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Autore: _tifaa_    10/04/2010    1 recensioni
Kristal è una ragazza di diciannove anni,che affronterà una terza guerra mondiale. Perderà il suo migliore amico costretto a partire come recluta,visto che in un certo senso,la mente umana non si è poi così tanto sviluppata e quindi tutto è quasi come una volta,ai tempi delle prime guerre mondiali,tranne per le armi,che sono molto più sviluppate e naturalmente i nemici non risparmieranno nessuno,ne donne ne bambini. Kristal è una ragazza forte e testarda,quindi non si lascerà andare,cadere in depressione per paura della morte,anzi combatterà contro essa,per amore del suo amico e delle persone a lei care fino a quando scoprirà qualcosa di catastrofico per l'umanità.
Genere: Avventura, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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3°capitolo.

 

-Cosa … cosa dovrei fare io con te?-

-Devi accudirmi,volermi bene e soprattutto penso … proteggermi,per come ha detto la mia mammina..-

-Oh certo. Ho diciannove anni,come credi che possa accudirti? Abito ancora d amia madre!-

-Io invece ho otto anni! E io non so niente di questa storia! Pensa quanto ci sono rimasta male io sapendo che mia madre non è mia madre e sta anche per morire perché sa cose che non dovrebbe sapere e che neanche io so!- Sveglia la ragazzina,pur avendo solo otto anni. Smisi di innaffiare i fiori e mi inchinai di fronte a lei,quando la sentì singhiozzare. Cercai di coccolarla il meglio possibile,forse non ero quella che si poteva definire proprio una brava mamma. Cosa avrei fatto ora con lei? Cosa dovevo fare? La strinsi forte a me,come se il calore del suo corpo mi aiutasse a riflettere.

-Dove abitavi?- Chiesi,quando il suo corpicino smise di tremare. Restò un attimo interdetta.

-Io … non lo so- rispose infine

-Come non lo sai! È … impossibile!- Staccò il suo viso dalla mia spalla,guardandomi con i suoi grandi occhi color smeraldo.

-Oltre la montagna,dove ci sono i … i … -

-Cosa?- La incitai io.

-I replicanti –

-I replicanti?- Aggrottai le sopraciglia,cosa voleva dire?

-Si,i replicanti. Penso che mia madre adottiva fosse uno dei primi esperimenti, e la mia vera madre sia morta durante uno di questi. Per questo mi hanno affidato alla sua replica- Affermò lei,stringendo forte la mia maglietta. Era intelligente,aveva un forte senso di pensiero,non naturale per una bambina di otto anni,anche lei doveva aver subito qualche strano esperimento.

-Sai qualcos’altro? La tua teoria,se è vera,è alquanto sensata-

-Non so nient’altro. Dopo tutto,cosa dovrei mai sapere? So già troppo,secondo te perché mia madre è ricercata?- Sbottò lei,facendo ritornare i suoi occhi lucidi.

-Perché prima mi hai detto che non sapevi niente?- Le chiesi ancora,nonostante fosse alquanto spaventata.

-Perché sono una bambina! Ho paura anche io avvolte! Ma che problemi hai?- Gridò lei,rimettendosi a piangere. Io invece mi persi nei miei pensieri. Ora si spiegava perché erano riusciti a salvare mio padre,perché la guerra era finita e tutto il resto. E se anche Sam fosse una copia di se stesso? E quel ragazzo così perfetto … Alex? Poi,un altro pensiero mi balzò in testa. La donna aveva parlato anche di carte.

-Cosa intendeva con … l’ho letto nelle carte?- La bambina non rispose all’inizio,sembrava riflettere. Mi stupivo ogni secondo in più restando accanto a quella bambina,le sue capacità intellettive superavano quelle del miglior studente universitario. La sua voce cristallina mi riportò alla realtà,restai ad ascoltare ammirata la risposta alla mia domanda.

-Beh,in effetti lei diceva di saper leggere le carte ma secondo me era solo un’illusione,lei sapeva già cosa succedeva,e con quelle carte si convinceva ancora di più-

-Suggestione-

-Si,suggestione- Finimmo la nostra conversazione lì e,dopo averla consolata ancora un po’ girai il cartellino fuori dalla vetrina. Iniziarono ad arrivare clienti per la prima volta dopo tre anni. La visita di Sam il giorno prima sembrava avermi portato fortuna. Heart mi aiutava a consegnare i fiori e a richiuderli in deliziose composizioni floreali. Chissà perché quella donna doveva affidare a Sam quella bimba. Quando,dopo una breve riflessione,decisi di riportarla a casa con me,ne approfittai per fargli un’ultima domanda. Serrai il negozio e mi incamminai,tenendo con una mano la sua valigia e con l’altra la sua manina.

-Ascolta,tu conosci il ragazzo di cui parlava tua madre?- Allungò il passo,per restarmi al fianco. Passavamo in mezzo alla gente ormai felice,che festeggiava,senza destare alcun sospetto,anche se il nostro umore non era alle stelle.

- No.  No ho idea di chi sia. Però ho capito che per te è molto importante. È il tuo ragazzo?- La sua domanda mi colse di sorpresa,anche se era solo una bambina. Mi guardò e sorrise,aspettando una mia risposta. Ero sicura che le mie guance avessero qualche alone di rosso,ma decisi comunque di risponderle.

- No. Però è il mio migliore amico e a lui ci tengo tantissimo- Sembrò riflettere su quello che le avevo detto,ma la bloccai prima io.

-Siamo arrivati,cerca di essere disperata e triste. Cerca anche di non parlare e piangi qualche volta. Aspetta,sei troppo ben messa- Mi abbassai verso di lei e alzò un sopraciglio,per la prima volta non capiva quello che stavo per fare. Le sorrisi,cercando di convincerla. Sciolsi la lunga treccia e arruffai i suoi capelli,sotto il suo sguardo disgustato. Evidentemente non gli andava a genio. Poi strappai una manica del suo vestitino e gli lanciai addosso un po’ di fango,sporcandola per bene. Mi alzai soddisfatta strofinando le mani.

-Va decisamente meglio ora. Ricorda quello che ti ho detto!- Sorrisi ancora,girando la chiave nella serratura della porta di casa. Borbottò qualcosa di incomprensibile,ma ero troppo soddisfatta della mia idea per restare ad ascoltare le sue lamentele.

-Mamma !- Urlai,affacciandomi alla porta. Sentii dei passi provenire dalle scale e poi una figura giuliva farsi spazio nel buio del salotto.

- Kristal! Ho bellissime notizie! Il tuo papà tornerà presto- Rispose lei,correndomi incontro ad abbracciarmi. Si bloccò quando vide la piccola bimba guardarla con occhi languidi dal basso. Sembrò quasi commuoversi. Si abbassò verso di lei,accarezzandoli il visino sporco. Heart si ritirò dietro di me,tenendosi ai miei fianchi. Perfetto.

- Ma … chi è questa povera bambina?- Mia mamma si alzò e mi guardò apprensiva.

- Non so,stamattina l’ho trovata per strada,mentre si incamminava con questa grossa valigia e … mi ha fatto pena. Così l’ho presa- Risposi io,con voce fievole. Mia madre prese la valigia e fece segno di entrare,dirigendosi in cucina. Mi girai da Heart e sorridemmo insieme,battendo il cinque. Entrammo dentro,un forte odore di sugo inebriò il mio naso,facendomi pregustare la cena. Mamma continuava a guardare la bambina,che restava sempre dietro di me. La presi per le mani e la feci sedere in uno degli sgabelli davanti al bancone della cucina.

-è proprio bella con quegli occhi. Come si chiama?- Chiese,alzando la voce all’ultima frase.

-Non lo so,non vuole parlare,forse vuole ancora un po’ di tempo per riprendersi- Riposi io,accarezzando una guancia di Heart.

-Oh poverina,starà morendo di fame. Ecco,un gustoso piatto di pasta a tutti e due. Questa notte possiamo restare sveglie quanto vogliamo,il coprifuoco è stato ritirato!- Mia madre ci porse i piatti e la bambina iniziò a mangiare avidamente la sua porzione. Forse in quello non fingeva. Io assaggiai appena la pasta,non avevo tanta fame. Sapendo che quello che rendeva felice mia madre era tutta finzione. Cercai di sembrare più serena possibile,ma nella mia mente c’erano troppe informazioni. Mi aspettavo che da un momento all’altro mi apparisse davanti agli occhi qualche insegna luminosa con su scritto sovraccarico di informazioni. Per mia fortuna arrivai a fine serata sana e salva,senza destare alcun sospetto su mia madre.

Portai Heart in camera mia,mentre cercava di aggiustarsi i capelli in ogni superficie lucida che riflettesse la sua immagine. Preparai un lettino vicino al mio,per farla dormire comoda.

- Heart calmati, tra poco ti farò fare una doccia. Sei stata bravissima- Sussurrai,facendola sorridere. Quando fummo sicure che mia mamma si fosse addormentata,la accompagnai in bagno,dove la lasciai tranquilla a farsi una doccia. Io restai in camera mia,a preparare una piccola valigia dove mettere tutto il necessario. Poi programmai la sveglia poco prima che Heart tornasse in camera mia. Ci sedemmo sul mio letto.

-Ascolta,noi domani dobbiamo partire-

-Perché?-

-Perché dobbiamo cercare Sam -

-Chi è Sam?- Chiese lei dopo alcuni minuti di silenzio,sicuramente cercava di ricordarsi qualcuno con quel nome. Iniziai a mordermi le labbra,pensare a lui mi faceva soffrire,magari anche il ragazzo che avevo baciato non era lui.

-Beh,il ragazzo biondo … - Risposi infine.

-Salveremo il mondo?- Restai un attimo incerta,stavo quasi scoppiando a ridere,ma mi trattenni.

-Oh … certo! Ho solo diciannove anni e non so neanche dove ho la testa … però potremmo provarci,ecco perché dobbiamo provarci. Ora dovremmo dormire,domani ci sveglieremo presto,prestissimo. Prima che mia madre si svegli,naturalmente- Risposi,prendendola in braccio e coricandola nel letto,per poi sistemare le coperte sopra il suo corpicino.

-D’accordo!- Rispose lei,allungandosi per darmi un bacio sulla guancia. Sorrisi,coricandomi anche io e addormentandomi poco dopo.



  
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