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Autore: FrannieCullen    08/04/2010    1 recensioni
Qualcosa di terribile sta per succedere a Forks. La ragazza nuova, appena arrivata da Phoenix, sta per scomparire in circostanze molto misteriose. Il componente più inquietante della famiglia Cullen ne sa qualcosa...
Genere: Romantico, Triste, Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jasper Hale
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi di nuovo qua con il V cp!
I Cullen sono presi decisamente in contropiede… almeno, alcuni di loro. Grazie a tutti per le visite e i commenti!

Bella si teneva le gambe strette con le braccia, e si dondolava avanti e indietro, in una sorta di trance ossessiva. Non rispondeva a nessuno, non si curava di niente: Esme era arrivata ad offrirle sangue umano dalle scorte dei donatori di Carlisle, per scatenare una sua reazione. Bella aveva reagito malissimo, e per ricondurla alla quiete c’erano voluti tutti e cinque i componenti presenti della famiglia Cullen. Era come se provasse ribrezzo per il sangue umano. “Probabilmente le ricorda che stava per uccidere i suoi genitori”, disse Edward, fissando il viso pallido della nuova vampira. “Hai mai visto un neonato così?” chiese a Carlisle, che vegliava Bella da vicino, evitando di toccarla ma non perdendola di vista un secondo. “No” rispose Carlisle pensieroso. Edward, Rosalie e Emmett avevano distrutto la stanza e cercato di ucciderlo, appena svegli. Esme, che era stata molto religiosa da viva, aveva creduto per giorni di essere in Paradiso, ma non aveva coscienza della sua nuova strabiliante forza, quindi aveva rischiato di strangolarlo solo perché voleva abbracciarlo. “Bella è…addolorata” , disseAlice.

“La sua forza e il suo controllo mi danno da pensare”, continuò invece Carlisle, assorto. “Mi verrebbe da credere che il modo in cui Bella è stata creata, da un atto colpevole e non voluto, abbia contribuito a lasciarle dentro più umanità”.
“Come se Jasper le avesse trasmesso il suo pentimento, insieme al veleno”, concluse Alice, affranta. Jasper si aggirava ancora nei dintorni della casa, come un leone in gabbia. Vista la reazione di Bella alla sua vicinanza, era stato allontanato e non aveva ancora avuto l’occasione di parlare né con Carlisle nè con nessun’altro tranne Alice.

Mentre discutevano, i tre Cullen si resero conto che qualcosa in Bella era cambiato. Era uscita dalla trance e li guardava con gli occhi rossi colmi di paura. Li stava ascoltando.

“Bella” sussurrò Carlisle, senza muoversi di un millimetro. “Hai voglia di parlare?”

Bella fece segno di no con il capo, un’espressione così accorata sul volto bellissimo da spezzare i cuori di pietra dei vampiri presenti. Edward distolse lo sguardo: c’era qualcosa, in quella ragazza, che lo toccava oltre ogni altro sentimento che era riuscito a provare negli ultimi 109 anni. Pena, insofferenza, desiderio di..proteggerla?

“Va bene” continuò Carlisle, sempre a voce bassa. “Vedo che ti va di ascoltare, però. Avrai capito che sei cambiata, che il tuo corpo e i suoi bisogni sono differenti. Te lo dirò semplicemente: adesso sei un vampiro, Bella. Come noi. Sei molto più forte, e veloce, e abile di prima. Il tuo corpo anela al sangue umano: è normale. E’ quello di cui i vampiri si nutrono. Il fatto che tu abbia sentito il desiderio di uccidere i tuoi genitori, purtroppo, è del tutto normale. Sei stata… bravissima a non farlo. Nessun vampiro appena nato avrebbe avuto la tua stessa forza”

Gli occhi di Bella lo seguivano, attentissimi.

“Noi siamo vampiri diversi, Bella. Non uccidiamo la gente, ci nutriamo di sangue animale. Siamo gli unici nel mondo, che io sappia. Quindi, stai tranquilla: non sarai costretta a bere sangue umano. A volte però, il nostro istinto è troppo potente. E’ accaduto a Jasper… con te”

Carlisle notò la contrazione dei muscoli facciali di Bella, e si affrettò a rassicurarla: “Jasper è uno dei miei figli, Bella. Non è malvagio. Capirai con il tempo la fatica che lui fa, continuamente, per resistere alla tentazione. Nel tuo caso non ci è riuscito, e quello che ti ha fatto è…tremendo, e ingiusto. Spero che potrai perdonarlo, con il tempo. Perché di tempo ne avrai moltissimo, Bella. Sei immortale, adesso. Nessuna malattia umana, nè la vecchiaia, potranno ucciderti. Rimarrai per sempre una ragazza di 17 anni”

“Piano, Carlisle” questa era Esme, pianissimo. “Non dirle tutto in una volta. E’ troppo per chiunque”. Marito e moglie si scambiarono uno sguardo d’intesa, ed Esme si avvicinò di un soffio: “Ciao Bella, io sono Esme. Sono la mamma di questi ragazzoni che vedi qui. Stai tranquilla, starai meglio. Potrai condurre una bella vita ed essere felice lo stesso, te lo giuro. Sarei così contenta se tu decidessi di restare e dividere la tua esistenza con noi”

I Cullen si guardarono negli occhi istintivamente, tutti insieme. Inserire un nuovo membro nella famiglia non era una cosa da poco, e nessuno di loro se la sentiva già di comprendere Bella Swan nei loro progetti futuri. Carlisle si avvicinò a Esme e le appoggiò una mano sulla spalla. “Ti lasciamo sola, Bella. Vorrai riflettere, capire. So che non farai nulla di avventato. Noi siamo qui, comunque. Basterà che tu mi chiami, e io verrò da te, quando vorrai”

Tutti si avviarono verso la porta. Rosalie era impietrita, più cerea del solito. Emmett guardava ovunque pur di non incrociare gli occhi degli altri.  Anche Alice guardava fissa davanti a sè, e sentì Esme mormorare a Carlisle. “E’ proprio necessario che resti qui… qui sotto?”

“Non così in fretta, Esme”, la rimproverò amabilmente Carlisle. Ma Edward vide che sorrideva.

Appena fuori dalla cantina sbottò: “Carlisle, ti rendi conto che siamo bloccati qui a Forks con lei? E che arriverà la polizia a farci domande, e che se qualcuno dovesse vederla per noi sarà la fine di tutto? Che abbiamo il branco sul collo, e i Volturi dall’altro lato?”

“Si, Edward” rispose Carlisle, serio. “Ma non abbiamo altra scelta, almeno così pare”

Edward uscì fuori e si allontanò in fretta, correndo. Lontano da Bella Swan, dai pensieri dei fratelli. Lontano dalle strane sensazioni che quella ragazza gli procurava: ansia, istinto di protezione e adesso anche una punta di gelosia, al ricordo di come Carlisle ed Esme fossero stregati da lei, dal suo autocontrollo, dalla sua perfezione.

“Jasper” chiamò, improvvisamente arrabbiato.

E Jasper fu da lui in pochi secondi. “Penso che è ora che tu torni a casa. La ragazza mi sembra abbastanza in forze per sopportare la tua presenza, e in ogni caso, si dovrà abituare. Questa è casa tua”

I due fratelli camminavano vicini, senza parlare. Edward leggeva comunque la gratitudine e la vergogna che esalavano da Jasper, mentre lui lo tranquillizzava inconsapevolmente. “Allora… come sta?” chiese Jasper.

“Bene. E’ una tosta, ce la farà”

“E’ vero che a casa sua è scappata di fronte ai genitori invece di aggredirli?”

“Si. Dovresti vedere Carlisle. E’ in solluchero. E Esme le ha chiesto di rimanere con noi”

“Come? E i lupi? Ho sentito quello che è venuto a dire il loro capo”

“A quanto pare, rimarremo qui per il tempo necessario a sviare da noi i sospetti sulla scomparsa di Bella Swan. Potrebbero volerci anni, comunque. Valuterò con Alice se è il caso di creare una falsa pista. Non mi preoccupa tanto quel branco di cani quanto la minaccia dei Volturi, Jasper. Se qualcuno vede la ragazza, la voce potrebbe arrivare fino a loro. E fargli ritenere che non ci stiamo comportando nel migliore dei modi”

 “Già”

Erano arrivati di nuovo davanti alla porta di casa. “Devo invitarti ad entrare come nei film di Dracula?” scherzò Edward. 

Jasper sorrise, ma il suo fu il più triste dei sorrisi di casa Cullen.

 

 

 

  
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