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Autore: Voice    09/04/2010    6 recensioni
Una chitarra, in un angolo polveroso, per chi può significare qualcosa?
Forse, conoscendo la sua storia, si potrà scoprire che non è un semplice, vecchio, inutilizzato strumento musicale, ma vale molto di più.
Questa è semplicemente una guitar's story, la storia di una chitarra.
Genere: Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nick Jonas, Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: Incompiuta
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Partecipe del successo
Partecipe del successo



Una cassa di risonanza di legno laccata, delle corde tese al massimo, come la mia vita di allora, e, in basso, una firma, quasi illeggibile. Appartiene al mio vecchio possessore, al mio unico possessore, un tale di nome Nicholas Jerry Jonas. Certo che ne è passato di tempo da quando ero morbidamente adagiata in una custodia nera e tutti i pomeriggi uscivo per aiutarlo a comporre qualche nuova canzone. L'ho visto piangere, ridere, attendere, urlare, ma soprattutto l'ho visto sognare. Ma, nonostante i mie sforzi, adesso dove mi trovo? In una lurida, polverosa, soffitta di una villetta nel centro di Los Angeles. Una vita da cane, ma io sono una chitarra, che non esce dal suo angolo di acari da tanto, troppo tempo.
Se ripenso a quella firma di indelebile, mi vengono alla mente una miriade di ricordi, una costellazione di esperienze che abbiamo condiviso io e lui. Quella firma, quel semplice "Nick Jonas" scritto quando aveva 7 anni è l'unico segno evidente di quello che sono stato.
Ancora mi domando cosa sia cambiato da quando non si vergognava di me, da quando non mi giudicava un "inutile pezzo di legno", da quando mi considerava unico, da quando era famoso e, non potendo uscire di casa a causa dei paparazzi, se ne stava seduto sul tappeto azzurro della sua camera cercando di esprimere tramite la musica tutta la frustazione, l'agitazione, a volte addirattura l'odio verso quelle persone che gli impedivano di comportarsi come un ragazzo normale. E quelle canzoni, quelle splendide melodie, solo io ho avuto il piacere e l'onore di ascoltarle perché, siccome secondo la casa discografica parlavano di emozioni "negative e non istruttive", non venivano pubblicate.
Quella sì che era vita. Una vita tesa, agitata, sempre in movimento, ma era vita. Ho visto l'Italia, ho visto Parigi e Londra e New York. Ho visto cose che voi umani non potete neanche immaginare perchè io da essere inanimato quale mi credono ho potuto ammirare tutte le sue emozioni. E l'animo di un uomo è la cosa più complessa che esista nell'universo. Io ho visto i suoi primi amori, io ho visto le sue sconfitte, io ho visto i suoi concerti dal camerino, io ho visto la sua gelosia, io ho visto il suo matrimonio. Ma io non ho visto le sue foto sui giornalini scandalistici, io non ho visto le copertine dei suoi album, io non ho visto le sue fan. E questo mi rode, mi brucia nel petto, perché le sue fan sono anche le mie fan e ho sempre sognato di incontrare le persone che amano lui, i suoi brani, quegli stessi brani che ha composto con me.
Mi piace dire che sono stato partecipe del suo successo, ma ora chi si ricorda più di me?
Voglio ripercorrere ancora una volta la mia storia, non per far sgorgare lacrime, ma perché si dice che una chitarra è morta quando tutte e sei le sue corde si spezzano e io sento che la mia fine è vicina, terribile e incombente.
Sono le 8 del mattino e io inizio a narrare...  






Angolo dell'autrice

Lo so cosa pensate, lo so: "Hai una long che non aggiorni da una vita intera e ne inizi un'altra?".
Avete perfettamente ragione, mi sembro una pazza, ma l'ispirazione per questa storia mi è venuta naturale, mi pareva una cosa che dovevo fare, non so come spiegarmi.
Avviso che questa è solo una piccola introduzione e gli altri capitoli saranno più articolati. Spero inoltre che questa fanfiction attiri più lettori e lettrici perché la ritengo più matura, meno bambinesca e infantile rispetto a "Due metà, due mondi".

Comunque gradirei che esprimeste il vostro parere su questo racconto perché se non piace lo elimino subito.
Incrocio le dita e vi saluto augurandomi che ci sia un prossimo capitolo.
Baci a tutti quelli che recensiranno, leggeranno o semplicemente aggiugeranno questo primo capitolo tra le preferite, le ricordate e le seguite.

Benny
  
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