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Autore: bacinaru    09/04/2010    8 recensioni
Storia partecipante all'"EdWin Contest" indetto da Domi_chan e Melly_chan
Dal II Cap: "Non ci feci nemmeno caso alla pochissima distanza che ci separava, mentre Edward sembrò accorgersene subito. Rosso in volto abbassò lo sguardo, per evitare di guardare il mio petto che, non intenzionalmente, era a una spanna dal suo viso.
-E' molto meglio di quel che sembra, non ti servono nemmeno i punti-
Lo rassicurai con un sorriso, sentendomi per una volta molto più simile ai miei che in tutta la mia vita. Con una mano continuai a premere sulla ferita, con l'altra cercai la sua. L'afferrai, un po' titubante, e la adagiai sul panno, facendo scivolare la mia da sotto di essa.
-Premi per un po', almeno fino a quando non si ferma-
Gli ordinai a bassa voce, allontanandomi reticente, ma non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro. Era piacevole restargli vicina, il cuore mi batteva forte forte, le gote mi si imporporavano e, finchè lui non poteva vedermi, a me andava bene."
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Elric, Winry Rockbell
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Coltre di Dicembre

II

Grazie






Aprii gli occhi con cautela e la prima cosa che vidi fu un'indistinta macchia dorata.
Era tutto confuso, ma con calma riuscii a distinguere per bene gli occhi grandi e spaventati di Edward.
-Winry, stai bene?-
Mi chiese impaziente, mal celando la sua preoccupazione.
Corrucciai di poco la fronte, guardandolo confusa, fino a quando i ricordi non si concretizzarono completamente nella mia mente.
Mi alzai di scatto, terrorizzata, ma subito dopo portai dolorante una mano alla testa, gli occhi serrati in attesa che la fitta passasse.
-Stai giù!-
Mi riprese Ed, ancora più preoccupato di prima, aiutandomi a stendermi di nuovo sul sedile abbassato del guidatore.
Tenni gli occhi chiusi per un po', mentre il dolore scemava poco a poco.
Sapevo che Edward continuava a starmi vicino e la cosa mi rincuorò e mi scosse allo stesso tempo.
Solitamente riuscivo a controllare le mie emozioni, ma la situazione non era delle migliori e la mia mente era ancora offuscata da una leggera caligine bigia.
Brevi ma intensi brividi di freddo mi fecero trasalire, eppure percepii un tenue calore alla bocca dello stomaco.
Sbuffai mentalmente: mi mancavano solo le farfalle.
Decisi di aprire gli occhi e mettermi seduta, sentivo il respiro di Ed farsi sempre più affannato e non mi sembrava una buona idea farlo preoccupare oltre.
Lui protestò un po', ma non volli sentire ragioni, mi innervosiva stare a  terra, così tacque, tenendomi sottocchio per qualsiasi eventualità. Non lo facevo così prudente.
Cercai di capire se, oltre alla testa, sentivo dolore da qualche altra parte, ma, eccetto un lieve intorpidimento delle articolazione, sembrava tutto apposto. Mi guardai attorno, l'interno dell'auto non sembrava danneggiato, ma i finestrini erano andati in frantumi e la neve aveva preso il loro posto, bloccando ogni uscita; sul cruscotto era ben sistemata una piccola lampada ad olio, che illuminava, anche se di poco, lo spazio circostante. Probabilmente Edward la teneva per emergenze come quella, ed era stata una fortuna, perchè senza saremmo rimasti nell'oscurità totale.
Mi soffermai, infine, sul viso di Ed, il quale continuava a fissarmi come se si aspettasse un qualche urlo disumano da parte mia, e mi accorsi che sanguinava copiosamente dalla testa.
-Stai sangui... !-
Strepitai allarmata, ma svelto mi tappò la bocca con una mano, poggiando l'indice dell'altra sulle proprie labbra.
-Shh, non gridare o provocherai un'altra valanga-
Ordinò, sussurrando con un tono che non ammetteva repliche.
Persi un battito, forse due, e divampai, pregando che lui non se ne accorgesse. Per un attimo, però, desiderai che quel tocco fosse diverso, solo un po'. Feci mente locale per recuperare la ragione e brusca gli scostai la mano, prendendo veloce un pezzo di stoffa bianco dalla tasca sinistra del mio cappotto.
-Ok, ma lascia almeno che ti fermi l'emorragia-
Mi porsi verso di lui e poggiai piano il panno sulla ferita, non era così profonda come sembrava e il sangue pareva essersi già fermato in gran parte.
Si lamentò e sbuffò, ripetendo più volte di stare bene, ciononostante mi lasciò fare.
Mi misi in ginocchio, avvicinandomi ancora per poter constatare meglio l'identità del danno, anche se la medicina non era il mio campo rimanevo comunque la figlia di due dottori, quindi qualcosa la sapevo.
Non ci feci nemmeno caso alla pochissima distanza che ci separava, mentre Edward sembrò accorgersene subito. Rosso in volto abbassò lo sguardo, per evitare di guardare il mio petto che, non intenzionalmente, era a una spanna dal suo viso.
-E' molto meglio di quel che sembra, non ti servono nemmeno i punti-
Lo rassicurai con un sorriso, sentendomi per una volta molto più simile ai miei che in tutta la mia vita.
Con una mano continuai a premere sulla ferita, con l'altra cercai la sua.
L'afferrai, un po' titubante, e la adagiai sul panno, facendo scivolare la mia da sotto di essa.
-Premi per un po', almeno fino a quando non si ferma-
Gli ordinai a bassa voce, allontanandomi reticente, ma non mi ero accorta di aver trattenuto il respiro. Era piacevole restargli vicina, il cuore mi batteva forte forte, le gote mi si imporporavano e, finchè lui non poteva vedermi, a me andava bene.
Edward continuò a tenere la mano premuta sul panno, esprimendosi talvolta con qualche smorfia e lamenti al seguito.
-Forse ci conviene spostarci sul sedile posteriore, staremmo più comodi-
Fece quanto detto, senza aspettare una mia risposta, ma non avevo nulla da protestare. Così alzai il sedile sul quale ero seduta, gli passai la lampada e lo seguii, anche se con qualche difficoltà. Mi aiutò poggiando le mani sui miei fianchi, incandescenti al suo tocco, e tirandomi verso di sé, per poi lasciarmi libera di sedermi nell'angolo opposto al suo.
Poggiai le spalle al sedile e mi abbracciai le gambe, nascondendo il viso tra esse, ma lasciando che il mio sguardo potesse sempre osservare il suo viso.
Si voltò a guardarmi, le labbra semi dischiuse, come se fosse sul punto di dire qualcosa e le parole gli fossero mancate all'improvviso. Le richiuse, non distogliendo lo sguardo dal mio.
Avevo l'impressione che mi stesse scrutando dentro l'anima e avvertii il viso in fiamme, ma non distolsi gli occhi. Cosa voleva?
-Non dici niente?-
Mi chiese con una certa stizza, celando per bene quel poco di risentimento che gli attanagliava il petto.
Mi colse di sorpresa e a quel punto non riuscii a sostenere il suo sguardo. Piegai il viso di lato, arricciando le labbra con fare nervoso.
-Che dovrei dire?-
Domandai a mia volta, infastidita da quel tono delatore.
Con la coda dell'occhio lo vidi alzare le iridi al cielo. Rispose con noncuranza.
-Bah, non so... tipo che è colpa mia, che sono un idiota e cose di questo tipo... -
Sbuffò, non del tutto immemore della nostra discussione precedente il disastro.
Rimasi in silenzio, non mi andava né di scherzare, né di litigare.
-Cosa facciamo?-
Pigolai, invece, nascondendo ancor più il viso tra le gambe, in modo da infondermi un po' di calore.
Non avevo paura, forse perchè ero troppo tesa. Avrei potuto dirglielo lì, in quello stesso istante, eppure sapevo che non era il momento giusto, non per me.
Edward portò il ginocchio sano al petto e vi poggiò il braccio, la mano del quale, a sua volta, andò a reggere il mento. Con lo sguardo passò in rassegna il poco spazio a disposizione e sospirò, rispondendomi con un bisbiglio:
-Non lo so-


* *  *


Passarono alcuni minuti, forse ore, il tempo pareva essersi fermato, non c'era nessuna lancetta a ticchettare nel muto silenzio, interrotto solo dai nostri respiri nebulosi.
La temperatura continuava a calare precipitosamente, con molte probabilità si stava avvicinando la sera, e la lampada ad olio si consumava con rapidità.
Me ne restavo immobile nel mio angolino, la testa nascosta tra le ginocchia, intenta a trovare una soluzione, ma non era facile. Il pensiero di essere bloccata sotto quintali e quintali di neve con Ed, solo con lui, mi distraeva in continuazione e quel silenzio, che quasi mi permetteva di poter sentire il battito del suo cuore, non mi aiutava.
-Uffa, ma quanto tempo sarà passato?-
Sbottai infine, la voce rauca a causa del lungo riposo.
Mi sentivo spossata, sebbene non avessi fatto nulla, e affamata, quella mattina non avevo nemmeno fatto colazione.
-A giudicare dal calo improvviso della temperatura e dalla consistenza più dura della neve... dovrebbe essere tardo pomeriggio.-
Spiegò diplomatico, osservando senza interesse un punto indefinito dinanzi a lui.
Lo guardai decisamente stupita, era straordinario come riuscisse a mantenere la calma in una situazione del genere. D'altronde, lui aveva affrontato cose ben peggiori, essere sommerso da una valanga doveva apparirgli un semplice contrattempo in confronto agli epici scontri di una volta.
Come una lampadina un'idea folgorante si accese nella mia testa, ma in pochi attimi mille dubbi iniziarono ad oscurarla, rendendola meno credibile, quasi un illusione. Alzai la testa, interrogando Ed con lo sguardo.
-Perchè non usi l'alchimia?-
Più che una domanda mi era parsa una sottospecie di accusa, sfumata da quegli stessi dubbi che offuscavano il mio pensiero.
Edward sospirò, alzando le braccia al cielo come se parlasse a una principiante.
-La forza della trasmutazione causerebbe un'altra valanga, non credi?-
L'ironia in quell'ultima domanda mi fece ribollire il sangue nelle vene, a volte era un vero presuntuoso.
Gonfiai le guance e immersi il viso tra le braccia, ora conserte sulle ginocchia, bofonchiando un “ Secondo me era una buona idea” non troppo convincente.
Mi guardò di nuovo, confuso, non capendo lo sbaglio commesso.
Anche lui grugnì qualcosa sottovoce, mi parve tanto un “Ragazze... ” abbastanza dispregiativo.
Il silenzio calò ancora, ormai era diventato una costante del nostro viaggio, e per la prima volta cominciai ad avere paura: lo spazio che ci circondava non era molto e di conseguenza l'ossigeno a disposizione era poco. Inoltre la temperatura continuava a scendere e in breve tempo ci saremmo congelati.
-Allora non si fa niente? Aspettiamo di morire?-
Sbottai di nuovo, irritata e spaventata, la voce leggermente più acuta del normale.
Edward sembrò accorgersene e, a modo suo, tentò di tranquillizzarmi, lasciando trasparire su quella faccia da schiaffi un ghigno irritante.
-Che c'è? Hai paura?-
Mi prese in giro, ricevendo in testa, come segno di “gratitudine”, la mia cara chiave inglese, rapidamente recuperata da sotto il sedile del passeggero.
-Ahi! Che male!-
Si rannicchiò su se stesso e si prese la testa tra le mani, dondolandosi e lamentandosi come un bambino.
A vedere quella scena mi invase una scarica elettrica di euforia, non riuscii a trattenermi e, nonostante l'angoscia, scoppiai a ridere.
Risi di gusto, senza preoccuparmi di niente, così come solo lui era capace di farmi fare.
Edward brontolò qualche improperio nella mia direzione, continuando a tenersi la testa tra le mani, ma non mi sfuggì il tenero sorriso che affiorò di nascosto sulle sue labbra.
Se l'intenzione era di distarmi ci era riuscito e di questo gliene fui grata.
Restammo così per un po', io ancora intenta a trattenere le risa, mi era anche venuto il singhiozzo, ma con il tempo l'euforia scemò e le paure prima dimenticate mi travolsero una seconda volta.
Cercai di nascondere al meglio i miei timori, non volevo che Ed continuasse a preoccuparsi, il suo sguardo assorto mi suggeriva che stava macchinando qualcosa e non avevo intenzione di disturbarlo.
Così mi ritrassi un altro po' nel mio angolino, nascosi metà viso nella sciarpa e mi abbracciai le gambe al petto, serrando gli occhi per accogliere un brivido spiacevole.
-Hai freddo?-
Lo guardai confusa, mi aveva colto di sorpresa.
Aveva la testa reclinata di lato e uno sguardo quasi dolce, forse dispiaciuto.
Gli sorrisi con qualche difficoltà.
-No, no... sto... sto bene-
Mi maledissi per il mio incoerente balbettio, infatti Edward non sembrò affatto convinto, e allora distolsi lo sguardo, sicura che i miei occhi mi avrebbero tradito.
Sussultai quando sentii le sue mani posarsi sulle mie spalle.
Mi voltai e lo vidi intento a chiudere il suo cappotto rosso attorno al mio corpo, senza parlare e con una finta espressione imbronciata, forse per nascondere l'imbarazzo.
Mi ci vollero alcuni secondi per rendermi conto del suo gesto.
-Ma che stai facendo?! Vuoi morire di freddo?!-
Si allontanò di poco e mi fissò esasperato. Io cercai di togliermi il cappotto per restituirglielo, tuttavia lui mi prese le mani per fermarmi e a quel tocco non riuscii a capacitarmi più di niente.
-Sta zitta e non fare storie, io sto bene così-
Non replicai, mi limitai a fissare le mie mani nelle sue, tutto ad un tratto le sentivo bollenti.
-Sono sicuro che hai messo qualche stupido vestitino leggero, ti congelerai prima che ci trovino-
Mi tirò a sé, senza darmi il tempo di obiettare, e mi fece sedere tra le sue gambe, abbracciandomi da dietro. Il suo profumo mi inebriò i sensi , il suo calore mi scaldò il cuore e il suo mento si posò sulla mia testa, non eravamo mai stati così vicini, mai.
Smisi di tremare all'istante, ora sembrava fare anche fin troppo caldo.
-E-Ed...?-
-Ho detto che devi stare zitta, così... così staremo più caldi tutti e due.-
Balbettò, ma ormai non lo stavo più a sentire.
Quel contatto era troppo, non riuscivo a sopportarlo, tuttavia ero sicura che non ne avrei più potuto fare a meno. Il cuore mi batteva forte, implorando un po' di riposo, eppure non sembrava sazio di emozioni, non ancora: non era completo.
Dovevo dirglielo, dovevo farlo per me stessa, per mettere le cose in chiaro, ma se alla mia dichiarazione si fosse scostato? Non volevo.
Serrai ancora gli occhi e un altro brivido mi percorse, Ed rafforzò la presa sul mio corpo.
-Ehm... dai Winry... ci troveranno, tranquilla-
Sussurrò impacciato per tranquillizzarmi, interpretando male il motivo del mio tremore.
Tentai di rilassarmi facendo profondi respiri: non fu difficile, il corpo di Edward sembrava una sorta di tranquillizzante vivente.
Sorrisi, reprimendo a forza lacrime di gratitudine, ritirandomi ancor più nel suo abbraccio.
-Ed... -
Avevo la voce spezzata.
-Grazie... -
E questa volta fui io a stringere la presa sulle sue braccia, lasciandomi cullare dal battito del suo cuore. In quello stesso istante, anche se, immersa in quel tepore,  non ci feci molto caso,  udii un indistinto cigolio dei suoi automail.







Prossimamente:

"Avrei voluto girarmi e schiaffeggiarlo pur di sentirmi dire qualcosa, ma lui continuò
a tenermi stretta e io non riuscii a liberarmi. Mi agitai con tutte le mie forze,
quelle stesse forze che non avevo, nella speranza di svegliarlo."










Angolino di Baci




Come promesso ecco qui il secondo capitolo U.U
Vi avevo detto che la fiction è mini mini mini. vero?? o.O
Già, perchè vi avviso che questo è già il penultimo capitolo, poi ci sarà l'ultimo
e poi ancora l'epilogo e poi basta U.U
Ohi, c'era il limite da rispettare XD

Mi raccomando, ignorate ogni frase pervertita che accidentalmente
potrebbe capitare nei miei capitoli, ma non so, Ed e Winry mi ispirano gioco,
ma soprattutto tante scene imbarazzanti.
Eh sì
Quest'è l'amur ♥
Ah, ecco, ho imparato a mettere il cuoricino ♥ XD
Ma bando alle ciance, vi invito a scommettere, su su,
secondo voi i due piccioncini moriranno assiderati, vivranno, o muore uno e l'altro
sopravvive? U.U
Vediamo chi indovina XD
Ed adesso passiamo alle tanto amate recensioni ♥ ( ohi, qui ci stava i cuoricino XD)





Stephany345_Chan: Ciao! *^* Che bello rivederti anche qui , mi fa tanto piacere *^* Eh sì, proprio un bel regalo di Pasqua * tono altamente ironico*  XD  Ma a parte  gli scherzi, una fiction  non potrà mai egualiare il nostro tanto amato cioccolato Q:__
Ops, scusa, mi riprendo XD  La cioccolata fa brutti scherzi , sì sì U.U
Comunque, parlando di cose serie (?), come sono  contenta che  la  fiction ti  sia piaciuta *^* , soprattutto se fatta da una lettrice che ti segue sempre XD  Ti devo prima di tutto ringraziare per tutte le recensioni che mi lasci, te ne sono davvero grata, mi dai una gioia immensa! Poi parliamo degli eschimesi, quei tipetti tutti incappucciati che vivono nelle capannucce di ghiaccio e si cibano di pesce, ah no, aspetta, era di Ed nano idiota che dovevo parlare *^*  Non è tremendamente carino quando si arrabbia 
mmm, mi sà che sto sclerando di nuovo XD Vabbè, dai, finisco di fare la scema, anche se è cosa difficile XD Spero tanto che anche questo cap. ti sia piaciuto, ci vediamo al prossimo, ok? ^^ Baci ♥




EDOXWIN : ecco come fare regali senza spendere una lira XD Ohi, è il pensiero che conta XD Scherzi a parte, grazie x il complimento, mi fai arrossire XD Meno male che non c'è mai nessuno con me qnd succede, potrebbe sembrare alquanto strano arrossire dinanzi al computer, così quando mi perdo tra i miei pensieri, penso a una scenetta EdWin e sorrido da sola, gli altri mi guardano così O.O
Loro non possono capire U.U XD Passando a Edo che guida la macchina, eh sì, bello è proprio adatto. Anzi, meglio super strafico, rende meglio l'idea XD Quel fagiolino doveva pur prendersi la patente, visto che a furia di andare in treno si sarà fatto un sedete a forma rettangolare XD  Ma perchè sono così idiota?? XD
Ok ok, quindi ho postato il secondo capitolo U.U
....
Ti è piaciuto?? * me si fa piccola piccola*
Spero di sì, altrimenti nada, vedrò di migliorare U.U
A questo punto ti ringrazio ancora, è il minimo che posso fare per tutta la gioia che voi lettori/lettrici mi date, e spero di vederti al prossimo chap, Baci! ♥




saky 94: Ciao! Grazie per il complimento e scusa se ti ho fatto aspettare, ma sai, tre capitoli sono pochi, metterli uno al giorno avrebbe fatto finire tutto subito XD Comunque spero tu sia rimasta contenta da questo secondo chap, fami sapere ok?^^ Ci vediamo al prossimo, Baci! ♥ 


 
  
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