisogno di lasciar andare almeno uno dei tanti pesi che stava portandosi dietro da troppo tempo, Watanuki riprese a parlare. «All'inizio lo credevo anche io. Non ho mai trovato piacevole l'essere salvato in situazioni che il più delle volte si rivelavano imbarazzanti. Senza contare che il fatto che fossi proprio tu a farlo, beh... non aiutava. Insomma, è vero che mi stavi sulle scatole ma era all'inizio!» Dichiarò con la sua solita enfasi. «Poi... il problema è cambiato...» Continuò, facendosi più triste. «Col tempo ho capito che a farmi star male non eri tu ma... il fatto che ogni volta... quando venivi a salvarmi, ero sempre io ad uscirne illeso.» Per una volta voleva essere lui a proteggerlo, pensò cupamente.
«Perchè mi dici queste cose...» Replicò Doumeki. «Cosa hanno a che fare con la mia domanda?»
Dall'altra parte non giunse alcuna risposta.
«Già... dimenticavo. Non siamo amici, quindi... Dovevo capire che non mi avresti mai fatto una simile confidenza.» Fece l'arciere in tono amaro. Sentirlo così lontano, se possibile, faceva più male del saperlo innamorato di qualcuno che non era lui, che non sarebbe mai stato lui. Tornò a chiudersi nel suo solito silenzio, un velo che aveva imparato a stendere tra sé ed il mondo. Che aveva infine sollevato per lui, quel ragazzo strano e costantemente agitato, per il quale aveva perso la testa.
Fu a quel pensiero, tanto triste quanto reale, che tornò a cercarlo con lo sguardo, trovandolo abbracciato a sé stesso, in lacrime.
Quell'immagine tornò a far dissolvere il suo velo, lacerandolo, spingendolo ad andare da lui, a soccorrerlo ancora una volta. «Oi...» Sussurrò, piegandosi sulle gambe per essergli più vicino.
A quel gesto, del tutto inatteso, Watanuki si ritrasse, lasciando emergere, senza volerlo, la mole di emozioni fino ad allora represse.
Nel sentirle così da vicino, percependone la forza ed il dolore, l'arciere si limitò a guardarlo.
Non era capace di aiutarlo, nonostante tutto non ne aveva la forza. In fondo lui per primo si trovava a combattere con le proprie emozioni. «Piangi per quella persona?» Domandò poi, di colpo, stupendosi lui stesso per quell'insistenza che non gli era propria.
A quella domanda, Watanuki trasalì appena. Stava piangendo per lui? Ci pensò per un attimo, scuotendo infine la testa.
No, non stava piangendo per Doumeki, perché allontanandolo gli avrebbe salvato la vita. Era per sé stesso che piangeva, perché allontanandolo avrebbe perso per sempre la persona che amava, i suoi abbracci, i suoi baci.
Aveva sempre avuto ragione Yuuko-san, pensò, trovando quasi ironico quel pensiero.
Ogni cosa aveva un prezzo, e lui lo aveva appreso pagandone uno fin troppo caro.
«Perché allora?» Fu la domanda, appena sussurrata, dell'arciere.
«Quel mio sogno...» Sussurrò l'altro, la voce quasi spezzata. «Dovrà rimanere tale...»
A quello, Doumeki si sentì travolgere da un'ondata di profonda tristezza, probabilmente in parte causata dallo stesso Watanuki.
Saperlo così disperato lo portò a mettere da parte tutto il resto. «Oi...» Sussurrò, appoggiando la fronte a quella del ragazzo. «Di chiunque si tratti, non sarà mai impossibile se si tratta di te.» Lo osservò a lungo, in silenzio, trattenendo l'impulso di baciarlo.
«Non credo sia impossibile...» Replicò il più piccolo, in un soffio. «Ma dovrà esserlo. Il prezzo è... sarebbe troppo alto...» Mormorò.
«Che prezzo?» Ribatté l'altro, incerto sul significato di quelle parole.
«Una vita...»
«La tua?» Domandò ancora, lo sguardo visibilmente più cupo.
A quella domanda, Watanuki avrebbe quasi sorriso se non fosse già troppo stanco per piangere. «Se si trattasse della mia... Non starei così male.» Sussurrò. «Si tratta di... quella persona.»
«È stata Yuuko-san a dirtelo?» Chiese allora il più grande. Se si trattava di prezzi, doveva essere così, pensò fissandolo e sorprendendosi non poco nel vederlo scuotere la testa.
«Chi allora?»
«Nessuno. Lo so e basta.» Dichiarò il più piccolo.
«Anche... quella persona lo sa?» Lo incalzò l'arciere.
«No...» Sospirò l'altro. Si sentiva stanco, di rispondere, di reggere quel gioco malsano, di tutte quelle bugie. Stanco... «Dirglielo peggiorerebbe le cose.»
Ci fu un attimo di silenzio. Una tregua che Watanuki accolse con una punta di sollievo che si dissolse poco dopo, alle nuove parole di Doumeki.
«Non cambierai mai.» Asserì il ragazzo, il tono più duro, sebbene addolcito dall'insieme di emozioni che stavano giungendogli dall'altro. «Non hai pensato che, se ti amasse, dovrebbe avere il diritto di scegliere cosa fare?» Continuò, incurante di star parlando a proprio sfavore.
Seguì un nuovo silenzio nel quale gli giunse solo un lieve singhiozzo, rapidamente soffocato dal ragazzo ancora in lacrime.
In quel momento ogni rumore sembrò cessare, lasciando spazio solo ai loro respiri, alle loro voci, tanto leggere da poter essere solo l'eco di un sogno.
Poi, finalmente, lo vide sollevare lo sguardo. L'espressione affranta. «Se dovesse accadere...» Lo sentì dire. «Ne morirei...»
Quelle parole gli creparono il cuore. Non ci fu tempo per pensare, per riflettere su quanto fosse corretto farlo. Lo abbracciò, semplicemente, tenendolo stretto, sperando di poter prendere almeno metà di quel dolore. Un dolore che anche lui conosceva bene, seppur per motivi diversi.
Rimasero così per un lasso di tempo indefinito fin quando, incapace di combattere quel momento così prezioso, Watanuki si arrese, lasciando la presa sulle ginocchia per portare le braccia dietro la schiena dell'arciere. Abbracciandolo a sua volta, nascondendo il volto contro il suo petto, piangendo.


Rieccoci qui con un capitolo carico di angst. U_U
Prima delle risposte alle vostre recensioni, un grazie speciale a Sailor Yuko che è stata tanto carina da segnalare Destino Inevitabile tra le storie scelte, di cui ora fa parte. Grazie a lei e chi non si è ancora stancato di leggerci. ^_^

Detto questo, un ultima pausa per ricordarvi l'esistenza del forum di Holic dove potrete trovare immagini, spoiler e... beh andate a dargli un'occhiata. XD


Ed ora eccoci a noi. ^_^

naco chan:  Come ben vedi, l'attacco nel capitolo precedente ha, in effetti, portato i suoi frutti!
Che tipo di frutti siano ed a cosa porteranno, a parte una scena molto angstosa che abbiamo appena letto, non sta a noi dirlo, perlomeno non in questa sede :P
La trama procede rapidamente, anche se così non sembra, e presto inizieranno ad arrivare le risposte che attendiamo, con ancora svolte e sorprese...
Speriamo proprio di sorprenderti, tu che indovini sempre quel che succederà!
Grazie per il tuo continuo seguirci e sostenerci!

Yusaki: Ed ecco chi si rivede! Grazie per essere tornata a commentare, apprezziamo molto ^.^
Oh, non preoccuparti, non si è fatto niente il nostro Doumeki, a parte beccarsi una batosta sentimentale da Watanuki... per l'ennesima volta.
Abbiamo decifrato, comunque, tra tutte le volte che hai nominato Shizuka, i tuoi complimenti alla storia ed apprezziamo molto anche quelli.
Grazie!!

Witch of the Dimensions: Siamo riuscite a tirar fuori d'impiccio perfettamente Doumeki, come vedi...
... giusto per fargli ancora più male e fargli sentire le parole di uno Watanuki sempre più distrutto.
In ogni caso, ti ringraziamo tantissimo per i tuoi complimenti, la storia che diventa sempre più bella... ci fa tanto piacere sentirtelo dire!! ^__^
Grazie mille!

SailorYuko: Sta bene ed è vivissimo, come vedi, più vivo anche grazie alle cure del nostro Watanuki, tanto premuroso quanto idiota, come al solito :P
Eriol il doppiogioco? Mmh, chissà. Di sicuro se è qui ha un suo scopo personale, quale sia però non ci è dato rivelarlo.
Lo scoprirai solo leggendo :P Continua a seguirci!

ginnyx: Una nuova lettrice!
*Si mettono in ghingheri in fretta e furia, nascondono le bottiglie sakè, e tornano, inchinandosi profondamente.*
Ti diamo il benvenuto nella grande famiglia di DI! ^___^
Se sei un'amante dell'angst, hai scelto proprio il periodo giusto per iniziare a leggere... uhuhuhuh...  questo capitolo dovrebbe dartene un grosso assaggio :P
In ogni caso, ti diamo ancora il benvenuto, ringraziandoti molto per i tuoi complimenti... è sempre bello riceverne, ci da una gran carica ^_^
Continua a seguirci!



   
 
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